Suffering Souls – In Synergy Obscene

Il symphonic black metal dei Suffering Soul si riempie di epica atmosfera e di passaggi heavy, in una riuscita alchimia di suoni e sfumature che riescono bene nel compito di rapire l’ascoltatore, travolto da orchestrazioni e cavalcate metalliche, scream e toni evocativi.

Una lunga intro orchestrale ci introduce nel mondo oscuro e satanico di Lord Esgaroth e del suo solo project chiamato Suffering Souls, arrivato al quarto capitolo di una carriera iniziata nel lontano 1996 dopo un paio d’anni passati con il monicker Dismal.

Il symphonic black metal dei Suffering Souls si riempie di epica atmosfera e di passaggi heavy, in una riuscita alchimia di suoni e sfumature che riescono bene nel compito di rapire l’ascoltatore, travolto da orchestrazioni e cavalcate metalliche, scream e toni evocativi.
Dopo i primi tre album licenziati nel primo decennio del nuovo millennio ed una lunga pausa ecco quindi il ritorno con In Synergy Obscene, lavoro che si colloca perfettamente nel genere su cui regnano i Dimmu Borgir.
Meno derivativi di quanto ci si potrebbe aspettare, però, Lord Esgaroth e la sua creatura sconfiggono gli scettici con una raccolta di tracce che suscita reazioni positive in chi ama questo tipo di sonorità.
Siamo nel black metal più contaminato e melodico, quindi perfetto per chi non è proprio un integralista nell’approccio al genere, e il musicista tedesco sa come districarsi con tutti gli strumenti e ci regala almeno un tris di brani interessanti come la lunga Inheritence Of Irony con un lungo e suggestivo solo chitarristico di stampo heavy, As The Truth Unfolds, classica symphonic black metal song come l’epico incedere di The Cynic God.
In conclusione In Synergy Obscene risulta un ottimo lavoro, che non cede il passo anche dopo ripetuti ascolti e creato da un compositore che sa decisamente il fatto suo.

Tracklist
1.Idolised and Vilified
2.In Synergy Obscene
3.Inheritance of Irony
4.In Death Reborn
5.As the Truth Unfolds
6.The True Endless
7.The Cynic God
8.All You Little Devils
9.Unseen Phenomenon

Line-up
Lord Esgaroth – All instruments, Vocals

SUFFERING SOULS – Facebook

Any Given Day – Overpower

Le soluzioni sonore degli Any Given Day possono piacere a molti palati differenti, sia a chi apprezza il metalcore tout court, ma anche chi vuole anche maggiore durezza vicina alla melodia.

I tedeschi Any Given Day sono una delle incarnazioni più moderne e di successo del metalcore europeo che guarda con attenzione agli Usa.

Nati nel 2012, si sono fatti notare con il loro disco di debutto del 2014 My Longest Way Home che raggiunse la ventottesima posizione delle classifiche tedesche. Il loro suono unisce in maniera molto precisa melodia e cattiveria, con chitarre in stile metalcore, la voce si alterna in parti più vicine al growl e momenti melodici in momenti più dilatati. Il risultato è un qualcosa di molto moderno, ben composto ed eseguito senza errori, con tutti i crismi di una produzione davvero buona. Certamente il discorso commerciale è molto importante in questo frangente ma non è l’unico che abbia importanza per gli Any Given Day. Questi ultimi sanno molto bene cosa proporre al loro pubblico e Overpower è il secondo disco ma è già quello della maturità, lo si sente in maniera distinta e decisa. Fra i gruppi più moderni della scena metalcore i ragazzi di Geselnkirchen si stanno ritagliando uno spazio molto importante, sottolineando come la Germania stia conquistando uno spazio consistente in questo sottogenere del metal. Overpower è un disco che racchiude molte cose in sé, e non è consigliato per forza ad un pubblico giovanile come spesso accade per lavori di questo tipo. Le soluzioni sonore degli Any Given Day possono piacere a molti palati differenti, sia a chi apprezza il metalcore tout court, ma anche chi vuole anche maggiore durezza vicina alla melodia. I riferimenti a tante leggende metal ci sono,e i nostri non sono interpreti dediti esclusivamente al loro genere, perché non disdegnano sortite in situazioni differenti. In sostanza un album di notevole metalcore moderno.

Tracklist
01. Start Over
02. Loveless
03. Savior
04. Taking Over Me
05. Lonewolf
06. Devil Inside
07. Sure To Fail
08. In Deafening Silence
09. Whatever It Takes
10. Fear
11. Never Surrender

Line-up
Dennis Diehl – vocals –
Andy Posdziech – guitars –
Dennis Ter Schmitten – guitars –
Michael Golinski – bass –
Raphael Altmann – drums –

ANY GIVEN DAY – Facebook

Throne Of Flesh – Dogma

La buona qualità sonora e l’approccio old school sorprenderà i vecchi fans del metal noventiano, facendo salire l’attesa per la prossima mossa dei Throne Of Flesh.

Quando si parla di death metal classico nel nostro paese le sorprese sono sempre dietro l’angolo, con lavori magari sottovalutati rispetto a quelli in arrivo dagli altri paesi, ma meritevoli dell’attenzione di chi fagocita metal estremo abitualmente.

I Throne Of Flesh sono una nuovissima band che si affaccia sul mercato tricolore con Dogma, demo di quattro brani all’insegna di un death old school che non lascia spazio a dubbi sulle intenzioni del trio composto da Flavio Tempesta alla chitarra (Disease, Zora, Sudden Death, Clg, Pandemic Procession), Joseph alla voce (Bestial Vomit, Clg) e Tat0 al basso (Glacial Fear, Zora, Antipathic, A Buried Existence, Unscriptural).
L’esperienza non manca di certo a questi musicisti e confluisce tutta in questo poker di brani che fin dall’opener 24 Obnoxius Reeks Of Holiness ci investono con una carica aggressiva senza compromessi, fatta di blast beat, rallentamenti e ripartenze tipiche del death metal novantiano sagacemente suddiviso tra la tradizione statunitense e quella scandinava.
La buona qualità sonora e l’approccio old school sorprenderà i vecchi fans del metal estremo di quegli anni, facendo salire l’attesa per la prossima mossa dei Throne Of Flesh.

Tracklist
1.24 Obnoxius Reeks Of Holiness
2.Throne Of Mendacious Heritage
3.Inverted
4.Tracheotomized By Ants

Line-up
Flavio Tempesta – Guitars
Joseph Di porto – Vocals
Giuseppe Tato Tatangelo – Bass

THRONE OF FLESH – Facebook

Gandalf’s Owl – Who’s The Dreamer?

Con questa prova il musicista siciliano dà riprova del suo eclettismo, dote assolutamente dai connotati positivi ma che in futuro andrebbe maggiormente incanalata per evitare di disperdere in qualche rivolo di troppo un sound decisamente pregevole.

Dopo l’esordio di qualche anno fa ritroviamo Gandolfo Ferro, vocalist degli Heimdall, alle prese con il suo progetto solista Gandalf’s Owl.

Rispetto a quell’ep, dal quale vengono riprese comunque due tracce (Winterfell e White Arbour (…The North Remembers), c’è di sicuro un elemento nuovo che è l’utilizzo della voce in alcuni brani, cosa in effetti desueta per opere di matrice ambient. Ferro ovviamente non utilizza per lo più i toni stentorei esibiti in ambito power (fa parzialmente eccezione solo A Dwarf In The Lodge Pt2) ma offre uno stile più soffuso ed adeguato al contesto.
Il lavoro oscilla tra tracce ambient tout court ai confini del rumorismo (Garmonbozia) o altre che evocano scenari naturalistici, tra voli di gabbiani e sciabordio delle onde (White Arbour), ed episodi in cui si evince un’anima più spiccatamente prog, grazie soprattutto ad un elegante e gilmouriano lavoro chitarristico senza che vengano tralasciate incursioni elettroniche.
Discorso a parte merita la cover del capolavoro de Le Orme, Il Vento, La Notte, Il Cielo, molto ben eseguita e a mio avviso opportunamente arrangiata in modo da non apparire pedissequamente uguale all’originale, a rimarcare l’impronta progressive fornita al disco in più frangenti.
Spingendosi su una distanza più probante, Ferro lascia fluire in manie ancor più libera la propria naturale ispirazione e questo lo porta talvolta a sconfinare, nel senso che arrivati al termine di un album comunque decisamente ben riuscito, non si capisce però se sia ascoltato un lavoro di matrice ambient dalla spiccata indole progressive, o viceversa; ammesso che tutto ciò sia un difetto, resta il fatto che l’unico problema di Who’s The Dreamer? È la sua difficile catalogazione anche se, considerando il comune bacino di utenza a cui il lavoro è rivolto, tutto sommato i suoi contenuti dovrebbero mettere d’accordo più persone.
Con questa prova il musicista siciliano dà riprova del suo eclettismo, dote assolutamente dai connotati positivi ma che in futuro, a mio avviso, andrebbe maggiormente incanalata per evitare di disperdere in qualche rivolo di troppo un sound decisamente pregevole.

Tracklist:
1. Winterfell
2. A Dwarf In The Lodge Pt1
3. A Dwarf In The Lodge Pt2
4. Garmonbozia
5. Between Two Worlds
6. White Arbour (…The North Remembers)
7. Sunset By The Moon
8. Coming Home
9. Il Vento, La Notte, Il Cielo (cover LE ORME)

Line Up:
Gandolfo Ferro: all instruments
Guests:
Gaetano Fontanazza:
Guitar Ambient, Keys & Tibetan Bells on tracks 1-2-3-7
Tony Colina: Keys & Organs on tracks 5-7-9

GANDALF’S OWL – Facebook

 

ATARAXIE

Il music video di “People Swarming, Evil Ruling”, dall’album “Résignés” in uscita a marzo (DEADLIGHT / WEIRD TRUTH / XENOKORP).

Il music video di “People Swarming, Evil Ruling”, dall’album “Résignés” in uscita a marzo (DEADLIGHT / WEIRD TRUTH / XENOKORP).

Extreme Doom leviathans ATARAXIE have just unleashed the music video for their new album’s opening track, “People Swarming, Evil Ruling”.

The new album, “Résignés”, is due out March 08 through a triumvirate of extremist labels, DEADLIGHT (CD, Europe), WEIRD TRUTH (CD, rest of the world) and XENOKORP (Vinyl, Cassette & Digital). XENOKORP preorders are available on our webstore here.