Insonus – The Will to Nothingness

Gli Insonus esibiscono una vena fondamentalmente atmosferica, racchiusa in un sound cupo e al contempo melodico, nel quale il disperato abbandono del depressive lascia spazio ad una rabbia che diviene l’altra faccia di una stessa medaglia nel modo di elaborare il male di vivere.

Gli Insonus sono una nuova realtà black metal italiana, nata per volere di due musicisti abruzzesi, R. e A., quest’ultimo nome che chi frequenta il genere conoscerà quanto meno per il suo progetto L.A..C.K., uno dei migliori esempi nazionali di depressive.

Il duo, che si fa aiutare da altri due corregionali come HK (Eyelessight – drums editing) e Fulguriator (Selvans – chitarra acustica) esibisce una vena fondamentalmente atmosferica, come già fatto molto bene due anni fa con l’ep Nemo Optavit Vivere, racchiusa in un sound cupo e al contempo melodico, nel quale il disperato abbandono del depressive lascia spazio ad una rabbia che diviene l’altra faccia di una stessa medaglia nel modo di elaborare il male di vivere.
L’ovvio riferimento alla scena scandinava (nell’ambito della quale continuo a trovare in più di un caso gli Arckanum quale accostamento più attendibile, non fosse altro che per la comune capacità di esibire marcati tratti melodici senza perdere nulla in ruvidità e robustezza del sound) non rende affatto The Will to Nothingness un lavoro impersonale, perché i brani sono tutti molto solidi e dal potente impatto, contribuendo così a rendere la proposta sicuramente ben focalizzata ed avvincente.
Se le tracce I e II sono senz’altro due ottimi esempi di interpretazione del genere nell’ambito della tradizione, III si propone quale manifesto dell’album, con la sua ripresa della confessione di Antonius Block (dal capolavoro bergmaniano Il Settimo Sigillo) culminante nel momento in cui la Morte offre la logica soluzione ai tormenti del protagonista pronunciando la glaciale frase “non credi che sarebbe meglio morire “? Il tappeto sonoro che ne consegue e quello dal più elevato contenuto drammatico del lavoro, in grado di avvincere pur nella sua inusuale lunghezza di quasi dieci minuti.
Il resto di The Will to Nothingness continua a regalare un black metal di grande qualità e tensione (splendida e relativamente orecchiabile la traccia IV e molto varia e dal notevole crescendo la lunga e conclusiva VI) che si lega alla perfezione con testi che, ovviamente, non seguono l’abusato filone lirico satanista o antireligioso per dare spazio invece all’esplicito e doloroso disagio derivante dall’incapacità di trovare un senso logico e compiuto all’esistenza.
L’unione di una struttura musicale piuttosto legata alla tradizione, ma pervasa da un senso melodico spiccato, ad un comparto lirico di classica matrice depressive conduce ad un risultato davvero ottimo, confermando quello degli Insonus come uno dei nomi più interessanti in ambito nazionale.

Tracklist:
1.The Will To Nothingness I
2.The Will To Nothingness II
3.The Will To Nothingness III
4.The Will To Nothingness IV
5.The Will To Nothingness V
6.The Will To Nothingness VI

Line-up:
R. (Raven) – Lead and Rythm Guitars
A. (Acheron) – Vocals,Guitars,Bass,Programming,Mixing

Drums editing by HK
Acoustic guitars by Fulguriator

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