NORDJEVEL – NECROGENESIS

Secondo appuntamento per i Nordjevel, appartenenti alla nuova ondata di Black Metal norvegese. Gli amanti di Immortal, Dodsengel e Gorgoroth non rimarranno delusi. Una giovane perla, per la collezione di tutti i fan del genere.

I Nordjevel sono una band relativamente giovane. Si sono formati in quel di Østfold , in Norvegia (città che ha dato neri natali anche a Enepsigos , Krigsrop e Jahve) solo nel 2015, grazie all’idea di Doedsadmiral, voce anche di Doedsvangr (una delle centinaia di band capitanante dal terrificante Shatraug), Svartelder e dei concittadini Enepsigos, il cui batterista è nientepopodimeno che l’onnipresente Gionata Potenti, alias Thorns.

Con all’attivo due full-length (l’omonimo del 2016 e appunto questo Necrogenesis) e un mini (Krigsmakt), tutti usciti per Osmose, i nostri regalano a tutti gli appassionati ed accaniti fan, uno dei più classici Black Metal scandinavi. Tracce che paiono uscite direttamente da Damned in Black o da Sons of Northern Darkness, infervorano i cuori dei più devoti discepoli dei divini Immortal. Capacità strumentali sublimi, una meravigliosa attitudine ad amalgamare up e mid tempo, condendoli con cupe melodie, rendono Necrogenesis un album godibilissimo, che ci accompagna per quasi 50 minuti, attraverso le più oscure tenebre e neri paesaggi norvegesi, ove la natura ostile racchiude un viscerale odio per l’essere umano come individuo, e ne violenta l’anima sino al profondo. Disprezzo, ostilità, rancore e animosità verso tutto ciò che è umana esistenza e cristianità, spurgano dalle 9 tracce che compongono l’album, attraverso un Black Metal con pochi fronzoli, e privo di compromessi, come nei brani Sunset Glow, Devilry e Amen Whores. Come detto, ascoltare i Nordjevel pare essere di fronte ad un album della band proveniente dalla fredda regione dell’Hordaland, quella antecedente all’addio dello storico vocalist Abbath per intenderci, che qui viene sapientemente emulato (forse un po’ troppo) in tutto e per tutto da Mr.Doedsadmiral (all’anagrafe Anders O. Hansen). Può pertanto apparire inutile acquistare un album che nulla aggiunge alla scena odierna, proprio perché poco innovativo e quasi privo di elementi inconsueti o di inaspettate imprevedibilità ma, per chi ama il Black, quello vero, puro ed essenziale, non sempre ricerca la novità, adagiandosi (come il sottoscritto) nell’area confort di ciò che non riserba mai sorprese o non richieste improvvisate. Spesso, il fan “standard”, cerca nell’ascolto di un album proprio quello che si aspettava al momento dell’acquisto, senza timore di procedere a scatola chiusa, sorridendo e compiacendosi all’idea di non aver speso male i propri soldi, fermamente dichiarando a se stessi, la piacevole ineluttabile conferma di non aver sbagliato. E così accade che, mentre si ascoltano meravigliosi brani come Nazarene Necrophilia o Apokalupsis Eschation, comincia a formarsi sulle labbra dell’ascoltatore, un candido sorriso (forse più un perfido ghigno, è più appropriato), che apre a 360° la consapevolezza del proprio amore verso un genere musicale che sì, spesso è vittima di più o meno riuscite clonazioni, ma che poco importa in definitiva, ai propri affamati padiglioni auricolari, ansiosi di essere violentati dalla furia cieca dei riffs di gente come Destructhor (già frontman dei brutal black deathsters Myrkskog, guarda caso), dalla foga bestiale del lavoro sulle pelli di Nils Fjellström (per gli “amici” Dominator), o annichiliti dai mefitici maligni screams di Doedsadmiral e dai cupi giri di basso di DezeptiCunt (sul passaporto, Svein-Ivar Sarassen).
Immergiamoci pertanto fiduciosi in Necrogenesis, non rimarremo delusi. Vogliamo un condensato di blast beat, up e mid tempo? Vogliamo furia cieca ben condita da un pizzico di melodia e di atmosfera? Vogliamo arroventati screams, colorati di bianco e nero, come nei più classici dei corpsepainting? Allora siamo difronte all’album giusto e alla band perfetta.
Apriamo or dunque la scatola, conoscendone già il contenuto, amiamolo sino in fondo, e gongoliamo per la nostra accorta scelta.

Tracklist
1. Sunset Glow
2. Devilry
3. The Idea of One-Ness
4. Black Lights from the Void
5. Amen Whores
6. The Fevered Lands
7. Nazarene Necrophilia
8. Apokalupsis Eschation
9. Panzerengel

Line-up
DezeptiCunt – Bass
Doedsadmiral – Vocals
Dominator – Drums
Destructhor – Guitars

NORDJEVEL – Facebook

Ankubu – [ W S 0 1 1 7 _ A ]

Elettronica dissociata di un altro livello, per un qualcosa che sottolinea quanto il computer sia l’immagine dell’umano, ma questo non ci salverà.

Ankubu è la storpiatura della parola giapponese Akumu, che significa incubo, ed è lo pseudonimo del produttore e sperimentatore elettronico friulano Marco Zanella, membro fondatore dello splendido collettivo musicale Ghost City Collective (trovate le loro splendide produzioni qui, https://ghostcity.bandcamp.com/music, vivamente consigliate perché sono fra le cose migliori dell’underground elettronico italiano).

Questo ultimo lavoro di Ankubu è stato composto e prodotto nel 2018, e ogni canzone è una scansione precisa e puntuale di un’emozione. Un sentimento, un movimento della nostra psiche che viene tagliato autopticamente dalle macchine per poi farlo tornare alla tenebra attraverso un’elettronica sperimentale. Dire che questo disco si possa ascoltare è un termine assai riduttivo, perché queste frequenze musicali nascono e tornano nel nostro subconscio, seguendo un ciclo che è poi quello del nostro pensiero. I nostri cervelli sono come attori mnemonici che vivono in dischi ripartiti: qui si va oltre la fusione cyberpunk fra macchina e uomo, è un’analisi musicale dell’attività cerebrale umana che crea il computer come imitazione inconscia del proprio agire. A volte dimentichiamo che noi stessi creiamo le macchine a nostra immagine e somiglianza, e che le nostre emozioni sono figlie di analisi che poi sfociano in reazioni chimiche. [ W S 0 1 1 7 _ A ] è lo scandagliare il nostro infinito, attraverso un’elettronica fatta di narrazioni e quasi in assenza di ritmo, di scansioni e sequenze, per un’avanguardia musicale che è inedita in Italia. Anche nelle sue opere precedenti Ankubu si era spinto molto in avanti con la ricerca, ma questo lavoro, che è in offerta libera sul bandcamp della label bolognese Nether, è un capolavoro per quanto riguarda la capacità di creare una techno disossata e molto più libera senza il ritmo e il basso scalciante, perché da qui si vede il futuro che è dentro di noi. Non è nemmeno un’esperienza sonora, perché è talmente a livello di subconscio da essere quasi indescrivibile. Elettronica dissociata di un altro livello, per un qualcosa che sottolinea quanto il computer sia l’immagine dell’umano, ma questo non ci salverà.

Tracklist
1. Mnemonic State
2. Scan / Map
3. Auto Operate
4. Womb Combustion
5. Intruder
6. Desideratum
7. Bend

ANKUBU – Facebook

Heathen Beast – 2 Singles (Fuck All Religions Equally / Bloody Sabarimala)

Chi si schiera contro il potere, tanto più quando, come in questo caso, vive di un intreccio politico-religioso, otterrà sempre la nostra simpatia ed il relativo sostegno; se poi ciò avviene tramite una proposta musicale di grande efficacia tanto meglio.

Ritorna il terrorismo sonoro degli Heathen Beast, voce di forte dissenso nei confronti della lobby induista che da anni governa la nazione indiana trascurando gli interessi del popolo a favore di quelli della potente oligarchia religiosa.

L’azione di disturbo verso questo pachiderma dai piedi di argilla non può che essere rapida, veloce ed imprevedibile ed è così che da anni fanno gli Heathen Beast, colpendo repentinamente per poi sparire altrettanto velocemente in attesa di tornare nuovamente e in azione.
Anche il sound offerto risente di tale modus operandi, per cui all’interno di questo breve ep troviamo due brani molto diversi tra loro: il primo è un travolgente esempio di groove metal dagli iniziali richiami etnici mentre il secondo è un più furioso grind metal.
Come sempre in questi casi il contenuto musicale tende a passare in secondo piano rispetto alla veemente opera di denuncia della band, ma sarebbe ingiusto sottovalutare anche tale aspetto in virtù proprio della sua corrosiva ed efficace sintesi.
Chi si schiera contro il potere, tanto più quando, come in questo caso, vive di un intreccio politico-religioso, otterrà sempre la nostra simpatia ed il relativo sostegno; se poi ciò avviene tramite una proposta musicale di grande efficacia tanto meglio.

Tracklist:
1.Fuck All Religions Equally
2.Bloody Sabarimala

Lineup:
Carvaka – Vocals/Guitars
Samkhya – Bass
Mimamsa – Drums

HEATHEN BEAST – Facebook

An Electric Evening of Antimatter – Black Market Tour 2019, ROMA, Wishlist Club, 27 Marzo 2019

Antimatter tornano a Roma il prossimo 27 Marzo, ospiti ancora una volta della Dark Veil Productions, per l’esclusiva data italiana del tour europeo di promozione del loro settimo studio album, quel “Black Market Enlightenment” pubblicato lo scorso Novembre e subito affermatosi con l’unanimità entusiasta di pubblico e critica come una delle migliori uscite del 2018. L’ennesimo grande disco, introspettivo ed oscuro come l’intera discografia della band ma anche potentemente autobiografico, che Mick Moss e i suoi eseguiranno live nel loro “Electric Evening” con l’intensità espressiva che li contraddistingue sul palco, lasciando il dovuto spazio agli highlight dell’ormai lunga e prospera carriera.

EVENTO FB

https://www.facebook.com/events/870837519933257/

BANCO DEL MUTUO SOCCORSO

Il lyriv video di “I ruderi del gulag”, dall’album “Transiberiana” in uscita ad aprile (Inside Out Music)

Il BANCO DEL MUTUO SOCCORSO, la leggendaria progressive rock band italiana, ha recentemente annunciato la firma con Inside Out Music / Sony Music group.

Il nuovo album “Transiberiana” sarà pubblicato il 26 aprile 2019 e sarà il primo album di inediti in 25 anni.

Oggi la band presenta il tanto atteso primo singolo, “I ruderi del gulag”, un brano sofisticato e concettuale composto da Vittorio Nocenzi e il figlio Michelangelo Nocenzi. I testi sono stati curati dallo stesso Vittorio con l’ausilio di Paolo Logli, scrittore e sceneggiatore molto vicino al Banco sin dagli anni 70.

“I ruderi del gulag” racconta di un incontro tra persone che stanno facendo un viaggio verso la meraviglia e lo stupore, con l’animo aperto ad accogliere le diversità, e trovano invece un luogo dove la diversità è stata repressa e perseguitata come pericolosa e contraria

Ricordiamo inoltre la tracklist di “Transiberiana”:

1. Stelle sulla terra (6:06)
2. L’imprevisto (3:29)
3. La discesa dal treno (6:16)
4. L’assalto dei lupi (5:35)
5. Campi di Fragole (3:36)
6. Lo sciamano (4:01)
7. Eterna Transiberiana (6:20)
8. I ruderi del gulag (6:06)
9. Lasciando alle spalle (1:47)
10. Il grande bianco (6:33)
11. Oceano: Strade di sale (3:39)

Disponibile il commento di Vittorio Nocenzi, leader del Banco, in merito al sign con Inside Out Music: “Sono entusiasta di poter collaborare con Inside Out dopo aver lavorato così duramente sul nuovo album. Mi riempie di gioia e soddisfazione dato che sono stato davvero ispirato sin dall’inizio! Per troppi anni, la band si è dedicata solo alle esibizioni dal vivo, era ora che tornassimo a comporre, suonare e produrre nuovo materiale! Scegliendo il concetto di “Transiberiana” per questo nuovo lavoro, vorrei sottolineare due aspetti principali: in primo luogo la nuova formazione del Banco composta da grandi musicisti e grandi persone; in secondo luogo, la presenza dei miei due figli nel progetto, Michelangelo ha collaborato alla stesura dell’album e Mario Valerio si è occupato della strategia di marketing e comunicazione ad esso correlata. Questi due elementi sono stati i migliori doni che potessi mai avere! E questa è una motivazione in più, se mai è necessario, per fare del mio meglio e per raggiungere gli obiettivi del Banco. Posso solo augurare ai fan di godere di questo incredibile progetto, e non vedo l’ora di vederli dal vivo quando andremo a suonare l’album assieme ai brani classici del Banco in tutto il mondo, con Filippo Marcheggiani (chitarra solista), Nicola Di Già (chitarra ritmica), Fabio Moresco (batteria), Marco Capozi (basso), il nostro cantante Tony D’Alessio e io!”

L’ultimo album del Banco del Mutuo Soccorso “13” risale al 1994. Dopo tutti questi anni e dopo la perdita di due membri fondatori il Banco è tornato per confermare la propria importanza nel panorama progressive internazionale.

Il Banco del Mutuo Soccorso è nato a Roma nel 1969 e grazie all’influenza di band inglesi del calibro di Gentle Giant, Genesis, Jethro Tull ed Emerson, Lake & Palmer è stato in grado di forgiare il suo caratteristico sound, complesso e dinamico allo stesso tempo. “Transiberiana” non è solo il nuovo album del Banco del Mutuo Soccorso ma il riflesso di tutta la carriera e di ciò che è la band al giorno d’oggi.

BANCO DEL MUTUO SOCCORSO is:
Vittorio Nocenzi (piano, tastiera e voce)
Filippo Marcheggiani (chitarra)
Nicola Di Già (chitarra ritmica)
Marco Capozi (basso)
Fabio Moresco (batteria)
Tony D’Alessio (voce)

Witching Hour – …and Silent Grief Shadows the Passing Moon

Un buon lavoro, consigliato agli ascoltatori dai gusti più tradizionali.

Arrivano al terzo lavoro sulla lunga distanza i tedeschi Witching Hour, ottima realtà di chiara ispirazione old school e legata indissolubilmente con la New Wave Of British Heavy Metal, leggendario genere a cui il gruppo deve tanto in termine di sound.

…and Silent Grief Shadows the Passing Moon, licenziato dalla Hells Headbangers Records ed accompagnato dalla suggestiva ed epica copertina creata dall’artista italiano Paolo Girardi, è infatti un lavoro vecchia scuola che amalgama l’irruenza e l’approccio diretto del thrash e del black metal a cavalcate strumentali di ispirazione heavy metal, in un contesto assolutamente ottantiano, dark ed epico.
La voce chiaramente ispirata al thrash metal d’annata di scuola teutonica rende il tutto marchiato da un alone estremo, anche se le armonie chitarristiche, i solos e l’atmosfera generale è classicamente heavy.
L’opener …and Silent Grief Shadows the Passing Moon / Once Lost Souls Return, con i suoi dieci minuti, risulta il sunto di quello che si trova tra lo spartito dei sei lunghi brani presenti, con il terzetto di Saarland che si presenta con una lunga parte strumentale dai rimandi metallici classici, prima che le ritmiche si trasformino in sferzate thrash ed entri violenta la voce.
Sorrow Blinds The Ghastly Eyes e The Fading Chime of a Graveyard Bell sono le due tracce che più avallano il sentore di essere al cospetto di un’ alchimia riuscita tra Iron Maiden, Destruction e Venom, quindi immersi nel bel mezzo degli anni ottanta .
…and Silent Grief Shadows the Passing Moon si rivela un buon lavoro , consigliato agli ascoltatori dai gusti più tradizionali.

Tracklist
01. …And Silent Grief Shadows the Passing Moon/Once Lost Souls Return
02. From Beyond They Came
03. Sorrow Blinds His Ghastly Eyes
04. Behold Those Distant Skies
05. The Fading Chime Of A Graveyard Bell
06. As I Walk Among Sepulchral Ruins

Line-up
Jan – Vocals/Guitar
Marco – Bass
Sascha – Drums

WITCHING HOUR – Facebook

La Janara – Tenebra

Tenebra è un’opera da ascoltare e riascoltare, chiudendo gli occhi e ritrovandosi come per magia nei luoghi raccontati da La Janara, in tempi oscuri ed avvolti nella leggenda.

Il 2017 aveva visto tornare sulle montagne irpine La Janara, la strega protagonista delle leggende di quei misteriosi luoghi del nostro meridione.

L’ep omonimo, uscito per la genovese Black Widow, mostrava una band matura che raccoglieva l’eredità dei grandi nomi della scena dark progressiva ed occulta (Paul Chain, The Black, Death SS e Malombra) della quale la nostra penisola è tradizionalmente una fucina, con il cantato in italiano esaltato in quel caso dall’interpretazione di altissimo livello di Raffaella Càngero.
Dopo un paio d’anni il ritorno della strega irpina si intitola Tenebra, dieci brani che confermano il valore artistico di questa band che torna a far risplendere un genere troppo spesso dimenticato quando si parla di metal/rock nazionale, che invece continua a ispirare ed influenzare artisti in ogni parte del mondo.
Dopo il capolavoro licenziato da Il Segno Del Comando, la label genovese torna in poco tempo agli onori della cronaca musicale con questo emozionante lavoro, che vede ospiti importanti come Riccardo Studer degli Stormlord , Alessandro Liccardo degli Hangarvain, Giulian degli Scuorn e Alessio Cattaneo degli Onryo.
Progressive, doom, heavy metal, atmosfere che ricordano miti e leggende occulte, sfumature sabbathiane e litanie dark rock si intrecciano come serpi che amoreggiano tra i rovi, in luoghi che nascondono segreti tramandati da secoli, mentre l’oscura presenza della Janara si manifesta nell’oscurità, illuminata da una pallida luce lunare.
La musica contenuta in Tenebra accompagna i bellissimi testi che la Càngero interpreta con un trasporto ed una personalità debordante, dando voce alla sofferenza delle donne oppresse da una cultura tirannica ed umiliante in un’Irpinia ancestrale.
Si percepisce nel lavoro una tensione palpabile, tra atmosfere oscure e pressanti, angoscia e terrore, una ribellione blasfema che si tocca con mano nel metal della diretta Mater Tenebrarum, nel racconto folk di Violante Aveva Un Osso Di Capra, nell’incedere doom della title track e di Il Canto Dei Morti e nelle atmosfere estreme di Or Poserai Per Sempre.
Il progressive folk metal della splendida Ver Sacrum conclude un’opera da ascoltare e riascoltare, chiudendo gli occhi e ritrovandosi come per magia nei luoghi raccontati da La Janara, in tempi oscuri ed avvolti nella leggenda.

Tracklist
1.Malevento
2.Mater Tenebrarum
3.Violante Aveva Un Osso Di Capra
4.Tenebra
5.Mephis
6.Cera
7.Il canto Dei Morti
8.Volano I Corvi
9.Or Poserai Per Sempre
10.Ver Sacrum

Line-up
Nicola Vitale (Il Boia) – Guitars
Raffaella Càngero (La Janara) – Vocals, Guitars
Rocco Cantelmo (L’inquisitore) – Basso
Antonio Laurano (Il Mercenario) – Drums

LA JANARA

https://youtu.be/rMImWpqAzyo