SHINING LINE

Ristampa del debut album su Street Symphonies Records

Street Symphonies Records è orgogliosa di annunciare il raggiunto accordo per la ristampa dell’omonimo debut album a firma Shining Line, con uscita prevista sul mercato per il prossimo 30 Settembre. Salito agli onori delle cronache nel corso del 2010 grazie ad un lussuoso cast comprendente più di trenta rinomati ospiti appartenenti alla scena rock melodica internazionale, il progetto AOR all-star creato dalla partnership artistica tra il drummer/songwriter Pierpaolo “Zorro” Monti ed il bass-player Amos Monti viene ora riproposto in una versione limitata da collezione di sole 500 copie, caratterizzata da artwork rinnovato (con rivisitazione grafica a cura di Antonella Astori) e l’aggiunta di una bonus track inedita non inclusa nella versione originale. Prodotto da Alessandro Del Vecchio (Revolution Saints, Hardline, Edge Of Forever) e mixato/masterizzato da Michael Voss (Casanova, Mad Max, Voices Of Rock) nei suoi Kidroom Studios in Germania, Shining Line rappresenta il primo tassello discografico di grande riscontro tra pubblico e critica nella carriera artistica di Pierpaolo “Zorro” Monti, distintosi poi successivamente per il proprio coinvolgimento in releases dal respiro internazionale come Charming Grace, Room Experience, e ultimo in ordine cronologico il debut album a firma Raintimes, la cui uscita è prevista sotto Frontiers Music S.R.L. Nel 2017.

Shining Line – Tracklist della ristampa Street Symphonies:

01. Highway Of Love (feat. Erik Martensson)
02. Amy (feat. Harry Hess)
03. Strong Enough (feat. Robbie LaBlanc)
04. Heaven’s Path (strumentale)
05. Heat Of The Light (feat. Robin Beck)
06. Can’t Stop The Rock (feat. Mikael Erlandsson)
07. The Meaning Of My Lonely Words (feat. Michael Shotton)
08. The Infinity In Us (feat. Michael Voss)
09. Still In Your Heart (feat. Bob Harris & Sue Willetts)
10. Homeless’ Lullaby (feat. Carsten “Lizard” Schulz & Ulrich Carlsson)
11. Follow the Stars (feat. Phil Vincent)
12. Unbreakable Wire (feat. Jack Meille, Bruno Kraler, Graziano De Murtas & Alessandro Del Vecchio)
13. This Is Our Life (feat. The Italian Rock Gang – BONUS TRACK ESCLUSIVA)
14. Under Silent Walls Part I – Blossom: From Night to Dawn (strumentale)
15. Under Silent Walls Part II – Alone (feat. Michael Bormann)
16. Under Silent Walls Part III – Overture: Death of Cupid (strumentale)

Haniwa – Helleven

C’è da divertirsi tra i meandri della musica degli Haniwa

Sotto l’etichetta di modern metal si nascondono molti modi di fare musica dura, le band che per semplicità vengono catalogate con questo appellativo molte volte hanno un bagaglio di influenze delle più disparate, che passano dal metal tout court, all’alternative, dall’industrial groove al prog, elaborando molte volte spartiti originali.

Certo, per i fans duri e puri o semplicemente poco inclini alle novità che in questi anni hanno fortunatamente rinfrescato il genere, l’imbastardimento delle sonorità classiche è visto come tradimento ad una formula che, sia chiaro, funziona ancora, ma che spesso ha bisogno di qualche scossone per non risultare piatta ed alla lunga noiosa.
Per gli amanti della musica dura, ma con i padiglioni auricolari sempre attenti alle nuove proposte, non mancano invece le proposte che dissetano la loro voglia di uscire dagli schemi.
Chiaro che i riferimenti vanno tutti aldilà dell’oceano e negli ultimi trent’anni di metal/rock, anche per questo trio fiorentino al debutto tramite la Qua’Rock con questo ottimo esempio di metallo pregno di sonorità moderne, amalgamate ad un tiro thrash metal, con riverberi progressivi ed un approccio alternativo.
Loro sono gli Haniwa e appunto questo Helleven è il primo lavoro sulla lunga distanza, dopo un primo ep che è servito per forgiare il sound, ora al massimo della sua potenzialità su questi undici brani.
David Degl’Innocenti, basso e voce, Angelo Colletti chitarre, Mr.Crini batteria, confezionano un lavoro molto interessante, partendo da una base thrash di stampo statunitense (Metallica) ma rivitalizzandolo con dosi massicce di moderno alternative rock, ed una vena progressiva e matura che avvicina il sound alle geniali schermaglie di Devin Townsend.
Un’attenzione particolare alle melodie, un cantato che alterna pura aggressione thrash e grinta rock e qualche passaggio estremo, sono le credenziali di Helleven, che non smette di tenerci incollati alle cuffie fino ai titoli di coda.
C’è da divertirsi tra i meandri della musica degli Haniwa: ritmi incalzanti, esplosive canzoni ricalcalcanti il mood moderno che ha infettato positivamente il thrash  e note destabilizzanti che passano con disinvoltura tra estremismo e voglie alternative.
Una bella bordata che ha nella title track, Volcano e Tides Of Time i suoi picchi, nonché esempi fulgidi del credo musicale del trio toscano, una realtà da seguire con attenzione.

TRACKLIST
01.No More
02.@daggers Drawn
03.Tomorrow
04.Think This
05.Volcano
06.Tides Of Time
07.Haniwa
08.Fire Eyes
09.Return To Obscurity
10.Suffer
11.Helleven

LINE-UP
Angelo Colletti -Guitars
David Degl’Innocenti -Bass and Vocals
Mr. Crini-Drums

HANIWA – Facebook

Abomination – Tragedy Strikes

Tragedy Strikes è la fotografia di un gruppo fondamentale del thrash mondiale nel suo momento migliore, con una prova maiuscola ristampata per la prima volta in 25 anni in vinile dalla Doomentia Records.

Secondo disco per gli Abomination di Chicago, precisazione quanto mai utile, poiché il nome è assai usato nel metal.

Dopo l’omonima opera del 1990, nel 1991 i nostri pubblicano questo disco,un manifesto del thrash metal con fortissime influenze hardcore. Questo disco è la produzione più arrabbiata e politica degli Abomination, cosa che poi il leader Paul Speckmann ripeterà con il suo gruppo successivo, i Master. Il thrash di suo è già un genere abbastanza politicizzato, anche a causa delle sue origini tra hardcore e metal venne usato per protestare. Questo disco in particolare è contro la politica estera del governo Usa. Erano i tempi della guerra nel golfo, ovvero una delle tante bugie raccontate dagli Usa al mondo per fare i propri interessi. Dopo quella guerra il nemico numero uno Saddam Hussein rimarrà tranquillamente al suo posto, ed il resto è storia nota e continua anche ai giorni nostri. Il secondo disco degli Abomination è un thrash hardcore più maturo e meglio prodotto rispetto al precedente, certamente più cupo e potente. Si sente che il gruppo è migliorato e più compatto, maggiormente convinto dei propri mezzi. Tragedy Strikes è la fotografia di un gruppo fondamentale del thrash mondiale nel suo momento migliore, con una prova maiuscola ristampata per la prima volta in 25 anni in vinile dalla Doomentia Records. Spicca anche l’acume politico dei testi di Speckmann, che non sapeva ancora però che il futuro sarebbe stato persino peggiore.

TRACKLIST
1. Blood for Oil
2. They’re Dead
3. Pull the Plug
4. Will They Bleed
5. Industrial Sickness
6. Soldier
7. Kill or Be Killed
8. Oppression

ABOMINATION

Hyaena – Metamorphosis Revisited

Metamorphosis torna in una nuova veste con suoni cristallini che mettono in risalto il metal classico del gruppo toscano

Gabriele Bellini oltre ad essere un grandissimo chitarrista, nonché attuale boss della Qua’Rock, è stato uno dei precursori della scena metal nazionale.

Nel 1985, insieme a Ross Lukather, fondò gli Hyaena dando alle stampe due anni dopo Metamorphosis, demo che incoronò la band come fulgido esempio italiano di New Wave Of British Heavy Metal, genere storico all’epoca ancora nelle preferenze dei fans.
In seguito il gruppo ebbe un discreto successo nel panorama progressivo con due splendidi lavori, The Ground, the Light, the Sound del 1992 e Scene, uscito nel 1995, ma il primo urlo metallico del gruppo rimane un piccolo gioiello che meritava sicuramente più attenzione da parte di fans e addetti ai lavori.
Negli ultimi tempi Gabriele e Ross (nel frattempo protagonisti nella scena metal nazionale con Death SS, Labyrinth, Athena, Ritmenia Zoo, Pulse-R, Shining Fury) tornano a far parlare della loro storica band e, unite le forze con la cantante Claire Briant Nesti e la bassista Isabella Ferrari, con la produzione di Giacomo Jac Salani fanno risplendere i sei brani che componevano lo storico demo, aggiungendovi la spettacolare cover di Phenomena dei Goblin.
Metamorphosis così torna in una nuova veste, con suoni cristallini che mettono in risalto il metal classico del gruppo toscano, in un’altalena di sfumature NWOBHM e metallo statunitense, con la chitarra di Bellini che taglia il ferro, chirurgica ed ispirata, l’ottimo lavoro di Lukater e della Ferrari nelle ritmiche, valorizzati poi da una prestazione di spessore dalla nuova vocalist, interpretativa e personale nella sua varia performance.
Metamorphosis parte forte con la title track, brano british al 100%, carico di adrenalina, con la sei corde che disegna teschi in cielo tra tuoni e fulmini, un mid tempo heavy metal esemplare.
Wrath Child corre via con ritmiche power, per poi rallentare e rientrare nei ranghi del classico metal ottantiano, epico e fiero, mentre No Man’s Land risulta un crescendo di tensione dove la prova della Nesti diventa sontuosa, marchiando a fuoco il brano con cori operistici presi in prestito dalla sua band, i power/prog metallers Inside Mankind.
Da Behind The Wall in poi il sound si sposta sul versante americano: il metal degli Hyaena, pur mantenendo un approccio europeo, si avvicina ai Riot di Mark Reale quali ispiratori di cavalcate metalliche urlanti come Kill Without Mercy e Screams For Savannah, mentre la già citata cover di Phenomena lascia in noi la speranza di rivedere il gruppo sul mercato con un lavoro di inediti.
I suoni old school, specialmente nell’underground, stanno piano piano tornando tra le preferenze degli ascoltatori e non è detto che ciò costitusica un passo indietro, anzi …

TRACKLIST
1. Metamorphosis
2. Wrathchild
3. No Man’s Land
4. Behind the Wall
5. Kill Without Mercy
6. Screams for Savannah
7. Phenomena

LINE-UP
Ross Lukather – Drums
Gabriele Bellini – Guitars
Isabella Ferrari – Bass
Claire Briant Nesti- Vocals

HYAENA – Facebook

FULL METAL JACK NIGHTS

Jack Rock Agency e Officine Sonore sono orgogliose di presentare le FULL METAL JACK Nights!
Dopo anni di florida collaborazione tra la rinomata agenzia di booking milanese e uno dei più affidabili locali rock/metal di Vercelli, tre nuove serate da non perdere!
Per un sabato al mese fino a fine anno, una unica parola d’ordine: metal e rock & roll.
Sul palco 6 band tra le più promettenti dal nostro panorama underground.

Sabato 22 Ottobre
Sixty Miles Ahead – Rock / Hard Rock
M.I.L.F. – Hard Rock

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Sabato 26 Novembre
Atlantic Tides – Alternative Rock
Overlaps – Alternative Rock

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Sabato 17 Dicembre
Brain Distillers Corporation – Hard Rock
Down The Stone – Hard Rock

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Officine Sonore si trova in Via Caduti Sul Lavoro 13 a Vercelli

NOISE POLLUTION

Il video di ‘MAD’, brano tratto dal nuovo album ‘Unreal’

I Noise Pollution hanno pubblicato il video di ‘MAD’, brano tratto dal nuovo album della band ‘Unreal’, in uscita il 14 ottobre su Scarlet Records.

Guarda il video qui:

I brani del nuovo album sono caratterizzati da una massiccia dose di groove e tanta melodia, con un approccio simile a quello di band come Five Finger Death Punch e Black Stone Cherry.

‘Unreal’ tracklist:
Breaking Down
MAD
Gone Forever
Shame
Unreal
God Of Sadness
Hole Inside Me
Two Faced
We Can’t Forget
Full Of Dreams

BLUES PILLS

Appuntamento all’Alcatraz di Milano mercoledì 19 ottobre

Dopo il successo dello scorso febbraio, i Blues Pills tornano in Italia per un’unica tappa del loro inedito Lady in Gold Tour mercoledì 19 ottobre all’Alcatraz di Milano. Un appuntamento che si preannuncia più che mai ricco: dopo la notizia che anche i Kadavar affiancheranno i Blues Pills in questo tour, ecco che la band svedese affida l’opening act agli Stay Train. I biglietti per il concerto sono disponibili sul circuito Ticketone e nei punti vendita Vivaticket.

Gli Stay Train nascono nel 2015 con l’idea di suonare in piccoli club cover di brani blues rock famosi, o meno famosi. Una piccola idea iniziale si è trasformata in un’avventura e, senza alcun tipo di pianificazione, le loro canzoni hanno preso forma tra Settembre e Dicembre 2015. Il tutto è culminato in una studio session nel Gennaio 2016 che ha dato vita al nuovo disco “Just ‘cause you got the monkey off your back doesn’t mean the circus has left town”.
Come il nome del tour suggerisce, I Blues Pills approderanno in Italia per presentare il loro secondo album in studio, Lady In Gold in uscita il prossimo 5 agosto per la Nuclear Blast Records/Warner. 10 nuove tracce per il quartetto americano-svedese-francese che, ancora una volta, ripropone un’intensa atmosfera rock, poderosa ma allo stesso tempo mainstream. La particolarissima copertina del disco porta la firma dell’artista olandese Marijke Koger-Dunham, già nota per i suoi lavori con Beatles, Cream e tante altre bands. I Blues Pills nascono nel 2011: la cantante Elin Larsson e il bassista Zack Anderson appena ventenni decidono di dare vita ad una nuovo esperienza musicale e in pochissimo tempo, ai due fondatori, si aggiungono il chitarrista Dorian Sorriaux e il batterista André Kvarnström. La band debutta nel 2014 con l’omonimo album “Blues Pills” (Nuclear Blast), che si posiziona al quarto posto in Germania e raggiunge la Top 20 in Svizzera, Austria e Finlandia. Sia in studio che live, il giovane quartetto crea un’atmosfera rock davvero unica e intensa, riportando il pubblico agli antichi fasti di Aretha Franklin, Fleetwood Mac, Led Zeppelin, Jimi Hendrix, Janis Joplin e Cream grazie alle trascinanti linee di basso e batteria insieme agli assoli di chitarra di Dorian Sorriaux, accompagnati dall’incredibile voce di Elin Larsson.

Hard rock band tedesca, che si è formata a Berlino nel 2010, i Kadavar hanno un sound un po’ retrò, con echi di rock psichedelico e stoner rock, è stato paragonato a quello di grandi band come i Led Zeppelin o i Black Sabbath. Il prossimo 21 agosto la Nuclear Blast Records rilascerà Berlin, terzo album della band che racchiude, in ogni linea e in ogni ritmo, ricordi indimenticabili e impressioni di un viaggio continuo. I Kadavar sono Christoph “Lupus” Lindemann (voce, chitarre), Simon “Dragon” Bouteloup (basso) e Christoph “Tiger” Bartelt (batteria).

www.bluespills.com
www.kadavar.com

BLUES PILLS + Kadavar + Stay Train
Lady In Gold Tour
Mercoledì 19 Ottobre 2016
Alcatraz, Milano – via Valtellina 25
Doors h. 18.30 / Inizio concerti h. 20.00
Biglietto: € 25,00 + prev.

Biglietti disponibili sul circuito Ticketone (www.ticketone.it) e nei punti vendita Vivaticket.

The Ghost I’ve Become – Hollow

Un lavoro fugace per durata ma prezioso per contenuti: The Ghost I’ve Become è un bellissimo monicker per una band la cui prima prova su lunga distanza potrebbe sconvolgere a breve le gerarchie del genere.

Hollow è un breve ep che costituisce il passo d’esordio dei finlandesi The Ghost I’ve Become.

Trattandosi di un lavoro immerso mani e piedi nel gothic death doom melodico, la provenienza geografica dei suoi autori rimanda automaticamente agli imprescindibili Swallow The Sun e susseguente genia, ma sarebbe riduttivo limitarsi a questo semplice paragone, specialmente quando il livello compositivo esibito è elevatissimo come in questo caso.
E’ da rimarcare, infatti, come la band proveniente dal nord della Finlandia (Oulu, nella parte alta del Golfo di Botnia) in questi intensi venti minuti metta a frutto sicuramente la lezione degli influenti connazionali, prendendo però anche il giusto dalla scuola americana (Daylight Dies) ed esibendo un gusto melodico ed una sensibilità di tocco che rimanda ai grandi Hamferð.
Ne consegue che, grazie a tale mirabile sintesi stilistica, questo breve ep si preannuncia come la probabile epifania di un’altra stella nel panorama del doom estremo: il quintetto finnico mette in mostra una tecnica solidissima, al servizio di uno stile compositivo che non prevede passaggi interlocutori ma soltanto momenti ricchi di malinconico pathos.
Da notare la presenza in line-up di Waltteri Väyrynen, giovane batterista che da quest’anno fa parte in pianta stabile niente meno che dei Paradise Lost, il che depone a favore di capacità tecniche oltre la media, ma i suoi compagni non sono affatto da meno, a partire dal bravissimo Jomi Kyllönen, a suo agio sia con evocative clean vocals che con un roccioso growl.
Un lavoro fugace per durata ma prezioso per contenuti: The Ghost I’ve Become è un bellissimo monicker per una band la cui prima prova su lunga distanza potrebbe sconvolgere a breve le gerarchie del genere.

Tracklist:
1.Forever Gone
2.Cold, My Sweet Delight
3.Behind the Curtain

Line-up:
Vocals – Jomi Kyllönen
Guitars – Lauri Moilanen
Guitars – Joonas Kanniainen
Bass – Aku Varanka
Drums – Waltteri Väyrynen

THE GHOST I’VE BECOME – Facebook

Sabaton – The Last Stand

L’epicità valorizzata da orchestrazioni melodiche sopra le righe, la fierezza e l’impatto uniti ad un approccio da true defenders sono ancora ben in vista nel sound del battaglione Sabaton.

Tornano i guerrieri di Falun con l’ottavo lavoro sulla lunga distanza di una carriera che li ha visti arrivare fino ai vertici nelle preferenze degli amanti del power metal epico e, in questi anni di suoni moderni e contaminazioni varie che imbastardiscono (spesso con ottimi risultati, chiariamolo) il nostro amato metal, non è cosa da poco.

La band svedese si è appunto costruita una reputazione che solo i gruppi con una marcia in più e benedetti dal dio metallo possono vantarsi d’avere, e poco conta se questo The Last Stand dividerà la critica e forse i fans, l’epicità valorizzata da orchestrazioni melodiche sopra le righe, la fierezza e l’impatto uniti ad un approccio da true defenders sono ancora ben in vista nel sound del battaglione Sabaton.
Un album scritto per intero in tour, con una miriade di date live che hanno tenuto la band in giro per il mondo praticamente dall’uscita del precedente Heroes, non hanno minato lo spirito con cui i Sabaton si approcciano al power metal epico con cui sono diventati uno dei gruppi più amati e seguiti della scena, confermato da un’opera che se lascia qualcosa indietro per quanto riguarda furia e durezza metallica, si impreziosisce valorizzando l’aspetto melodico.
Peter Tägtgren ha prodotto l’album, una garanzia per la qualità dei suoni di The Last Stand, che letteralmente esplodono metallici e sontuosamente orchestrali, attraversando i secoli tra scontri e battaglie vissute in diverse epoche storiche.
Dai 300 guerrieri di Sparta, alla prima guerra mondiale, dalla Scozia dei clan (Tunes Of War docet), ai samurai nel Giappone degli imperatori, The Last Stand trascina in epoche e fatti dove i comuni denominatori sono sangue e valore, eroi vincenti o sconfitti, sempre sotto il segno dei guerrieri di Falun.
Se il sound del gruppo aveva bisogno di una rinfrescata, l’uso più marcato delle melodie ed un’occhiata all’hard rock (che ricordo in Svezia è tradizione, ancora prima del successo dei suoni estremi), direi senz’altro che la band ha raggiunto il suo scopo, forte di brani dal grande appeal (su tutti la splendida Blood of Bannockburn), non facendo mancare gli inni epici per cui sono diventati famosi e che già dall’opener Sparta faranno crogiolare i vecchi fans della band.
I cori vi inviteranno come sempre ad urlare al cielo la vostra fiera appartenenza al popolo metal, le tastiere di scuola hard rock smuoveranno i vostri fondo schiena, le ritmiche faranno sbattere le vostre teste e le asce sanguineranno quando entreranno nel petto del nemico.
Da un album del genere pretendere di più è puro eufemismo…

TRACKLIST
1. Sparta
2. Last Dying Breath
3. Blood of Bannockburn
4. Diary of an Unknown Soldier
5. The Lost Battalion
6. Rorke’s Drift
7. The Last Stand
8. Hill 3234
9. Shiroyama
10. Winged Hussars
11. The Last Battle

LINE-UP
Joakim Brodén-Vocals
Chris Rörland-Guitars
Pär Sundström-Bass
Hannes Van Dahl-Drums

SABATON – Facebook

Höllenbriada – Harte Zeit

La più scatenata quarantina di minuti da un po’ di tempo a questa parte, tra hard rock, una spruzzata di metallo stradaiolo e chorus da urlare a squarciagola.

Se per voi Axel Rose negli Ac/Dc ci sta come i cavoli a merenda, se gli ultimi album dello storico quintetto australiano sono stati solo mere operazioni commerciali per portare la band in tour, lasciate davanti all’ufficio dell’Inps i fratelli Young ed abbracciate i bavaresi Höllenbriada, un gruppo di irriverenti rockers tedeschi che se musicalmente non si allontanano dalla band di Highway To Hell, ne modernizzano il sound e soprattutto cantano in tedesco.

Ne esce un album divertentissimo, puro hard rock irrefrenabile di cui diventa davvero difficile fare a meno.
Certo, l’originalità sta tutta nel cantato in lingua madre del gruppo di Dani Zizek, chitarrista con un passato in una cover band (indovinate un po’?) degli Ac/Dc, ma al netto di questo fattore Harte Zeit risulta un album molto trascinante.
Birra a fiumi, seni prosperosi di bionde valchirie alte due metri e via verso la più scatenata quarantina di minuti  da un po’ di tempo a questa parte, tra hard rock, una spruzzata di metallo stradaiolo e chorus da urlare a squarciagola, anche se il tedesco non è poi così semplice da memorizzare, ma chi se ne frega, qui ci si diverte alla grande.
La title track singolo dell’album, l’incendiaria Wenn Du Moanst, il blues strascicato di Alls Verloarn ed il rock’n’roll di Morga Friah Is d’Nocht Vorbei sono solo alcune delle adrenaliniche tracce di questa botta di vita che non fa prigionieri e regala finalmente un po’ di sano hard rock come il diavolo comanda.
Detto che la produzione è perfetta per far esplodere i brani e la voce particolare di Boris Scheifele, sommata alla lingua tedesca, non fa che rendere il tutto ancora più irriverente e sfrontato, consiglio di non perdervi per nulla al mondo questo lavoro, non ve ne separerete per molto, molto tempo.

TRACKLIST
1.Harte Zeit
2.So A Dog
3.Z’east a halbe
4.Wenn du moanst
5.Alls verloarn
6.Höllenbriada
7.Ja woher
8.Schwarzer Finger
9.Morga friah is d’ Nacht vorbei
10.Auf geht’s prost
11.Niedergschlong

LINE-UP
Boris Scheifele – Bass, Vocals
Dani Zizek – Guitars, Vocals
Markus Heilmeier – Guitars
Tobias Sailer – Drums

HOLLERBRIADA – Facebook

Morbo / Bunker 66 – Into The Morbo Bunker

Uno split che dura poco, ma che in dodici minuti esprime più cose che alcuni dischi doppi, con un fantastico thrash cupo.

Split programmatico di cosa potete aspettarvi dalla Doomentia Records: thrash metal fuori moda e come se piovesse.

In questo split uniscono le forze gli italiani Morbo e Bunker 66, per dodici minuti di thrash a centomila all’ora, fuori moda e potentissimo. Queste band sono due grandissimi gruppi underground che fanno musica per chi vuole sentirla senza voler piacere a nessuno. I Morbo propongono un thrash più orientato verso il death,di notevole effetto con una produzione che lascia il giusto spazio al suono vintage. Ascoltandoli sembra di tornare a quei dischi di gruppi americani anni novanta a cavallo tra thrash e death, ma i Morbo da Roma sono anche meglio. Le scelte all’interno delle loro canzoni sono tutte azzeccate, e vanno come dei treni.
La seconda parte dei questa associazione a delinquere sono i siciliani Bunker 66, che saranno già sicuramente noti a chi ama un metal grezzo totalmente anni ottanta. I Bunker 66 hanno visto il ritorno del loro cantante originale Schizo, e questa è la loro prima registrazione assieme dopo il ritorno. Il loro suono in questi due pezzi si avvicina ancora di più all’hardcore e al thrashcore anni ottanta e novanta. Il loro suono è sempre assai notevole, e a mio modesto avviso sono uno dei gruppi migliori nel settore. Uno split che dura poco, ma che in dodici minuti esprime più cose che alcuni dischi doppi, con un fantastico thrash cupo. Musica grezza, metallica e incredibilmente bella, per metalliche teste malate.

TRACKLIST
1. Morbo – Per Legem Mortuorum
2. Morbo – Cross Tormentor
3. Bunker 66 – The Merciless March
4. Bunker 66 – The Force

LINE-UP
Bunker 66
Damien Thorne – Bass, Vocals
Desekrator of the Altar – Drums
Bone Incinerator – Guitar

Morbo
Mirko – Vocals
Andrea – Guitars

DOOMENTIA – Facebook

Rosàrio – And The Storm Surges

And The Storm Surges è un album dal taglio internazionale, ben curato in ogni dettaglio e superiore alla media, nonostante sia inserito in un genere che da anni regala enormi soddisfazioni in termini qualitativi.

Dalla collaborazione di una manciata di etichette indipendenti esce il secondo lavoro dei Rosàrio, band padovana di stoner psichedelico dall’alto voltaggio.

Il gruppo, nato appena tre anni fa e, come detto, già alla seconda opera sulla lunga distanza è una delle migliori realtà nel panorama stoner metal nazionale, confermata da questo monumentale lavoro, non facile da assimilare ma molto suggestivo.
Dimenticatevi le semplici sonorità tanto in voga negli ultimi tempi, il quintetto nostrano ci invita ad un viaggio nella storia dell’evoluzione dell’uomo come individuo, a colpi di stoner metal violentato da sonorità che passano dal doom/sludge al rock psichedelico, colmo di chitarroni saturi ed atmosfere intimiste, in un susseguirsi di parti rallentate ed esplosioni di watt potentissime.
Ben interpretate da una voce calda e ruvida le tracce si danno il cambio, instancabili, mantenendo la tensione elettrica molto alta con picchi di travagliata drammaticità, come il percorso dell’individuo che da semplice coscienza di sé passa ad un paradigma di onnipotenza creativa (come descritto dalla stessa band).
Dicevamo, non semplice da assimilare ma molto affascinante, And The Storm Surges con il suo lento incedere si trasforma in un lungo e tormentoso viaggio verso la consapevolezza, con il gruppo che sottolinea questa metamorfosi con violenti cambi di umori musicali, in un continuo saliscendi tra monolitiche parti doom e rabbiose sfuriate alternative/stoner, ricoperte da un sottile strato psych che eleva di molto l’appeal malsano e fumoso di brani come Drabbuhkuf e le bellissime Canemacchina e Dawn Of Men.
Il viaggio si conclude con il piccolo capolavoro And Then… Jupiter, brano super stonato e che si rivela come una ipotetica jam tra Kyuss e Tool, straordinaria conclusione di un lavoro alquanto maturo.
And The Storm Surges è un album dal taglio internazionale, ben curato in ogni dettaglio e superiore alla media, nonostante sia inserito in un genere che da anni regala enormi soddisfazioni in termini qualitativi.

TRACKLIST
Side A – Creak
1- To Peak And Pine
2- Drabbuhkuf
3- Vessel Of The Withering
Side B – Harvest
4- Livor
5- Radiance
Side C – Bedlam
6- I Am The Moras
7- Canemacchina
Side D – Sunya
8- Dawn Of Men
9- Monolith
10- And Then… Jupiter

LINE-UP
Nicola Pinotti- Guitar
Fabio Leggiero-Bass
Alessandro Magro-Vocals
Riccardo Zulato- Guitar
Alessandro Bonini-Drums

ROSARIO – Facebook

DESTRAGE

‘A Means To No End’ Release Party – 28 Ottobre al Magnolia di Milano

I DESTRAGE sono pronti per celebrare con tutti voi la pubblicazione del loro nuovo album “A Means To No End”. L’appuntamento è per il 28 Ottobre al Magnolia di Segrate (MI) per un imperdibile RELEASE PARTY!

Il nuovo album della band uscirà ancora una volta per Metal Blade Records, il prossimo 21 Ottobre, anticipato dal singolo “Symphony Of The Ego” – > Lyric Video:

DESTRAGE “A Means To No End” Release Party
Magnolia, Segrate (MI)
Venerdì 28 Ottobre

Apertura porte: 20:00
Inizio concerti: 21:00

Ingresso
10€ + diritti di prevendita
13€ in cassa

Biglietti in vendita dalle ore 11:00 di mercoledì 21 settembre su circuito Mailticket e Ticketone

Evento FB

A breve verranno annunciati anche i guest dell’evento.

“A Means To No End” è il quarto studio album dei Destrage e si presenta come un grande passo in avanti nel sound della band. Le parole di Matteo Di Gioia: “Abbiamo sfidato noi stessi senza abbandonarci a ciò che sappiamo di poter fare. Questa volta volevamo scrivere un album compatto”. Questo nuovo capitolo segue il successo di “Are You Kidding Me? No.” del 2014 che ha proiettato la band tra le eccellenze del metal mondiale. “La cosa peggiore che possa accadere a una band è quella di diventare l’ombra di se stessa. Sapevamo che ogni possibile ripetizione di “Kidding” sarebbe stata disonesta. Quindi abbiamo preso un’altra via, concentrandoci su ciò che sentivamo in quel momento. Un album è, prima di tutto, un ritratto di famiglia, un racconto del proprio tempo”.

LEVANIA

Disponibili da oggi il singolo e il video ufficiale “Memory” dei Levania!

I Levania sono orgogliosi di annunciare che da oggi il brano “Memory” è disponibile su tutte le piattaforme digitali via Wormholedeath/The Orchard. In contemporanea esce anche il video ufficiale del singolo.

“Memory”

https://www.youtube.com/watch?v=c0YJHBvz6uU

FLESHGOD APOCALYPSE

Concerto a Perugia e registrazione nuovo video

FLESHGOD APOCALYPSE
9 Ottobre – Concerto a Perugia e registrazione nuovo video

Siamo orgogliosi di annunciare che durante il “King Italian Tour”, e precisamente domenica 09 Ottobre 2016 all’Afterlife Live Club di Perugia, i FLESHGOD APOCALYPSE gireranno il loro prossimo videoclip ufficiale! Le riprese verranno effettuate durante lo show posticipato a Domenica 09 (da Sabato 08) proprio per permettere la registrazione del video.

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La parola ai Fleshgod Apocalypse: “Non c’è modo migliore per rendere omaggio alla città in cui abbiamo mosso i nostri primi passi come band, e ringraziare tutti coloro che sin dagli esordi ci hanno supportato. Sarà una serata davvero speciale, un evento in cui tutti voi sarete protagonisti e che lascerà il segno.”

Inoltre, all’ingresso troverete un book in cui, chiunque vorrà, potrà scrivere il proprio nome che comparirà, insieme a quello degli altri partecipanti, tra i credits alla fine del video.

FLESHGOD APOCALYPSE – Full Show + Registrazione Videoclip

Domenica 09 Ottobre @ Afterlife Live Club, Perugia

Ingresso ore 20:30

Inizio concerto ore 21:30

Ingresso 10€

Evento FB: https://www.facebook.com/events/292244644477203/

Annunciamo inoltre un altro aggiornamento relativo al King Italian Tour. La data del 28 Ottobre, inizialmente prevista a Gorizia, si terrà invece a Mortegliano, in provincia di Udine, presso il Nest of Fest c/o Festaintenda

Di seguito tutte le date del King Italian Tour

SETTEMBRE

Venerdì 30 – MODENA – Modena Metal Ink – Evento FB

OTTOBRE

Venerdì 07 – CALENZANO (FI) – Cycle – Evento FB
Domenica 09 – PERUGIA – Afterlife – Evento FB
Giovedì 13 – NAPOLI – tba – Evento FB
Venerdì 14 – ROMA – Traffic – Evento FB
Sabato 15 – PINARELLA DI CERVIA (RA) – Rock Planet – Evento FB
Giovedì 20 – RANICA (BG) – Druso-Fosch Fest Winter Party – Evento FB
Venerdì 21 – SAN DONA’ DI PIAVE (VE) – Revolver – Evento FB
Sabato 22 – BORGO PRIOLO (PV) – Dagda Club – Evento FB
Giovedì 27 – TORINO – Cap 10100 – Evento FB
Venerdì 28 – MORTEGLIANO (UD) – Nest Of Fest-Festaintenda – Evento FB
Sabato 29 – BRUNICO (BZ) – tba/tbc – Evento FB
Domenica 30 – COLLEVORVINO (PE) – Hi Hat Play – Evento FB
Lunedì 31 – BARI – tba – Evento FB

Eventi e Prevendite a brevissimo.

info booking: booking@baganarock.com
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In The Woods… – Pure

Gli In The Woods… sono nuovamente tra noi, differenti forse, ma sempre capaci di esprimersi ad un livello qualitativo sconosciuto ai più.

A metà degli anni ’90, nel pieno dell’ondata black che arrivò a stravolgere buone e cattive abitudini del metal estremo, apparvero più o meno dal nulla gli In The Woods…, band che dal genere prendeva certamente le mosse per spingersi senza porsi troppi limiti verso orizzonti psichedelico progressivi che, solo in seguito, troveranno un certo successo grazie a nomi quali Arcturus, Ulver e Solefald.

Heart Of The Ages (1995) e il successivo Omnio (1997) furono dei veri fulmini a ciel sereno che arrivavano a dimostrare quanto quella genia di musicisti non fosse in grado di farsi notare solo per un’urgenza espressiva selvaggia, che spesso trovava sfogo anche al di fuori del campo artistico, ma avesse in nuce le stimmate di un talento e di un potenziale innovativo che sarebbe emerso negli anni a venire.
Un meno brillante Strange in Stereo, nel 1999, pareva aver segnato la fine di usa storia trascinatasi fino all’uscita del live del 2003, andando a collocare gli In The Woods… nell’affollato novero delle band di culto, quelle capaci di restare impresse nell’immaginario degli ascoltatori pur avendo dato il meglio in una manciata di dischi racchiusa in un breve spazio temporale.
E invece, neppure gli In The Woods… si sottraggono alla tentazione della reunion, che vede alle prese tutti e tre i fondatori (i fratelli Botteri e Anders Kobro) raggiunti dal muscista inglese James Fogarty alias Mr.Fog.
Veniamo al dunque, quindi, parlando del nuovo album intitolato Pure: l’ispirazione pare non essere stata annacquata dal trascorrere del tempo, ma appare evidente quanto questo lavoro sia in qualche modo più fruibile rispetto ai capolavori di metà anni ’90, pur mantenendo intatta l’attitudine avanguardista della band norvegese.
Non che questo sia un male, chiariamolo: Pure è davvero un bellissimo disco, che in oltre un’ora di durata va a lambire tutte le sfumature sonore alle quali i nostri ci avevano abituato ma, tenendo conto dell’evaporazione dell’effetto sorpresa che esaltava i contenuti di Heart Of The Ages ed Omnio, va letto in un’ottica diversa rispetto al passato.
L’errore più grande che può commettere chi ha amato quei lavori è attendersi da questa nuova uscita, targata Debemur Morti, qualcosa di simile per freschezza e potenziale innovativo: gli In The Woods…, contrariamente alle attese, vanno molto più diretti alla ricerca dell’obiettivo, raggiungendolo tramite brani intrisi di splendide melodie, alternate a qualche robusta accelerazione che non va però ad incrinare un substrato fondamentalmente progressive, al quale il retaggio black dona quel velo di oscurità e malinconia che rende magnifica più di una traccia.
Emblematica sicuramente la trascinante title track, posta in apertura, che trova subito un suo possibile contraltare nella cupezza della successiva Blue Oceans Rise; i rallentamenti ai confini del doom di The Recalcitrant Protagonist e l’intensità di Cult Of Shining Stars sono anch’essi segni indelebili di una classe che non è andata perduta ma, se persistessero ancora dei dubbi, i venticinque minuti conclusivi rimarcano quanto questa band alla fin fine ci sia mancata, perché le splendide e suadenti atmosfere del lungo strumentale Transmission KRS ed il crescendo evocativo di This Dark Dream e Mystery Of The Constellations non sono un qualcosa che possa uscire dalla penna di musicisti appena nella media.
Siamo nel 2016, gli In The Woods… sono nuovamente tra noi, differenti forse, ma sempre capaci di esprimersi ad un livello qualitativo sconosciuto ai più. Bentornati.

Tracklist:
1.Pure
2.Blue Oceans Rise (Like A War)
3.Devil’s At The Door
4.The Recalcitrant Protagonist
5.The Cave Of Dreams
6.Cult Of Shining Stars
7.Towards The Black Surreal
8.Transmission KRS
9.This Dark Dream
10.Mystery Of The Constellations

Line-up:
James Fogarty – Vocals, Guitars and Keys
X-Botteri – Guitars
C:M Botteri – Bass
Anders Kobro – Drums

IN THE WOODS… – Facebook

Mercyless – Pathetic Divinity

Pathetic Divinity ci assale senza soluzione di continuità con la sua carica estrema, ben dosata tra rallentamenti ed accelerazioni terrificanti

Gli anni novanta sono stati per il death metal quello che il decennio precedente fu per l’heavy classico, un brulicare di realtà nelle varie scene sparse per il mondo, ed una sequela di album divenuti storici e che hanno contribuito in modo esponenziale allo sviluppo ed al successo del genere.

Erano anni in cui la disfida tra la tradizione scandinava e quella americana era intervallata realtà provenienti da altre terre, ma non meno importanti.
In Europa, oltre alla Germania, il Regno Unito e l’Olanda, nei paesi con meno tradizione metallica non erano poche comunque le band che a modo loro e con i pochi mezzi a disposizione portavano avanti a suon di bombardamenti musicali la cultura estrema di stampo death.
In Francia, una delle più importanti erano sicuramente i Mercyless, attivi già sul finire degli anni ottanta e che nel 1992 diedero alle stampe Abject Offerings, esordio diventato un cult tra gli appassionati.
Altri tre album fino al 2000 e poi un lungo stop durato tredici anni, hanno caratterizzato la storia del gruppo transalpino, fino al 2013 e a Unholy Black Splendor, che ne suggellava il ritorno.
Pathetic Divinity conferma la nuova verve compositiva del combo che, dopo appena tre anni, uno split con i connazionali Crusher (le tracce sono inserite nell’album come bonus), ed un live album, ritorna per Kaotoxin e riprende le ostilità.
Una band dal sound europeo, confermato anche da questo devastante lavoro, pregno di quella natura colma di odio contro un sistema politico religioso ormai obsoleto e sonorità che rientrano tranquillamente nel calderone dei gruppi death metal classici o, come va di moda oggi, definibili in old school.
D’altronde stiamo parlando di un gruppo storico, la musica prodotta è riconducibile a molte delle band in attività da più di vent’anni, non ispirazioni od influenze ma un ottimo esempio di quello che sa dare il death metal classico suonato da chi ha le carte in regola per farlo.
Dal primo all’ultimo minuto Pathetic Divinity ci assale senza soluzione di continuità con la sua carica estrema, ben dosata tra rallentamenti ed accelerazioni terrificanti, buoni cambi di tempo che variano le soluzioni compositive quel tanto che basta e potenziato da un impatto notevole.
Il gruppo suona sostenuto dalla molta esperienza ma con l’entusiasmo di una giovane band e la title track, My Name Is Legion e Christianist soprattutto ne trovano giovamento.
Per i troppo giovani o i distratti il sound della band trova le sue origini tra i solchi di album immortali per il genere scritti a suo tempo dai Grave, Asphyx, Obituary e compagnia cimiteriale, quindi assolutamente da avere se siete deathsters incalliti.

TRACKLIST
1. Blood of Lambs
2. Pathetic Divinity
3. A Representation of Darkness
4. My Name Is Legion
5. Exhort the Heretic
6. Left to Rot
7. Eucharistic Adoration
8. Christianist
9. How Deep Is Your Hate?
10. Liturgiae
11. Bless Me Father [“Blast from the Past” split 2015]
12. Probably Impure [“Blast from the Past” split 2015]
13. Eucharistic Adoration [“Blast from the Past” split 2015]

LINE-UP
Max Otero – Vocals, Guitars
Matthieu Merklen – Bass
Laurent Michalak – Drums
Gautier Merklen – Guitars

MERCYLESS – Facebook

https://www.youtube.com/watch?v=2dIlvem6xIM

Abomination – Abomination

Ascoltare un disco come questo è andare alle radici del thrash, e coglierlo nel suo momento forse migliore, anche se fortunatamente il thrash è un’erba maligna e non morirà mai.

Ristampa in lp di un album fondamentale per la scena thrash death metal degli anni ottanta e novanta. Uscito originariamente nel 1990, venne dopo un demo omonimo, e vide la luce grazie agli sforzi soprattutto di Paul Speckmann, figura leggendaria della scena metal statunitense, già nei Master, Deathstrike e al tempo di questo disco anche nei Funeral Bitch.

Come raccontato dallo stesso Speckmann lui praticamente provò in segreto con altri musicisti, e si può affermare che rubò il nome Abomination dal gruppo dove suonava come batterista Aaron Nickeas. Il gruppo firmò un contratto con la Nuclear Blast, pubblicando il primo omonimo disco, ora ristampato per la prima volta in vinile dalla Doomentia Records. Questo disco è il figlio perfetto della sua epoca, e non erano tempi facili, ma forse migliori di questi che stiamo vivendo. L’eroina stava vivendo i suoi ultimi tempi d’oro, come raccontato nella iniziale The Choice, otto minuti di durata per aprire la carriera di un gruppo thrash death non è certo quella che si può definire una scelta facile. Lo stile del gruppo è un thrash metal molto potente e vicino all’hardcore, come usava all’epoca. La band di Chicago, Illinois fa particolarmente bene questo genere, e vi aggiunge in qualche passaggio un timido avvicinamento al death. Abomination è un disco ancora grezzo nel suo nucleo, ma molto potente e sicuramente sopra la media, sia dell’epoca che di quella attuale. I temi sono personali e politici, dato che questa musica era di protesta, cosa che poi gli Abomination sublimeranno con il disco successivo Tragedy Strikes. Ascoltare un disco come questo è andare alle radici del thrash, e coglierlo nel suo momento forse migliore, anche se fortunatamente il thrash è un’erba maligna e non morirà mai.
Grande opera di riscoperta per un ottimo disco, che è anche l’occasione per chi non lo conoscesse ancora di addentrarsi nella notevole opera metallica di Paul Speckmann.

TRACKLIST
1 The Choice
2 Murder, Rape, Pilage and Burn
3 Reformation
4 Redeem Deny
5 Possession
6 Suicidal Dreams
7 Life and Death
8 Victim of the Future
9 Tunnel of Damnation

LINE-UP
Paul Speckmann – Vocals, Bass
Aaron Nickeas – Drums
Dean Chioles – Guitars

ABOMINATION – Facebook

Szarlem / Drengskapur – Ritual

Un 7″ per per fans accaniti, un modo per conoscere due realtà dalla forte impronta underground in un genere che solo nel sottobosco ritrova la sua vera natura.

La Folte Records ci presenta questo split che vede in azione due black metal band tedesche: la one man band Szarlem e il duo berlinese Drengskapur.

Un brano a testa per questo 7″ dall’attitudine che definire underground è un eufemismo: il primo, In the Glare of Fire, vede protagonista Avenger, polistrumentista attivo sotto il monicker Szarlem da una decina d’anni ed una discografia che, oltre ad una manciata di lavori minori, vede il nostro alle prese con due full length: Night of Blood uscito nel 2008 e Black Medieval Battle Hymns licenziato tre anni orsono.
Black metal oscuro e dalla forte connotazione occulta, un mid tempo atmosfericamente freddo ed uno scream disperato rendono il brano pregno di sfumature estreme e misantropiche, Avenger ci prende per mano e ci accompagna nel suo mondo dove la luce è solo un ricordo e l’oscurità domina.
Davvero inquietante lo scream, pura disperazione di un’anima tormentata dai demoni, mentre il sound non si discosta da un mid tempo raggelante, nel complesso una song affascinante.
Mitternachtsstund è il brano proposto dal duo berlinese Drengskapur, attivo dai primi anni del nuovo millennio e con tre album alle spalle incisi nell’arco di sette anni tra il 2006 ed il 2013 ( Geist der Wälder, Von Nebel umschlungen e Der Urgewalten Werk).
Formato da Wintergrimm (voce e chitarra) e Hiverfroid alle pelli, il combo produce un sound raw black metal ispirato alla natura e al paganesimo, sicuramente dalla forte attitudine ma estremamente consolidato nei cliché del genere evil per antonomasia.
Un 7″ per per fans accaniti, un modo per conoscere due realtà dalla forte impronta underground in un genere che solo nel sottobosco ritrova la sua vera natura.

TRACKLIST
Side A
1. Szarlem – In the Glare of Fire
Side B
2. Drengskapur – Mitternachtsstund’

LINE-UP
Szarlem
Avenger – All instruments, Vocals

Drengskapur
Wintergrimm – Vocals, Guitars
Hiverfroid – Drums

http://www.facebook.com/Drengskapur.de?fref=ts

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