Flashback Of Anger – Shades

I Flashback Of Anger sono la band dal sound più tedesco che mi sia capitato di ascoltare in questo ultimo periodo tra quelle battente bandiera tricolore, e hanno dato vita ad un’opera imperdibile per gli amanti dei suoni melodic power.

Terzo album per i Flashback Of Anger, band toscana attiva dal 2003 e sotto contratto per una label tedesca che di questi suoni se ne intende, la IceWarrior Records.

L’album, uscito a dicembre dello scorso anno, si intitola Shades ed arriva a confermare l’ottima forma della scena power/progressive tricolore e la bravura del quartetto, protagonista di un lavoro piacevole e ricco di melodie dall’appeal altissimo.
Guidato dal singer Alessio Gori, anche tastierista e quinto importante elemento dei Gamma Ray di Kay Hansen nell’Hellish Rock Tour 2007/08, il gruppo dà alle stampe un album che non conosce battute d’arresto, ispirato ovviamente dalle icone del genere, ma con una sua forte connotazione.
Non stiamo parlando di una band alle prime armi, i Flashback Of Anger hanno esperienza da vendere, sia musicale che di vita e si riflette su di un sound potente e melodico, perfetto nel bilanciare la possente carica del power metal a sfumature pregne di raffinati passaggi e refrain che ricordano l’hard rock melodico ed il prog metal, anche se in generale l’atmosfera dei brani rimane ben salda nel miglior power metal della scuola di Amburgo. Pur non allontanandosi dalle coordinate stilistiche di Edguy, Helloween e Gamma Ray, i Flashback Of Anger convincono per un talento melodico sopra la media e, partendo dall’opener Ripped Off e passando per Numbers e Band Of Brothers non c’è nota che non abbia un forte appeal su chi ascolta.
I Flashback Of Anger sono la band dal sound più tedesco che mi sia capitato di ascoltare in questo ultimo periodo tra quelle battente bandiera tricolore, e hanno dato vita ad un’opera imperdibile per gli amanti dei suoni melodic power.

Tracklist
1.Ripped Off
2.Numbers
3.Loaded Guns in Guitar Cases
4.Band of brothers
5.Holdout
6.Edge of dreams
7.Dawn of life
8.Lonely Road
9.Tropical Paradise
10.Marvels of the World

Line-up
Alessio Gori – Voice, Keyboards
Gianmarco Lotti – Guitars
Marco Moroni – Bass
Lorenzo Innocenti – Drums

FLASHBACK OF ANGER – Facebook

Crowhurst – III

Un’opera che grida, un urlo disperato eppure bellissimo, un disco che piacerà a tanti, perché copre un grande arco della musica pesante e non solo.

Jay Gambit aka Crowhurst è un musicista e produttore che ha coperto e copre un’ampia gamma di generi musicali, e potrebbe essere definito a ragione un esploratore sonoro.

Ogni volta visita mondi diversi e in questo caso con III si addentra in territori noise e grunge, creando come sempre qualcosa di bellissimo. III è disperato e struggente, il grido di un animale sempre connesso e però morente, colpevole di aver ucciso il proprio ambiente di vita e quindi sè stesso. La razza umana è una contraddizione in termini che prima o poi sarebbe dovuta esplodere e questo disco rappresenta benissimo il poi. La voce di Jay è disperata e ruvida, passa attraverso i padiglioni auricolari per arrivare al cuore ed esplodere, grazie anche ad una musica che si dimena con lui. Questa è forse l’opera in apparenza meno estrema musicalmente, ma è una cascata di odio e disagio, sublimata da uno spirito musicale davvero superiore. Le uscite discografiche totali di Crowhurst sono oltre settantacinque, contando anche le varie collaborazioni, ma ogni volta è un’epifania. In questa nuova pubblicazione però si è superato andando a creare un ponte temporale tra il grunge e qualcosa di estremamente moderno, di vicino al noise e ad altre cose pur senza appartenere a nessun genere in particolare, andando ad usare i codici musicali più adatti per creare qualcosa di potente e ben definito, di musicalmente unico. III è un disco in cui lo spazio si restringe sempre di più, dove le distorsioni sono solchi sull’asfalto e sulla nostra faccia, anno dopo anno, morte dopo morte. Il disco è inoltre strutturato come la narrazione di un film, infatti Crowhurst ha ammesso di essere stato influenzato da The Natural Born Killers, dal quale trae la disperazione e la violenza. Insieme al film di Oliver Stone, Jay Gambit si ispira anche alla serie tv The Twilight Zone, di cui si serve per andare oltre, infatti l’ultima canzone prende il titolo da un episodio della serie. Un’opera che grida, un urlo disperato eppure bellissimo, un disco che piacerà a tanti, perché copre un grande arco della musica pesante e non solo. Prodotto da Kurt Ballou.

Tracklist
1.I Will Carry You To Hell
2.Self Portrait With Halo And Snake
3.The Drift
4.La Faim
5.Ghost Tropic
6.Five Characters In Search Of An Exi

CROWHURST – Facebook