METEORE: DISSECT

Grande band dall’Olanda che, seppur con un solo album all’attivo, riuscì comunque ad entrare nell’Olimpo Underground del Death Metal europeo degli anni ‘90. Alcune ristampe ci permettono, ancora oggi, di poterne entrare in possesso.

Tra i prime-movers della scena Death olandese, i Dissect non ebbero le medesime fortune di connazionali del calibro di God Dethroned o Asphyx.

Peccato perché, dopo un paio di ottimi demo, uscirono nel 1993 con l’album (oramai culto per gli adepti del Death europeo) Swallow Swouming Mass per la storica olandese Cyber Music; etichetta, oggi tristemente chiusa, capace di sfornare gioielli quali Theatric Symbolysation Of Life (Agathocles), Immense Intense Suspense (Phlebotomized), ma soprattutto His Majesty At The Swamp (Varathron). Pertanto, pare incomprensibile come un album così importante non riscosse il successo dovuto, e non permise ai ragazzi di Alphen Aan Den Rijn di proseguire con la propria attività di musicisti (solo il bassista Tim Roeper pare sia ancora sulla cresta dell’onda, con gli storici Eternal Solstice e con i bravissimi Dauthuz), soprattutto pensando alla qualità delle produzioni e alla grande capacità promozionale dell’etichetta di Arnhem. Ad ogni modo, quello che ci lasciarono i quattro ragazzotti fu qualcosa di davvero importante per tutta la scena europea. L’unico album si dipana su circa 50 minuti di ottimo Death Metal, sviluppato su nove tracce brutali, d’un impatto sonoro unico, genuino, diretto come un Pendolino, che non lascia scampo. Un sound mai ostico all’ascolto, semplice si, ma mai eccessivamente banale, che solo gli anni novanta hanno – ahimè – saputo dare. Zombies, gore, sangue, guerra, morte ovunque, crogiolano dai solchi dell’album, oggi fortunatamente di nuovo reperibile grazie ad alcune ristampe, tra cui quella della famosa Xtreem.
Dopo, una pseudo-reunion ed un demo, passato del tutto inosservato (Fragments del 1997) e nulla più. C’è chi parla ancora di una possibile attività o di un insperato ritorno: chi vivrà vedrà… come ci direbbe oggi Jimmy Fontana.

Discography:
Demo 1 – Demo – 1991
Presage to the Eternity – Demo – 1992
Swallow Swouming Mass – Full-length – 1993
Fragments – Demo – 1997

Line-up
Vincent Scheerman – Guitars, Vocals
Tim Roeper – Bass
Ed van Wijngaarden – Drums
C.W. Zwart – Guitars

https://www.youtube.com/watch?v=7IBnCb5nYrw

Space Aliens From Outer Space – Nebulosity

Debutto visionario e fortemente debitore alla fantascienza per questa sorta di supergruppo che non vuole sapere di rimanere ancorato alla terra.

Debutto visionario e fortemente debitore alla fantascienza per questa sorta di supergruppo che non vuole sapere di rimanere ancorato alla terra.

Come avremo modo di vedere dopo gli attori coinvolti sono molto validi e sanno ricreare ottime atmosfere. Le coordinate musicali sono varie e conducono tutte al tema del viaggio. Troviamo l’elettronica che è abbastanza onnipresente e al contempo anche strumenti suonati molto bene, lo space rock come concezione e quel viaggiare senza posa né meta. L’ottima produzione mette in risalto anche un incedere tipico delle magnifiche opus musicali di John Carpenter, perché anche i Space Aliens From Outer Space fanno sceneggiature in musica, creando sequenze di immagini che scaturiscono dalla loro musica e si uniscono alla resa visiva sul palco che è assai importante. Qui tutto è comunque al servizio della musica e della missione esplorativa che si sono dati. La loro proposta musicale è di ampio respiro e porta l’ascoltatore in galassie lontane, dove è possibile respirare un’aria molto diversa dalla nostra. Ora veniamo a scoprire gli alieni dallo spazio profondo: alla voce Paul Beauchamp, interessantissima figura di agitatore musicale, un genio che ha scelto Torino come base nonostante sia nato lontano dalle nostre desolate lande, una figura che basta da sola a dare valore al progetto. Incontriamo poi due figuri mascherati che rispondono al nome di Daniele Pagliero, già nei Frammenti, band italiana che ha toccato in maniera indelebile tanti cuori, e Francesco Mulassano. Come new entry troviamo alla batteria la letale Maria Mallol Moya, già nei Gianni Ruben Rosacroce, Lame e Natura Morta. Con questa crew il risultato è assicurato, ma i quattro sono andati ben oltre la somma dei singoli valori, confezionando un disco unico nel volare fra vari generi, trovando sempre melodie interessantissime, con un impasto sonoro psichedelico e di forte presa, dal quale non si può scappare. Molti sono i riferimenti alla migliore fantascienza, specialmente quella degli anni cinquanta e sessanta, in un’opera maestra dello spazio profondo, un gancio galattico che non vi lascerà.

Tracklist
1. Asterism
2. Trajectory
3. Entanglement
4. Propulsion
5. Into The Nebula
6. The Outer Realms
7. Particle Horizon
8. Starchase

Line-up
Paul Beauchamp
Maria Mallol Moya
Daniele Pagliero
Francesco Mulasssano

SPACE ALIENS FROM OUTER SPACE – Facebook

Deserted Fear – Drowned by Humanity

Drowned by Humanity è un album molto più melodico rispetto al suo brutale predecessore, anche se la forza immane del gruppo rimane l’alternarsi di ritmiche marziali ad una furia estrema, che si avvale questa volta di un ottimo lavoro delle chitarre alle prese in assoli in cui le melodie sono più importanti che in passato.

Tornano a distanza di un anno i tedeschi Deserted Fear con un nuovo album, il quarto, sempre per il colosso Century Media.

Attivo ormai da una dozzina d’anni, il trio proveniente dalla Turingia dopo i primi due lavori ha visto crescere le proprie aspettative, dopo essere stato preso sotto l’ala della storica label tedesca già dal precedente Dead Shores Rising, album che aveva confermato le buone impressioni suscitate dal gruppo con il suo metal estremo che voltava le spalle alla Scandinavia guardando, sempre in un’ottica old school, al death metal epico e guerresco dei Bolt Thrower.
Il nuovo lavoro continua a percorrere la strada intrapresa da Fabian Hildebrandt, Manuel Glatter e Simon Mengs e vi troviamo ben nascoste mine che al passaggio esplodono in un sound potente, marziale e melodico.
Drowned by Humanity è un album molto più melodico rispetto al suo brutale predecessore, anche se la forza immane del gruppo rimane l’alternarsi di ritmiche marziali ad una furia estrema, che si avvale questa volta di un ottimo lavoro delle chitarre alle prese in assoli in cui le melodie sono più importanti che in passato.
Prodotto da Henrik Udd (At the Gates, Miasmal) nei Friedman Studios, l’album mantiene quell’atmosfera epico/guerresca che ha fatto la fortuna del gruppo in passato, unendola ad una consistente vena melodica; i brani di cui si compone il nuovo album sono sicuramente forieri di giudizi positivi, ma ovviamente si trovano tracce che più sottolineano l’ispirazione del momento del gruppo tedesco, come An Everlasting Dawn, Welcome To Reality e Sins From The Past.
Non mancano possenti monoliti di death metal guerresco e brutale, come Scars Of Wisdom, che rendono Drowned by Humanity un lavoro riuscito ed assolutamente in grado di competere ad alti livelli con le uscite di questa prima metà dell’anno, almeno per quanto riguarda il caro vecchio death metal.

Tracklist
1. Intro
2. All Will Fall
3. An Everlasting Dawn
4. The Final Chapter
5. Reflect The Storm
6. Across The Open Sea
7. Welcome To Reality
8. Stench Of Misery
9. A Breathing Soul
10. Sins From The Past
11. Scars Of Wisdom
12. Die In Vain
13. Tear Of My Throne

Line-up
Fabian Hildebrandt – Guitars
Manuel Glatter – Guitars/ Vocals
Simon Mengs – Drums

DESERTED FEAR – Facebook

UPANISHAD

Il video di Feelings, dall’album Croosroads in uscita a marzo (Red Cat Records).

Il video di Feelings, dall’album Croosroads in uscita a marzo (Red Cat Records).

Ed ecco a voi “Feelings”, primo singolo degli UPANISHAD, band prog/crossover fiorentina!
Il brano è tratto da “Crossroad”, il loro album in uscita fra febbraio/marzo per Red Cat Records.

“Feelings” è disponibile in streaming e in tutti gli store digitali mondiali.
Questo brano è stato creato in un giorno, così, a sentimento.
È un treno a vapore arrugginito che sferraglia, che col suo ritmo goffo e veloce scandisce il tempo lungo il tragitto.

CONTATTI BAND:
https://www.facebook.com/Upanishadproject
https://www.youtube.com/channel/UC1OJh8V2Ti2yQKOZ9-AJdUg
https://soundcloud.com/upanishadproject

Malamorte – Hell For All

Hell For All è un album affascinante che non può mancare tra gli ascolti di chi ama le band citate e l’heavy metal più oscuro, mistico e dalle tinte horror.

Le origini black metal dei romani Malamorte influenzano ancora il sound prettamente heavy metal di questo nuovo lavoro, così da assecondare il concept occulto, mistico ed anticristiano che anima il progetto del compositore, chitarrista e cantante L.V.

Hell For All è il terzo full length, licenziato dalla Rockshots Records, con il quale vengono proposti dieci brani di heavy metal old school, ispirato dai Mercyful Fate, dalla scena thrash/black ottantiana e dalla New Wave Of British Heavy Metal.
Ritmiche heavy/thrash, solos classici ed atmosfere oscure è quello che troverete su Hell For All, album dal tocco melodico intrigante che lo rende nobilmente classico.
Alla fine sono più estreme le tematiche che non la musica, che rimane heavy e a tratti teatrale, alternando brani graffianti e veloci a mid tempo su cui L.V. declama storie occulte ricordando non poco il King Diamond in versione Mercyful Fate.
Un album da vivere nella penombra della vostra stanza, entrando nelle atmosfere di brani che passano dall’heavy/thrash di Antichrist a quelle dark della splendida Mother; la maideniana title track apre la seconda parte dell’album dove torna prepotentemente l’influenza di King Diamond in Satan’s Slave, brano horror metal che lascia al suo passaggio odore di incenso e di Death SS.
Hell For All è un album affascinante che non può mancare tra gli ascolti di chi ama le band citate e l’heavy metal più oscuro, mistico e dalle tinte horror.

Tracklist
1.Advent
2.Antichrist
3.Warriors of Hell
4.Holy or Unholy
5.Mother
6.Hell for All
7.Son
8.The Worshipers of Evil
9.Satan’s Slave
10.God Is Nothing

Line-up
L.V. – Vocals/Guitars, music, lyrics, production, arrangements

Sk – additional guitars, Bass, Programming

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