DEFLORE & JAZ COLEMAN – Party In The Chaos

Si raggiunge l’apice, perché Jaz è il cantante a loro predestinato, la sua voce tagliente si inserisce benissimo nei loro suoni al contempo freddi e bollenti.

I Deflore sono un duo romano di musica industrial psych metal, una delle cose più interessanti che si possano sentire in Italia nell’ambito musica pesante intelligente.

Per l’occasione hanno unito le forze con un tale che ha scritto alcune delle migliori pagine di musica sovversiva degli ultimi quarant’anni, Mister Jaz Coleman dei Killing Joke, un gruppo che riesce davvero difficile da descrivere a parole. Fondamentalmente Jaz è una delle poche voci che possono permetterci di staccarci dalla matrice e di vedere veramente il mondo come è, e non è facile. Questo ep racchiude in piccolo tutta la parabola musicale dei Deflore che sono sempre stati un gruppo all’avanguardia in Italia, perché sono sempre riusciti a dare una particolare accezione ai loro lavori, riuscendo ad essere originali in un ambito musicale quasi sempre derivativo. Qui poi si raggiunge l’apice, perché Jaz è il cantante a loro predestinato, la sua voce tagliente si inserisce benissimo nei loro suoni al contempo freddi e bollenti. Se siete amanti dei suoni industrial metal con un gran bel tocco di psichedelia qui troverete tutto ciò che amate, ma è comunque un disco ipnotico ed avvolgente per tutti coloro che lo ascolteranno. E poi i testi, parte molto importante. Abbandonate le speranze, giacché la nave non la potete abbandonare, qui si parla del doloroso tramonto della civiltà occidentale, che tra un business e l’altro sta facendo affondare tutto un pianeta che era sopravvissuto benissimo anche senza di noi. Fin dalla prima canzone Party In The Chaos si capisce la potenza di queste tre canzoni, e anche dove vogliono andare a parare, sembra di ascoltare i migliori Killing Joke, con più metal dentro però. La seguente Sunset In The West è strumentale, un bellissimo pezzo industrial psycj metal, dove i Deflore mostrano un altro lato importante della loro musica, che non è affatto secondario, quello di una psichedelia metallica che amplia molto la loro proposta sonora. Si chiude con Transhuman World, un pezzo davvero potente con un Jaz in grandissima forma, che parla dell’incubo transumano che si avvicina sempre di più, anche perché ora al governo in Italia c’è un partito che fra i suoi ideologi aveva un tizio che parlava positivamente del microchip sottopelle.
Un gran lavoro, una combinazione perfetta e assai naturale per un grande gruppo e per un cantante che sembra concepito apposta per loro. L’unica richiesta da fare ai Delfore e a Jaz è di fare un disco intero. Per favore, prima della fine.

1.Party In The Chaos
2.Sunset In The West
3.Transhuman World

Jaz Coleman – Voice
Christian Ceccarelli – Bass, Grooves, Samples and Snyths
Emiliano Di Lodovico – Guitar, Synths and Radio

https://www.facebook.com/defloreband/

Glasya – Heaven’s Demise

Heaven’s Demise è composto da una decina di brani che nulla aggiungono e nulla tolgono al mondo potente, elegante del symphonic metal, le influenze sono chiare e perfettamente delineate in una struttura che, pur non offrendo spunti clamorosi, riesce a mantenere una buona dinamica, tra arrangiamenti orchestrali, e forza metallica sempre tenuta imbavagliata dalla gradevole interpretazione della vocalist.

Nel vasto panorama offerto dal metal, quello sinfonico continua a mantenere uno zoccolo duro di fans deliziati dalle opere dei gruppi diventati icone del genere e da quelli che, invece, si presentano al pubblico con esordi più o meno riusciti.

Sinfonie metalliche dalle delicate orchestrazioni, animate da riff potenti e da voci suadenti: il symphonic metal di stampo gothic da anni rappresenta una strada sicura per i suoi ascoltatori, magari non più gratificati dai capolavori del passato, ma attratti come sempre da un ottimo livello qualitativo.
Le nuove leve proposte da un underground generoso offrono lavori di buona fattura come questo esordio dei portoghesi Glasya, sestetto di Lisbona capitanato dalla voce classica della brava Eduarda Soeiro, cantante di genere che mette le sue doti canore al servizio di un sound che non disdegna passaggi heavy, solos taglienti e cavalcate di matrice power.
Heaven’s Demise è composto da una decina di brani che nulla aggiungono e nulla tolgono al mondo potente, elegante del symphonic metal: le influenze sono chiare e perfettamente delineate in una struttura che, pur non offrendo spunti clamorosi, riesce a mantenere una buona dinamica, tra arrangiamenti orchestrali e forza metallica sempre tenuta imbavagliata dalla gradevole interpretazione della vocalist.
Dall’inizio alla fine l’album mantiene quello che promette, e i Glasya senza strafare offrono una buona prova ed una manciata di canzoni da ricordare, guadagnandosi un buon giudizio ed un arrivederci al prossimo passo che, sicuramente, porterà ancora più personalità e convinzione in seno al sestetto portoghese.

Tracklist
1.Heaven’s Demise
2.Ignis Sanctus
3.Coronation of a Beggar
4.Glasya
5.Eternal Winter
6.Birth of an Angel
7.The Last Dying Sun
8.Neverland
9.No Exit from Myself
10.A Thought About You

Line-up
Eduarda Soeiro – Vocals
Davon Van Dave – Keyboards, Orchestrations
Manuel Pinto – Bass
Hugo Esteves – Guitars
Bruno Prates – Lead Guitars
Bruno Ramos – Drums

https://www.facebook.com/GlasyaOfficial/