Desecravity – Anathema

Un lavoro notevole ed una band tecnicamente sopra le righe che non mancheranno di portare ad una sorprendente esaltazione gli amanti del genere.

La tecnica al servizio di un metal estremo di matrice death devastante: dal Sol Levante, terra di grandi musicisti attivi nella scena metal classica e power, arrivano i Desecravity, band nata a Tokio nel 2007 ed arrivata al terzo lavoro sulla lunga distanza.

Si tratta di un gruppo molto rispettato nella scena estrema mondiale, con live in compagnia di gruppi leggendari come Exodus, Dying Fetus e Aborted ed il primo lavoro lasciato per il mixaggio e la masterizzazione nelle mani di Erik Rutan.
Tre album all’attivo per i Desecravity, con il debutto Implicit Obedience licenziato nel 2010, il successore Orphic Signs uscito un paio di anni dopo e questo nuovo Anathema, mandato a distruggere padiglioni auricolari in questo inizio 2019.
Technical death metal di qualità con la forza di mille tempeste si abbatte senza soluzione di continuità, possente, dalla velocità inumana e con un songwriting che comunque mantiene una sua linea, ben saldo nel marasma di note estreme che il gruppo giapponese scaraventa senza pietà sull’ascoltatore.
Ma non aspettatevi trame progressive o cali di tensione, in Anathema si viaggia al limite del consentito senza mai frenare, una corsa all’impazzata su scale musicali e spartiti che trova in brani pazzeschi come Ominous Harbinger e Devoured The Psyche la sua massima espressione.
Un lavoro notevole ed una band tecnicamente sopra le righe che non mancheranno di portare ad una sorprendente esaltazione gli amanti del genere.

Tracklist
1.Aeon and Ashes
2.Impure Confrontation
3.Ominous Harbinger
4.Deprivation of Liberty
5.Bloodthirsty Brutes
6.Secret Disloyalty
7.Devoured the Psyche
8.Beheaded White Queen

Line-up
Yujiro Suzuki – Vocals, Guitars
Yuichi Kudo – Drums
Daisuke Ichiboshi – Bass
Yuya Takeda – Guitars

DESECRAVITY – Facebook

Quercus – Verferum

Questo quarto full length dei Quercus conferma quanto di buono già offerto in passato dal gruppo ceco, rafforzandone lo status di band di valore collocabile alle spalle dei mostri sacri del funeral.

Quello con i cechi Quercus è un appuntamento che si ripete ormai da qualche anno, almeno fin dal 2014 quando ci trovammo a parlare del loro secondo full length Sfumato.

Quell’album metteva in mostra una vis sperimentale apprezzabile ma non sempre perfettamente a fuoco (indipendentemente dal titolo), mentre nel successivo Heart with Bread la band, divenuta un trio con il decisivo ingresso del tastierista Marek Pišl, spostava la barra verso un sound molto più evocativo nonché piuttosto debitore di tutte le realtà funeral dal sound improntato sui suoni di organo (quindi Skepticism, in primis).
Come già affermato all’epoca, l’utilizzo dello strumento da parte dei Quercus assume sembianze sostanzialmente liturgiche, acquisendo un tocco classico che lo differenzia in parte dal più algido tocco dei maestri finnici.
Grazie a tale fondamentale contributo, Ondřej Klášterka e Lukáš Kudrna possono sviluppare il songwriting in maniera più lineare, cercando di portare il tutto ad un livello di solennità che tocca picchi notevoli sia in Ceremony of the Night sia in Passacaglia D minor, White and Black Darkness, nella quale viene omaggiato J.S. Bach.
Le due tracce centrali, Journey of the Eyes e The Pu-erh Exhumed, appaiono leggermente più inquiete e ricche di divagazioni: nella prima anche lo stesso uso dell’organo si rivela a suo modo molto più dinamico e nell’arco di questi tredici minuti non mancano cambi di ritmo e vocalizzi disturbati che convivono con repentine aperture melodiche, mentre nella seconda le clean vocals dell’ospite Don Zaros (tastierista degli Evoken) donano al tutto un’aura pinkfloidiana all’interno di un episodio decisamente più rarefatto e, forse anche per questo meno, incisivo rispetto agli altri.
Questo quarto full length dei Quercus conferma quanto di buono già offerto in passato dal gruppo ceco, rafforzandone lo status di band di valore collocabile alle spalle dei mostri sacri del funeral: probabilmente, per scalare l’ultimo gradino, bisognerebbe che i nostri fossero in grado di esprimersi senza pause per un intero lavoro con l’intensità ed il livello di tensione di un brano come Ceremony of the Night, sorta di stato dell’arte di come va interpretato il genere quando lo strumento guida non è la chitarra bensì il sempre affascinante organo.

Tracklist:
1. Ceremony of the Night
2. Journey of the Eyes
3. The Pu-erh Exhumed
4. Passacaglia D minor, White and Black Darkness

Line-up:
Marek “Markko” Pišl – Keyboards, Pipe organ, Lyrics (tracks 1, 4)
Ondřej Klášterka – Vocals, Guitars, Drums
Lukáš Kudrna – Vocals, Bass, Additional instruments, Lyrics (tracks 2, 3)

EVA CAN’T

Il lyric video di “Vermiglia”, dall’ep “Febbraio” di imminente uscita (My Kingdom Music).

Il lyric video di “Vermiglia”, dall’ep “Febbraio” di imminente uscita (My Kingdom Music).

EVA CAN’T is proud to reveal their beautifully emotive lyric video for the song “Vermiglia”, filmed and edited by Lucia Palomba and dedicated to their home city, Bologna.

The band is going to hit the scene again on February 15th via My Kingdom Music, with a new EP of Progressive and Dramatic Metal, destined to conclude their first decade as a band. It will be titled “Febbraio” and it is limited to 66 copies in a box with a download code included, as well as of course in digital format.

Pre-order available on http://smarturl.it/EVAFEB-CD

The cover is realised by Lucia Palomba while the tracklist is as follows: 1. Februus – 2. Vermiglia – 3. Candele – 4. Febbraio – 5. Finale

Welcome to a new milestone along EVA CAN’T artistic path.