PERPETUAL FATE

Il video di Smothered, dall’album Cordis in uscita a dicembre (Revalve Records).

Il video di Smothered, dall’album Cordis in uscita a dicembre (Revalve Records).

Perpetual Fate shared the first videoclip for their brand new single Smothered taken from the upcoming album Cordis out on December 7th on Revalve records.

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Cd: https://bit.ly/2DmPCOe
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Mortiis – The Song Of A Long Forgotten Ghost

Nel 1993 questo demo era un unicum nel panorama musicale estremo ed ha folgorato più di una mente, tanto che ancora adesso se ne parla molto rivestendo una grande importanza per molti, musicisti e non.

Continua la riproposizione delle perle dimenticate della prima era della carriera di Mortiis, la mitica entità musicale norvegese che sta vivendo un intenso periodo dopo anni di bassa frequenza.

The Song of a Long Forgotten Ghost fu pubblicato come demo nel lontano 1993, formato da una traccia unica figlia di una visione e che si dipana per oltre cinquanta minuti di organo, percussioni e poco altro, un qualcosa di molto esoterico ed affascinante. Questa ristampa vede per la prima volta il demo rimasterizzato, che ci rende l’autentica atmosfera che voleva offrire Mortiis.
L’ipnosi che induce questa musica è qualcosa che viene da molto lontano, dai più profondi recessi del nostro cervello, quasi come voler ritornare a sensazione che pensavamo perdute. Questo lavoro è molto importante per il sottogenere chiamato dungeon synth, che è un prodotto della fascinazione per il medioevo ed è principalmente composto da linee di organo e tastiere. Questo strano codice musicale è molto di nicchia, ma è estremamente interessante, e qui Mortiis ne dà uno dei suoi esempi migliori. Il talento musicale del norvegese mostra la via a quelli che verranno dopo, ma produce anche un lavoro davvero valido e completo, non di facile fruizione ma da ascoltare attentamente.
The Song of a Long Forgotten Ghost è un sogno, un vedere oltre i nostri sensi, un lungo viaggio fra cripte impolverate e sepolcri, fra neve e sangue che cola da pietre che hanno visto mille battaglie. Lo scopo di questa musica è di trascinare l’ascoltatore in uno spazio tempo differente, connotato dalla fisica e dai suoni dell’antichità, ed è totalmente avulso da qualsivoglia concetto di modernità. Nel 1993 questo demo era un unicum nel panorama musicale estremo ed ha folgorato più di una mente, tanto che ancora adesso se ne parla molto rivestendo una grande importanza per molti, musicisti e non. E’ un piacere vederlo in una nuova veste, con il suono riportato alla luce e con la nuova copertina frutto del grande lavoro di David Thierree, che ha espanso il concetto iniziale di Mortiis. Un ascolto non per tutti, ma che lascerà estasiato chi ama certe atmosfere.

Tracklist
1 The Song Of A Long Forgotten Ghost

MORTIIS – Facebook

LE INTERVISTE DI OVERTHEWALL – MADNESS OF SORROW

Grazie alla reciproca collaborazione con la conduttrice radiofonica Mirella Catena, abbiamo la gradita opportunità di pubblicare la versione scritta delle interviste effettuate nel corso del suo programma Overthewall, in onda ogni domenica alle 21.30 su Witch Web Radio.
Questa volta è il turno di Muriel Saracino, leader dei Madness Of Sorrow.

Mirella Catena: Madness of Sorrow è un progetto del polistrumentista Muriel Saracino che quest’anno mette a segno la pubblicazione del nuovo album, il quinto della band. Su Overthewall abbiamo proprio lui, Muriel Saracino. Partiamo dagli inizi. Com’è nata l’idea dei Madness of Sorrow?

Muriel Saracino: I Madness of Sorrow sono un evoluzione più oscura e metal del mio precedente progetto Filthy Teens. Da adolescente mi preoccupavo di “piacere” ai metallari alternativi, con i Madness il percorso
è stato decisamente “senza compromessi”, diciamo.

MC Parliamo anche di chi fa parte di questo progetto musicale, siete in tre adesso. Come si è stabilizzata durante gli anni la line up?

MS Purtroppo non si e’ mai stabilizzata davvero, ma non per mio volere. I precedenti membri hanno avuto spostamenti per lavoro, problemi di salute o motivazione, ma non si sono mai allontanati per
litigi col sottoscritto. Spero prima o poi di averla davvero una line-up stabile.

MC Le tematiche horror sono una costante della band, oltre a chiari riferimenti contro la religione e i suoi abusi. Qual’è il messaggio che volete trasmettere a chi vi ascolta?

MS Senz’altro l’essere se stessi, condannare le imposizioni di coloro che si mostrano come puri ma che, in realtà, sono più marci di noi. Mi e’ stato chiesto se sono satanista, e la mia risposta e’ stata che, se si intende il satanismo come elevazione dell’IO senz’altro mi ci sento vicino, ma niente a che vedere invece con l’adorazione di qualcosa di ultraterreno.

MC Confessions From The Graveyard è appunto il quinto album della band accolto, come i precedenti, molto bene da pubblico e critica. Ti aspettavi un riscontro così positivo?

MS Stiamo continuando a ricevere apprezzamenti e mi fa davvero piacere; mai come in questo disco c’e’ tutta la mia persona, svelata nei dolori e nelle parti più recondite del subconscio. Non so se toccherò mai, o avrò voglia di toccare ancora punti più profondi.

MC Parliamo appunto dell’album: le tematiche stavolta sono incentrate sulla perdita e su come si reagisce alla mancanza di persone care. Un tema profondo e molto delicato…

MS Un tema vissuto in prima persona: ho perso mio padre due anni fa per cancro, e sono stato con lui negli ultimi giorni di vita. Casualmente, l’ordine delle canzoni riflette proprio il viaggio trascorso in quel periodo: si parte con la rabbia e la frustrazione per la notizia della malattia (The Exiled Man, The Art Of Suffering), allo sbandamento emotivo (Sanity, Reality Scares) alla disperazione (The Path) sino alla rassegnazione per la morte e il destino seguente (Creepy), dove accetto i peccati commessi senza pentirmene poi molto al momento.

MC L’album è stato pubblicato per la AD NOCTEM RECORDS che è la tua casa discografica. Ci parli anche di questa tua nuova attività?

MS Sono felice di aver intrapreso questo nuovo percorso: negli ultimi mesi sono stato al fianco di una realtà discografica assolutamente discontinua che sta raccogliendo ultimamente sempre più dissensi.
Ora posso mettere sul piatto la mia serietà, la mia quasi decennale esperienza nel mercato digitale e nella promozione al servizio di quegli artisti che vogliono affidarsi a qualcuno che creda veramente nella loro arte.

MC So che sei sempre in giro a promuovere il nuovo album. Hai delle date immediate da comunicarci?

MS Dopo Halloween con i bravissimi Sylpheed e la data del 16 novembre al Dedolor, saremo il 24 alle Officine Sonore. Dopodiché si sta lavorando al 2019 con qualcosina ancora sul suolo italico e anche all’estero.

MC Dove i nostri ascoltatori possono trovare tutte le info per seguire i Madness Of Sorrow?

MS Andando sul nostro sito www.madnessofsorrow.com potrete accedere ai nostri canali Facebook, YouTube, Instagram e Bandcamp

Cor Serpentii – Phenomankind

I Cor Serpentii si dimostrano un macchina ben oliata, perfetta nell’esecuzione vocale e strumentale ma molto meno algida di quanto il tipo di sound offerto potrebbe far supporre; in definitiva, Phenomankind è un lavoro indicato a chi vuole ascoltare musica complessa ma al contempo non aridamente intrisa di solo tecnicismo.

Phenomankind è il primo frutto discografico di questa nuova band composta da tre musicisti gravitanti nella scena estrema francese, con agganci a band come i Savage Annihilation, i disciolti Insain e gli Orakle.

Ed è proprio il mastermind di questi ultimi, Frédéric Gervais, ad offrire le ottime parti vocali in questo album che potrebbe apparire anche sorprendente, se non fossimo ormai da tempo tutti ben consci dell’obliquo incedere del death metal in certi ambiti della scena transalpina.
I Cor Serpentii si rivelano così un entità in grado di offrire il genere nelle sue sembianze più tecniche e progressive nel senso vero del termine, andando ad abbracciare molteplici sfumature che partono dai Nevermore più nervosi spingendosi fino alla sperimentazione folle di Devin Townsend e a quella più ragionata di Ihsahn, senza neppure tralasciare nei passaggi più estremi gli influssi dei connazionali Gojira. Tutto ciò serve per fornire un’idea di massima per inquadrare un lavoro che sfugge comunque ad un preciso tentativo di catalogazione, risultando naturalmente di assimilazione non semplice ma anche meno cervellotico rispetto a quanto fatto da Gervais con i suoi pur ottimi Orakle.
A Phenomankind manca solo un brano capace di catturare l’attenzione per fissarsi più saldamente nella memoria di un ascoltatore che viene, comunque, circondato e sopraffatto da un sound in costante cambiamento ma non privo di passaggi melodici, subito dopo spazzati via da arcigne progressioni strumentali.
I Cor Serpentii si dimostrano un macchina ben oliata, perfetta nell’esecuzione vocale e strumentale ma molto meno algida di quanto il tipo di sound offerto potrebbe far supporre; in definitiva, Phenomankind è un lavoro indicato a chi vuole ascoltare musica complessa ma al contempo non aridamente intrisa di solo tecnicismo.

Tracklist:
1. Retrieval
2. A Closer Signal
3. The Serpent’s Stratagem
4. Sand Storm
5. Theomachia
6. Rise of the Blind
7. Waves of Wrath
8. Reversed Evolution
9. Phenomankind
10. Ubik

Line-up:
Benoît Jean – bass
Nicolas Becuwe – guitars
Frédéric Gervais – vocals

COR SERPENTII – Facebook

Lacuna Coil – The 119 Show-Live In London

The 119 Show-Live In London immortala la band sul palco del O2 Forum Kentish Town nella capitale inglese, con Cristina Scabbia e compagni accompagnati dal gruppo circense Incandescence, per quello che risulta uno spettacolo sonoro e visivo straordinario.

Questo articolo sarebbe stato più completo se alle note avessimo potuto godere del supporto video, perché i Lacuna Coil hanno fatto le cose in grande per festeggiare i loro vent’anni nella scena metal/rock, un ventennio di soddisfazioni per loro e per chi ha a cuore la scena tricolore, che ha messo a tacere chi ha sempre guardato al gruppo con malcelata invidia.

Praticamente da sempre con Century Media, segno del valore assoluto della band e della propria discografia, la band viene glorificata in questa uscita che possiede tutte le caratteristiche dell’evento; una fama cresciuta dal 1998 attraverso una serie di ottimi lavori che hanno fatto scuola, otto full length che hanno accompagnato il metal moderno dalle tinte dark/gothic del gruppo nel nuovo millennio, con una Cristina Scabbia lanciata anche nel mondo della TV (è da poco passata la sua partecipazione al programma The Voice Of Italy) ed un ultimo album (Delirium, licenziato un paio di anni fa) che ha confermato i Lacuna Coil tra tra i massimi esponenti del genere.
The 119 Show-Live In London immortala la band sul palco del O2 Forum Kentish Town nella capitale inglese, con Cristina Scabbia e compagni accompagnati dal gruppo circense Incandescence, per quello che risulta uno spettacolo sonoro e visivo straordinario.
L’opera esce nelle versioni: Blu-ray+DVD+2CD, 2CD+DVD, Digital Album e sicuramente non deluderà chi ha sempre seguito la band italiana, protagonista di uno spettacolo assolutamente perfetto con i due vocalist ed i loro compagni d’avventura in perfetta forma.
I Lacuna Coil, che sono probabilmente il gruppo più famoso e seguito in tutto il mondo tra quelli battenti bandiera tricolore, nel momento della loro piena maturazione regalano questo racconto della propria vita artistica in ventotto splendidi brani che hanno fatto la storia del genere a cavallo del nuovo millennio.
Troviamo quindi tutti quelli che hanno portato alla band il successo mondiale, ma anche qualche chicca suonata per l’occasione, toccando tutte le tappe di una lunga carriera per una celebrazione del verbo Lacuna Coil che diventa essenziale per il fans quanto per chi cerca un qualcosa che ne riassuma l’operato in tutte le sue sfumature.
Non resta che fare i complimenti ai Lacuna Coil per lo straordinario traguardo raggiunto, che è anche quello di rappresentare l’orgoglio dell’anima rock/metal del nostro sempre più bistrattato paese.

Tracklist
1. Intro
2. A Current Obsession
3. 1.19
4. My Wings
5. End Of Time
6. Blood, Tears, Dust
7. Swamped
8. The Army Inside
9. Veins Of Glass
10. One Cold Day
11. The House Of Shame
12. When A Dead Man Walks
13. Tight Rope
14. Soul Into Hades
15. Hyperfast
16. I Like It
17. Heaven’s A Lie
18. Senzafine
19. Closer
20. Comalies
21. Our Truth
22. Intermezzo
23. Falling
24. Wide Awake
25. I Forgive (But I Won’t Forget Your Name)
26. Enjoy The Silence
27. Nothing Stands In Our Way
28. Final Credits
II Behind The Curtains
III Enter The Coil

Line-up
Cristina Scabbia – Female Vocals
Andrea Ferro – Male Vocals
Marco Coti-Zelati – Bass Guitar, Guitars, Keyboards, Synths
Ryan Blake Folden – Drums
Diego Cavallotti – Guitars

https://www.facebook.com/lacunacoil

Feral – Flesh For Funerals Eternal

I Feral non tradiscono e ci investono con tutta la loro inumana violenza tra ritmiche velocissime, solos, ripartenze, e melodie che fanno capolino tra la forza di un’onda d’urto che si alza inesorabile.

Torna a ruggire una delle band che ultimamente ha convinto di più nel riproporre lo storico sound nato all’alba degli anni novanta nel Nord Europa.

Stiamo parlando di swedish death e dei massacratori seriali chiamati Feral, che licenziano tramite la Transcending Obscurity il loro nuovo mortale lavoro, Flesh For Funerals Eternal.
A tre anni di distanza dall’ultimo bellissimo full length (Where Dead Dreams Dwell) e ad un paio dall’ep From The Mortuary, i cinque orchi svedesi tornano dunque con un altro mostruoso album nel quale lo storico genere viene glorificato da una decina di brani travolgenti.
I capisaldi ci sono tutti, perché i Feral sotto questo punto di vista non fanno mancare niente e aggrediscono mirando dritti alla giugulare, con il sangue che sprizza copioso mentre una cascata di riff vi sepellirà.
Flesh For Funerals Eternal non lascia respirare, la band è in piena forma e grazie ad un songwriting sopra la media sferra una serie ganci che stendono al tappeto, veloci, potentissimi ed assolutamente old school.
Questo è death metal scandinavo di origine controllata, valorizzato da un gruppo formidabile e da una raccolta di brani che da Vaults Of Undead Horror e passando per Gathering Their Bones, Of Gods No Longer Invoked e Buried colpiscono al cuore degli amanti del genere.
I Feral non tradiscono e ci investono con tutta la loro inumana violenza tra ritmiche velocissime, solos, ripartenze e melodie che fanno capolino tra la forza di un’onda d’urto che si alza inesorabile al passaggio di questo ennesimo mastodontico esempio di death metal scandinavo.

Tracklist
1.Vaults Of Undead Horror
2.Black Coven Secrets
3.Gathering Their Bones
4.Dormant Disease
5.Of Gods No Longer Onvoked
6.Accursed
7.Horrendous Sight
8. Stygian Void
9.Buried
10. Bled Dry

Line-up
Viktor Kingstedt – Bass
Sebastian Lejon – Guitars
David Nilsson – Vocals
Markus Lindahl – Guitars
Roger Markstrom – Drums

FERAL – Facebook