MARCO GERMANI

Il video di “Storing the Past”, dall’album “Regression”, in uscita nell’autunno 2019 (After Life Music Dimension).

Il video di “Storing the Past”, dall’album “Regression”, in uscita nell’autunno 2019 (After Life Music Dimension).

https://www.youtube.com/watch?v=bzWx3BOo4o0#action=share

“Storing the Past” è il nuovo singolo e videoclip di Marco Germani che anticipa l’album “Regression”, in uscita verso autunno 2019 per After Life Music Dimension. Il disco spazierà tra generi come l’elettronica, l’industrial, il metal e avrà punti in comune con artisti come Nine Inch Nails. Ulteriori dettagli saranno svelati a breve.

WEBLINKS:

https://www.facebook.com/marcogermani/

http://www.after-life.it/

http://www.marcogermani.com/

La regia e il montaggio sono di Elisa Collimedaglia. Nel video compaiono i membri della band dello stesso Germani, ossia i Limbo Neutrale. Costoro sono sovrapposti a discorsi di famosi personaggi americani (Charles Manson, Steve Jobs, Martin Luther King , John F. Kenndy, Michelle Obama, Donald Trump).

Il protagonista del videoclip è un uomo del futuro (o un alieno?) che lavora archiviando e testando macchine vintage come il Commodore 64, un registratore a bobine TEAC, un cellulare Motorola, floppy disk e minidisk. Egli poi si spaventa ripetutamente per quello vede nei monitor a tubo catodico.

Di ispirazione electro-industrial non mancano alcune parti di chitarra martellanti tipiche del metal. Il brano è interamente realizzato dall’artista in tutte le sue parti e prodotto dalla sua etichetta discografica indipendente After Life Music Dimension di Vigevano, Pavia.

Poste 942 – Long Replay

Long Play diventa Long Replay in questa nuova uscita targata 2019 che vede il gruppo tornare a far esplodere gli altoparlanti con quasi cinquanta minuti di ottima musica.

La label Bear Beer Boar Prod. ristampa in una nuova versione con titolo e artwork rinnovati il primo album dei rockers transalpini Poste 942, un dinamitardo combo che suona hard rock potente ed ispirato tanto dagli anni settanta, quanto dal southern e dal grunge.

Long Play diventa Long Replay in questa nuova uscita targata 2019 che vede il gruppo tornare a far esplodere gli altoparlanti con quasi cinquanta minuti di ottima musica.
Hard rock, stoner e groove a manetta, senza rinunciare ad atmosfere southern: le verdi colline francesi ai piedi delle Alpi si trasformano così nei caldi deserti americani o nelle paludi dell’estremo territorio della misteriosa Lousiana.
Lo stile dei Poste 942 è più semplice di quanto si possa immaginare ma molto interessante, così come il modo in cui il gruppo riesce, senza essere dispersivo o approssimativo, ad inserire svariate influenze tra i brani di Long Play.
Partendo dal metal stonerizzato di Down e Pantera, passando per elettrizzanti tratti grunge rock che ricordano non poco i Nirvana, per giungere allo stoner della Sky Valley ed il southern rock, il tutto viene ben calibrato dal gruppo francese in questa raccolta di brani che hanno nel singolo Whiskey, nell’esuberante vena di 49.3, nella semiballad desertica Grace e nella rabbiosa Lonely Day i punti salienti di questo piacevole lavoro.
Un album da ascoltare a volume importante, magari quando la voglia di libertà si fa spazio tra le svogliate giornate tutte uguali: allora una camicia di flanella, un giubbotto di pelle ed il pieno di benzina nel serbatoio accompagneranno sicuramente l’ascolto di Long Replay.

Tracklist
1.49.3 (Reboot)
2.Color of Red
3.Devil’s Complaint
4. Whiskey
5.Punky Booster
6. Grace
7. Pigs in Paradise
8.Lonely Day
9.Psycho Love Part.I
10.Psycho Love Part.II
11. Breathe
12.Kill the Princess

Line-up
Sébastien Mathieu – Guitars
Sébastien Usel – Vocals
Ludovic Favro – Bass
Bruno Pradels – Guitars
Fred Charles – Drums
Stephen Giner – Cornemuse

POSTE 942 – Facebook

Sollar – Translucent

Translucent è un album progressivo che convince per il buon songwriting, anche se in qualche passaggio è fin troppo legato ai Dream Theater più ombrosi, cosa che non incide negativamente comunque sulla già buona strategia compositiva del gruppo.

Torniamo a parlare della scena metal portoghese con questa giovane band dal sound progressivo chiamata Sollar.

Il debutto per il quintetto si chiama Translucent, un buon esempio di progressive metal sulla scia dei maestri statunitensi, Dream Theater in primis, accompagnato da atmosfere dark e da sfumature in linea con le nuove leve che al, sound tradizionale, aggiungono input dal taglio moderno.
La singer Mariana Azevedo aggiunge qualità all’opera con una interpretazione sentita, che produce emozioni alla pari di passaggi pregni di forza metallica che i suoi colleghi non lesinano a sciorinare tra impatto e buona tecnica.
Translucent è un album progressivo che convince per il buon songwriting, anche se in qualche passaggio è fin troppo legato ai Dream Theater più ombrosi, cosa che non incide negativamente comunque sulla già buona strategia compositiva del gruppo.
Splendidi passaggi si alternano dunque ad altri leggermente più scontati ma che, nell’economia di brani come The Fighter, Naked e la title track, appaiono perfettamente bilanciati.
Verso il finale i Sollar lasciano che la loro anima classicamente progressiva si impadronisca di Outburst e The Right Man, brani che potrebbero fare da ponte musicale verso lidi ancora più personali, per un gruppo che non manca certo di buone potenzialità.

Tracklist
1. Birth
2. See
3. The Fighter
4. Naked
5. Royal Flush
6. The Image Of Man
7. Translucent
8. Primal
9. Outburst
10. The Right Man

Line-up
Mariana Azevedo – Vocals
Vitor Braga – Guitars
André Ribeiro – Guitars
Eduardo Sinatra – Drums
Diogo Vidinha – Bass

SOLLAR – Facebook

Mind Driller – Involution

Si balla al ritmo del cyber metal, ci si immerge nel silicio dei microchips che stanno dominando le nostre vite, e si va a cercare l’anima là dove è più difficile trovarla.

Da Alicante arrivano i Mind Driller, un gruppo composto da sei musicisti, che fondono il metal con l’elettronica e tanto altro.

Nati nel 2011, sono con questa ultima fatica al loro terzo disco, e hanno ricevuto buone critiche ed apprezzamento dal pubblico. La loro formula musicale è particolare, come la scelta di usare ben tre lingue differenti nei testi: l’inglese, il tedesco e il castigliano. Come numi tutelari siamo dalle parti dei Rammstein e di tutti quei gruppi che hanno scelto di unire l’elettronica più oscura al metal. I Mind Driller hanno un’innegabile carica metal, con esplosioni e repentine accelerazioni, melodie ed un’importante rimando di giochi fra voce maschile e voce femminile. In queste dodici canzoni ci sono molte cose, i temi trattati sono molteplici e ci sono varie evoluzioni fra generi musicali differenti. Il gusto del disco si avvicina molto a quelle uscite dei primi duemila che ricercavano punti di contatto fra elettronica e metal, usando alcuni stilemi dei due generi per produrre qualcosa di nuovo. Ai nostri giorni questo non è più una novità, ma i Mind Driller, fanno tutto ciò molto bene, usando gli elementi che li attraggono maggiormente per rendere un affresco coerente e coinvolgente. Unica pecca sono alcuni momenti di confusione, come se non si sapesse bene cosa scegliere fra metal ed elettronica, ma sono davvero pochi. Si balla al ritmo del cyber metal, ci si immerge nel silicio dei microchips che stanno dominando le nostre vite, e si va a cercare l’anima là dove è più difficile trovarla. Ci sono anche cose industrial e tracce di ebm, che contribuiscono a fare dei Mind Driller uno dei gruppi più interessanti di questa commistione fra metal ed elettronica. Il loro suono è fresco, non ristagna mai e si lancia sempre verso l’alto, a volte esagerando per ambizione, ma i numeri li hanno e possono farcela. In sostanza un disco piacevole e composto molto bene, con delle vette, e nel complesso una media alta.

Tracklist
Estefania Aledo – Voces
V – Voces
Daniel N.Q. – Voces
Javix (Guitarras y programaciones
Pharaoh – Bajo
Reimon – Batería

Line-up
Estefania Aledo – Vocals
V- Vocals
Daniel N.Q – Vocals
Javix – Guitars & Programming
Pharaoh – Bass
Ramón H Torregosa – Drums

MIND DRILLER – Facebook