Sarinvomit – Malignant Thermonuclear Supremacy

Chi ama il metal più genuino e diretto non dovrebbe farsi sfuggire l’occasione di farsi maltrattare da questi tre quarti d’ora di black thrash impetuoso, suonato bene, prodotto discretamente e dotato di quella percentuale di freschezza in più che spesso hanno in dotazione le band che provengono da scene, per così dire, non convenzionali.

I turchi Sarinvomit con questo lo primo full length non si perdono certo in preamboli, partendo subito sparati con il proprio nucleare black metal ed arrestando la corsa solo al termine dell’ultima nota di Malignant Thermonuclear Supremacy.

Se tutto questo può far pensare ad un’interpretazione minimale e semplicistica del genere c’è, però, il rischio di cadere in errore: in realtà questo quartetto di Istanbul tratta la materia con notevole competenza e pur senza svincolarsi dagli stilemi di base o mostrare tratti particolarmente personali, offre tre quarti d’ora di black la cui corposa componente thrash si rivela determinante per amplificarne l’impatto.
Il sound dei Sarinvomit è piacevolmente antico per approccio, nel senso che ogni idea di sperimentazione viene totalmente bandita a favore di un incedere diretto, incalzante e che non lascia spazio ad indugi o passaggi più riflessivi.
Preso atto di tutto questo, chi ama il metal più genuino e diretto non dovrebbe farsi sfuggire l’occasione di farsi maltrattare da questi tre quarti d’ora di black thrash impetuoso (con menzione di merito per il brano auotointitolato, ma il tiro delle altre tracce non è affatto da meno) , suonato bene, prodotto discretamente e dotato di quella percentuale di freschezza in più che spesso hanno in dotazione le band che provengono da scene, per così dire, non convenzionali.

Tracklist:
1 – Perishing In Eternal Void
2 – One Trillion Megaton
3 – Mass Grave Planet
4 – Evaporation In Mushroom Cloud
5 – Splendid Radioactive Particles
6 – Sarinvomit
7 – Destructive Solar Flare

Line-up:
Godslayer – Guitarsg
Tyrannic Profanatör – Vocals
Fiend – Bass, Vocals (backing)
K.C. – Drums

Sargeist – Unbound

Oltre agli stilemi del black qui ci sono persone che vogliono fare musica e non solo scioccare l’ascoltatore o rinchiuderlo nelle prigioni della bassa fedeltà. Ci sono molte cose da scoprire in questo disco, e Unbound garantisce molti ascolti, tutti piacevoli.

Dopo vari cambi di formazione e qualche pausa creativa tornano i finnici Sargeist uno dei gruppi più influenti della scena black metal mondiale ed europea, guidati come sempre dal chitarrista cantante e compositore Shatraug, membro dei mitici Horna, un altro grande gruppo black finlandese.

La terra finnica è sempre stata fertile madre per ottimi gruppi di black metal, e i Sargeist sono fra questi. Il loro black è classico e melodico al contempo, potente e molto ben composto, non è pura furia ma è un dipanarsi di tenebrosi sentimenti che vivono in noi, e che forse sono la parte più vera di noi. I Sargeist sono uno dei gruppi maggiormente prolifici per quanto riguarda le uscite discografiche, sono stati protagonisti di molti split e altrettante collaborazioni, nel vero spirito del black metal. Nonostante la loro prolificità, era dal 2014 che non si sentiva nulla di nuovo dai Sargeist, a causa soprattutto dei cambi di formazione, ma con questo disco tornano prepotentemente alla ribalta, e lo fanno nel migliore dei modi possibili. Il disco è molto ben bilanciato, a livello di qualità e di impatto è davvero dura fare meglio di loro. L’impianto sonoro è principalmente classico e non si discosta molto dai dischi precedenti, con quell’impronta che hanno solo i grandi gruppi black finlandesi, i quali si differenziano dai loro vicini norvegesi per la capacità di attenersi molto bene ai dettami del genere, forse meglio dei capostipiti. Per chi ama i suoni oscuri, distorti e tumultuosi, qui c’è pane per i suoi denti, e i Sargeist offrono come al solito più di quanto sopra ai loro ascoltatori. La cosa più importante qui presente è l’attitudine, e più per esteso lo spirito che permea questo lavoro, e la visione musicale dei Sargeist. Oltre agli stilemi del black qui ci sono persone che vogliono fare musica e non solo scioccare l’ascoltatore o rinchiuderlo nelle prigioni della bassa fedeltà. Ci sono molte cose da scoprire in questo disco, e Unbound garantisce molti ascolti, tutti piacevoli.

Tracklist
1. Psychosis Incarnate
2. To Wander the Night’s Eternal Path
3. The Bosom of Wisdom and Madness
4. Death’s Empath
5. Hunting Eyes
6. Her Mouth is an Open Grave
7. Unbound
8. Blessing of the Fire-Bearer
9. Wake of the Compassionate
10. Grail of the Pilgrim

Line-up
Profundus – vocals
Shatraug – guitars
VJS – guitars
Abysmal – bass
Gruft – drums

SARGEIST – Facebook

Bloodbath – The Arrow of Satan Is Drawn

La frangia più conservatrice dei fans avrà sicuramente di che godere per questo nuovo lavoro targato Bloodbath, un album grezzo, sporco ed oscuro, in poche parole un esempio della forza di cui ancora dispone il genere.

Quello che agli inizi poteva essere scambiato per l’ennesimo progetto di una manciata di talenti del death metal scandinavo, capitanati dal talento di due guru come Dan Swanö e Mikael Åkerfeldt, è diventato un gruppo a tutti gli effetti, portatore del marcio verbo del death metal old school di matrice nordica, grezzo primordiale e senza compromessi.

Dan Swanö e Mikael Åkerfeldt da anni hanno lasciato il girone infernale dove risiedono i Bloodbath, con Nick Holmes stabilmente dietro al microfono, Martin Axenrot alla batteria ed il nuovo arrivato Joakim Karlsson alla chitarra (Craft) ad accompagnare i due membri originali che di talento ne hanno da vendere e che di nome fanno Jonas Renkse e Anders “Blakkheim” Nyström.
Il quintetto arriva così al quinto full length, questo abominevole ed oscuro lavoro intitolato The Arrow of Satan Is Drawn, a ribadire la salute del metal estremo di stampo death, da una manciata d’anni tornato su livelli eccellenti grazie a gruppi storici e nuove leve.
La frangia più conservatrice dei fans avrà sicuramente di che godere per questo nuovo lavoro targato Bloodbath, un album grezzo, sporco ed oscuro, in poche parole un esempio della forza di cui ancora dispone il genere, duro e puro, malato e sporcato e maledetto da riff scritti dall’anima più malevola che risiede nella casa di Lucifero.
La band gira a mille, Holmes è assolutamente a suo agio, tanto da mettere in discussione la pur buona prova sull’ultimo Paradise Lost, sembrando un angelo caduto che vomita fango brulicante di vermi in brani devastanti come l’opener Fleischmann, Levitator, Only The Dead Survive ed il singolo Chainsaw Lullaby.
Dall’anima death’ n ‘roll e forte di una tracklist possente come un carro armato infernale, The Arrow of Satan Is Drawn è l’ennesimo imperdibile macigno sonoro targato Bloodbath.

Tracklist
01. Fleischmann
02. Bloodicide
03. Wayward Samaritan
04. Levitator
05. Deader
06. March Of The Crucifers
07. Morbid Antichrist
08. Warhead Ritual
09. Only The Dead Survive
10. Chainsaw Lullaby

Line-up
Jonas Renkse – Bass, vocals (backing)
Anders “Blakkheim” Nyström – Guitars, vocals (backing)
Martin Axenrot – Drums
Nick Holmes – Vocals
Joakim Karlsson – Guitars

BLOODBATH – Facebook

BREATH OF NIBIRU

Il playthrough video di Djinn’s Illusion, dall’album Skyline Bazaar (Volcano Records).

Il playthrough video di Djinn’s Illusion, dall’album Skyline Bazaar (Volcano Records).

BREATH OF NIBIRU was formed in 2012 by solo guitar legend Gianluca Ferro (Bouncing The Ocean, Doomsword, Time Machine) and progressive metal drummer Nick Pierce (Unearth, The Faceless, Culling the Weak). This duo blends complex time signatures and heavy groove in to one crushing package, their extremely diverse writing and conceptual approach to flow makes for a cutting edge listening experience. Breath of Nibiru’s newest album “Skyline Bazaar” unveils territory in the metal genre previously unexplored. From Gianluca’s technically astounding solos to Pierce’s drum and bass influenced groove, there’s never a dull moment from start to finish. Much of the albums foundation is backed by pocket groove and laced with synths and solos that would make this duo sound not from this Earth. Each track is meticulously crafted to a theme that alway keeps the listener on their toes. Packed with dynamic and epic song structures, “Skyline Bazaar” is as progressive as it is punishing.
From the beginning of Breath of Nibiru there was never a set musical direction or genre to fulfill with the music. By writing as much as possible they discovered their strengths and harnessed each others musical ability to elaborate and expand ideas. Over time the progressive approach the duo had to writing spawned unique song structures which embraced spacey themes and otherworldly atmospheres. Midway through the writing of “Skyline Bazaar” they found their niche in focusing songs around synths and grooves to create an almost “cinematic” experience throughout each track. To them each song had to be formulated to represent a visual experience just as much as an audible one.

“Skyline Bazaar” tracklist:
1. Road to Sunrise
2. Pandoras Dimension
3. Parallels
4. Additive
5. A Djinn’s Illusion
6. Unmasking the Jesper
7. Prism
8. Exiled in Siberia
9. Skyline Bazaar
Running Time: 58’02”

BREATH OF NIBIRU line-up:
Gianluca Ferro- Guitar
Nick Pierce – Drum

ore information at:
BAND: https://www.facebook.com/BreathOfNibiru/
LABEL: http://www.volcanopromotion.com

Opeth – Garden Of The Titans: Live At Red Rocks Amphitheatre

Gli Opeth hanno ormai raggiunto uno status che li pone tra i grandi della musica moderna di stampo progressivo ed i loro live sono un’esperienza uditiva assolutamente coinvolgente, quindi nessuna sorpresa negativa scaturisce dall’ascolto di questo live.

Gli Opeth sono una delle band più importanti che la scena metallica Scandinava ha sfornato negli ultimi trent’anni, un gruppo capace di fare scuola in quello che, dalla nascita della band del geniale Mikael Åkerfeldt è diventato un genere dei più seguiti nel panorama estremo, amalgamando impulsi death e black con la musica progressiva.

Da almeno tre lavori, però, gli Opeth hanno preso una strada che li ha portati a rivalutare sonorità più classiche trasformandosi in una creatura progressiva più vicina al tradizionale sound settantiano.
Il live in questione ci presenta gli Opeth di oggi, dopo i festeggiamenti per il ventennale con quello che era l’ultima testimonianza del gruppo in concerto, uscita nel 2010 (In Live Concert at the Royal Albert Hall), un lavoro che fotografa la band nel tour di supporto all’ultimo album in studio Sorceress, licenziato un paio di anni fa.
Garden Of The Titans: Live At Red Rocks Amphitheater immortala la band sul palco del Red Rocks Amphiteatre di Denver l’11 maggio 2017 ed esce ni formati DVD, Blu-ray (entrambi corredati di CD audio) e vinile.
Tre brani presi dall’ultimo album e poi una carrellata di tracce a coprire quasi per intero la discografia fanno di questo live un buon riassunto di quello che la band ha prodotto in questi anni, ed avendo l’opportunità del solo ascolto possiamo sicuramente affermare che l’operazione merita l’attenzione degli amanti del gruppo svedese.
Gli Opeth hanno ormai raggiunto uno status che li pone tra i grandi della musica moderna di stampo progressivo ed i loro live sono un’esperienza uditiva assolutamente coinvolgente, quindi nessuna sorpresa negativa scaturisce dall’ascolto di questo live, trattandosi di una performance di altissimo livello con la quale il gruppo emoziona come pochi sanno fare, grazie a vere gemme sonore come Ghost Of Perdition, In My Time Of Need, The Devil’s Orchard e Deliverance.
Ovviamente l’intera la tracklist è di assoluta qualità, e se sicuramente i fans di vecchia data storceranno il naso per la mancanza di brani dai primi cinque magnifici lavori, grazie all’altissimo livello della musica contenuta in questo live tutto questo si riduce ad un semplice dettaglio.

Tracklist
1. Sorceress
2. Ghost Of Perdition
3. Demon Of The Fall
4. The Wilde Flowers
5. In My Time Of Need
6. The Devil’s Orchard
7. Cusp Of Eternity
8. Heir Apparent
9. Era
10. Deliverance

Line-up
Mikael Åkerfeldt – Guitars, Vocals
Martín Méndez – Bass
Martin Axenrot – Drums, Percussion
Fredrik Åkesson – Guitars
Joakim Svalberg – Keyboards, Piano, Mellotron

OPETH – Facebook

R.O.T. – Revolution Of Two

Revolution Of Two risulta quindi uno splendido esempio di metal estremo, melodico e progressivo, meritevole di attenzione anche perché suonato ottimamente da un duo dalle potenzialità enormi.

Nell’underground metallico non mancano certo le soprese, piccole gemme sonore che ci arrivano da ogni parte del mondo e che abbracciano generi e sonorità della più disparate.

I R.O.T. sono un duo di musicisti provenienti da Cassino, unitisi dopo varie esperienze lo scorso anno con lo scopo di suonare death metal melodico e progressivo.
Louis Littlebrain (Luigi Cervellini) e Eddy Scissorshand (Edoardo Merlino) debuttano con il primo full length intitolato Revolution Of Two, autoprodotto e uscito per la per la loro etichetta indipendente EFTM Records.
L’album è composto da otto brani più intro per tre quarti d’ora di death melodico ottimamente suonato dal duo che, con una sviluppata personalità, elabora il genere alla sua maniera unendo nel proprio sound diversi spunti ed ispirazioni e creando un sound deviato da iniezioni di moderne trame progressive.
Ritmiche thrash, un lavoro chitarristico dai rimandi classici, l’uso della doppia voce e qualche accenno di modernità, fanno di Revolution Of Two un ibrido di musica estrema e melodica che racchiude ispirazioni provenienti da Soilwork, Devin Townsend, Voivod, In Flames e valorizzate da notevoli ricami progressivi che non solo mettono in risalto la tecnica esecutiva del duo, ma creano cangianti atmosfere che arricchiscono non poco il songwriting.
La sensazionale partenza, con la diretta e spettacolare Diamond Souls che esplode in tutta la sua forza prorompente dopo l’intro, è solo l’inizio di un viaggio tra la musica creata dai R.O.T. che vede il suo apice tra le note della cangiante The 4th Reactor, The Angel’s Cry e nella conclusiva Aut-Aut.
Revolution Of Two risulta quindi uno splendido esempio di metal estremo, melodico e progressivo, meritevole di attenzione anche perché suonato ottimamente da un duo dalle potenzialità enormi.

Tracklist
1.After All…
2.Diamond Souls
3.Hyper Thymesia
4.The 4th Reactor
5.Rebirth
6.Angel’s Cry
7.Ethereal Dimension
8.Apatite
9.Aut Aut

Line-up
Eddy Scissorshand – Bass, Vocals
Louis LittleBrain – Guitars, Keyboards