Bat – Wings of Chains

I Bat sono una macchina da guerra che picchia durissimo, con un metal hardcore che non lascia scampo, incessante e furioso, con una fortissima base nell’hardcore americano anni ottanta.

La definizione di supergruppo è spesso fuorviante, perché addendi validi non portano sempre ad un valido risultato. Non è il caso di questo disco dei Bat.

I componenti dei Bat sono Ryan Waste al basso e voce dai Municipal Waste, il chitarrista Nick Poulos, che ha suonato con Waste nei Volture, e poi alla batteria troviamo Felix Griffin, che ha suonato negli anni ottanta nei D.R.I.
Questo trio dopo il demo Primitive Age, arriva al disco d’esordio con Wings Of Chains, che è un’enciclopedia di come si suona thrash, speed metal, con una solida base di hardcore. I Bat sono una macchina da guerra che picchia durissimo, con un metal hardcore che non lascia scampo, incessante e furioso, con una fortissima base nell’hardcore americano anni ottanta, che era fortemente influenzato dal metal. Il cerchio si chiude in questo disco, dove il minimo comune denominatore è la rabbia: Wings Of Chains scorre benissimo, estendendosi persino allo speed metal anni ottanta, e mostra chiaramente quanto siano legati fra loro generi all’apparenza lontani. Negli ultimi tempi, anche e soprattutto grazie a gruppi come i Municipal Waste, il metal hardcore è tornato alla ribalta, anche se non era mai andato via. Ci sono molti gruppi che lo fanno con piglio maggiormente festaiolo, i Bat sono più incazzati e vecchia scuola, e sono validissimi.
Teste che roteano, ossa rotte e voli dal palco.

TRACKLIST
1.Bloodhounds
2.Code Rude
3.Master of the Skies
4.Primitive Age
5.Condemner
6.Ritual Fool
7.Wings of Chains
8.Total Wreckage
9.Rule of the Beast
10.You Die
11.Cruel Discipline
12.Bat

LINE-UP
Ryan Waste – Bass, Vocals.
Nick Poulos – Guitar.
Felix Griffin – Drums.

BAT – Facebook

Nocturnal Hollow – Deathless and Fleshless

Terzo disco per questo gruppo venezuelano ed il loro death metal potente e debitore della scena scandinava degli anni novanta, con un tocco di death metal a stelle e strisce.

Terzo disco per questo gruppo venezuelano ed il loro death metal potente e debitore della scena scandinava degli anni novanta, con un tocco di death metal a stelle e strisce.

I Nocturnal Hollow sono tutto ciò che fa la gioia di un fan del death metal : potenza, velocità e profondità. Il death metal è un genere che all’apparenza sembra tutto uguale, invece ha infinite sfumature. I Nocturnal Hollow ne accolgono molte all’interno della loro musica, con una costante potenza e precisione. In alcuni momenti il disco diventa davvero entusiasmante e ti porta a muovere fortemente la testa su e giù. I Nocturnal Hollow con questo disco meritano di entrare definitivamente nell’Olimpo del genere, perché ne hanno tutte le qualità.
La masterizzazione dell’ottimo Dan Swanö aggiunge ulteriore pregio a questo lavoro, che non ha molti difetti. I Nocturnal Hollow combattono con durezza ed intensità, dando lustro alla death metal vecchia scuola, sottogenere che non conosce fine né scadimenti. La potenza fluisce sottoterra, per poi sbucarti in faccia quando meno te lo aspetti.
E ora fatevi ammazzare.

TRACKLIST
1.Necromantial Sin
2.Devilish Blood
3.The Crypt
4.As Blood Flows
5.The Incantation of Astaroth

LINE-UP
Jr Escalante – guitars/vocals
George Knive – drums
Leo Rios – bass

NOCTURNAL HOLLOW – Facebook

Lucifer’s Hammer – Beyond The Omens

Stupisce questa maturità al debutto, ma si sente chiaramente che i Lucifer’s Hammer hanno molto di più rispetto ad altri gruppi.

Dal Cile arriva uno dei miglior gruppi di heavy metal delgi ultimi tempi.

Ascoltando Beyond The Omens si può facilmente capirne il motivo. I Lucifer’s Hammer fanno un heavy metal con spirito epico, molto vicino agli insegnamenti degli Iron Maiden, e dei gruppi inglesi degli anni ottanta. I cileni rendono facile ed orecchiabile ciò che riesce difficile ad altri gruppi, e riescono a fare canzoni che sono dei piccoli romanzi epici, molto legate alle arti occulte. L’incedere dei Lucifer’s Hammer appartiene alla ristretta cerchia dei grandi gruppi, ed hanno il potere di riportarci agli anni ottanta. La loro non è però una mera operazione nostalgica, ma è uno stile particolare che certamente è debitore di certi suoni, ma trova una via personale. La velocità non è tutto per i Lucifer’s Hammer, la loro particolarità è un giusto compromesso tra parti veloci e parti melodiche, e tutto è molto bilanciato e ben composto. Il risultato è seriamente notevole, avendo Beyond The Omens una forza ed una chiarezza molto forti. Il loro suono ti avvolge dolcemente, ti culla come solo un certo tipo di heavy metal sa fare, e ti lascia con una sensazione di benessere e di bei ricordi.
Ci sono suoni che fanno parte del nostro dna, e questo disco ce ne mostra alcuni, rielaborando il tutto con estrema intelligenza e gusto. Stupisce questa maturità al debutto, ma si sente chiaramente che i Lucifer’s Hammer hanno molto di più rispetto ad altri gruppi.

TRACKLIST
1. The Hammer of the Gods
2. Lucifer’s Hammer
3. Dying
4. Shinning Blade
5. Black Mysteries
6. Nightmares
7. Warriors
8. Beyond the Omen

LINE-UP
Hades – Vocals, Guitars
Titan – Drums

LUCIFER’S HAMMER – Facebook

Lustravi – Cult Of The Blackened Veil

I Lustravi omaggiano Satana e le sue legioni di demoni con un black metal rituale e molto sporco, davvero vicino a certe punte death che si sono viste sotto il sole della Florida.

Da Panama City in Florida, i Lustravi spargono per il mondo un blackened metal molto marcio e veloce, di ottima fattura e molto potente.

I Lustravi omaggiano Satana e le sue legioni di demoni con un black metal rituale e molto sporco, davvero vicino a certe punte death che si sono viste sotto il sole della Florida. Oltre a questa influenza il black metal dei Lustravi si rivela essere molto personale e d originale. I ragazzi non puntano molto sulla velocità, bensì sul pathos dell’esecuzione, con molti stacchi potenti e calibrati, e pezzi composti molto bene, con una ricercatezza sonora difficile da trovare altrove.
Il tutto è composto e suonato per omaggiare le tenebre, e la voce di Morgan Weller è molto particolare e adattissima allo scopo. Le loro canzoni sono cavalcate nella notte, sono coltelli che si abbassano su giovani vergini, sono offerte e richieste al nero signore. I Lustravi sono un gruppo che un black metal tutto loro, veramente underground e notevole.
Cadete nell’oscurità.

TRACKLIST
1.In Nomine Cultus (Intro)
2.Evil Incarnate
3.The Nineteenth Key
4.Salute To The Angels
5.Et Plebs Tua Laebitur In Te (Interlude)
6.Dona Nobis Chaum
7.The Rites Of The Goatchrist
8.Dreams Haunt My Sleep
9.O, Sanctifier
10.Terminus Est Aetas (Outro)
11.Sabrina

LINE-UP
Morgan Weller – Bass/Vocals.
Geoffrey McWhorter – Guitar.
Cory Keister – Drums.
Zachary Lee Cook – Guitar.

LUSTRAVI – Facebook

Sarcoptes – Songs And Dances Of Death

Il disco è una buona prova di black death, ma sinceramente è molto nella media, certamente compatto e soddisfacente, ma privo di talentuose fughe in avanti.

Duo proveniente da Sacramento, in Killafornia, è nato nel 2008, ma ha pubblicato l’ep di esordio solo nel 2013 con Thanatos.

Il duo californiano fa un black metal di ispirazione scandinava, con una forte dose di thrash e death di matrice vecchia scuola. Il suono del duo è molto compatto e molto dedito ai grandi nomi del male provenienti dal Nord Europa, in più i Sarcoptes coniugano molto bene cavalcate sympho con pezzi balck death molto convincenti. Il disco è una buona prova di black death, ma sinceramente è molto nella media, certamente compatto e soddisfacente, ma privo di talentuose fughe in avanti. I crismi ci sono tutti, i Sarcoptes sanno suonare e sanno dove vogliono andare, per cui la solidità c’è. Manca un guizzo, ma questo disco farà la gioia di molti black metaller e si pone nella tradizione a stelle e strisce del genere.

TRACKLIST
1.The Veil Of Disillusion
2.The Sexton’s Spade
3.The Fall Of Constantinople
4.When Stars Hide Their Fires
5.Barbarossa
6.Within The Labyrinth Mind

LINE-UP
Sean Z. – Guitar, Bass, Keyboards
Gar – Vocals, Drums

SARCOPTES – Facebook

Front – Iron Overkill

I Front fanno la guerra con il loro metal, che deve molto anche a gruppi come i Marduk. La loro alta velocità viene da lontano, proviene dal basso di Lemmy dei Motorhead, e dal black metal scandinavo tutto.

Death black metal di guerra e violenza, con i Motorhead nel motore.

I Front sono una nuova formazione nel panorama finlandese, ma in realtà i suoi componenti hanno militato in gruppi importanti dell’underground finnico, come Sacrilegious Impalement, Evil Angel, e Neutron Hammer, fra gli altri.
La nascita del gruppo data 2015, come la sua prima uscita su Iron Bonehead, con il nome di Demo 2015. I Front fanno la guerra con il loro metal, che deve molto anche a gruppi come i Marduk. La loro alta velocità viene da lontano, proviene dal basso di Lemmy dei Motorhead, e dal black metal scandinavo tutto. La produzione moderatamente lo fi rende molto bene il suono ruvido ed il senso di minaccia incombente che i Front vogliono trasmettere. Anche il loro outfit è molto metal anni ottanta. L’assalto sonoro di Iron Overkill è una della cose più notevoli sentite nel mondo metal quest’anno. La carica di questo disco è altissima, come l’intensità con la quale suonano, che non è scevra da un nichilismo punk hardcore che è comunque presente in certi sottogeneri del metal. Malvagità e guerra sono due cose che vanno di pari passo, e la crudeltà può essere raccontata in molti modi, ma questo dei Front è forse il migliore, perché il carrarmato deve travolgerti per farti capire.

TRACKLIST
1. Defiance
2. Legion Front
3. I Am Death
4. Wargods Unbound
5. Kypck
6. Tribunal of Terror
7. Cold Gravel Grave
8. Heathen Resistance

LINE-UP
Revenant – Drums, Vocals.
Von Bastard – Guitars, Bass, Vocals.
Kaosbringer – Vocals.

FRONT – Facebook

Shed The Skin – Harrowing Faith

Gli Shed The Skin sono una forza della natura, concreti, potenti, trascinanti e senza pietà, nel più puro stile death.

Cleveland, nonostante si pensi che sia la città americana più brutta, o forse proprio per questo, ha una delle migliori scene metal americane, specialmente per quanto riguarda il death metal, e questo disco ne è la conferma.

Gli Shed The Skin sono un gruppo formato da veterani della scena di Cleveland come Kyle Severn alla batteria già negli Incantation, Matt Sog dei Ringworm alla chitarra, Ed Stephens dai Vindicator la basso.
Il loro stile è un death metal violento e preciso, molto simile a quello che si suonava negli anni novanta, con la differenza della maggiore consapevolezza dei propri mezzi ed una produzione più adeguata. I loro testi parlano di satanismo, religione e soprattutto blasfemia, sia metafisica che sonora. Il disco nel suo complesso è ottimamente bilanciato, con parti maggiormente cattive e pezzi più vicino al doom, con inserti anche thrash, perché comunque il thrash metal fa parte del dna del death. Il gruppo è nato dalla volontà di Kyle e Matt, che si incontrarono al tributo per Tom Rojack, dei Blood Of Christ, un altro grande gruppo death di Cleveland. Visto che si trovarono bene insieme, i due pensarono di mettere su un gruppo ed ecco qui gli Shed The Skin. Dopo vari cambi di formazione si sono stabilizzati e quello che teniamo fra le mani è il loro debutto, davvero notevole.
Gli Shed The Skin sono una forza della natura, concreti, potenti, trascinanti e senza pietà, nel più puro stile death.

TRACKLIST
1.Plasmic Flames
2.Daimonic Adytum
3.Harrowing Faith
4.Putrid and Pious
5.Unbound Revenant
6.Warband Under the Baphomet
7.CSUM
8.Alpha and Omega
9.Cambion
10.Inhuman Accretion
11.Innermost Sanctuary
12.Execration Divine

LINE-UP
Ed Stephens – Bass
Kyle Severn – Drums
Matt Sorg – Guitars
Brian Boston -Keyboards
Ash Thomas – Vocals, Guitars

SHED THE SKIN – Facebook

MESSA

Il debutto dei Messa, Belfry, è uno dei più bei dischi di quest’anno. L’atmosfera che riescono a creare i Messa non è affatto facile sa spiegare, soltanto ascoltandoli potrete capire. Qualche elemento in più potrebbe fornirvelo questa nostra intervista a uno dei gruppi italiani più interessanti degli ultimi anni.

iye Come nasce il vostro suono così particolare ed ipnotico ?

Nasce da un’esigenza di sperimentazione di un linguaggio musicale diverso da tutto ciò che noi quattro eravamo e siamo tutt’ora abituati a fare: sia dal punto di vista tecnico, formale ed estetico, per noi è un approccio diverso.
Sara non ha mai cantato in vita sua ma sempre suonato in band hardcore/punk il basso, Alberto ha sempre suonato la chitarra in progetti prog,jazz , Rocco alla batteria sempre suonato black metal in molti progetti e io al basso sempre avuto un approccio piu dark’n’roll alla musica con parentesi garage.

iye Quali sono i vostri ascolti ?

I più svariati, da Coltrane ai Darkthrone, dai Bathory ai Current 93, per capirci, passando per tutti i generi lugubri lenti e fumanti.
L’approccio al progetto Messa cerca di non essere mono direzionale ma cerchiamo di esprimere ed evocare delle sensazioni, che poi siano dettate da un fuzz o da una campionatura o da una lirica poco importa.

messa2

iye Come portate sul palcoscenico il vostro disco ?

Cerchiamo di renderlo il piu low profile possibile, non siamo attrezzati con costumi o stronzate di nessun tipo.
Montiamo sul palco, bruciamo della resina di incenso pura, accendiamo poche candele e cerchiamo di darci dentro.

iye Se poteste scegliere a quale regista vi piacerebbe fare una colonna sonora ?

Sono tutti morti, quelli italiani poi … sepolti, ad ogni modo sarebbe interessante fare una cosa per Roy Andersson.
penso sia un genio. Come sa affrontare temi come morte, alienazione, sesso, ambiente in un modo così sottile non lo fa nessuno, sarebbe un sogno poter farlo

iye Progetti futuri ?

Stiamo cercando di progettare un mini tour di una 10 di giorni per il prossimo novembre e, nel mentre, stiamo già componendo materiale nuovo; un pezzo che è già finito a breve andremo a registrarlo in una chiesetta sconsacrata dove facciamo prove, per inciderlo poi in uno split da fare con i nostri amici tedeschi Breit.

From The Depths – From The Depths

La loro proposta era un death metal con tracce di thrash e uno strano incedere hardcore.

Edizione in vinile del debutto di un gruppo che altrimenti andrebbe dimenticato.

Nati nella fertile scena metal di Cleveland dei primi anni novanta, i From The Depths sono stati attivi tra il 1994 e il 2000. La loro proposta era un death metal con tracce di thrash ed uno strano incedere hardcore. Molto veloci e marci, i From The Depths sono stati uno dei migliori gruppi di quegli anni. Uscito originariamente su Unisound, questo disco ben rappresentava quanto di innovativo aveva da offrire il death metal di marca americana. Alla voce vi era Jim Konya, una leggenda della scena metal, sfortunatamente deceduto a settembre del 2015. La sua voce dava un’impronta speciale la gruppo, e questo lo si può sentire benissimo nel disco. Il suono è davvero particolare e caratteristico di quell’epoca, che è stata il periodo d’oro di un certo death metal, quello più legato alla contaminazione. I From The Depths sono un gruppo originale ed unico, ed il loro death metal è uno dei migliori mai esportati dal suolo americano. L’atmosfera che riescono a creare coinvolge e gasa l’ascoltatore, dato che possiamo riconoscere all’interno di essa molti degli elementi che portano ad amare il death metal.
Essendo fuori catalogo da molto tempo, l’operazione di recupero della Hells Headbangers è doppiamente meritevole, poiché oltre a riportare a galla un disco notevole, ne fa un’ottima edizione, con un bel ricordo di Jim Konya.

TRACKLIST
1.Dawn of the Crimson Harvest
2.And They Shall Rise Again
3.It Lurks
4.Autumn Colored Day
5.The Wraths of the Other Realms
6.From the Depths
7.Intro – Into Mystery and Beyond
8.The Magic of the October Moons
9.The War of the Captive Spirits
10.Fuck That Witch
11.Curse of the Scarecrow
12.Bring Forth the Detractor
13.Apparitions of Myself
14.Outro – The Echoes of Distant Dreams

LINE-UP
Jim Konya – Vocals
Wayne Richards – Bass
Rob Newlin – Drums
Matt Sorg -Guitars
Duane Morris – Guitars, Vocals

HELLS HEADNBANGERS – Facebook

Sepvlcrvm – Vox In Rama

Il rito dei Sepvlcrvm è un convolgere piani diversi della nostra esistenza.

Cosmogonie di una musica che si fa contemporaneamente religione e logos.

Il duo che risponde al nome Sepvlcrvm arriva al secondo disco, dopo Hermeticvm del 2010. Con quest’ultimo avevano fatto un deciso ingresso nella musica rituale, o nel rito musicale qual dir si voglia. I droni si allacciano ad una intelaiatura di improvvisazioni con un gusto kosmische. Il rito dei Sepvlcrvm è un coinvolgere piani diversi della nostra esistenza. Il duo opera una seria ricerca esoterica sia musicale che religiosa, perché l’aspetto ritualistico della musica è quello più antico, e qui viene recuperato in toto. Le cinque canzoni in realtà sono due, poiché I e III sono più intermezzi funzionali alle due tracce più lunghe II e IV che vanno oltre i venti minuti. Il percorso dei Sepvlcrvm è un continuum di passaggi debitori ad un sapere antico che abbiamo rifiutato, svendendolo per una falsa sapienza. In questo disco ognuno può ricercare ciò che vuole, ma l’unica condizione è lasciarsi andare a questo flusso, questa forza che nasce e che sembra inerte, ma in realtà è fortissima. Vox In Rama è un’esperienza che si fonda sull’immutabilità e la forza di credenze e coscienze pagane forti come querce. Non ci sono molti paragoni per i Sepvlcrvm, se non loro stessi. Ad impreziosire il tutto l’artwork è a cura di Marco Castagnetto.

TRACKLIST
I
II
III
IV

LINE-UP
Marcvs F
Marcvs Ioannes

SEPVLCRVM – Facebook

Grimness – A Decade Of Disgust

Ristampa celebrativa del primo album dei Grimness.

Ristampa celebrativa del primo album di questa band romana di black death metal.

La loro prima uscita discogafica fu nel 2002 con l’ep autoprodotto Dogma, poi fu la volta di Increase Humanity Disgust, che è stato ristampato ora con l’ep Dogma dentro, un nuovo artwork, una versione live di una canzone e un altro inedito tratto dalle registrazioni di Trust in Decay. Questo debutto è un grandissimo album di black death, di grande potenza, ottima tecnica e melodia. Per fare un paragone improprio, tutti vorrebbero ascoltare un nuovo album dei Satyricon che suonasse prprio così. In questi anni i Grimness hanno suonato molto e prodotto un altro grande disco, ma il loro primo album a mio avviso è davvero di un altro livello, e perderselo in questa nuova edizione sarebbe un vero peccato. A Decade Of Disgust è un lavoro che testimonia un momento magico per il genere, come di un gusto che si è un po’ perso, ovvero quello di saper fondere due ma anche tre generi insieme senza perdere la propria originalità e nemmeno il senso di ciò che si vuole esprimere.
Questo è un grande disco di un gruppo che merita molto per ciò che ha seminato, soprattutto dentro le nostre orecchie.

TRACKLIST
1-Introspection of the engine
2-Dimension Evil
3-Katharsis in Vain
4-Slay the Demiurge
5-From the cosmic chaos
6-Nihil addiction
7-Blood calls blood
8-N.d.e
9-Outroofthebody
10-A new version of reality
11-Evil in men
12-At night’s dawn
13-River of the damned
14-Punishment
15-Proud to be damned

LINE-UP
Valerio Di Lella – vocals and guitars.
Jonah Padella – drums.
Andrea Chiodetti- guitars.
Giulio Moschini- bass.

GRIMNESS – Facebook

Old Pagan – Ogdrun Jarhar

Un disco di black metal come si deve, forse un po’ ripetitivo in certe soluzioni, ma comunque al di sopra della media.

Old Pagan è una one man band di black metal formata da Machosis, ex mebro degli ora defunti Pagan Winter, e proviene dalla zona di Saarbrucken in Germania.
Il progetto nasce nel 1996, e ha pubblicato in questi venti anni molti dischi. Il suo black metal è debitore della prima ondata di questo genere, è duro ossessivo e misantropo, senza però disdegnare qualche buon intarsio melodico.
Questo nuovo disco è una discesa agli inferi, una veloce ripassata di tutto ciò che può farci paura e violenza senza i vincoli giuridici del vivere in società. Machosias, oltre ad essere un ottimo batterista e musicista, è una persona che conosce la vera essenza del genere e lo trasmette ai posteri. Un disco di black metal come si deve, forse un po’ ripetitivo in certe soluzioni, ma comunque al di sopra della media.

TRACKLIST
1.Ogdrun Jarhar
2.Amon Ramah
3.Dark Chaos
4.Malditz
5. Christ Termination
6.Endless Agony
7. Seven Gods Of Chaos
8.Leichengott (Secrets Of The Moon cover)

OLD PAGAN – Facebook

Humanitas Error Est – Human Pathomorphism

La loro potenza è notevole, ed in alcuni passaggi si scorgono con piacere i migliori Satyricon.

Progetto nato nel 2013 in Germania, con membri di gruppi come Lebenssucht e Goatfuck e Valgaldrar.

La missione è fare un black pagan metal il più possibile spinto verso la misantropia e le peggiori pulsioni anti religiose e direi che ci riescono molto bene. Il suono è molto aggressivo, con forti legami con la seconda ondata del black metal. La loro potenza è notevole, ed in alcuni passaggi si scorgono con piacere i migliori Satyricon. Ogni musicista qui è coinvolto per fare male, per essere lupi fra le pecore, per tradurre in musica l’odio che muove i passi di certi persone. Gli Humanitas Error Est però non sono solo questo ma molto altro, perché hanno un’ottima capacità di composizione che permette loro di tenere molto alta la tensione per tutto il disco.
Un ottimo disco di nera misantropia.

TRACKLIST
1.Destroyer Of Worlds
2.Quod Homo Appellatur Morbus Est
3.Pain Feeder
4.Jagdzeit
5.My Sexual Benediction
6.Raping Religions
7.One Piece Human
8.Die Macht Deines Glaubens
9.Skinning Alive
10.Bestial Penetration
11.Human Pathomorphism

LINE-UP
S CAEDES – vocals
GHOUL – vocals
TSAR – guitar
VOID114 – guitar
ROGAN – bass
AHEPHAÏM – drums

HUMANITAS ERROR EST – Facebook

Weird Light – Doomicus Vobiscum

Il loro doom è forse il migliore mai suonato nell’esagono, ed è una versione molto classica fra Candlemass e i primi Reverend Bizzarre, con una voce stentorea e riff lenti e potenti.

Ristampa del segreto meglio custodito della scena doom francese, i Weird Light.

Attivi solo per poco tempo, i Weird Light prima di sciogliersi avrebbero dovuto incidere un disco per la Shadow Kingdom che purtroppo non è mai uscito Questa ristampa contiene i due pezzi del demo del 2007, più altrettanti inediti. Il loro doom è forse il migliore mai suonato nell’esagono, ed è una versione molto classica fra Candlemass e i primi Reverend Bizzarre, con una voce stentorea e riff lenti e potenti. La registrazione e la produzione non sono il massimo ma bastano per rendere l’idea del gruppo. I Weird Light accompagnano l’ascoltatore nei meandri di umide catacombe, fra altari dimenticati e ossa di morti maledetti.
Questa ristampa colma un buco, una mancanza che solo in parte può essere riempita da queste quattro magnifiche canzoni. Un grandissimo gruppo

TRACKLIST
01. Obsidian Temple
02. GogMagog ( Under The Trumpets Of D. )
03. Conspiracy Of The Dead
04. Stare In The Dark

SHADOW KINGDOM – Facebook

Elderblood – Messiah

La miscela degli Elderblood è unica nel panorama metal, poiché coniuga la potenza e le tenebre del symphonic black metal con un grandissimo senso del death metal, mostrando il meglio di questi generi.

Gli ucraini Elderblood sono uno dei migliori gruppi, se non il migliore addirittura, di black metal sinfonico, un genere che espone molto alle figuracce, dato che deve essere composto ed eseguito con molta bravura.

Gli Ederblood in questo senso sanno molto bene come si fa. Fondati nel 2011 dal cantante e chitarrista Astargh insieme al batterista Odalv, nel febbraio del 2012 imbarcano sulla nera nave anche il bassista Hagath. Con questa formazione nel giugno del 2013 incidono Son Of The Morning con la Paragon Records, un ottimo album sottostimato da tanti, ma non dalla Osmose Productions che fa firmare loro un contratto. Ed ecco allora nelle nostre mani, ma soprattutto nelle nostre orecchie Messiah, un lavoro davvero furioso, compatto e ben composto. La miscela degli Elderblood è unica nel panorama metal, poiché coniuga la potenza e le tenebre del symphonic black metal con un grandissimo senso del death metal, mostrando il meglio di questi generi. Messiah è un disco potente e trascinante, con parti sinfoniche inserite bene e composte ancora meglio, senza mai essere di troppo, perfettamente funzionali al disegno generale. Il disco funziona benissimo ed è un notevole attacco sonoro. Il grande pubblico del metal non ha ancora scoperto ed apprezzato a fondo questo grande gruppo, ma grazie alla loro bravura ed anche alla cassa di risonanza che può offrire un’etichetta come la Osmose Records, Messiah potrebbe essere lo spartiacque nella loro carriera.

TRACKLIST
1. Thagirion’s Sun
2. Invocation of Baphomet
3. Devil in the Flesh
4. Leviathan
5. Satana
6. In Burning Hands of God
7. Adamas Ater

LINE-UP
Astargh – Guitars, Bass, Keys, Samples, Orchestral and Voice.
Odalv – Drums.

ELDERBLOOD – Facebook

Sektemtum – Panacea

Band di Montpellier che offre un’eccezionale prova a 360° di musica pesante, dal black al death, dal crust al groove metal, sempre diverso, sempre di ottima qualità.

Band di Montpellier che offre un’eccezionale prova a 360° di musica pesante, dal black al death, dal crust al groove metal, sempre diverso, sempre di ottima qualità. Panacea potrebbe essere la risoluzione a molti dei nostri mali, almeno di quelli musicali.

Dopo cinque anni di silenzio, e la separazione dal precedente cantante, i Sektemtum ritornano con una prova furiosa e magnifica, fatta di musica suonata con il cuore e lo stomaco, lanciandosi in uno stage diving lungo molta della musica pesante conosciuta.
E tutto funzione molto bene, con canzoni di attitudine hardcore, perché questi francesi hanno molto da dire e lo gridano forte. Vi è anche molta sofferenza, molto disagio accumulato e tirato fuori con questa catarsi musicale davvero molto interessante. Il disco è vario tanto da sembrare una compilation, ma non cade mai nella confusione o in strani cul de sac, scorrendo benissimo e facendo venire voglia di ripremere play, o di girare più volte il vinile.
Come tutte le opere è difficilmente catalogabile, e qui vi è la sua grandezza. Comandano i loro ascolti, le loro sensazioni, incidendo un disco composto quasi dal vivo con ottimi risultati. Istantanee di rabbia e vita.

TRACKLIST
1. Place à la Comédie
2. Ebony Grand Master
3. Direction Cataclysme
4. Empire
5. Pantheon
6. Le Crépuscule des Idoles
7. Bad Winds
8. Lord Hear Our Prayers
9. 218’
10. Subsonic
11. Zero Bravo
12. Panacea

LINE-UP
REL
REV3REND
SIX

SEKTEMTUM – Facebook

Havukruunu – Rautaa Ta Julta

Rutaa Ta Julta è un disco magnifico e magnificente, e i boschi finlandesi sanguinano ancora.

Quando arriva del metal dalla Finlandia difficilmente non è buono, e questo disco ne è la conferma.

Acciaio e fuoco, questa è la traduzione italiana del titolo, che rappresenta alla perfezione ciò che vuole dire il disco. Questo duo inanella un canzone clamorosa dietro l’altra parte, usando vari stili soprattutto il black metal, ma riuscendo a trasmettere veramente lo spirito del nero metallo. Ogni traccia è notevole, ogni giro di chitarra è buttato in faccia a chi ascolta, la batteria miete vittime, ma poi come estranei nelle radure ecco un lento giro di morte che si avvicina, per poi riprendere velocità.
Questo disco è il luna park per gli amanti del black, almeno per quelli con una mentalità vogliosa di assorbire vibrazioni leggermente differenti dalle solite. Rautaa Ta Julta è un disco magnifico e magnificente, e i boschi finlandesi sanguinano ancora.

TRACKLIST
1.Pakkanen
2.Rautaa ja Tulta
3.Musta Yö
4.Ne Salaperäiset
5.Valhallan Portit
6.Verta ja Tuhkaa
7.Maat Mennyttä Soi
8.Surmatuli
9.Joka Puun Takaa
10.Maan Alainen

LINE-UP
Humö – Voice, Bass Guitar.
Stefan – Voice, Guitars & Percussion

HAVUKRUUNU – Facebook

Briargh – Eboros

Il progetto Briargh è una limpida fonte di black metal e pagan, suonato con stile old school, forte e deciso che regala forti emozioni ad ascoltatori che cercano un certo tipo di emozioni.

Progetto personale di Erun, ex dei Crystal Moors, che con questo disco arriva alla tetrza uscita, proseguendo un discorso di recupero attraverso il black, il pagan ed il folk, delle radici celtiche della Cantabria, gran bella terra della penisola iberica.

Il progetto Briargh è una limpida fonte di black metal e pagan, suonato con stile old school, forte e deciso che regala forti emozioni ad ascoltatori che cercano un certo tipo di emozioni. Il disco non vive mai momenti di calma, o peggio, di noia. Moltissimi sono i riferimenti a gruppi o solisti del passato metal, poiché Erun aka Briargh ha solide fondamenta nella nera arte del metal. Dentro Eboros vi sono amore per la propria terra, ricerca di un essere diverso dalla attuale omologazione e soprattutto ottima musica. Vi è sempre una certa tensione, un continuo volo d’aquila su terre ancora invitte, in un tempo ed in una dimensione che non sono la nostra. Notevolissimo.

TRACKLIST
1.El Llanto del Bosque
2.Silom Sego
3.Sword of Woe
4.Dubos Etenos
5.Sun of the Dead
6.El Canto de las Anjanas (Pt II)
7.El Nubero de Samhain
8.Eboros – Epitome of Death

LINE-UP
Erun

MORBID SHRINE – Facebook

Cardinal’s Folly – Holocaust of Ecstasy And Freedom

Uno dei migliori album di doom classico dell’anno, confermando la netta supremazia finlandese nel campo.

Doom, classico senza fronzoli e da ascoltare a volumi criminali. Riffoni che colano dal grasso di un caprone mentre brucia, teste slogate dall’oscillare, tenebre e vizio, ecco ciò che offrono i Cardinal’s Folly nella loro terza uscita.

Questo è doom metal fatto bene e con tutti i crismi dell’ortodossia, ed in più c’è una classe abbastanza enorme. In tempi nei quali è sempre più difficile trovare un buon album doom classico, ecco arrivare questo Holocaust Of Ecstasy & Freedom, lento freddo eppure eccezionalmente caldo. Ci sono anche forti echi settantiani e un tocco di metallo tipicamente inglese che fa molto NWOBH. Insomma un’ottima opera, con un giusto bilanciamento fra accelerazioni, lentezza e pesantezza.
Uno dei migliori album di doom classico dell’anno, confermando la netta supremazia finlandese nel campo.

TRACKLIST
1.The Poison Test
2.Goats on the Left
3.Her Twins of Evil
4.Nocturnal Zeal (Winter Orgy)
5.Holocaust of Ecstasy & Freedom
6.Psychomania
7.La Papesse

LINE-UP
Mikko Kääriäinen – Bass, Vocals
Juho Kilpelä – Guitar
Joni Takkunen – Drums

CARDINAL’S FOLLY – Facebook

Wóddréa Mylenstede – Créda Beaducwealm

Questo è davvero un disco black metal al cento per cento, senza fronzoli e volontà di piacere.

Il black metal nasce nelle oscurità, trae linfa vitale dall’incontro con le tenebre, è quasi un dialogo con la nostra ombra.

Tra le tante cose che può essere il black metal vi è anche quella di musica ancestrale, di risveglio di antichi usi e credenze, che ci sono state tolte e cancellate per l’intervento di un qualcosa che non è mai stato completamente nostro. I Wóddréa Mylenstede sono un gruppo inglese proveniente dallo Yorkshire, e fanno un black metal grezzo, distorto e cantato in inglese antico. La lingua degli antichi inglesi era una lingua fortemente influenzata dall’occulto, dal rapporto che avevano i parlanti con uno o più mondi che non erano i nostri, ma che interagivano con noi. Gradualmente con la colonizzazione del cattolicesimo, esso stesso è diventato l’unico referente della gente, l’unica porta alla quale si doveva bussare per avere qualcosa. Invece vi sono alti mondi che premono e gli antichi inglesi lo sapevano benissimo. Nelle campagne dello Yorkshire si aggiravano e si aggirano tuttora strane creature, strani avvenimenti riportati da questo gruppo black metal odierno con una musica che sembra davvero provenire da un’altra dimensione, lamenti furiosi di voci distanti, il tutto con una musica marcia ed in bassa fedeltà che funzione benissimo. Il disco è oscuro, tormentato e fortemente underground e riporta il black metal dove deve stare, senza commercializzazione o hype. Antiche oscurità inglesi tornano nelle strade a loro care, richiamate dalla loro stessa lingua. Il mulino diabolico, questo vuol dire Wóddréa Mylenstede, ha scritto e cantato interamente il disco in inglese antico, e già solo per questo sono da premiare. In più questo è davvero un disco black metal al cento per cento, senza fronzoli e volontà di piacere. Il gruppo si era già segnalato per dei demo ma soprattutto con lo split con i portoghesi Black Cilice, che li aveva portati all’attenzione internazionale. Gli antichi stanno tornando.

TRACKLIST
1. Hreómóde Blódgéotend
2. Mearrweard Dócincel
3. Léafa Súslbana
4. Werbeámas Haeden Gilda
5. Beadurófan
6. Hygecraeft (Eardgiefu)