TEMPLE OF BAAL/RITUALIZATION – THE VISION FADING OF MANKIND

Nel complesso lo split è uno dei migliori usciti nel 2011, e vale sicuramente l’acquisto anche per lo splendido artwork

Split fra due band estreme francesi sulla strada da tempo.

Gli approcci sono differenti, ma l’amore per le tenebre è lo stesso, e i Temple of Baal e i Ritualization sfornano una grande prova di aggressività e durezza. Iniziano i Temple of Baal con un death metal classico di matrice svedese, con una registrazione ruvida e molto molto viva. I Temple sono dei veterani della scena francese, e in questo split hanno registrato nuovamente una canzone del loro primo album, con il nuovo batterista Skum, che fa presagire grandi cose dal vivo. I loro 4 pezzi sono davvero una delizia per ogni palato death metal. A seguire i Ritualization ci danno dentro fin dal primo pezzo Ave Dominus, ma il Dominus in questione non è precisamente il papà di Gesù … I Ritualization sono maggiormente black rispetto ai Temple of Baal, ma hanno anche solide basi death metal, e il loro suono è floridamente vintage come per i loro conterranei e compagni di split. L’ultimo pezzo dei Ritualization è Devil speaks in tongue, una cover dei seminali Mortem, un gruppo peruviano che vale attente ricerche sulla rete. Nel complesso lo split è uno dei migliori usciti nel 2011, e vale sicuramente l’acquisto anche per lo splendido artwork di Christophe Jager.
Insomma la Francia continua a spaccare i culi in ambito metal, e non solo.

Tracklist:
1.Temple Of Baal – Ordeals Of The Void
2.Temple Of Baal – When Mankind Falls
3.Temple Of Baal – Slaves To The Beast
4.Temple Of Baal – Heresy Forever Enthroned
5.Ritualization – Ave Dominus
6.Ritualization – The Second Crowning
7.Ritualization – Devil Speaks In Tongues (Mortem Cover)

Necrodeath – Idiosyncrasy

“Idiosyncrasy” è un disco che ci consegna una band in ottima forma e nel pieno della propria maturità.

E’ stato veramente desolante constatare che diverse persone abbiano storto il naso a priori alla notizia che il nuovo lavoro dei Necrodeath sarebbe stato costituito da una suite di 40 minuti, per di più con una copertina con i nostri abbigliati in stile “Le Iene”.

Eppure dovrebbe essere noto a tutti, addetti ai lavori e non, che stiamo parlando di una band che per la propria storia, la perizia tecnica e le capacità compositive dei musicisti coinvolti, non ha certo bisogno di alcun beneplacito per discostarsi dalle consuetudini del metal estremo (al riguardo inviterei i più smemorati a ridare un ascolto ai due “Crimson” degli Edge Of Sanity…)
Del resto, fin dal magnifico album della rinascita “Mater Of All Evil”, edito nel 1999, Peso e compagni hanno avuto il merito di cercare ad ogni uscita nuove forme espressive pur senza snaturare la naturale componente black/thrash della loro proposta; va detto, onestamente, che non sempre i risultati sono stati all’altezza delle aspettative ma non è certo questo il caso di Idiosyncrasy , disco che ci consegna una band in ottima forma e nel pieno della propria maturità.
Come è facilmente intuibile, la scelta di presentare il disco sotto forma di un unico brano nasce dall’esigenza di fornire una struttura musicale adeguata ad un concept, che, in questo caso, verte sull’eterna dicotomia tra bene e male e sulla strada irta di difficoltà che deve percorrere ogni individuo alla ricerca della pace interiore; musicalmente ci troviamo dinnanzi ad una scrittura caratterizzata da una violenza disturbante, di sicuro nulla di noioso o di ridondante come magari temevano (o auspicavano…) le solite cassandre.
La caratteristica voce di Flegias, ideatore del concept, la terremotante base ritmica formata da Peso e G.L. e la riconosciuta tecnica chitarristica di Pier Gonella, sono messe al servizio di un album che necessita di diversi ascolti prima di far breccia nell’ascoltatore.
Forse sta proprio in questo aspetto la sola controindicazione riscontrabile nella scelta dei Necrodeath: non tanto a causa della sua limitata immediatezza o della conseguente assenza del caratteristico brano trainante quanto per la necessità di un ascolto integrale dell’intera opera per poterne cogliere in modo esauriente ogni sfumatura.
Ma, al di là questo inconveniente che è del tutto ascrivibile ad una scelta decisamente anti-commerciale, l’esperimento della band genovese può dirsi totalmente riuscito e non sono certo il solo a pensarla così a giudicare da questa recente dichiarazione rilasciata sul suo blog dal noto giornalista inglese Dom Lawson : “Ascoltate Idiosyncrasy, bevete grandi quantità di birra e fate finta che la collaborazione fra i Metallica e Lou Reed non sia mai esistita!”

Tracklist:
1. Part I
2. Part II
3. Part III
4. Part IV
5. Part V
6. Part VI
7. Part VII

Line-up:
Peso – Drums, Lyrics
GL – Bass
Pier Gonella – Guitars
Flegias – Vocals, Lyrics

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