Crimson Slaughter – Cycle of Decay

Se il thrash metal è ancora il vostro genere più amato, cercate Cycle Of Decay, non vi deluderà.

La nostra webzine, sempre attenta alle proposte che giungono da ogni angolo del globo in materia estrema, in questi anni non si è certo dimenticata del vecchio thrash e ha continuato a presentarvi nuove band o vecchie glorie tornate per ridurre in cenere i padiglioni auricolari degli appassionati.

Un altro giovane gruppo dedito al thrash old school si affaccia nel mondo dell’underground metallico; i Crimson Slaughter sono spagnoli, sono composti da ex membri di varie band gravitanti nella scena di Madrid e Cycle Of Decay è il loro debutto rigorosamente autoprodotto.
Il quartetto risulta una macchina thrash/speed devastante, il loro sound si arricchisce di elementi presi dalla scuola americana e li elabora all’europea: perciò buona tecnica e velocità supersonica estremizzate da una voce rude e ripartenze travolgenti.
Cycle Of Decay non lascia il tempo di prendere il respiro, l’attacco frontale conserva un’impatto devastante dall’opener Endless War fino alla conclusiva Punisher, le chitarre si scambiano la leadership nei solos taglienti e velocissimi, le ritmiche non lasciano tregua ed il sound porta con se quel tocco punk classico dei gruppi thrash più oltranzisti.
Quaranta minuti d’assalto frontale da spararsi senza preoccuparsi delle conseguenze sulle vostre povere ossa, martoriate dal furioso headbanging a cui verrete costretti dal sound dei Crimson Slaughter.
Detto che i ragazzi ci sanno davvero fare con gli strumenti, l’album mantiene per tutta la sua durata un approccio senza compromessi e, se il thrash è ancora il vostro genere più amato, cercate Cycle Of Decay, non vi deluderà.

TRACKLIST
1. Combat Formations
2. Endless War
3. Buried Beneath the State
4. Dead Walk Again
5. Bred to Obey
6. Wretch God
7. Battlefields
8. Kill of Be Killed
9. My Fist, Your Face
10. Punisher

LINE-UP
Víctor Sánchez – Bass, Vocals
Jorge “Joe” Homobono – Drums
Fran J. Rodríguez – Guitars
Daniel Zolyniak – Guitars

CRIMSON SLAUGHTER – Facebook

https://www.youtube.com/watch?v=NJlsSOjn4Gs

Icy Steel – Through The Ashes

Dopo due ascolti non potrete fare ameno di urlare verso il cielo, in un’atmosfera delirante di conquista e vittoria.

Lucidate le spade, calzate le armature e foderate gli scudi, gli Icy Steel sono tornati, ancora una volta tramite la label tedesca Pure Steel (dopo la parentesi My Graveyard Productions con il precedente Krònothor) e Through The Ashes risulta un esempio tangibile dell’enorme potenziale del gruppo sardo, almeno per quanto riguarda l’heavy metal dagli spunti epici e manowariani.

Per chi non conoscesse il gruppo proveniente da Sassari, ricordo che si sta parlando di una realtà attiva dal 2005 e con tre full length sul groppone, il primo omonimo album uscito nell’ormai lontano 2007, seguito da As the Gods Command del 2010 ed il precedente lavoro licenziato quattro anni fa.
Fondati da quell’animale metallico che è  Stefano Galeano (voce e chitarra) e con una storia comune a molte band, con cambiamenti di line up in corso d’opera, il grupposi assesta con il condottiero sardo a capitanare un manipolo di eroi composto da Pietro Bianco alla sei corde, Flavio Fancellu alle pelli e Carlo Serra al basso, fautori di un’opera epica sopra le righe, in formato doppio cd con il primo (Before) a rinverdire la tradizione metallica della band, ed il secondo (After) a coglierne l’anima introspettiva ed acustica.
Si parte nel migliore dei modi con il metallo epico e coinvolgente del primo cd, un ottimo esempio di come l’heavy metal classico ed epico conquisti ancora la palma di genere re della musica a sfondo guerresco.
Before è un’apoteosi di atmosfere battagliere, orgoglio metallico che sfiora la perfezione, prodotto benissimo e valorizzato da un lotto di brani che grondano fierezza.
Sarà anche la provenienza dei nostri (il popolo sardo, senza nulla togliere agli altri, è uno dei più fieri del Mediterraneo), sarà un songwriting in stato di grazia, ma il lotto di brani qui presentato sbaraglia la concorrenza nel genere: Galeano si dimostra singer di altra categoria e la sei corde con i suoi assoli è una spada affilata piantata nel costato dei nemici affrontati in battaglia.
Epicità alla massima potenza, con una serie di tracce (la forma canzone qui è alla massima potenza) che dopo due ascolti vi spingeranno ad urlare al cielo, in un’atmosfera delirante di conquista e vittoria.
The Day Became Night, Last Thing To Destroy, …And The Warrior Return, sono straordinarie interpretazioni del classico metallo epico che collegano la band a realtà importantissime della storia del genere come gli amatissimi Manowar, gli inarrivabili Warlord e i meno conosciuti Slough Feg.
Si cambia cd ed entriamo nel mondo più poetico e folk degli Icy Steel con cinque brani acustici, cinque atmosferiche tracce che ci presentano il lato più riflessivo del combo.
La battaglia è giunta al termine e i guerrieri intorno al fuoco ringraziano gli dei per essere sopravvissuti ancora una volta e per poter tornare al più presto a combattere: le sei corde ricamano armonie acustiche dall’alto della tecnica dei protagonisti, con sfumature progressive che lasciano senza fiato, assolutamente non banali e piacevolmente strumentali come Inside The Glass Place e la conclusiva Shaman’s Death.
Album bellissimo ed emozionante, un affresco di metallo epico e classico che non si può ignorare, pena la morte a fil di spada …

TRACKLIST
CD1 – Before
1 Last Man On The Earth
2 Fire And Flames
3 The Day that Became Night
4 Ritual Of The Wizard
5 Last Thing To Destroy
6 …And The Warriors Return
7 Today The Rain Cries
8 The Earth After Man

CD2 – After (unplugged)
1 Bard’s Dreams In The Silent Woodland
2 Ashes Of Glory
3 Inside The Glass Place
4 Shaman’s Death
5 The Weight of Signs

LINE-UP
Stefano “Icy Warrior” Galeano – Guitars and Vocals
Pietro Bianco – Guitars
Flavio “Athanor F.D.H.” Fancellu – Drums
Carlo Serra – Bass

ICY STEEL – Facebook

JACK ROCK AGENCY & L’ANGELO AZZURRO

Rinnovata la partnership con L’Angelo Azzurro di Genova

JACK ROCK AGENCY è felice di rinnovare l’importante partnership con uno dei locali più storici della scena rock e metal genovese: L’Angelo Azzurro.

Un venerdì al mese fino a dicembre per quattro eventi imperdibili, con alcune tra le più promettenti band della scena underground italiana!

Venerdì 23 Settembre
La Strange – Rock
Cornucopia – Hard Rock / Stoner
Evento FB

Venerdì 21 Ottobre
The Human Tornado – Alternative Rock
No Man Eyes – Heavy Metal
Evento FB

Venerdì 11 Novembre
Killin’ Baudelaire – All Female Rock
Sunziki – Rock
Evento FB

Venerdì 09 Dicembre
Fitz Cataldo – Alternative Rock
Il Gioco del Silenzio – Alternative Rock
Evento FB

L’Angelo Azzurro si trova in Via Borzoli 39C-132T a Genova
Pagina FB

Jack Rock Agency
Pagina FB

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SIXTY MILES AHEAD

Nuovo video “Every Time I Try” E nuovo album “Insanity” il 21 Ottobre

Siamo orgogliosi di annunciare l’entrata nel roster Bagana Rock Agency dei SIXTY MILES AHEAD.
La fortissima hard rock band milanese SIXTY MILES AHEAD, ha rilasciato il nuovo video “Every Time I Try”. Diretto da Francesco Sogaro di Nuove Tecniche Multimedia e filmato a Treviso, è il primo singolo tratto dal nuovo album “Insanity”, in uscita in tutto il mondo il prossimo 21 ottobre per Eclipse Records.

“Questa canzone rappresenta un cambiamento per noi”, spiega il chitarrista Fulvio Carlini. “Da un punto di vista musicale siamo sempre stati una band hard rock/metal, ma sul nuovo album abbiamo aggiunto un po’ più di melodia. Vogliamo avere più suono…intimo e personale sia attraverso musica che testi. Every Time I Try racconta di ciò che ti allontana da chi sei, e da cosa realmente vuoi. Potrebbe essere qualsiasi cosa: nemici, droghe, appuntamenti…andiamo attraverso tutto ciò e nel mentre scriviamo canzoni. Per questa canzone in particolare, ognuno di noi stava pensando a qualcosa di differente e strettamente personale.”

“Insanity” consiste in 12 canzoni e uscirà il 21 Ottobre per Eclipse Records. L’album è già disponibile in pre-order su iTunes e Amazon, con “Every Time I Try” e “Neverending Fight” scaricabili gratuitamente. Il disco è disponibile anche su Google Play. Ulteriori opzioni e informazioni riguardo “Insanity” saranno disponibili su Eclipse Records. Per maggiori informazioni sui SIXTY MILES AHEAD, visitali su Facebook, Twitter, Eclipse Records.

La release date del 21/10 sarà anche la data zero del tour all’Honky Tonky di Seregno (MB).
A breve tutte le altre tappe live curate da Bagana Rock Agency.

WITCHWOOD

I WIitchwood pubblicano “Handful Of Stars” il 18 novembre su Jolly Roger Records

Dopo l’acclamato album di debutto “Litanies From The Woods” (2015), i Witchwood tornano con un nuovo album il 18 novembre su Jolly Roger Records.
La band fondata a Faenza da Ricky Dal Pane (ex Buttered Bacon Biscuits, voce, chitarra e principale compositore) torna sul mercato con “Handful Of Stars”, contenente tre tracce inedite scritte per l’occasione, due cover, “Flaming Telepath” dei Blue Öyster Cult e “Rainbow Demon” degli Uriah Heep, a testimonianza dell’amore verso queste due seminali band, così importanti e fonte di ispirazione per il loro percorso musicale, ed una inedita versione della suite “Handful Of Stars” già contenuta in “Litanies From The Woods” con un nuovo intro mozzafiato, per un totale di 45 minuti di musica.

“‘Handful Of Stars’ rappresenta un ipotetico ciclo della band visto che contiene anche materiale sviluppato su idee risalenti al periodo di registrazione di ‘Litanies From The Woods’, ma lasciate in quel momento da parte per ovvi motivi di spazio, visto che l’album raggiungeva già quasi gli 80 minuti di durata”, spiega Ricky Dal Pane.
“Oltre a tre pezzi inediti abbiamo anche reso omaggio a due delle nostre band preferite di sempre: i Blue Öyster Cult con ‘Flaming Telepaths’ e gli Uriah Heep con ‘Rainbow Demon’. Inoltre abbiamo inserito la versione estesa con l’aggiunta di parti inedite del brano ‘Handful of Stars’. È un disco ben curato e ricco di materiale interessante, molto distante dall’essere solo un riempitivo tra due full-length visto che ha anche una durata complessiva di 45 minuti. Siamo molto soddisfatti del risultato finale e speriamo che non deluda le aspettative”.
“Handful Of Stars” è il giusto modo di celebrare gli apprezzamenti ricevuti per il debut album e per presentare il nuovo chitarrista Antonino Stella, stimato session man e amico di lunga data di Ricky. Il videoclip della titletrack, realizzato sulla base delle tavole dell’artista Dimitri Corradini, sarà disponibile a breve.
Teaser ufficiale dell’album:

Il disco verrà pubblicato nei seguenti formati: vinile giallo (limitato a 100 copie), vinile, CD, digitale e boxset CD + t-shirt + adesivo (limitato a 100 copie).
I pre-ordini sono attivi qui ed è possibile anche ascoltare due brani in streaming.

Tracklist:
1. Presentation: Under The Willow
2. Like A Giant In A Cage
3. A Grave Is The River
4. Mother
5. Flaming Telepaths
6. Rainbow Demon
7. Handful Of Stars (New Version)

I WITCHWOOD sono orgogliosi di annunciare che chiuderanno la serata del 24 settembre sul palco di Piazza Laderchi a Faenza all’interno del prestigioso MEI (Meeting delle Etichette Indipendenti).
“Condivideremo la serata con gli amici delle band Celeb Car Crash, Drive Me Dead e NoiseeD… A breve notizie più dettagliate sull’evento. Vi aspettiamo, non mancate! Rock On!”.

WITCHWOOD – Facebook

BIO
I Witchwood da Faenza nascono dalle ceneri dei Buttered Bacon Biscuits, che pubblicano nel 2010 l’album “From The Solitary Woods” (distribuito dall’etichetta genovese Black Widow Records), recensito positivamente da moltissime testate musicali e siti web italiani e stranieri. Suonano molti concerti in giro per l’Italia, anche supportando importanti band come Uriah Heep, Jethro Tull, Bud Spencer Blues Explosion e pubblicano nel 2013 la cover di “A National Acrobat” dei Black Sabbath per il tributo “Hands Of Doom” uscito per la Mag Music Production.
Dopo lo scioglimento dei BBB, il mastermind Ricky (voce, chitarra e principale compositore di tutti i brani targati BBB e Witchwood) riunisce con sé Andy (batteria), Steve (hammond, synth, tastiere, già con i BBB), Sam (flauto) e Luca Celotti (basso) per il progetto Witchwood. Si tratta di tutti musicisti attivi da decenni, con esperienze di registrazione con altre band e collaborazioni con artisti del calibro di Martin Grice (Delirium) e Nik Turner (Hawkwind).
Il debut album “Litanies From The Woods” è il frutto di quasi due anni di composizione, lunghe sessioni di prove e registrazioni ed esce per Jolly Roger Records nel maggio 2015 in CD e digitale e ottobre 2015 in doppio vinile. Il disco della durata di 78 minuti (!) è composto da dieci pezzi che spaziano dall’hard rock di stampo settantiano, al progressive, psych, southern rock, blues e riceve unanimi consensi da tutta la critica specializzata, italiana e straniera, ed apprezzamenti anche in termini di vendite (il CD è già alla seconda stampa, mentre il doppio vinile brucia quasi 500 copie in pochi mesi), fino al riconoscimento di “band emergente del 2015” da parte dei lettori di Rock Hard Italia ed alla recente partecipazione della Wacken Metal Battle che porta i Witchwood sino alla finale.

Line-up
Riccardo “Ricky” Dal Pane – Vocals, electric and acoustic guitars, mandolin & percussion
Andrea “Andy” Palli – Drums & percussions
Stefano “Steve” Olivi – Hammond, piano, synth & moog
Luca “Celo” Celotti – Bass
Samuele “Sam” Tesori – Flute & harmonica
Antonino “Woody” Stella – Lead guitars

Styxian Industries – Zero.Void.Nullified {Of Apathy and Armageddon}

Zero.Void.Nullified è un lavoro valido, ma il potenziale della band sembra superiore al risultato ottenuto sul campo: una serie di riff azzeccati uniti ad una prestazione tecnicamente valida non valgono per ora qualcosa in più di un’abbondante sufficienza.

L’esordio su lunga distanza per gli olandesi Styxian Industries arriva finalmente sotto l’egida della tentacolare Satanath Records, dopo diversi anni ed una serie di lavori di minutaggio ridotto.

Zero.Void.Nullified è un’opera devota al black di matrice industrial, una materia che viene trattata in maniera piuttosto efficace dal trio dei Paesi Bassi, anche se la tendenza oscilla tra un’adesione alle sfuriate canoniche del genere e l’approdo a ritmiche elettroniche, senza che si vada quasi mai a sconfinare nella danzabilità dei primi The Kovenant.
Il disco si dipana in maniera interessante, anche se talvolta affiora nei nostri un’indole un po’ troppo ondivaga, poiché nel complesso viene a mancare per continuità sia la martellante pesantezza dell’industrial sia la ferocia nichilista del black: il risultato è un compromesso tra queste due componenti che offre buoni risultati, come la notevole We Took the World, la cangiante Zero Void Nullified e la parossistica Salvation (con clean vocals rivedibili, però) accompagnati ad una serie di brani che, alla lunga, lasciano un po’ di stanchezza, essendo ricchi di potenziale corrosivo ma poveri di riff e spunti capaci di imprimersi a lungo nella mente.
L’operato dei Styxian Industries è tutt’altro che riprovevole, ma la sensazione è che, allo scopo di mantenere un certo equilibrio tra le due componenti, si scelga una via di mezzo che frena uno sviluppo più deciso, e probabilmente costruttivo, in un senso o nell’altro.
Zero.Void.Nullified è un lavoro valido, ma il potenziale della band orange mi sembra superiore al risultato ottenuto sul campo: l’impalcatura è solida, ma i contenuti sono senz’altro migliorabili, e una serie di riff azzeccati uniti ad una prestazione tecnicamente valida non valgono per ora qualcosa in più di un’abbondante sufficienza.

Tracklist:
1. Feed Us
2. You
3. Salvation
4. Revelation
5. Whiskey Vodka Blood
6. Zero Void Nullified
7. Bastard God
8. Wasted World
9. We Took the World
10. Execute Planet Earth

Line-up:
Ms. M – Guitars
Mr F. – Percussion, Drums
Ir T. – Vocals

STYXIAN INDUSTRIES – Facebook

Pentarium – Schwarzmaler

Un album che non lascia dubbi sul valore del gruppo tedesco, un ascolto piacevole per i fans del death metal più melodico

Con i tedeschi Pentarium ci aggiriamo nei meandri del death metal melodico, dalle buone melodie melanconiche che rendono l’atmosfera del sound gotica e dai rimandi dark.

Il gruppo non manca di irrobustire la propria proposta con sfuriate dal mood black e tanto melodic death metal che richiama la tradizione scandinava.
La band nasce una decina di anni fa, alle spalle ha un ep uscito nel 2009, ed un primo full length (Blood For Blood) targato 2012 ed uscito come autoproduzione.
Quest’anno tocca a Schwarzmaler, licenziato dalla Boersma Records, un album che troverà terreno fertile tra gli amanti del death più melodico ed atmosferico.
Il sound guidato dalle tastiere sempre in evidenza non manca di cavalcate estreme valorizzate da un ottimo lavoro delle sei corde, ma come espresso in precedenza sono i tasti d’avorio che hanno il maggior peso sul songwriting, elargendo orchestrazioni gothic e mantenendo il sound estremamente melodico.
Ottimo lo scream che a tratti si trasforma in un growl profondo, così che Schwarzmaler può essere considerato un lavoro riuscito.
Children Of Bodom, nelle veloci parti metalliche tecnicamente ben eseguite, un tocco di Dark Tranquillity ed In Flames e, con l’aggiunta di molta melodia dark/gotica, il gioco è fatto; Vanitas e l’ottima title track che sembra scritta in riva al famigerato lago finlandese, sono le tracce più convincenti di un lavoro discreto, buono in quanto ad appeal melodico, accompagnato da una verve estrema che riconduce senza indugi sui sentieri tracciati dalla band di Alexi Laiho.
Un album che non lascia dubbi sul valore del gruppo tedesco, un ascolto piacevole per i fans del death metal più melodico ed una buona uscita targata Boersma Records: di questi tempi ci si può senz’altro accontentare, consigliato.

TRACKLIST
1. Kronzeuge
2. Vanitas
3. Seelenheil
4. Auf schwarzen Schwingen
5. Nimmermehr
6. Totendämmerung
7. Macht durch Angst
8. Gevatter Tod
9. Am Waldesrand
10. Drachenstein
11. Weltenbrand
12. Schwarzmaler

LINE-UP
Carsten Linhs – Vocals
Hendrik Voss – Guitar
Florian Jahn – Guitar
Fabian Laurentzsch – Bass guitar
Philip Burkhard – Keyboards / Synthesizer
Max Peev – Drums

PENTARIUM – Facebook

https://www.youtube.com/watch?v=EiQuLsxCIW0

Endalok – Englaryk

Il black metal è soltanto il punto di partenza per questo gruppo, che fa un genere a se stante, con molti riverberi ed ombre, quasi da indurre nell’ascoltatore una vertigine.

Demo in cassetta per questo gruppo black provieniente dalla fertile Islanda, che ultimamente è molto incline al black metal, ed ovviamente, come tutte le cose che vengono da quell’isola è di ottima qualità.

Il black metal è soltanto il punto di partenza per questo gruppo, che fa un genere a sé stante, con molti riverberi ed ombre, quasi da indurre nell’ascoltatore una vertigine, come se si staccassero ombre dagli strumenti per invadere i nostri incubi. La loro musica sembra provenire da un ‘altra dimensione, la stessa nella quale stanno i demoni e coloro che sono morti invano. Gli strumenti sembrano ognuno andare per conto loro, ma in questa apparente dodecafonia il senso è chiaro: non c’è senso, e saremmo pazzi a cercarlo. Bisogna abbandonarsi a questo flusso di musica pesante ed ombre. Gli Endalok come detto prima, giocano in un campo tutto loro, con una proposta davvero particolare e molto interessante. Questa cassetta è soltanto la prima uscita per loro, poiché poi seguirà il disco su lunga distanza, sempre per la portoghese Signal Rex, che non sbaglia un gruppo. Questa è musica che funziona da porta dimensionale, si passa per andare oltre, seguendo il nostro destino. E’ davvero notevole il percorso che sta facendo il black metal, che grazie a dischi come questo entra in territori inesplorati e fertili, andando in mille direzioni con una velocità impressionante, in continua evoluzione.
Cassetta di un’altra dimensione.

TRACKLIST
1.Hræ Guðs Fargað
2.Óhugnaðurinn
3.Englaryk
4.Formlaust

ENDALOK – Facebook

Sacred Steel – Heavy Metal Sacrifice

Heavy Metal Sacrifice, con tutti i pregi e i difetti di un suono che non produce novità di sorta, è un buon lavoro anche per chi si imbattesse solo ora nei cinque guerrieri teutonici.

Tornano i Sacred Steel di Gerrit P. Mutz, dopo tre anni dall’ultimo The Bloodshed Summoning, con un nuovo capitolo di una discografia iniziata vent’anni fa e che li ha incoronati come una delle migliori band di musica heavy dai tratti epici, tra violenza metallica e ritmiche power/thrash.

Heavy Metal Sacrifice (titolo che risulta una dichiarazione di intenti), è il nono album della band, un buon risultato di questi tempi, anche se le luci della ribalta metallica si sono leggermente offuscate e i tempi d’oro di Wargods of Metal e Bloodlust sono ormai lontani.
Poco male, il nuovo album continua la tradizione del gruppo, il sound non concede compromessi di sorta e per i fans tutti i cliché di una proposta ormai collaudata sono presenti alla grande anche su questo lavoro.
Registrato presso i Music Factory Studio Kempten in Germania e prodotto da Christian Schmid e dagli stessi Sacred Steel, Heavy Metal Sacrifice dispensa fierezza metallica, colmo di anthem, chorus e solos che faranno la gioia dei true defenders.
Sempre sugli scudi la voce di Mutz, un concentrato di potenza ed orgoglio, perfetto come al solito nell’esaltare la parte più truce e guerriera che è in noi, con una prova da condottiero metallico, capitano di questa macchina da guerra dalle ritmiche che alternano come al solito mid tempo potentissimi ed accelerazioni al limite del thrash, con i Judas Priest a benedire ancora una volta i musicisti/guerrieri prima della battaglia e gli Slayer a proteggerli sul campo.
Il suono esce pieno e potente valorizzando gli undici brani qui presenti, la prova dei musicisti è indiscutibile (specialmente la sezione ritmica, vero motore inesauribile del gruppo) e l’heavy metal classico potenziato da massicce dosi di power/thrash, marchio di fabbrica dei nostri, non perde un’oncia dell’immancabile esaltazione che produce negli amanti di un suono forgiato negli anni.
Heavy Metal Sacrifice,con tutti i pregi e i difetti di un suono che non produce novità di sorta, senza arrivare al livello dei lavori storici del combo è comunque un buon lavoro, sicuramente gradito dai fans del gruppo ma soddisfacente anche per chi si imbattesse solo ora nei cinque guerrieri teutonici.

TRACKLIST
1. (Intro) Glory Ride
2. Heavy Metal Sacrifice
3. The Sign Of The Skull
4. Hail The Godz Of War
5. Vulture Priest
6. Children Of The Sky
7. Let There Be Steel
8. Chaos Unleashed
9. The Dead Walk The Earth
10. Beyond The Gates Of Nineveh
11. Iron Donkey

LINE-UP
Gerrit P. Mutz – vocals
Jonas Khali – guitars
Jens Sonnenberg – guitars
Kai Schindelar – bass
Mathias Straub – drums

SACRED STEEL – Facebook>/a>

BADASS

“More Pain, More Gain” è l’album d’esordio per i Badass

V-Promotion è orgogliosa di annunciare la nascita di una nuova band chiamata BADASS.

I BADASS sono un gruppo metal fondato nel 2016 da Alberto Rigoni.

Il sound della band è caratterizzato dalla voce possente di Chity, dall’utilizzo delle particolari sonorità del basso distorto all’impossibile di Alberto, dalle ritmiche a muro di Lex e dal drumming infernale di Denis.

I brani di “More Pain, More Gain”, nuovo album di prossima pubblicazione, sono stati scritti dal bassista Alberto Rigoni (solo, Vivaldi Metal Project, ex TwinSpirits, The Italians) in collaborazione con Chitral Chity Somapala (Firewind, Avalon, PowerQuest) alla voce, Denis “Denzy” Novello alla batteria e Alessio “Lex” Tricarico alla chitarra.

Qui di seguito il link del video promozionale:

https://www.youtube.com/watch?v=J3FHhVwoavE&feature=youtu.be

Attualmente la band ha lanciato una campagna di “fundraising” i cui dettagli sono disponibili al seguente link:

www.badassmetal.net/vipfr.html

La promozione e l’ufficio stampa saranno curati da V- Promotion www.v-promotion.com
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Ulteriori informazioni sulla band e contatti sono disponibili qui:
www.badassmetal.net

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LAST FRONTIER

Il lyric video di “The Root of his Anger””

In occasione dell’imminente concerto di spalla ai MasterPlan, la Revalve Records rilascia il secondo lyric video dei Last Frontier, “The Root Of His Anger”, estratto dall’album “Theta Healing” (Through the Poison).

https://www.youtube.com/watch?v=bmmE_8_Nlpg

L’intero album è disponibile su: https://open.spotify.com/album/2wGrDajwFxakhTVS9EWa2O

www.revalverecords.com

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SIKTH

Doppio cd celebrativo per il decimo anniversario di Death Of a Dead Day.

IN OCCASIONE DEL DECIMO ANNIVERSARIO DI DEATH OF A DEAD DAY DEI SIKTH’S PEACEVILLE RECORDS PUBBLICHERA’ UN DOPPIO LP & CD

Dopo la pubblicazione del mini album Opacities, nuovo album inedito dei SikTh , precursori del progressive metal Britannico, in occasione del decimo anniversario dalla pubblicazione, Peaceville Records ha deciso di ri-pubblicare il loro album di debutto Death Of A Dead Day, che uscirà nella stessa data in cui è stato pubblicato la prima volta, il 30 Settembre 2016.
Death Of A Dead Day, è stato registrato ed auto prodotto nel 2005 a Miami, con l’aiuto di Mike LaPlant in cabina di regia (Skindred, Nonpoint, Soil, Dashboard Confessional). Per il brano di apertura ‘Bland Street Bloom’ la band aveva prodotto un’animazione video (diretta da Tim Fox) che è stata messa in rotazione sia su MTV America che in Inghilterra (https://www.youtube.com/watch?v=PfT3vcG4qZc).
Altre band hanno seguito le orme dei SikTh come nel caso dei Protest The Hero, Periphery, TesseracT e gli Animals As Leaders. Nel frattempo il genere musicale, anche definito ‘djent’, è cresciuto ulteriormente e molte band, tra cui i Meshuggah, riconosco i SikTh come la band che ha contribuito ad inventarlo.
L’Anniversary edition di Death Of A Dead Day sarà pubblicato su CD che contiene anche 3 bonus tracks – le versioni demo di “Flogging The Horses”, “Part Of The Friction” e “Where Do We Fall”, e su doppio LP che contiene codice di download.

1. Bland Street Bloom [05:40]
2. Flogging The Horses [03:32]
3. Way Beyond The Fond Old River [05:02]
4. Summer Rain [03:35]
5. In This Light [04:24]
6. Sanguine Seas Of Bigotry [04:17]
7. Mermaid Slur [00:47]
8. When The Moment`s Gone [05:59]
9. Part Of The Friction [05:13]
10. Where Do We Fall? [04:40]
11. Another Sinking Ship [04:02]
12. As The Earth Spins Round [06:36]
CD Bonus Tracks
13. Flogging The Horses (Demo) [04:56]
14. Part Of The Friction (Demo) [05:14]
15. Where Do We Fall? (Demo) [05:11]

Dopo aver concluso una serie di concerti da headliners in Giappone, India, Nepal ed un tour in Inghilterra, dove hanno aperto i concerti dei Slipknot, quest’estate i SikTh saranno in tour in nord America con i Periphery.

www.sikth.band

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Solitvdo – Hierarkhes

DM possiede la capacità di ammantare ogni brano di un’aura solenne e al contempo malinconica

Dopo l’ottimo esordio su lunga distanza con Immerso in Un Bosco di Querce, del 2014, il musicista sardo DM si ripresenta con un nuovo lavoro targato Solitvdo.

Hierarkhes, questo è il titolo, segna un ulteriore passo in avanti nel percorso musicale di questo progetto che prende le mosse dal black per contaminarlo con sonorità epiche e magniloquenti.
Rispetto al suo predecessore cambiano le tematiche trattate, sicché la poetica elegiaca di cui erano intrise le varie tracce di quel lavoro viene sacrificata a favore di testi inneggianti al valore e all’eroismo, con ampi riferimenti alla storia dell’antica Roma (anche se i testi, nonostante i titoli dei brani, sono integralmente in italiano).
Devo ammettere che per indole non sono un grande estimatore di questo tipo di scelte liriche, ma se il tutto viene inserito in un’opera dello spessore musicale di Hierarkhes, questo diviene un mero dettaglio: DM possiede la capacità di ammantare ogni brano di un’aura solenne e al contempo malinconica, senza far ricorso a particolari virtuosismi, ma lasciando che soprattutto le tastiere si assumano l’onere di condurre il suono laddove egli predilige.
E’ anche vero che le tematiche spesso corrispondono all’umore dei brani, per cui Hierarkhes, Aristokratia e la notevole Fides, Pietas, Gravitas, Virtus spiccano appunto per la lor solennità, mentre il lato più meditabondo ed introspettivo trova il suo naturale sfogo nello strumentale Devotio – Marco Curzio e nella conclusiva Il Silenzio, che riporta i testi su un piano più filosofico-esistenziale, del tutto in sintonia con l’afflato melodico di una traccia invero magnifica.
Hierarkhes consolida così lo status del nome Solitvdo quale ennesima espressione di una scena black atmosferica che nel nostro paese sta offrendo diversi frutti prelibati.
L’album è disponibile sia in cd (Naturmacht Productions) che in musicassetta (Eremita Produzioni).

Tracklist:
1. Hierarkhes
2. Aristokratia
3. Devotio – Marco Curzio
4. Fides, pietas, gravitas, virtus
5. Il silenzio

Line-up:
DM All instruments, Vocals

SOLITVDO – Facebook

Cancer Spreading – Ghastly Visions

Non adatto per i deboli di cuore e per chi cerca soluzioni melodiche anche nel metal estremo

Il death metal nell’underground nazionale è ben radicato, dalla Sicilia all’Alto Adige abominevoli creature estreme escono dalla putrida terra per portare il loro messaggio di nichilismo e morte: brutal, grind e death metal si nutrono di queste realtà dall’alto potenziale distruttivo ma non solo.

Negli ultimi anni la qualità delle proposte nel genere si è alzata notevolmente, a dispetto di un mercato inflazionato da decine di uscite discografiche, mantenendo alta l’attenzione degli addetti ai lavori.
Dal più profondo abisso dell’underground estremo tornano i modenesi Cancer Spreading con il loro nuovo lavoro licenziato in edizione limitata in vinile, secondo full length che segue The Age Of Desolation del 2011.
Un death metal terrificante, un assalto sonoro senza pietà ed un odio per il genere umano che si amplifica in queste dieci tracce nichiliste e pregne di violenza crust, un metal soffocante e atroce, un impatto sull’ascoltatore destabilizzante e senza soluzione di continuità.
Ghastly Visions si potrebbe definire un’opera old school, ed in effetti produzione e richiami più o meno espliciti a Obituary, Asphyx e compagnia di serial killer portano dritti verso il ritorno del sound classico, ma il gruppo non si ferma ad un recupero di queste sonorità e le estremizza con dosi di crust ed un impatto hardcore nascosto da una soffocante atmosfera mortifera.
Cavalcate spaventose sostenute da una sezione ritmica da tregenda, frenate dove le sei corde creano muri di suoni lenti e lavici, oscuri e pesanti, mentre un growl bestiale vomita disprezzo: un tuffo nel marcio e putrido mondo visto dalla parte dei Cancer Spreading, una macchina da guerra devastante che ha pochi rivali in impatto ed attitudine.
Non adatto per i deboli di cuore e per chi cerca soluzioni melodiche anche nel metal estremo, Ghastly Visions travolge come un vento atomico e di voi non rimarrà che l’ombra disegnata su un muro.

TRACKLIST
1. Blood-soaked Ocean of Isolation
2. Ghastly Visions
3. Oppressive Negativity
4. Putrid Angel
5. The Day I Dreamt a Nightmare
6. The Hanged Corpse
7. Fragments of Filth
8. Sinners Shall Weep
9. Psychosomatic Nausea
10. Cloaked In Nothingness

LINE-UP
Otta – Drums
Jacopo – Guitars
Merlo – Guitars
Gabri – Vocals
Matteino – Bass

CANCER SPREADING – Facebook

Excuse – Goddess Injustice

Goddess injustice è un ep rivolto a chi ama lo speed metal classico, ma sarà apprezzato dai thrashers.

Puro e furioso speed metal finlandese come avrebbero voluto farlo tanti gruppi negli anni ottanta, senza esito positivo perché non avevano la classe e la carogna di questi ragazzi.

Secondo episodio su supporto fonografico per questo gruppo che ha esordito nel 2013, e si è subito fatto breccia nel cuore di tanti metallari. Gli Excuse in realtà scuse non ne fanno e vanno velocissimi, con un impianto sonoro che ricorda sì come detto sopra lo speed metal anni ottanta, ma varia per alcuni elementi originali che ci sono, diciamo simili, ma molto meglio, rispetto a gruppi thrash recenti come i Municipal Waste. Dischi come questo fanno la gioia dei veri metallari e di tutti coloro che vogliono sentire un disco che diverte, anche grazie ad una grande potenza, perizia e velocità. Questi finlandesi sanno come far pogare la gente e con questo ep dovrebbero conquistare una più ampia fetta di pubblico, anche perché il loro genere di riferimento non è così inflazionato, ma soprattutto manca di gruppi validi come loro. Infatti per pubblicarli si sono unite due etichette come la Shadow King e la Hellsheadbangers che di metal vero ne sanno molto. Goddess Injustice è un ep rivolto a chi ama lo speed metal classico, ma sarà apprezzato dai thrashers.

TRACKLIST
1.Obsessed… With The Collapse Of Civilization
2.Breaking News (We Told You So!)
3.Invitation From Beyond
4.Baphomet

Blackgate – Ronin

Ronin è un buon lavoro che sicuramente non cambierà la storia della nostra musica preferita ma sprigiona molta energia e, sopratutto, risulta un sincero tributo all’heavy metal.

I Ronin, nella cultura del Sol Levante, sono una particolare frangia dei più famosi Samurai, quelli che hanno perso il legame con il proprio signore per la morte di quest’ultimo o per la perdita di fiducia nei loro confronti, diventando guerrieri erranti.

Sulla copertina del primo lavoro dei power thrashers americani Blackgate campeggia proprio uno di questi bellicosi guerrieri giapponesi, ai quali il titolo è dedicato, mentre sullo sfondo un paese è in preda ad un furioso incendio.
Fuoco e fiamme metalliche, che si alimentano con il power metal del quintetto del Michigan, potenziato da potenti ritmiche thrashy e solos di chiara ispirazione heavy.
Un album old school, per dirla come va di moda in questi anni, composto da quattordici brani che comprendono anche quelli del primo ep uscito un paio di anni fa, un po’ prolisso per l’ora abbondante di durata, che nel genere è veramente tanta, ma probabilmente il gruppo ha cercato di presentarsi all’appuntamento con il primo full length con tutta la musica a disposizione.
Power metal, speed e thrash si alleano per formare il sound di Ronin, le tracce mantengono un approccio metallico molto ottantiano, diretto quel tanto che basta per avvicinarsi al mood del thrash metal, senza dimenticare la lezione dei gruppi classici, più europei che americani a dire il vero, ma questo è un dettaglio.
Ronin incalza e i primi sette brani sono saette metalliche che squarciano il cielo notturno, mentre il paese brucia; alla velocità della luce le varie BPS, la titletrack, l’ottima The Soldier sparano mitragliate ritmiche, che si trasformano in cavalcate chitarristiche di buona fattura e supportate da una produzione sufficientemente in linea con i prodotti odierni.
La seconda parte del disco regala i brani migliori: le lunghe The Veil e Last Son guardano all’heavy metal dei classici Maiden e Priest, velocizzati e tributati dai riff e solos in uscita dalle due asce, mentre Iron Legion torna a solcare territori thrash, questa volta con il basso in grande evidenza.
Ronin è un buon lavoro che sicuramente non cambierà la storia della nostra musica preferita ma sprigiona molta energia e, sopratutto, risulta un sincero tributo all’heavy metal.

TRACKLIST
1. Bps
2. Ronin
3. Dying Age
4. Horizon’s Fall
5. Caesar
6. The Soldier
7. You Better Run
8. Beneath
9. The Veil
10. Last Son
11. I Am the Night
12. Iron Legion
13. Hollow Men
14. Bps (Reprise)

LINE-UP
Ryan Lunsford – Drums
Jeff Kollnot – Guitars
Matt Cremeans – Guitars
David Cuffman – Vocals
Zach Flora – Bass

BLACKGATE – Facebook

RUDRA

Enemy Of Duality in uscita il 17 dicembre per Transcending Obscurity

Rudra are the veritable pioneers of ‘Vedic Metal’ which essentially blends ancient spiritual music with extreme metal music. Many bands have followed in their lead such as Dying Out Flame (Nepal), Kartikeya (Russia), even Heathen Beast (India), and all of them owe it heavily to Rudra, who have been around since 1992. If you wanted music that sounded ‘exotic’ (for the lack of a better word), this is it. This is where it all started and this is the benchmark. The masters are back.

Rudra (Singapore) – ‘Enemy of Duality’ (2016)

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Genre – ‘Vedic Metal’
Release Date – December 17th, 2016
Record Label – Transcending Obscurity Asia
For fans of – Ade, Nile, Karl Sanders, Queen Elephantine, Heathen Beast, Dying Out Flame

‘Vedic metal’ pioneers since the early ’90s return this year with their most ambitious album till date. Having worked hard over the years to forge a unique sound that’s a sublime blend of Indian classical music rooted in ancient spirituality and extreme metal encompassing death metal, black metal and thrash metal music, Rudra have influenced many and more importantly, have set standards. Unheralded overlords of Asia, Rudra have a cult following that remains mysteriously loyal, as they hone a sound that’s probably unparalleled. Their latest album, again founded on the principles of Vedic spirituality, extemporizes on the conventional extreme metal template and achieves hitherto unknown sonic effects. Indian classical instruments such as sitar, flute, tablas (Indian percussion) and even a didgeridoo are used for this album, along with female vocals and ritualistic chanting to emanate a genuine, spiritual expression. ‘Enemy of Duality’ is destined to be a landmark from the Orient, one that doesn’t abandon the ancient roots and blends the traditional sounds and philosophies seamlessly into music that’s at once challenging and hypnotic.

Track list:
1. Abating the Firebrand
2. Slay the Demons of Duality
3. Perception Apparent
4. Acosmic Self
5. Root of Misapprehension
6. Seer of All
7. Hermit in Nididhyasana
8. Ancient Fourth

Line up:
Kathir – Vocals, Bass
Vinod – Guitar
Simon – Guitar
Shiva – Drums

Artwork credits:
Mark Riddick

 

USURPRESS

Il lyric video di In The Shadow Of The New Gods.

USURPRESS to reveal new song each day; first one, “In The Shadow Of The New Gods”, available on-line
Starting with today, the doom/crust/prog-infused Swedish death metal quartet, USURPRESS, will be revealing a new song from their upcoming album each day until September 18th, exclusively via Agonia Records YouTube channel (available here). The band, featuring the death metal expert Daniel Ekeroth on bass (author of the book “Swedish Death Metal”) and recently acquired drummer Mattias “Matte” Modin (ex-Dark Funeral), will release a new album, “The Regal Tribe”, on September 23rd. The first track, “In The Shadow Of The New Gods”, is availabe for straming at:

“The Regal Tribe” was recorded under the supervision of rising star producer Lawrence Mackrory (FKÜ, Darkane) while the album’s haunting cover artwork was created by renowned Dutch artist Marald van Haasteren (Bolt Thrower, High on Fire, Baroness, Kylesa), who was given a carte blanche with rgeards to the visual interpretation of the album’s lyrical concept.

“The Regal Tribe” is the follow up to “Ordained” (2014) which saw USURPRESS leave their deathcrust path for more uncharted territories. During the composing of the new album, the band was plagued by mental disorders/depressions and life threatening illnesses in the member’s immediate families, most notably vocalist/lyricist Stefan Pettersson’s battle with his bone marrow cancer. Therefore “The Regal Tribe” is a heavier and darker, yet more varied, complex and thoughtful effort than their previous albums. This concept album is a tragic story about life versus death, about vanity and the relentless passing of time and is by far USUPRESS’ most ambitious output to date.

Pettersson develops: “We decided early on to discard the traditional way of songwriting/arranging and compose The Regal Tribe one piece at the time, starting with the first riff in the first song and ending with the last riff in the 10:th song. That way we hoped to avoid the album becoming repetitive and stale and instead more fluent and powerful. Listening back to the finished album, I’m convinced we did the right thing. This is the album we have always sought to do”.

Since their formation in 2010, USURPRESS have gained a reputation as a creative and hardworking band that in a relative short time already have built up an extensive back catalogue of albums, EP’s and splits. Their aim has always been to constantly evolve and expand their soundscape, always looking forward in a restless and tireless way.

Pettersson: “Although we are very proud of all our previous works, we never look back. Dwelling on the past does not interest us at all. We started to write The Regal Tribe a couple of weeks after Ordained was released and we started to draw up the blueprints for our next album before we started to record The Regal Tribe. This is how we do things, we don’t wait for inspiration, we get inspiration from creating”.

“The Regal Tribe” is also the last USURPRESS album to feature original drummer Calle Lönnberg who left the band shortly after the recording and was replaced by internationally renowned sticksman Mathias “Matte” Modin (Firespawn, Raised Fist, ex-Dark Funeral, ex-Defleshed).

Track listing:
I: Beneath the Starless Skies
II: The One They Call the Usurpress
III: Across the Dying Plains
IV: The Mortal Tribes
V: The Halls of Extinction
VI: Throwing the Gift Away
VII: Behold the Forsaken
VIII: On a Bed of Straw
IX: The Sin that Is Mine
X: In the Shadow of the New Gods

Line-up:
Stefan Pettersson – vocals
Påhl Sundström – guitar
Daniel Ekeroth – bass
Calle Lönnberg – drums

“Across The Dying Plains” (lyric video):

USURPRESS on-line:
www.usurpress.com
Facebook

LORD AGHEROS

Un’anticipazione del nuovo album Nothing At All

And nothing at all… LORD AGHEROS present album preview

LORD AGHEROS present snippets of all the songs on their new album “Nothing At All”.
Here the official album preview URL where you can join the trip:

LORD AGHEROS new album really shows once again how they are so original in our musical scene.
Just a few week and on October 7th, My Kingdom Music will release “Nothing At All”, 5th LORD AGHEROS creation.

Here are some Gerassimos’ words about his feelings concerning it and what he felt during its creation: “I have imagined my future, on the shore of a lake smoking a cigarette and nothing more. A pencil and a sheet of paper in the hands drawing a diary of my life with received and donated things. I have imagined it like in a film at tail titles. I have lived every single emotion that has made of me a man, I have imagined as it could be if it had been different, I have imagined and remained alone with my imagination. I have imagined the nothing, I have seen the nothing, I have perceived the nothing, I have looked inside myself and what I’ve seen is the absolute nothing”.

Track listing for “Nothing At All” and cover album is as follows: 1. The Last Memories – 2. Lake Water (feat. Federica “Lenore” Catalano) – 3. Mankind Arise – 4. No More Rules – 5. Life And Death – 6. The Day To Die – 7. On The Shore – 8. Idiocracy – 9. What We Deserve – 10. Final Thoughts – 11. Nothing At All

Official sites:
MY KINGDOM MUSIC
LORD AGHEROS

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