Fulci – Tropical Sun

L’album nel genere è uno dei più riusciti tra quelli ascoltati ultimamente in senso assoluto, quindi per tutti gli amanti del metal estremo il consiglio è di non perdere Tropical Sun, perché potrebbe rivelarsi una piacevole sorpresa.

Le sorprese non mancano di certo nell’underground metallico tricolore, anche quando si parla di metal estremo, come nel caso del brutal death offerto dai casertani Fulci.

Il trio, insieme dal 2013, arriva al secondo album tramite la Time To Kill Records intitolato Tropical Sun, ispirato dalla trama di Zombie 2, pellicola del grande regista Lucio Fulci da cui viene prevedibilmente tratto il monicker.
Quale argomento migliore se non gli Zombie ed il cinema horror/splatter per un sound di matrice brutal death? Infatti Tropical Sun risulta un gran bel lavoro, impreziosito da suoni sintetici che creano atmosfere terrificanti in un contesto brutale, tra accelerazioni e mid tempo, riff death metal e cascate di sangue che sporcano spartiti estremi di matrice Dying Fetus, Suffocation e Cannibal Corpse.
Con ritmiche perfettamente leggibili nel massacro perpetuato dagli affamati zombie e un songwriting che nel genere si dimostra vario e ben delineato, Tropical Sun si sviluppa in mezzora abbondante di ottimo brutal inframezzato da spezzoni vocali tratti dal film (uscito nel 1979) e da altre trovate tutte da scoprire.
L’album nel genere è uno dei più riusciti tra quelli ascoltati ultimamente in senso assoluto, quindi per tutti gli amanti del metal estremo il consiglio è di non perdere Tropical Sun, perché potrebbe rivelarsi una piacevole sorpresa.

Tracklist
01. Voodoo Gore Ritual (instrumental)
02. Tropical Sun
03. Apocalypse Zombie
04. Splatter Fatality
05. Matul Tribal Cult
06. Legion Of The Resurrected
07. Palms By The Cemetery
08. Witch Doctor (instrumental)
09. Genetic Zombification
10. Eye Full Of Maggots
11. Church Of The Undead
12. Blue Inferno
13. Immortality Virus (instrumental)
14. March Of The Living Dead (instrumental)

Line-up
Dome – Guitars, Synth
Fiore – Vocals
Klem – Bass

FULCI – Facebook

Relics Of Humanity – Obscuration

Obscuration è un ep che vale la pena non perdere se si è fan del brutal death di scuola statunitense, snodandosi in un quarto d’ora abbondante di efferatezze sonore degne dei gruppi storici della scena.

Nuovo ep all’insegna del più puro ed efferato brutal death metal da parte dei Relics Of Humanity, band attiva da più di dieci anni nella capitale bielorussa Minsk, in una terra ancora da scoprire del tutto in ambito metallico, ma che sa sempre regalare gradite sorprese.

Una manciata di demo ed un paio di full length (Guided by the Soulless Call del 2012 e Ominously Reigning upon the Intangible licenziato due anni dopo) è la discografia che porta in dote il gruppo, ora tornato a devastare i padiglioni auricolari dei fans del death più estremo e brutale con Obscuration, ep composto da sei tracce che formano un muro sonoro potentissimo costruito si mid tempo ed accelerazioni senza soluzione di continuità
Echi di Suffocation ed Immolation si rinvengono tra le partiture estreme di brani schiacciasassi come When Darkness Consumes God’s Throne e Legions Of The Unbowed, con i quali i Relics Of Humanity aggrediscono e travolgono con il loro tellurico sound.
Obscuration è un ep che vale la pena non perdere se si è fan del brutal death di scuola statunitense, snodandosi in un quarto d’ora abbondante di efferatezze sonore degne dei gruppi storici della scena.

Tracklist
1.Retson Retap
2.Ani Kihu Alamu
3.When Darkness Consumes God’s Throne
4.Whipping the Cursed
5.Legions of the Unbowed
6.Stench of Burning Heavens

Line-up
AJ – Vox
Pavel – Drums
Sergey – Guitrs
Pavel – Bass

RELICS OF HUMANITY – Facebook

Crepitation / Fetor – Onset of Horrendosity

Onset of Horrendosity ci presenta due realtà dell’underground estremo che rimangono ad uso e consumo dei fans più accaniti delle sonorità descritte.

La Deformeathing Production licenzia questo split in formato 7” ep/mcd dove per pochi minuti veniamo catapultati nel mondo splatter/gore del brutal death metal suonato dai polacchi Fetor e dai britannici Crepitation.

Un paio di brani sono a disposizione dei Fetor, quartetto attivo in quel di Varsavia da cinque anni e con un full length alle spalle intitolato Abandoned Hope, uscito nel 2016, uno split ed un live.
Brutal death metal tradizionale è quello che ci propone il gruppo, con lo stesso brano (Killing Her Softly) presentato nella versione classica ed in quella live, dimensione più consona al metal estremo dei polacchi.
I britannici Crepitation arrivano da Manchester, suonano devastante brutal/grindcore dal 2005 e hanno una discografia colma di split e demo ma con un solo lavoro sulla lunga distanza, The Violence of the Slams uscito nel 2015.
Più vicino al grind dei compagni di split, il gruppo di Manchester presenta tre brani nei quali grugniti animaleschi, ritmiche velocissime e mid tempo grondanti sangue formano un sound estremo di notevole impatto, ma nulla più.
Onset of Horrendosity ci presenta due realtà dell’underground estremo che rimangono ad uso e consumo dei fans più accaniti delle sonorità descritte.

Tracklist
1.Fetor – Killing Her Softly
2.Fetor – Killing Her Softly (live in Chorzów 2018)
3.Crepitation – Archaeological Clacker Valve Array
4.Crepitation – Perpetrators of Pre-Pubescent Porta-Potty Poo Pipe Punishment
5.Crepitation – Antiques Chodeshow

Line-up
Fetor:
Jacek Gut – Drums
Jakub Ryt – Guitars, Bass
Ojciec – Vocals
Bishop – Bass

Crepitation:
Mark Pearce – Vocals
Joe Mortimer – Bass
Joe Mawdsley – Drums
Chris Butterworth – Vocals
Trippy Pijin – Drums

FETOR – Facebook

CREPITATION – Facebook

Lividity – Perverseverance

Perverserance è caratterizzato da una raccolta di bombe sonore che non deluderanno affatto gli amanti del brutal death.

Per i fans del brutal death metal, fine anno in compagnia degli storici Lividity, gruppo dell’Illinois attivo dal lontano 1993 e con una discografia che oltre ad una marea di ep, split, live e compilation si avvale di cinque full length.

Un appuntamento da non perdere questo con la band statunitense, una vera macchina da guerra brutale e devastante che non perde colpi, almeno all’ascolto del nuovo lavoro intitolato Perverseverance.
Il quartetto di perversi serial killer provenienti da Decatur rilasciano tramite la Metal Age Productions questa tellurica raccolta di brani brutal/grind, una tempesta di blast beat, growl disumani e riff potentissimi, il tutto condito da un’insana voglia di sangue, torture e smembramenti dal depravato istinto sessuale.
Questo è il brutal death, prendere o lasciare, senza compromessi, più difficile da suonare di quanto si creda e perfettamente in grado di dire ancora la sua nel mondo del metal estremo, specialmente se a suonarlo è gentaglia come i Lividity.
Perverseverance è caratterizzato da una raccolta di bombe sonore che non deluderanno affatto gli amanti del genere.

Tracklist
1. Kill Then Fuck
2. The Pussy Horde
3. Meat for the Beast
4. Cumming With Labial Pulp
5. Whore Destroyer
6. Bitch Cunt Fuck
7. Violated in the Vatican
8. Parasitic Infestation
9. Something´s Dead
10. Tampered Flesh
11. Pussy Lover-Salvation
12. Perverseverance

Line-up
Von Young – Vocals, guitars
Dave Kibler – Guitars, vocals
Jake Lahniers – Bass, vocals
Garrett Scanlan – Drums

LIVIDITY – Facebook

Antipathic – Humanimals

Humanimals offre una mezz’ora di morte e distruzione ottimamente prodotta e suonata, assolutamente consigliata ai fans del genere per i quali i due musicisti sono vecchie conoscenze, alla luce del loro importante curriculum.

Gli Antipathic sono un duo estremo composto dal bassista e cantante italiano Giuseppe Tato Tatangelo (A Buried Existence, Glacial Fear e Zora tra gli altri) e Chris Kuhn, batterista e chitarrista americano (Human Repugnance) che un paio di anni fa hanno unito le forze sotto la bandiera del metal più estremo e brutale.

Dopo un ep di rodaggio intitolato Autonomous Mechanical Extermination, il duo torna a distruggere tutto con il nuovo album, composto da una dozzina di brani ed intitolato Humanimals.
Il brutal death degli Antipathic alterna disfacimenti sonori a velocità sostenuta e rallentamenti potentissimi, dense colate di metallica lava incandescente che confluiscono in un sound senza compromessi tra brutal, slam e grind.
Continua il predominio delle macchine sull’uomo, in un mondo dove l’umanità viene spazzata via da letali robot o resa schiava, con la band che crea colonne sonore violentissime descrivendone il massacro.
Humanimals offre una mezz’ora di morte e distruzione ottimamente prodotta e suonata, assolutamente consigliata ai fans del genere per i quali i due musicisti sono vecchie conoscenze, alla luce del loro importante curriculum.

Tracklist
1.Binary Extraction
2.Digital Damnation
3.Integers
4.Industrial Exorcism
5.Singularity
6.Failure Nodes
7.Abdication Through Transcendence
8.iscariot
9.Synesthesia
10.Neurotoxic Paralysis
11.The Inorganic repopulation
12.Cognitive Dissonance

Line-up
Tato – Bass, Vocals
Chris – Drums, Guitars

ANTIPATHIC – Facebook

Homo Macabrus – Homo Macabrus

Il musicista greco, ispirato e convincente, non lascia nulla al caso, le sue ispirazioni si perdono nella scena death metal e brutal e le tracce risultano una serie di mazzate dove gli ospiti al microfono non mancano di dare il loro prezioso contributo.

Sotto il monicker Homo Macabrus si cela il polistrumentista greco Teo Kakouris il quale, aiutato da un gruppo di vocalist della scena estrema mondiale (uno per ogni brano), ha dato vita a questo brutale lavoro omonimo.

Si tratta di un album di death metal violento ed appunto brutale, diviso tra devastanti e velocissime tracce e mid tempo potentissimi, nel quale gli otto vocalist si danno il cambio, dando vita ad un’opera varia e a suo modo affascinate.
Kakouris ha fatto le cose per bene, quindi vi troverete al cospetto di un’opera soddisfacente sotto tutti i punti di vista; il musicista greco, ispirato e convincente, non lascia nulla al caso: le sue influenze si perdono nella scena death metal e brutal e le tracce risultano una serie di mazzate dove gli ospiti al microfono non mancano di dare il loro prezioso contributo.
Da segnalare le notevoli Mental Disorder, con la presenza di Nathan Kleinclauss dei Voraphilya, e Misanthropy, dove a vomitare odio troviamo Supratim Sen degli immensi deathsters indiani Fragarak, ma è comunque tutto l’album che merita la giusta attenzione da parte dei fans di queste sonorità.

Tracklist
1. Stained By Blood
2. Bestial Savagery
3. Exctinction of Mankind
4.The Last Trace of Hope
5.Mental Disorder
6.Slaughter The Seeds
7.Misanthropy
8. Betrayed

Line-up
Teo Kakouris – Guitars/Bass/DrumProgramming/Mixing/Mastering

Guests
Amadeus Laub in Stained By Blood
Edwin Haroutonian (Nyctophile) in Bestial Savagery
Fabrizio Presente in Exctinction of Mankind
Katrin Brunier (Cyclocosmia) in The Last Trace of Hope
Nathan Kleinclauss (Voraphilya) in Mental Disorder
Christopher Roche (Möltar, ex-Aepoch) in Slaughter The Seeds
Supratim Sen (Fragarak) in Misanthropy
Cameron Aldrich in Betrayed

HOMO MACABRUS – Facebook

Geostygma – The Die Is Cast

Ritmiche intricate ma perfettamente leggibili, uno spirito estremo indomito che non lascia spazio a cedimenti ed ovviamente una grande tecnica strumentale fanno di questi quattro brani una partenza sorprendente per i Geostygma.

Venti minuti di musica tecnicissima, estrema e brutale è quello che ci propongono i francesi Geostygma con il loro primo ep autoprodotto composto da quattro brani molto interessanti.

Non si tratta solo di death metal tecnico per gareggiare con altre band della scena su di chi sia il più bravo, ma di metal estremo progressivo di indubbio valore, su cui il gruppo parigino punta per ottenere la giusta attenzione da parte degli appassionati, grazie ad un ottimo songwriting che si destreggia tra scale e saliscendi velocissimi e labirintici sui manici degli strumenti e un uso di growl e scream vario e personale.
The Die Is Cast parte a bomba con la spettacolare Enqweentine 2.0 e non si ferma più, passando per la prima traccia realizzata dal gruppo ed intitolata Fanatic’s Chant e la clamorosa Withering Breath.
Ritmiche intricate ma perfettamente leggibili, uno spirito estremo indomito che non lascia spazio a cedimenti ed ovviamente una grande tecnica strumentale fanno di questi quattro brani una partenza sorprendente per i Geostygma, che chiudono le ostilità con Formatted Rain, altro straordinario esempio del detonante sound presente su The Die Is Cast.
Consigliato agli amanti della parte più estrema del death metal e di chi non rinuncia all’ascolto di ricami tecnici di classe.

Tracklist
1.Enqweentine 2.0
2.Fanatic’s Chant
3.Withering Breath
4.Formatted Rain

Line-up
Kevin
Nikus
Bryan

GEOSTYGMA – Facebook

Benighted – Dogs Always Bite Harder Than Their Master

Furia, velocità violenza, ritmiche indiavolate, scream e growl direttamente dal buco più profondo dell’inferno creano un sound personalissimo e di una brutalità stordente, confermando i Benighted come un mostro metallico abominevole.

La Francia estrema non manca di stupire con band e album notevoli, sempre all’insegna di una qualità che stupisce sia per quanto riguarda i suoni death che quelli black metal.

I Benighted sono da considerarsi dei veterani della scena transalpina, essendo nati nel 1998 dall’unione di un manipolo di musicisti provenienti da band death e black come Dishumanized, Darkness Fire e Osgiliath: tali forze, unite, provocano una serie di terremoti brutal death che invadono il mercato dall’alba del nuovo millennio con il primo devastante lavoro omonimo per continuare la loro micidiale missione con altri sette full length, di cui Necrobreed risulta l’ultimo malefico parto dello scorso anno.
I cinque brutal deathsters transalpini tornano con questo nuovo macello sonoro composto da tre tracce inedite, la cover della storica Slaughter Of The Soul degli At The Gates e sei brani live, per un totale di trentatré minuti di brutal/grind/black/death metal entusiasmante.
Furia, velocità violenza, ritmiche indiavolate, scream e growl direttamente dal buco più profondo dell’inferno creano un sound personalissimo e di una brutalità stordente, confermando i Benighted come un mostro metallico abominevole.
Le sei tracce live, poi, confermano la bravura del gruppo in quel contesto, tanto che la voglia di vederli in un concerto, magari in qualche locale del nord Italia, aumenta man mano che la musica deflagra dalle casse dello stereo ormai allo stremo.
I Benighted sono una delle più convincenti realtà underground del metal estremo, non solo transalpino, fate vostro questo lavoro e non potrete fare a meno di recuperare anche gli album precedenti.

Tracklist
1.Teeth and Hatred
2.Martyr
3.Dogs Always Bite Harder than Their Master
4.Slaughter of the Soul (At the Gates cover)
5.Reptilian (live)
6.Cum with Disgust (live)
7.Spit (live)
8.Necrobreed (live)
9.Unborn Infected Children (live)
10.Foetus (live)

Line-up
Julien Truchan – Vocals (lead)
Emmanuel Dalle – Guitars
Fabien “Fack” Desgardins – Guitars
Pierre Arnoux – Bass, Vocals (backing)
Kévin Paradis – Drums

BENIGHTED – Facebook

Balance Of Terror – World Laboratory

I Balance Of Terror non conoscono limiti, sono brutali e feroci, passano con disinvoltura dal brutal death al grind, in un delirio metallico valorizzato a dovere da un’ottima produzione, che lascia percepire ogni sfumatura e nota di cui sono composte le sette tracce più intro presenti sull’album.

Questo devastante lavoro è stato licenziato lo scorso anno, ma la qualità altissima della musica prodotta dai francesi Balance Of Terror merita sicuramente di essere condivisa con i lettori dai gusti estremi della nostra webzine.

Il gruppo transalpino ha iniziato la sua estrema missione nel 2014 e World Laboratory rimane, per ora, l’unica testimonianza del massacro sonoro creato da questa mostruosa creatura.
Mezzora di death/grind tecnico e devastante, una bomba atomica che esplode e distrugge con il suo micidiale vento, formato da blast beat al limite dell’umano, uso della voce che passa dal growl profondo allo scream di matrice hardcore, fino alla timbrica gutturale e animalesca classica del grind e del brutal, con chitarre portate sulla soglia dell’implosione.
I Balance Of Terror non conoscono limiti, sono brutali e feroci, passano con disinvoltura dal brutal death al grind, in un delirio metallico valorizzato a dovere da un’ottima produzione, che lascia percepire ogni sfumatura e nota di cui sono composte le sette tracce più intro presenti sull’album.
Non c’è pace ne speranza per chi si imbatte in Gap o nella title track, i Balance Of Terror con questo ottimo lavoro corrono verso il disfacimento totale con una serie di mitragliate estreme da far impallidire Napalm Death, Brutal Truth e compagnia.

Tracklist
1.Intro
2.Gap
3.Erase
4.Intelligence Failure
5.Rest In Beast
6.Wave Of Panic
7.World Laboratory
8.Ecclesiastical Putridity

Line-up
Quentin Guilluy – Bass
Mat Trak – Drums
Gaz Oil – Guitars
Flo Butcher – Vocals
Jean Gui – Guitars

BALANCE OF TERROR – Facebook

Ossuary Anex – Holy Blasphemition

La band di Ufa votata ad un brutal death metal di matrice statunitense offre solo violenza e morte, scaricando male in musica, torturando strumenti, lacerando carni in un delirio di blast beat, rallentamenti quadrati , growl disumano e chitarre urlanti dolore.

Dieci anni sono passati da quando i russi Ossuary Anex hanno iniziato la loro devastante missione.

Attiva dal 2008 infatti, la band nel 2012 esordì con il full length Awakening, per poi tornare sul mercato due anni fa con il secondo lavoro sulla lunga distanza intitolato Mutilation Through Prayer.
Dieci anni festeggiati con un nuovo lavoro, Holy Blasphemition, ep composto da cinque devastanti brani di death metal brutale ed assolutamente vecchia scuola, un massacro senza compromessi che ovviamente ha nell’impatto la sua migliore arma.
Un’atmosfera cavernosa, un sound di matrice statunitense che evoca demoni e angeli morbosi in un contesto brutale, caverne inesplorate dove si respira a fatica e si rintanano orribili creature tenute a bada e poi scatenate da sanguinari sacerdoti del male.
Tutto questo viene espresso senza perdersi in inutili orpelli: la band di Ufa offre solo violenza e morte, scaricando male in musica, torturando strumenti, lacerando carni in un delirio di blast beat, rallentamenti, growl disumano e chitarre urlanti dolore.
Morbid Angel, Suffocation ed Incantation sono i gruppi da considerare come ispiratori per il quartetto russo, brutale e convincente fin dalle prime battute di questo pezzo di granito estremo.

Tracklist
1.Revelation Of The Inquisition
2.Divine Chastisement
3.Blasphemous Apparition
4.Werewolves in Cassocks (re-recorded)
5.Revelation Of The Inquisition (instrumental)

Line-up
Kirill – vocals
Max – guitars
Azamath – bass
Sergey – drums

OSSUARY ANEX – Facebook

Deicide – Overtures of Blasphemy

Dodicesimo album della storica death metal band floridiana, più brutale e tecnica che mai, a cinque anni di distanta dall’ultimo disco.

Tornano a farsi sentire i Deicide, ad un lustro di distanza da In the Minds of Evil, mentre tutto il loro catalogo 1990-2001 è ora in corso di riedizione e mentre sta per essere finalmente ristampato anche quanto fatto dagli Amon, nella loro poco nota ma interessante storia parallela.

Il nuovo disco della creatura del malefico Glenn Benton conferma, di fatto, in termini di sonorità la svolta impressa dopo Legion (1992): grande velocità, blast beats, scenari musicali (e lirici) estremi, produzione stellare e la conferma di quante e quali doti tecniche servano per suonare brutal death, soprattutto oggi. Basta ascoltare, al riguardo, songs come l’opener One With Satan, All That Is Evil, Seal the Tomb Below, il singolo Excommunicated o Crawled From the Shadows. Ma anche la seconda parte del CD, forte di brani quali Anointed in Blood, Defying the Sacred e Flesh Power Dominion non appare di certo da meno. Tutto è molto e volutamente old school – come nel caso degli Slayer, dei Cannibal Corpse, e dei ritrovati Morbid Angel – e la cosa non dispiace affatto. Senza dubbio, qualcuno potrà affermare che senza variazioni questo genere può risultare tedioso e ripetitivo, oppure che questo nuovo disco non aggiunge nulla di nuovo a quanto sinora fatto dai Deicide. In realtà, la band americana dimostra una volta di più integrità e coerenza artistiche. Che cosa si vuole che facciano? Che virino, di colpo, verso altri lidi? Che si rimettano in discussione, a ventotto anni dall’esordio? Sarebbe, a mio avviso, del tutto assurdo. I Deicide continuano a fare quello che meglio sanno fare, da sempre. Ed è per tale motivo che il loro pubblico li ama. Ricordiamo che quando i Morbid Angel si sono spostati verso un sound più industrial, con il controverso e discusso Illud Divinum Insanus, hanno finito soltanto per scontentare tutti: i vecchi fans si sono sentiti traditi e l’attenzione da chi ascolta generi (e suoni) più moderni non è arrivata. Anche per questo i Morbid Angel sono tornati alle origini, con il loro ultimo lavoro. Sono anche queste le ragioni che magari devono avere spinto i Deicide a confermare il loro profilo, sotto ogni punto di vista. Questo è il brutal death metal, di maestri che hanno fatto la storia, ed altro non ha senso chiedere o aspettarsi.

Tracklist
1- One With Satan
2- Crawled From the Shadows
3- Seal the Tomb Below
4- Compliments of Christ
5- All That Is Evil
6- Excommunicated
7- Anointed in Blood
8- Crucified Soul of Salvation
9- Defying the Sacred
10- Consumed By Hatred
11- Flesh, Power, Dominion
12- Destined to Blasphemy

Line up
Glenn Benton – Bass, Vocals
Steve Asheim – Drums
Kevin Quirion – Guitars
Mark English – Guitars

DEICIDE – Facebook

Deceptionist – Initializing Irreversible Process

Spettacolare esordio di una band laziale dedita a un brutal tecnicissimo e futuristico, zeppo di idee e soluzioni avveniristiche, davvero entusiasmante.

Con colpevole ritardo, recensiamo questo CD d’esordio di una band nostrana veramente fenomenale e preparatissima.

I romani Deceptionist – fondati da ex membri di Novembre, Hideous Divinity e dei Fleshgod Apocalypse – sono un vero e proprio super-gruppo (come si diceva una volta), che in (purtroppo) poco più di mezz’ora sciorina un techno-death brutale e pieno di soluzioni ed inserti di carattere industriale e cibernetico, che trova una perfetta controparte lirica nei temi trattati nei testi (biomeccanica e mutazioni umane). Di rado si esordisce con un capolavoro, ma questo è il caso, alla luce anche della caratura dei musicisti coinvolti. Le dieci tracce di Initializing Irreversible Process, spaziali e futuristiche, marziali e chirurgiche, sperimentali e pesantissime ad un tempo, incanteranno gli amanti di Atheist, primi Fear Factory, Necrophagist e ultimi Sadus. Siamo come detto a livelli di altissima qualità, con suoni pazzeschi, una produzione sopraffina (così vuole il genere, del resto) e capacità di scrittura – oltre che di esecuzione – nettamente al di sopra della media. Il discorso resta il solito: se fossero americani o tedeschi, riscontri ed attenzione sarebbero di altro segno. Ma siamo in Italia. Al di là di questo, comunque, i Deceptionist – che attendiamo fiduciosi e trepidanti a nuove ed ulteriori prove – sono un autentico spettacolo di valore internazionale, e non solo per chi ama il techno-brutal, l’industrial metal e il cyber-death mutante. Cangianti, cinematici e dai mille colori: da avere senza discussioni.

Tracklist
1. It’s Just Begun
2. Through the Veil
3. Quest For Identity
4. When Humans Began to Be Machines
5. Final Innovation / Automatic Time
6. The Confession
7. Irreversible Process
8. Sunshine
9. Industrivolutionaction
10. Operation Nr. 3

Line-up
Andrea Di Traglia – Vocals
Claudio Testini – Drums
Fabio Bartoletti – Guitars
Antonio Poletti – Guitars

Stefano Franceschini – Bass Section

DECEPTIONIST – Facebook

Phalloplasty/Slamophiliac – This Split Sucks

Due esempi di brutale violenza in musica, molto simili tra loro e quindi tutti e due da annoverare tra le proposte di nicchia del mercato estremo underground statunitense: per gli amanti dello splatter gore musicale questo dovrebbe risultare comunque uno split interessante.

La CDN Records, con questo violentissimo split ,ci presenta due one man band statunitensi dedite al brutal death metal e al gore grind: i Phalloplasty e gli Slamophiliac.

Quattro devastanti brani a testa per un concentrato di operazioni chirurgiche, violenze e torture varie, un decadente e brutale esempio di perversione in musica che ha in Zack “Plasty” Shaw, in arte Phalloplasty, il primo esempio di totale e folle decadimento.
Il polistrumentista proveniente da Las Vegas ha iniziato la sua attività nel 2010 ed in otto anni ha dato alle stampe tre lavori sulla lunga distanza più un buon numero di ep e split: il suo approccio al genere è malatissimo ed insano, con un brutal death metal dai rimandi grind e gore per un assalto frontale che risulta puro delirio estremo.
Non sfigura sicuramente al suo cospetto Darryn Palmer, alle prese con altri quattro esempi di assalto senza compromessi firmato Slamophilliac.
Nominare i titoli di questi quattro deliri, tra torture, arti tagliati e sangue a go go rimane superfluo, ed anche per gli Slamophiliac vale il discorso del suo compare di torture e violenze varie.
Attivo dal 2013, in meno di cinque anni il nostro torturatore seriale ha licenziato otto album di cui Slam Rehab è l’ultimo abominevole parto targato 2017, più una serie di split ed ep per una discografia davvero imponente visto il poco tempo trascorso.
Due esempi di brutale violenza in musica, molto simili tra loro e quindi tutti e due da annoverare tra le proposte di nicchia del mercato estremo underground statunitense: per gli amanti dello splatter gore musicale questo dovrebbe essere uno split interessante, mentre gli altri ne stiano alla larga per non dover raccogliere le proprie viscere sparse sul pavimento di una cantina dai muri color porpora.

Tracklist
1.Phalloplasty – A Glorious Symphony Of Grinding Teeth
2.Phalloplasty – Ball Peen 2017
3.Phalloplasty – Psychosomatic Putrification
4.Phalloplasty – The Architecture Of Suffering
5.Slamophiliac – Imprisoned Within Reflective Glass
6.Slamophiliac – Cadaverous Flesh Revered
7.Slamophiliac – Immersed in Fecal Opulence
8.Slamophiliac – Mallet

Line-up
Phalloplasty:
Zack “Plasty” Shaw – All Instruments

Slamophiliac:
Darryn Palmer – All Instruments

PHALLOPLASTY – Facebook

SLAMOPHILIAC – Facebook

Torn The Fuck Apart – A Genetic Predisposition To Violence

A Genetic Predisposition To Violence risulta un lavoro più che riuscito, nel quale si alternano con sagacia violenza e tecnica progressiva, senza rinunciare ad una melodica forma canzone che facilita l’ascolto anche a chi non è amante fedele del death metal più estremo.

A Genetic Predisposition To Violence è il quarto full length dei Torn The Fuck Apart, quartetto attivo da una quindicina d’anni nella scena estrema statunitense, condividendo diverse volte il palco con alcuni mostri sacri del death metal.

Questo ed una manciata di lavori di buona qualità fanno dei Torn The Fuck Apart un gruppo interessante, specialmente per gli amanti del death tecnico e dai rimandi brutal.
Gore a manetta, quindi, e tanta tecnica strumentale, fortunatamente mai fine a se stessa, anche per quanto riguarda questo nuovo album composto da dieci tracce che formano un massiccio esempio di metal estremo pregno di cambi di tempo, accelerazioni devastanti ed un mood progressivo che valorizza l’istinto violento e brutale che anima il gruppo americano.
I Torn The Fuck Apart hanno il pregio di non fermarsi alla sola violenza musicale, i brani sono tutti strutturati in modo che l’impatto venga alternato con l’uso di melodie chitarristiche di stampo prog/death, evitando il solito attacco frontale devastante abituale nel genere.
It Jammed The Woodchipper è il classico muro sonoro tecnico e brutale, un benvenuto nel mondo della band di Kansas City, che continua con la successiva Invitation Homicide.
Il crescendo progressivo è però in continua ascesa, e l’album prende una piega molto diversa dalle prime avvisaglie estreme, toccando corde atmosferiche già nella strumentale In The Confines Of Fear che funge da intro alla devastante e tecnicissima Dad’s Head For Dinner.
Il picco di questo lavoro arriva con il secondo brano strumentale dell’album, The Object Of Obsession traccia oscura e progressiva di stampo heavy metal, sorprendente nel contesto brutal death dell’album.
A Genetic Predisposition To Violence risulta perciò un lavoro più che riuscito, nel quale si alternano con sagacia violenza e tecnica progressiva, senza rinunciare ad una melodica forma canzone che facilita l’ascolto anche a chi non è amante fedele del death metal più estremo.

Tracklist
1.It Jammed The Woodchipper
2. Invitation Homicide
3.These Pliers Are Terrible For Pulling Teeth
4.In The Confines Of Fear
5.Dad’s Head For Dinner
6.Abhorrent Existence
7.Boiled, Chopped And Slopped
8.Collection Complete
9.The Object Of Obsession
10.Compulsion To Torture

Line-up
Mitchell – Bass
Jake Page – Drums
Michael langner – Guitars, Vocals
Nick Yeates – Guitars

TORN THE FUCK APART – Facebook

Necroexophilia – Intergalactic Armageddon

Intergalactic Armageddon è un album ad uso e consumo dei fans più estremisti, un macigno violento che tra veloci scorrerie ritmiche, cadenzate e malate cavalcate brutal, lascia qualcosa per quanto riguarda la produzione e in una formula ripetuta all’infinito.

L’invasione aliena di cui i Necroexophilia si fanno portavoce non è senza dubbio pacifica: le creature venute dallo spazio profondo hanno conquistato il pianeta e schiavizzato gli esseri umani, annientati da tanta violenza e crudeltà.

Il duo proveniente dagli States racconta le atrocità riservate agli uomini da parte degli alieni, una carneficina raccontata al suono brutale di un slamming death metal senza compromessi, dove il growl è un abominio vocale proveniente da un abisso in chissà quale sperduto pianeta.
Secondo full length, dunque, per questo duo formato da Tommy Rouse al microfono e Justin McNeil che si divide tra batteria e chitarra, attivo da quattro anni e con il debutto (Frantic Visions Of A Xenogod) licenziato nel 2014, anno di inizio dell’invasione aliena.
Brutal death metal e grind si fondono per portare dolore e morte tra un’umanità ormai allo stremo, i rumori gutturali che accompagnano la musica estrema del combo vomitano blasfemie e crudeli racconti di sofferenza, dall’intro Multiverse Demolishment, passando per le nove tracce che compongono Intergalactic Armageddon: un album ad uso e consumo dei fans più estremisti, un macigno violento che tra veloci scorrerie ritmiche, cadenzate e malate cavalcate brutal, lascia qualcosa per quanto riguarda la produzione e in una formula ripetuta all’infinito.
Vero che il genere è questo, ma il duo appare leggermente statico nel seguire le alterne atmosfere con l’album che fatica a decollare, risultando sufficiente solo per i gusti di qualche fan del brutal death.

Tracklist
1.Multiverse Demolishment
2.Amongst The Cosmic Carnage
3.Intergalactic Armageddon
4.Imploding Sphere Of Mass Deformation
5.Hyperspace Homicide
6.Interstellar Universal Overpopulation
7.Abysmal Empyreal Upheaval
8.Ebullism Asphyxiation
9.Erupting Seas Of Noxius Plasma
10.Quantum Catastrophe

Line-up
Tommy Rouse – Vocals
Justin McNeil – Drums, Guitars

NECROEXOPHILIA – Facebook

Carnal Decay – When Push Comes To Shove

Solo nove minuti di musica bastano per confermare l’ottimo livello raggiunto dai Carnal Decay, band magari poco conosciuta se non ai fans accaniti del brutal death meatl, ma meritevole di maggiore attenzione.

Attivi da una quindicina d’anni, i Carnal Decay sono una delle band di punta della scena svizzera per quanto riguarda le sonorità brutal death.

Una discografia che conta quattro full length, di cui l’ultimo You Owe You Pain uscito lo scorso anno, più un paio di lavori minori, ha contribuito ad accrescere la reputazione del combo che, anche con questi tre nuovi brani, conferma di essere una band in forma smagliante, compatta e perfettamente calata nei panni di caterpillar metallico.
Brani che non lasciano respiro, assolutamente granitici, costruiti come un muro invalicabile di note estreme, con le atmosfere che seguono i ritmi da carneficina metallica; da notare il grande appeal che sprigionano, a tratti esaltanti e spettacolari come Food For Thought, un monolite brutale che alterna potentissime parti cadenzate a violente ripartenze e cantata a due voci con l’ospite Igor Fil dei Katalepsy ad affiancare l’orco Michael Kern.
Non sono da meno la title track, che funge da opener al lavoro, e We All Be Red, altro brano violentissimo ma, grazie anche ad una produzione cristallina, assolutamente in grado di risvegliare antichi istinti omicidi.
Solo nove minuti di musica bastano per confermare l’ottimo livello raggiunto dai Carnal Decay, band magari poco conosciuta se non ai fans accaniti del brutal death, ma meritevole di maggiore attenzione.

Tracklist
1. When Push Comes To Shove
2. Food For Thought (feat. Igor Fil of Katalepsy)
3. We All Bleed Red

Line-up
Sebastian Mantel – Drums
Nasar Skripitskij – Bass
Isabelle Iten – Guitars
Michael Kern – Vocals

CARNAL DECAY – Facebook

Internal Suffering – Choronzonic Force Domination

Choronzonic Force Domination risulta un lavoro consigliato ai fans di Incantation, Morbid Angel, Decide e Immolation, nel caso se lo fossero perso al momento della sua prima uscita quattordici anni fa.

Giunge il momento della ristampa anche per i colombiani Internal Suffering e non poteva che riguardare il loro album migliore, quel Choronzonic Force Domination uscito nel 2004 per Displaced Records e prodotto nientemeno che da Erik Rutan (Morbid Angel, Hate Eternal, Ripping Corpse ed Alas).

Ovvio che, allora, la presenza di un protagonista così importante della scena estrema mondiale portasse un certo interesse nei confronti del gruppo da parte degli amanti del death metal più violento e brutale.
Interesse ben riposto visto il muro sonoro con cui gli Internal Suffering assaltano l’ascoltatore, un muro altissimo e spesso, invalicabile per chiunque non abbia confidenza con i suoni estremi.
Curato dalla Satanath Records, il ritorno sul mercato di Choronzonic Force Domination dimostra le capacità del gruppo colombiano, realtà di una scena conosciuta solo agli intenditori e messa in secondo piano dal sempre presente Brasile, quando si parla di metal sudamericano.
Si diceva del muro, altissimo ed invalicabile che i quattro brutali distruttori alzarono con questo lavoro che unisce una violenza sonora devastante ed un buona tecnica esecutiva, senza cedere di un passo in quanto ad impatto.
E qui emerge l’unico difetto riscontrato in Choronzonic Force Domination, essendo composto da tredici aggressioni sonore senza soluzione di continuità ma pure senza una minima variazione sul tema che possa dare quel tocco più vario e meno uniforme al lavoro.
Un dettaglio, per molti magari più che un semplice difetto, fatto sta che Choronzonic Force Domination risulta un lavoro consigliato ai fans di Incantation, Morbid Angel, Decide e Immolation, nel caso se lo fossero perso al momento della sua prima uscita quattordici anni fa.

Tracklist
1.Choronzonic Force Domination (I Am the Power 333 of the Tenth Aethyr!)
2.Summon the Gods of Chaos (Projected into the Abyss)
3.Across the Tenth Aethyr (Transcending into the Outerworlds)
4.Baphomet Invocation (Ancient Gods Return)
5.Legion (We, as One… Dominate!)
6.Dagon’s Rising (Macrocosmic Guardian of the Threshold)
7.Dispersion & Darkness (In the Outermost Abyss It Dwells)
8.Orbiting Chaosphere (Primal Chaos Manifestation)
9.Enter the Gate of Death (…into the Darkly Shinning World)
10.Internal Suffering – Enter The Gate Of Death (Original 1999 Version) [bonus track]
11.Internal Suffering – Choronzonic Force Domination (Rough Mix) [bonus track]
12.Internal Suffering – Summon The Gods Of Chaos (Rough Mix) [bonus track]
13.Internal Suffering – Thelemic Conqueror (Promo 2005) [bonus track]

Line-up
Fabio Marin – Vocals
Andres Garcia – Bass
Alex del Rey + Diego Alonso – Guitars
Wilson “Chata” Henao – Drums

INTERNAL SUFFERING – Facebook

Sangue Infetto – Slaughterhouse Corpse Party

Mortal Repulsion e le altre tre devastanti tracce non conoscono compromessi, i ritmi sono allucinanti, e le immagini che ci appaiono all’ascolto di questo manifesto di brutalità sono di un massacro senza soluzione di continuità.

Metal estremo in arrivo da Roma, città che ha una notevole scena brutal e grind core.

Questa volta parliamo di Sangue Infetto, one man band del musicista Michael Massimiliani, creatore di questo abominio in musica nel 2015 e con alle spalle già tre lavori autoprodotti.
Slaughterhouse Corpse Party è il nuovo ep di quattro brani licenziato dalla Hellbones Records: quattro spari brutal/grind, quattro violentissimi episodi che se ancora mostrano qualche pecca per quanto riguarda la produzione, convincono per la brutalità e l’impatto notevoli.
Il musicista capitolino è autore di una sorta di mattanza musicale: Mortal Repulsion e le altre tre devastanti tracce non conoscono compromessi, i ritmi sono allucinanti, e le immagini che ci appaiono all’ascolto di questo manifesto di brutalità sono di un massacro senza soluzione di continuità.
La batteria è un po’ troppo in evidenza rispetto agli altri strumenti, ma è una sorta di Gatling che spara migliaia di cartucce distruggendo tutto davanti a sé,  in un delirio di morte con l’aggiunta di un rantolante e micidiale growl.
Miscreation Of God, Hematophiliac ed Aborted Raw sono putride ferite dalle quali fuoriesce … Sangue Infetto.

Tracklist
1.Mortal Repulsion
2.Miscreation Of God
3.Hematophiliac
4.Aborted Raw

Line-up
Michael Massimiliani – Everything

SANGUE INFETTO – Facebook

Sodomized Cadaver – Verses Of Vorarephilia

I due ep uniti formano un gran bell’esempio di estremismo sonoro certamente ancorato alla tradizione, ma senza rinunciare ad una certa personalità.

Si entra nel fabbricato abbandonato dove il puzzo di morte e urina è forte quanto la sensazione di terrore profondo e glaciale ci paralizza gli arti inferiori al cospetto dello scempio di corpi di cui si sono resi protagonisti i Sodomized Cadaver, brutal death metal band proveniente dal Regno Unito.

Verses Of Vorarephilia non è un nuovo album, ma una compilation che racchiude i due mini cd fin qui registrati (Vorarephilia del 2014 e Verses Of Putridity licenziato due anni dopo) dal gruppo e che nella nuova veste formano un brutale esempio di death metal suonato molto bene e dalle ottime idee.
I Sodomizer Cadaver passano dal death metal old school al brutal, inglobando nella loro musica sprazzi tastieristici, outro di cori gregoriani e tanta tecnica mai fine a se stessa.
Ovvio che il genere è quello e blast beat, furia cieca, growl che farebbero scappare un killer seriale, sono il pane con cui la band accompagna il pasto cannibale, mentre i tempi medi offrono un accenno di respiro alla travolgente furia con cui i Sodomizer Cadaver si accaniscono sulle loro vittime.
Questa è una band interessante, che ha diviso i palchi con molti nomi altisonanti della scena brutal/grind/death metal come Brutal Truth, Cattle Decapitation, Exhumed,Cryptopsy e Malevolent Creation, e che oggi si prepara a tornare con il primo vero full length.
Se vi siete incuriositi cercatevi questa raccolta, potrebbere diventare il miglior modo per aspettare buone nuove dalla band.

Tracklist
1. Sodomized Intro
2. Cannibal Butcher
3. Torture
4. Tribunal Savagery
5. Visceral Shredder
6. Weapons of Mass Decomposition
7. Sodomized Outro
8. Skull Fracture Massacre
9. Half Dead Burial
10. Martyrdom
11. Vile Intercourse
12. Vampire of Düsseldorf
13. Rapid Guttural Disfigurement
14. Raped by Ebola

Line-up
Gavin Davies – Drums
Charlie Rogers – Bass
Ollie Jones – Vocals
Ryan Howes – Guitar

SODOMIZED CADAVER – Facebook

Dr.Gore – From The Deep Of Rotten

Pochi cambiamenti ma importanti, come una produzione più cristallina, portano ad un nuovo manifesto estremo targato Dr.Gore, sempre ai massimi livelli per esecuzione ed un songwriting che lascia trasparire una forma canzone ben delineata.

Torna il medico pazzo, il ferale serial killer con il camice verde che, a colpi di grind/brutal death metal, sevizia, seziona e tortura pazienti trasformati in vittime.

Con una storia lunga ormai sedici anni all’insegna del metal estremo, i Dr.Gore licenziano il loro terzo full length, From The Deep Of Rotten, nuova devastante opera di tortura e massacro che succede a Viscera, risalente ormai aquattro anni fa.
Pochi cambiamenti ma importanti, come una produzione più cristallina, portano ad un nuovo manifesto estremo targato Dr.Gore, sempre ai massimi livelli per esecuzione ed un songwriting che lascia trasparire una forma canzone ben delineata, su una struttura musicale violentissima e il perfetto connubio tra grind e brutal che, a mio avviso, è il marchio di fabbrica del gruppo romano.
Un sound quindi per niente scontato, alimentato da una ferocia senza pari ed una produzione all’altezza, fanno di queste nove efferatezze in musica un ottimo ritorno: il quartetto, attivo con gli stessi componenti di quattro anni fa (Alessio “Pacio” Pacifici al basso e voce, Luigi Longo e Marco Acorte alle chitarre e Massimo “Mastino” Romano alle pelli) risulta un mostro che fagocita orrore e lo risputa sotto forma di metal estremo da macelleria, devastante e sanguinolento.
Il bisturi taglia, le mani affondano nei ventri squarciati rovistando tra le budella mentre Brutal Carnage dà il via alle danze intorno ai cadaveri, lasciando che il rito del malatissimo dottore si concluda solo alle note finali di Reanimated Dead Corpse e passando per le mostruose Cannibal Grinder, la title track e Sound Of Your Screams.
Ormai considerati dei veterani della scena estrema tricolore, i Dr.Gore confermano il valore della propria proposta e lo stato di salute del metal estremo made in Italy.

Tracklist
1.Brutal Carnage
2.Cannibal Grinder
3.From The Deep Of Rotten
4.Necrodoctor
5.Apocalypse Of The Dead
6.Self Cannibalism
7.Sound Of Your Screams
8.Skinned Alive
9.Reanimated Dead Corpse

Line-up
Alessio Pacifici – Bass,Vocals
Luigi Longo – Guitars
Marco Acorte – Guitars/Vocals
Massimo Romano – Drums

DR.GORE – Facebook