Malamorte – Devilish Illusions

Il suono e un certo immaginario black horror qui trovano la loro naturale ragion d’essere, per un disco decisamente riuscito.

I Malamorte sono il black metal che non tradisce mai i propri adoratori e che, anzi, con dischi come questo li fa amare maggiormente il nero metallo.

I Malamorte sono il progetto balck metal di Alessandro Nunziati, già nei Lord Vampyr, Cain, Shadowreign, Nailed God, e Theatres des Vampires, che dopo l’ep The Fall Of Babylon del 2014 hanno continuato la loro avventura con questo disco, un ottimo concentrato di black metal classico, non cantato sempre in growl, con inserti di death metal , per un suono davvero convincente con ritornelli coinvolgenti ed azzeccati. Devilish Illusions è un disco che piacerà molto a chi ama il black metal, ma coinvolgerà molto anche i death metallers aperti ad altre sonorità, comunque molto simili. Il nome forse è ispirato a Malamorte, l’antico nome che veniva dato al paese di Belveglio, teatro di tantissime battaglie, e con un castello ancora infestato da misteriose presenze. E anche qui è forte il riferimento all’horror, come quello di King Diamond, che è il nome che aleggia per tutto il disco. Il black metal dei Malamorte è spettacolare e melodico, suonato e composto davvero bene, con cura e passione. Devilish Illusions ha una produzione molto puntuale, pulita il giusto, senza eccedere il nulla, con un grande bilanciamento. Nunziati, nume tutelare del progetto, è una personalità musicale molto prolifica, e con ottime idee, infatti riesce a cimentasi negli ambiti metallici più disparati, sempre con ottimi risultati. Il suono e un certo immaginario black horror qui trovano la loro naturale ragion d’essere, per un disco decisamente riuscito.

TRACKLIST
01. Maleficium I
02. Devilish Illusions
03. Pactum
04. Dark Clouds On Golgotha
05. Maleficium II
06. Possession
07. Malamorte
08. Devoted To Self-Destruction
09. Lucifer’s Rebellion
10. Maleficium III

LINE-UP
L.V. Vocals/Guitars, music, lyrics, production, arrangements
Session:
Sk: additional guitars, bass, brogramming

MALAMORTE – Facebook

DESCRIZIONE SEO / RIASSUNTO

Supremative- Servitude Of The Impurity

Qui pulsa un cuore morto ed immondo, che è la ragione per cui a noi teste malate di rumore ci piace così tanto.

Sette pollici in vinile, ristampa del demo uscito nel 2013 e ora praticamente impossibile da trovare.

I Supremative sono un gruppo che ha conquistato molti fans nell’underground del black death metal e il perché possiamo scoprirlo ascoltando questo disco.
Questo breve demo di quattro pezzi sarà amato da chi si crogiola nel metal marcio, veloce e lo fi. I Supremative fanno un attacco sonoro davvero notevole, dove possiamo ascoltare anche un forte retrogusto grind, quel grind che poi sta alla base anche del black. Il suono è lanciato a mille chilometri all’ora verso il baratro vizioso dei nostri sensi e la velocità si coniuga con un ottimo gusto per cambi e atrocità varie. Ci sono ancora gruppi come i Supremative che fanno un metal che non morirà mai, perché è l’essenza fortemente underground di una musica che solo con un’operazione alchemica contro natura si rende mainstream. Qui pulsa un cuore morto ed immondo, che è la ragione per cui a noi teste malate di rumore ci piace così tanto.
Questa edizione è limitata a 250 copie in vinile ed è il precursore dell’album dei Supremative che sarà pubblicato dalla Blood Harvest nel 2017.

TRACKLIST
1.Intro / Embrace the Endless War
2.Altars Of Sodomy
3.Campaign Of Execution
4.Servitude Of The Impure Messiah

BLOOD HARVEST – Facebook

Electric Hoodoo – Electric Hoodoo

Heavy blues rock con cadenza lenta per questo gruppo tedesco, che ripropone cose note in una maniera molto originale.

Heavy blues rock con cadenza lenta per questo gruppo tedesco, che ripropone cose note in una maniera molto originale.

Gli Electric Hoodoo provengono dall’ex DDR e più precisamente da Dresda, che ha una fiorente scena musicale. Il loro scopo è quello di fare una musica dedita agli anni settanta con un piglio personale ed originale. E ci riescono benissimo poiché il loro incedere è molto personale ed è davvero legato alle scale blues. Sono anche pesanti ed incisivi, e la loro musica risulta molto interessante. Si possono anche sentire gli echi del dirigibile inglese, ma non ci sono solo quelli, anche perché l’impronta della frontiera americana, è forte.
Il sostrato fondamentale per questa opera è il blues, che marca tutto in questo disco. Blues non è solo certi dettami, ma un sentire superiore che permea l’opera musicale. I ragazzi sono giovani ma sono alright come direbbero gli Who, e confezionano un ottimo disco. Le chitarre e la sezione ritmica cullano dolcemente l’ascoltatore ma la differenza la fa l’incredibile voce di Philip Ohlendorf che è davvero unica, ora potente, ora suadente, ma sempre incredibilmente potente, un mezzo davvero notevole.
Bel disco, fatto con passione, consapevolezza dei propri mezzi e chiarezza degli obiettivi.

TRACKLIST
1.Station Blues
2.The Phoenix
3.Wade in the water
4.What’s going on
5.Guiding light

LINE-UP
Philip Ohlendorf – Vocals
Max Georgi – Guitar
Florian Escherlor – Harp, Guitar
Jonathan Bogdain – Bass
Benjamin Preuß – Drums

ELECTRTIC HOODOO – Facebook

Kerasphorus – Kerasphorus

Il loro suono è violento e cattivo, a cavallo tra il death ed il black, con una forte preponderanza del secondo.

Band proveniente dalla Florida con una travagliata storia di line up alle spalle.

Tutto comincia nel 2008 quando Pete Helmkamp e Gene Palubicki decidono di mettere in pausa a tempo indeterminato la loro band Angelcorpse.
Prende quindi vita la creatura chiamata Kerasphorus, composta da Helmkamp al basso e alla voce e da Wolaniuk alle chitarre, il tutto per essere ancora più aggressivi rispetto alla band precedente. Nel 2009, grazie anche alla presenza di un batterista turnista, viene pubblicato il mini cd Cloven Hands At The Holocust Dawn. Dopo due anni e in due giorni di prove e registrazioni vede la luce o meglio le tenebre il 12” Necronaut. Entrambi i dischi ricevono una buona accoglienza dal pubblico e dalla critica, ma batterista e bassista si rifiutano di suonare dal vivo. Dopo varie discussioni con Palubicki e Palmer, che ora sono due membri fissi del gruppo, viene deciso di far diventare i Kerapshorus un lato più oscuro e cattivo degli Angelcorpse. Il loro suono è violento e cattivo, a cavallo tra il death ed il black, con una forte preponderanza del secondo. Aggressività ed intensità sono i marchi di fabbrica di questo gruppo, che fa la sua figura nel roster della Hellsheadbangers, etichetta a cui piace molto questo suono ibrido diretto e cattivo. In questo disco è contenuta la discografia del gruppo fino a questo punto, e anche se sono solo sei pezzi la raccolta è molto buona. Un altro grande gruppo dalla Florida.

TRACKLIST
1.Locust Nexus
2.Through the Spiral Void
3.The Abyssal Sanhedrin
4.Aosoth Paradigm
5.Disturb the Furthest Stars
6.Swarm Intelligentsia

LINE-UP
P. Helmkamp
G. Palubicki
R. Parmer

KERASPHORUS – Facebook

Slaughtbbath / Grave Desecrator – Musica De Nuestra Muerte

Un ottimo split che ha lo scopo di promuovere due ottime realtà sudamericane di rumore e satanismo.

Sette pollici split fra due grandi band sudamericane, i cileni Slaughtbbath e i brasiliani Grave Descrator.

I primi usciranno preso sempre su Hellheadbangers, e i secondi sono già usciti per questa etichetta che tiene alto il nome delle vere produzioni metal. Gli Sl1aughtbbath fanno un black metal fortemente influenzato dal death, con molti richiami sia ai classici del black sia al death metal della Florida degli anni novanta. Cattiveria ed oscurità vi porteranno in catacombe lo fi da dove non ne uscirete più. Nelle note di questi cileni possiamo anche ascoltare gli echi di una fiera tradizione black metal sudamericana che non molla mai, ma che anzi continua. Se andate sul loro bandcamp troverete molti dei loro ottimi album in download libero, e ne vale davvero la pena. In questo split hanno una traccia sola ma che rende molto bene l’idea.
I brasiliani Grave Desecrator fanno invece un speed metal molto sporco e molto devoto agli anni ottanta, con della cattiveria in più. Hanno pubblicato da poco anche il nuovo disco Dust To Lust. Le loro composizioni sono stratificate e notevoli, e questo brano gli rende molta giustizia.
In definitiva un ottimo split che ha lo scopo di promuovere due ottime realtà sudamericane di rumore e satanismo.

TRACKLIST
1. SLAUGHTBBATH: Nefast Fireground / Tyranny From Sodom
2. GRAVE DESECRATOR: The Fallen (Intro)
3. GRAVE DESECRATOR: SxSxSx (Sex, Sin and Satanism)

Snorri – Putrid Fucking Black Metal

Come un’onda nera che ricopre il tutto e che ci avvolge tra le putrescenze gli Snorri fanno un black metal classicheggiante ed aggressivo

Tutto nero, tutto sta marcendo e stiamo cadendo sempre più in basso.

Dall’Australia arriva la colonna sonora di un’apocalisse fatta di squartamenti, di tagli dal basso verso l’alto, ad opera di una legione di demoni. Snorri è una creatura a due teste che viene dall’underground metallaro australiano, e il loro suono si avvicina a quello delle origini, ma c’è di più. Come un’onda nera che ricopre il tutto e che ci avvolge tra le putrescenze, gli Snorri fanno un black metal classicheggiante ed aggressivo, con riferimenti a varie scene, sia a quella europea che a quella americana. Questa cassetta è la prima uscita ufficiale del gruppo, e fa parte di un trittico di cassette veramente notevole lanciato questa estate dalla portoghese Signal Rex, una delle etichette migliori nel campo del black metal. Putrid Fucking Black Metal va sentito come un continuum o come un libro degli orrori, le chitarre si alzano furenti, mentre la batteria ed il basso scavano pentacoli sulla superficie terrestre, la furia va e viene, a seconda della volontà demoniaca di chi hanno evocato gli Snorri. Non c’è continuità ma bensì nera discontinuità. Forse non abbiamo bisogno di opere di bene, ma di marci fiori del male.

TRACKLIST
01. Exorcism Masturbation
02. Black Fucking Mass
03. Homo Homini Lupus
04. Abel De La Rue
05. Into The Endless Darkness

LINE-UP
Old
B.H.

SIGNAL REX – Facebook

Saturna – Saturna

Un gran bel disco per un gruppo che raramente sbaglia, ma che con questo disco omonimo si supera.

I Saturna sono un gruppo di Barcellona che sono stati toccati dalla mano degli dei del rock pesante.

Formati nel 2010 dal bassista Rod per sviluppare insieme a degli amici delle idee musicali, i Saturna sono presto diventati uno dei migliori gruppi musicali di psichedelia rock pesante sulla piazza. La loro musica è un misto di doom, heavy rock e psichedelia, molto suadente e fisica, si sente la musica che occupa un volume, e come dice il loro nome, qui ci sono i dettami dei riti dionisiaci, ci si volge verso Saturno con tutto ciò che comporta. Questo loro terzo disco è forse quello più completo, il suono è sempre sulle stesse coordinate, ma si sente che il loro modo di comporre è cambiato, migliorando ulteriormente. Ascoltando i Saturna ci si immerge in una modernità che certo deve molto alle cose passate, ma che innova con una sapiente personalizzazione del verbo pesante. Le loro canzono sono riti musicali, costruiti con il sentimento della California anni settanta, anzi i Saturna suonano molto meglio di tante band di quel periodo o dei loro epigoni attuali. Le atmosfere sono molteplici e diverse, dal pezzo duro e lungo alla trasmigrazione psichedelica delle anime, ad un certo retrogusto grunge che fa davvero piacere ascoltare. In certi frangenti le tastiere disegnano figure davvero belle, come in Leave It All, canzone davvero notevole e forse la migliore di tutto il disco.
Un gran bel disco per un gruppo che raramente sbaglia, ma che con questo disco omonimo si supera.

TRACKLIST
1.Tired to fight
2.All has been great
3.Birds in cages
4.Five fools
5.Routine
6.Leave it all
7.Unsolved
8.Disease
9.A place for our soul

LINE-UP
Rod: Bass
Oscar: Guitar
Jimi: Vocals / Guitar.
Enric: Drums

SATURNA – Facebook

Demonomancy / Witchcraft – Archaic Remnants of the Numinous / At the Diabolus Hour

La qualità è molto alta, con una capacita di muoversi lungo tutto il black metal per questi due gruppi che sono giovani e avranno una notevole carriera, se lo vorranno.

Grande split album per gli italiani Demonomancy e i finlandesi Witchcraft, per una delle uscite migliori dell’anno in campo primitive black metal.

I Demonomancy fanno un black metal molto vicino a quello delle origini, senza però cantare in growl, con un piglio a volte thrash, a volte doom, o addirittura vicino all’hardcore punk, e sono davvero bravi. Hanno esordito, dopo un demo, su Nuclear War Now nel 2013 con il disco Throne Of Demonic Proselytism. Il pezzo dei Demonomancy che apre il disco è la prima incisione ufficiale dopo l’esordio, ed è una nera cavalcata di quasi nove minuti, dove ogni secondo è estremamente ben composto e suonato con classe superiore, in una discesa verso il sud del paradiso. Il loro black metal è chiaro e ben delineato, a mio modesto avviso sono uno dei gruppi migliori  che ci sono in giro adesso. Il loro secondo pezzo dello split è una cover dei Goatlord, suonata più veloce, testimonianza del fatto che anche nel black metal il talento è molto importante.
Le altre tre tracce dello split sono dei Witchcraft, gruppo di black metal che si inserisce nella tradizione ortodossa finlandese del genere, dalle parti dei Beherit tanto per intenderci. Il loro black metal, è grezzo, potente e non vuole fare vittime, differiscono molto dai loro compagni di split, ma il loro è comunque un black metal molto forte, con una produzione che sembra di un altro mondo, senza essere troppo lo fi. I Withcraft dimostrano con l’ultima traccia dello split di essere capaci anche ad andare più lenti, quasi una sorta di black doom molto efficace.
Questo split album sarà forse il migliore dell’anno in ambito black metal, perché la qualità è molto alta, con una capacita di muoversi lungo tutto il black metal per questi due gruppi che sono giovani e avranno una notevole carriera, se lo vorranno.
Satana può dormire sonni tranquilli.

TRACKLIST
1. Demonomancy – Archaic Remnants of the Numinous
2. Demonomancy – Underground Church
3. Witchcraft – At the Diabolus Hour
4. Witchcraft – Grave Immolation
5. Witchcraft – Perverted Temple of Goatsodomy

LINE-UP
Demonomancy
Witches Whipping – Guitars, Vocals
Herald of the Outer Realm – Drums, Vocals (backing)
A. Cutthroat – Bass

Witchcraft
Goat Prayer of Black Baptism – Bass, Vocals
Grotesque Demon of Darkness & Bloodiabolus – Drums
Black Moon Necromancer of Funeral Fornication – Guitars, Vocals

NUCLEAR WAR NOW – Facebook

Dejected Mass – Dirge

Lentezza, pesantezza, ed un’incredibile linea melodica, sono fra le principali caratteristiche di questo gruppo, che produce un disco semplicemente clamoroso

I Dejected Mass fanno uno sludge molto pesante, calibrato con pesi massimi, tra una sessione di droga e musica degli Eyehategod e un acido preso al concerto degli Iron Monkey.

Ultimamente il termine sludge è abusato, nel senso che lo si usa un po’ a sproposito, assegnandolo a dischi che hanno poco o niente di sludge. Forse il motivo è che si prova a dare allo sludge caratteristiche che esso non ha. Lo sludge, a maggior ragione se mischiato con il doom, deve essere una musica disturbante, lenta, urticante come il napalm al mattino. Se cercate queste cose allora Dirge è il disco che fa per voi, è una lenta cavalcata tra corpi sgozzati e miasmi, e andrete tanto più avanti quanto più vorrete tornare indietro. Lentezza, pesantezza, ed un’incredibile linea melodica, sono fra le principali caratteristiche di questo gruppo, che produce un disco semplicemente clamoroso, per estremità e chiarezza del disegno generale. Le chiavi delle porte in questo delirio ce le hanno questi. ragazzi tedeschi, che hanno fondato il gruppo ad Heidelberg nel 2012, e che attualmente hanno avuto defezioni nella formazione, ma si spera vivamente possano continuare, visto il livello di questo disco. Vi cadranno addosso tonnellate cubiche di chitarre lentamente lancinanti, di un basso che vi scava nello stomaco, e la batteria che pulsa come un cuore malato.
Un disco sia disturbante che affascinante, come se ne conviene alle grandi opere, che non devono dare solo piacere, ma anzi dare anche paura a chi piace, e qui di paura ce n’è in abbondanza. Lo stile generale è quello dell’ottimo underground pesante degli anni novanta, quando gruppi con groove pesantissimi sguazzavano liberi nelle nostre orecchie come gli Antichi di Lovecraft nel cielo dell’ultimo giorno, con un taglio difficilmente riproducibile in questi anni forse a causa di produzioni troppo pulite, ma i Dejected Mass ci riescono in pieno.

TRACKLIST
1. Bonds of Sadness
2. Crave
3. Branch of Freedom
4. Methanol Death
5. Desensitized
6. Worthless Life

LINE-UP
Jan Bletsch – Bass
Frank Kron – Drums
Christian Nann – Vocals, Guitars

DEJECTED MASS – Facebook

Kuolemanlaakso – M.Laakso – Vol. 1 : The Gothic Tapes

Il risultato è notevole, è un gran bel disco gothic, che si staglia molto al di sopra della media delle altre produzioni del genere.

Avventura solista per Laakso dei Kuolemanlaakso, band tra le migliori in Finlandia.

Stretto tra i tanti impegni musicali dei Swallow The Sun e dei Chaosweaver, band delle quali fanno parte diversi membri dei Kuolemanlaakso, il musicista finnico ha trovato il tempo e il modo di andare in Germania per incidere questo bel disco. Come si legge nel titolo la materia qui trattata è il gothic, nelle sue diverse accezioni, dal metal al rock, sempre con un sentire decadente e lascivo . La classe e la bravura compositiva di questi musicisti esce prepotentemente, e si sente che oltre al grande amore per la musica li lega anche una solida amicizia, che li porta a produrre ottimi lavori. I testi sono in inglese, perché il finlandese, scelta consueta per il gruppo nella sua veste doom death, non sarebbe stato adeguato per queste canzoni. La voce di Laakso è profonda e potente, guidandoci nei meandri di queste costruzioni baroccheggianti e desiderose di farsi amare, perché in fondo il gothic è una richiesta d’ amore e di lasciarsi abbandonare. E ascoltando questo disco ci si abbandona molto volentieri a questo gioioso senso di sconfitta cantato da una persona che di pathos ne sa molto. Nella parte musicale Laakso è stato aiutato da V. Santura, che ha registrato, mixato e masterizzato il disco, e che collabora con il finlandese dai primi tempi della sua carriera.
Il risultato è notevole, è un gran bel disco gothic, che si staglia molto al di sopra della media delle altre produzioni del genere.
Concretezza ed eleganza, per un’altra ottima uscita targata Svart.

TRACKLIST
01.Children of the Night
02.Roll the Dice with the Devil
03.Where the River Runs Red
04.The World’s Intolerable Pain
05.She Guides Me in My Dreams
06.No Absolution
07.Deeper into the Unknown
08.My Last Words

LINE-UP
Laakso – vocals, guitar, keys
Tiera -drums
Usva- bass
V. Santura – guitar, backing vocals

KUOLEMANLAAKSO – Facebook

DESCRIZIONE SEO / RIASSUNTO

Celestial Grave – Burial Ground Trance

Il mondo dei Celestial Grave farà felici tutti coloro che amano il black metal più viscerale ma non per questo più semplice o facilone.

Duo finnico di black metal classico, suonato con vera passione e nero sudore.

Cassetta di debutto per questo gruppo che propone un black metal suonato all’antica, grezzo senza strafare, con un amore per l’analogico che salterà all’orecchio degli appassionati. Qui si viaggia veloci ma ci si sa anche fermare, perché sono notevoli anche le parti meno veloci del disco. L’energia è tanta e si accumula per essere poi sprigionata al momento giusto. I loro testi ricalcano il percorso della mano sinistra, e la possessione demoniaca. Il pathos di questo gruppo è notevole, questi tre pezzi scorrono via molto bene e la voglia di risentirli è forte. Il mondo dei Celestial Grave farà felici tutti coloro che amano il black metal più viscerale ma non per questo più semplice o facilone. Qui la sapienza metallica è tanta. Fatevi accompagnare all’inferno dal duo finnico, almeno vi divertirete.

TRACKLIST
1. The Heartbeats Drum
2. The Bearer of Death
3. Burial Ground Trance

IRON BONEHEAD – Facebook

Warpvomit – Barbaric Triumph Of Evil

Come quasi tutte le uscite targate Iron Bonehead questo disco ha una marcia in più in quanto a sporcizia e cattiveria rispetto alla media del death.

Il nome del gruppo ed il titolo del disco dicono già molto.

Questa uscita in vinile ha nel lato A l’inedito ep che hanno inciso prima di cambiare nome in Crurifragium, e nel lato B il demo Carnal Sacrifice sempre come Warpvomit, pubblicato originariamente nel 2013. I Warpvomit fanno un death metal fortemente contaminato dal black. La musica del quartetto americano è caotica pesante e vicina al rumore di uno stormo di api assassine. I Warpvomit fanno molto bene quello che sanno, e la violenza della loro musica è tangibile, sale di tono per abbattersi su chiunque gli capiti a tiro. Si possono ascoltare alcune differenze stilistiche dal demo contenuto nel lato B all’ep del lato A.
Questa musica è una minaccia di mutilazioni, una guerra sotterranea che va avanti senza mai sfociare in bagni di sangue. Come quasi tutte le uscite targate Iron Bonehead, questo disco ha una marcia in più in quanto a sporcizia e cattiveria rispetto alla media del death. Caos, violenza e blasfemia ci accompagnano in questo notevole disco, due lati della stessa bestia.

TRACKLIST
Side A
1. Consecration Through the Standard
2. Demogorgon
3. Abyss of Torment and Damnation
4. The Vultures Circling Megiddo
Side B
5. Carnal Sacrifice
6. Vomit Command
7. Splintered Cruczfix
8. Obsequies of Sodomancy
9. Void Before the Altar

IRON BONEHEAD – Facebook

Grizzlyman – Grizzlyman

Le peculiarità dei Grizzlyman sono potenza, precisione e la fusione di un ottimo groove sonoro, con la capacità di bilanciare momenti più pesanti ad altri più melodici

Debutto per un gruppo svedese che gioca già ad un livello superiore, anche per la varietà del passato musicale dei componenti.

Questi ultimi provengono da gruppi underground svedesi come 12 Gauge Dead, Prowess e il gruppo hardcore Damage. Uniti questi gusti diversi il risultato è un ottimo ep di esordio di stoner, un tocco di sludge e tanta carica, con molte idee diverse dentro, da momenti che possono ricordare gli Earthtone9 a cose più simili a sfoghi stoner. Questi tre pezzi sono un’ottima introduzione ad una carriera che sembra molto promettente. Le peculiarità dei Grizzlyman sono potenza, precisione e la fusione di un ottimo groove sonoro, con la capacità di bilanciare momenti più pesanti ad altri più melodici, con belle melodie e fughe notevoli. Il gruppo inglese si cimenta in sinfonie di musica pesante, con grande gusto e capacità, avendo il passo dei fuoriclasse. La produzione è ottima, e mette in risalto al meglio le capacità di un grande gruppo. L’ep è una delle prime tre uscite della Third I Rex, nuova etichetta di Watford, da seguire assolutamente anche nelle prossime occasioni, che saranno assai interessanti. Un grande inizio, per scoprire il nostro lato animale.

TRACKLIST
1.Adrift
2.Last King
3.Beneath/Rebirth

LINE-UP
Joel Ekman – Bass/Vocals
Christopher Davis – Guitar/Vocals
Emanuel Enbäre – Drums

GRIZZLYMAN – Facebook

Blood Chalice – Demo 2016

Se i Blood Chalice manterranno le aspettative nate dopo aver ascoltato questi cinque pezzi del demo, il disco che dovrà uscire l’anno prossimo sarà un bel sentire.

Terza parte del trittico in cassetta estivo della portoghese Signal Rex, questo Demo 2016 è il debutto per il quartetto finlandese formato da veterani della scena estrema.

I Blood Chalice fanno black metal senza compromessi e lo fanno per glorificare Satana.Il loro suono è un omaggio alla prima scena, registrato con la giusta dose di lo fi, per emozionare ancora di più chi vive in buie caverne mentali, dove soffia solo un gelido vento. Ascoltando i Blood Chalice si comprende come il metal anni ottanta e l’hardcore punk siano stati importanti per la nascita del black metal. Un certa costruzione musicale ottantiana e la furia iconoclasta e nichilista sono due profonde radici del metallo nero, e i Blood Chalice ce lo dimostrano in pieno. Se i Blood Chalice manterranno le aspettative nate dopo aver ascoltato questi cinque pezzi del demo, il disco che dovrà uscire l’anno prossimo sarà un bel sentire, anche perché il curriculum dei quattro componenti è importante, in una terra che è essa stessa già un calice di sangue.

TRACKLIST
01. Desecration Of The Inri
02.The Descent
03. Necromancy
04. Saint Fornicator
05.Unholy Glorification

BLOOD CHALICE – Facebook

Colour Haze – Live Vol.1 Europa Tournée 2015

Questo disco non è certamente il solito live, ma è la testimonianza delle jam dal vivo, davanti a degli spettatori.

I Colour Haze sono una vecchia conoscenza per chi ama la psichedelia robusta, quella che volentieri si congiunge carnalmente con il rock, preferibilmente l’heavy rock.

Nati nella metà degli anni novanta in Germania, i tre pubblicano il loro esordio Chopping Machine nel 1995, e da quel momento hanno fatto viaggiare molte persone. La loro musica ha la sua ragion d’essere nel live, e questo disco dal vivo lo sottolinea molto bene, catturandone ogni momento in maniera fedele. Dopo molti anni di onorato servizio i Colour Haze non hanno più nulla da dimostrare, e pubblicano questo live per deliziare i fans e anche i neofiti. Live Vol.1 è un album molto armonico, una sorta di grande jam in due lp e tre cd, con pezzi registrati in molti posti, da Parigi a Colonia e Berlino, tutti in ottima fedeltà sonora. I Colour Haze fanno musica da meditazione con la chitarra di Stefan Koglek che conduce le danze, e come un pifferaio magico ammalia il pubblico che lo segue docile e voglioso. Le linee sonore dei tedeschi sono eteree ed influenzate dalla psichedelia anni sessanta, anche se i Colour Haze non sono l’imitazione di nessuno, anzi sono un gruppo seminale. Questo disco non è certamente il solito live, ma è la testimonianza delle jam dal vivo, davanti a degli spettatori, con un modello già ampiamente usato dai Grateful Dead, o dai Gand Funk Railroad, gruppi che hanno molti in comune con i Colour Haze. Viaggiare, liberare la mente grazie ad un suono liberatorio e stimolante, lasciando il ruolo di assoluto protagonista all’ascoltatore, o meglio al suo cervello, che può scivolare via veloce dalle preoccupazione di questo mondo impazzito.
Il primo volume di una serie di dischi dal vivo dei Colour Haze, un gruppo tanto grande quanto umile.

TRACKLIST
1-1 Persicope (Frankfurt)
1-2 Moon (Frankfurt)
1-3 Überall/Call (Frankfurt)
1-4 She Said (Paris)
1-5 Aquamaria (Würzbug)
1-6 To The Highest Gods We Know (Paris)
8 Circles (Paris)
9 Transformation (Berlin)
10 Grace (Berlin)
11 Tempel (Paris)
12 Love (Paris)
13 Peace Brothers and Sisters (Frankfurt)
14 Get It On (Köln)

LINE-UP
Stefan Koglek – Guitar,Vocals
Philipp Rasthofer – Bass guitar
Manfred Merwald – Drums

COLOUR HAZE – Facebook

Raging Speedhorn – Lost Ritual

Lost Ritual è un disco che afferma rumorosamente quanto ancora hanno da dire e da menare questi ragazzi cresciuti.

Quando ormai le speranze ci avevano quasi abbandonato, ecco tornare i Raging Speedhorn con Lost Ritual.

I ragazzi sono cresciuti come noi, hanno qualche capello in meno e qualche kg in più, ma la furia è sempre la stessa, quella carica di metallica ignoranza che era così bella ai tempi. Riformatisi per un gran concerto al Damnation Festival, i ragazzi di Croby hanno lanciato la loro campagna su Pledge Music per pubblicare l’album. Chi aveva ancora nelle orecchie Thumper non poteva che essere contento. I Raging Speedhorn sono sempre stati molto particolari, nel senso che hanno coniugato un certo tipo di metal caotico con i Motorhead e con cose più hardcore. Con Lost Ritual il paesaggio sonoro muta poiché il gruppo si è avvicinato a sonorità maggiormente sludge che aveva già in nuce. La loro carica da ringhioso pub di provincia, e basta vedere qualche foto della loro natale Corby per capire, è sempre presente con una bella aggressività alla Motorhead, ed infatti così si intitola uno dei pezzi migliori del disco. Dalla band del compianto Lemmy hanno preso quel tipo di metal stradaiolo inglese, fondendolo con riffoni alla Black Sabbath molto più veloci, però. Il risultato è un disco aggressivo, rumoroso, rissaiolo con parti molto ben bilanciate di sludge, metal e hardcore. Il suono degli Speedhorn è molto personale e particolare, soprattutto per l’uso sapiente della doppia voce, cosa che ai loro esordi era risultata devastante e fa ancora il suo effetto. Lost Ritual è un disco che afferma rumorosamente quanto ancora hanno da dire e da menare questi ragazzi cresciuti. Forse la lontananza ha loro giovato, l’ultimo disco prima dello scioglimento Before The Sea Was Buil non era all’altezza dei precedenti. Molto più di un ritorno per monetizzare, i Raging Speedhorn sono qui per fare ancora molto male, e soprattutto divertirci, perché Lost Ritual è davvero un disco travolgente e che ci farà venire voglia di buttarci giù da un palco. Uno dei più bei ritorni. Metal e bestemmie.

TRACKLIST
01. Bring Out Your Dead
02. Halfway To Hell
03. Motorhead
04. Evil Or Mental
05. Ten Of Swords
06. Dogshit Blues
07. The Hangman
08. Shit Outta Luck
09. Comin’ Home
10. Unleash The Serpent

LINE-UP
John Loughlin – vocals
Frank Regan – vocals
Jim Palmer – guitar
Jamie Thompson – guitar
Dave Thompson – bass
Gordon Morison – drums

RAGING SPEEDHORN – Facebook

Segregacion Primordial – I

Il loro è un death metal furioso e senza compromessi, fortemente e volontariamente underground.

Death metal brutale dal Cile, in cassetta e piena di morte analogica.

Quattro canzoni di lunga durata e di invocazioni all’apertura di neri portali nel vostro cervello. Attivi nell’underground del Cile dal 2011, i Segregacion Primordial hanno pubblicato prima di questo un album, due demo ed un ep. Questa cassetta fa parte di un attacco ai nostri padiglioni auricolari lanciato questa estate dalla Signal Rex, un’etichetta portoghese che sta pubblicando cose molto rimarchevoli, e questa cassetta è death metal di alto livello. Canzoni lunghe ed ossessive, che grattano con le loro distorsioni primordiali, il cantato cavernoso, che aiutano a comporre un quadro macabro e potente. I cileni si lanciano in cavalcate di sette e più minuti, con ristagni paludosi, o furiose accettate su teste ignavi. Il loro è un death metal furioso e senza compromessi, fortemente e volontariamente underground, sena fronzoli ed invenzioni ulteriori, ma solo tanta sostanza e fantasia, componente fondamentale del death metal. Gran bella cassetta di furia distorta per la band di Temuco.

TRACKLIST
01. Intro
02. Autocontemplacion
03. Inmersion
04. Bonus

SIGNAL REX – Facebook

Tomb Mold – The Bottomless Perdition

Il suono è davvero piacevolmente vecchia scuola, e ricorda perché il death metal ci piace così’ tanto, con quelle cavalcate senza un domani.

Ristampa del primo demo dei Tomb Mold, duo di Toronto dedito ad un death metal old school molto vicino al death finlandese anni novanta.

Questo demo è la loro prima uscita per al Blood Harvest, che pubblicherà in futuro anche il loro secondo demo ed il debutto sulla lunga distanza. Il duo ha cominciato le sue esperienze musicali nella scena punk hardcore di Toronto, e queste radici emergono nel demo. L’urgenza e l’energia dei Tomb Mold vengono da quel pregresso, e si vanno a fondere con una furia death metal notevole. I due componenti dei Tomb Mold, Derrick Vella e Max Klebanoff, hanno militato in diversi gruppi prima di incontrarsi e di buttarsi in questa esperienza, che già a partire dal primo demo sarà devastante e furiosa. La produzione è abbastanza lo fi anche se non troppo, e ciò non depone a loro sfavore. I Tomb Mold picchiano duro, con una voce che sembrar arrivare da dove nascono i nostri peggiori incubi, e non lasciano tregua all’ascoltatore, rinverdendo i fasti di un death metal che difficilmente si riesce a sentire oggigiorno. Il suono è davvero piacevolmente vecchia scuola, e ricorda perché il death metal ci piace così’ tanto, con quelle cavalcate senza un domani, con la potenza e la distorsione al massimo, e il growl che ci guarda dall’alto. Come dichiarazione di intenti è davvero buona, e ci si aspetta il secondo massacro, che speriamo arrivi a breve. Una band dalle grosse e maligne potenzialità.

TRACKLIST
01. (Regions Of Sorrow) Intro_Demon
02. Bereavement Of Flesh
03. Valley Of Defilement
04. The Bottomless Perdition

LINE-UP
Derrick Vella
Max Klebanoff

BLOOD HARVEST – Facebook