SERIAL VICE – Intervista

Proseguiamo con la serie delle interviste alle band che sono state incluse nella compilation UMA 2015: oggi è il turno dei pugliesi Serial Vice.

Proseguiamo con la serie delle interviste alle band che sono state incluse nella compilation UMA 2015: oggi è il turno dei pugliesi Serial Vice.

serialvice

iye Intanto congratulazioni per l’avvenuto accesso alla compilation: ci raccontate in breve la storia della band?

Grazie, ne siamo onorati. I Serial Vice prendono ufficialmente vita nel 2013 da un’idea (tipica quanto intramontabile, attorno al tavolino di un pub) di Alessandro (batteria) e Andrea (chitarra), cui presto si aggiunge Matteo (chitarra). Insieme al quarto fondatore, Danilo (basso e voce), avviano da subito la produzione dei propri brani e l’attività live, e quando a metà del 2014 Danilo lascia la band, vi subentrano Stefano (basso) e James (voce). Il consolidarsi di questa formazione apporta un lieve irrobustimento del genere e un ampliamento delle influenze musicali. Lo scorso gennaio, poi, entrano finalmente in studio registrando quello che sarà il loro album d’esordio, Nightmares Come True.

iye Cosa vi ha spinto a partecipare al contest indetto dalla Underground Metal Alliance?

La necessità era quella di immettersi in nuovi circuiti, perciò conoscere altre band che come noi agiscono “nell’ombra”, e farci a nostra volta conoscere. È un ottimo modo per collegare le varie scene locali o regionali, utilizzando al meglio le risorse messe a disposizione dal web. Inoltre, conoscendo alcuni dei nomi dei componenti dell’UMA e vista la stima nutrita verso di loro ed il loro operato, non potevamo che essere entusiasti all’idea di una possibile collaborazione!

iye Oltre a quelli più immediati, legati alla partecipazione a questa iniziativa, quali sono gli obiettivi che vi siete prefissati nell’immediato futuro?

Prima di tutto siamo intenzionati a portare avanti il lavoro iniziato con le registrazioni del nostro primo album, raggiungendo quindi la certezza dei mezzi per poterlo pubblicare. Contestualmente, speriamo di ottenere sempre maggiori opportunità di suonare e poterci far apprezzare, possibilmente senza limiti territoriali.

iye Quali sono per voi le band ed i musicisti di riferimento e per quali nomi, attualmente, varrebbe la pena oggi di fare un sacrificio per assistere ad un concerto?

Rispondiamo con un esempio: alcuni membri della band hanno di recente affrontato piccoli sacrifici per assistere a Metallica, AC/DC, Black Sabbath, Iron Maiden, e ci sarebbe piaciuto andare a vedere gli Angel Witch. A ogni modo nessuna risposta può essere esaustiva, numerose sono le band per cui varrebbe ogni pena. E anche i nostri gusti, come di conseguenza le influenze, sono svariati. Si può dire che ci siamo (volutamente o meno) riferiti molto a Maiden, Judas Priest, Saxon e gran parte della NWOBHM, ma anche ad altri gruppi appartenenti ad altri sottogeneri come thrash, power, doom o hair.

iye Suonare metal in Italia è un’impresa che porta con sé il suo bel coefficiente di difficoltà; tracciando un consuntivo di quanto fatto finora, siete soddisfatti dei riscontri ottenuti dalla band?

Condividendo appieno la premessa, direi che, dopo una piccola serie di live nella nostra area, vissuti sia da ospiti che da organizzatori, siamo sia soddisfatti che vogliosi di ottenere ulteriori e sinceri consensi, nella consapevolezza che il lavoro per migliorarsi deve essere inarrestabile, come si conviene ad ogni band!

iye Per quanto riguarda invece l’attività dal vivo, anche voi avete incontrato le stesse difficoltà nel trovare date e location disponibili che molti evidenziano? Ci sarà, comunque, la possibilità di vedervi all’opera su qualche palco nel corso dell’estate?

Sicuramente è così, spesso si fatica a fissare date o, perlomeno, ad estendere il proprio raggio d’azione rispetto a date e location resesi già disponibili. Tuttavia noi non tendiamo a denunciare questo dato, ma più semplicemente lo constatiamo per poi continuare a mantenere e ricercare dei contatti. Ci auguriamo che le difficoltà di cui parliamo si evolvano in agevolazioni, per consentire a qualunque operatore della musica, senza tralasciare lo spettatore, di godersi ogni spettacolo e di fruire di un panorama in continua espansione.
Per quel che ci riguarda, prenderemo parte nel mese di giugno alla VI edizione di un festival che si tiene nel basso Salento. Le ulteriori date estive sono al momento “work in progress”.

iye Per finire, vi lasciamo lo spazio per fornire ai nostri lettori almeno un buon motivo per avvicinarsi alla vostra musica.

I Serial Vice si propongono di rispolverare e soprattutto rinfrescare vecchie sonorità, aprire ancora un varco tra passato e modernità, modellare a martellate un sempre rovente Heavy Metal!

SERIAL VICE – Facebook

https://www.youtube.com/watch?v=k7wuglmcGJ8

SCUM – Intervista

Proseguiamo con la serie delle interviste alle band che sono state incluse nella compilation UMA 2015: oggi è il turno dei grossetani Scum.

Proseguiamo con la serie delle interviste alle band che sono state incluse nella compilation UMA 2015: oggi è il turno dei grossetani Scum.

scum

iye Intanto congratulazioni per l’avvenuto accesso alla compilation: ci raccontate in breve la storia della band?

Grazie mille, è stata una grande soddisfazione. Gli Scum nascono intorno al 2000, abbiamo all’attivo 4 demo: Welcome (2003), Re Evolution (2008), Painful Illusion (2010) ed  Entropic 1.0 (2013), da cui è estratto il brano presente nella compilation, Becoming Heavier. Della formazione originale siamo rimasti in tre mentre da circa due anni si trova in pianta stabile il nuovo cantante Carlo.

iye Cosa vi ha spinto a partecipare al contest indetto dalla Underground Metal Alliance?

Per la prima volta in tutti questi anni eravamo convinti al 100% del prodotto che avevamo in mano. Nei precedenti demo trovavamo sempre qualcosa che ci lasciava perplessi o non pienamente convinti del lavoro finale. Questa volta è stato diverso ed abbiamo voluto provare se la nostra convinzione era giusta. Mi pare di si!!!

iye Oltre a quelli più immediati, legati alla partecipazione a questa iniziativa, quali sono gli obiettivi che vi siete prefissati nell’immediato futuro?

Ad ottobre entreremo di nuovo in studio e, a parte qualche live, siamo concentrati nello scrivere i nuovi pezzi. Nel frattempo siamo impegnati nella promozione di Entropic 1.0.

iye Quali sono per voi le band ed i musicisti di riferimento e per quali nomi, attualmente, varrebbe la pena oggi di fare un sacrificio per assistere ad un concerto?

Da buon vecchietto amo Testament, Slayer, Obituary ed in genere il thrash metal della Bay Area. Recentemente ho visto Meshuggah e Slipknot. Beh, diciamo che per i Meshuggah vale la pena qualche sacrificio, e magari una presenza al Wacken Open Air non sarebbe male, ahahahahaha!!!!

iye Suonare metal in Italia è un’impresa che porta con sé il suo bel coefficiente di difficoltà; tracciando un consuntivo di quanto fatto finora, siete soddisfatti dei riscontri ottenuti dalla band?

Penso che fino ad adesso abbiamo raccolto meno di quanto abbiamo investito (parlo di energie). Con il nuovo lavoro Entropic 1.0 ed una promozione più capillare e mirata stiamo avendo dei feedback positivi sia in termini di pubblico che di critica. Stiamo promuovendo Entropic 1.0 su piu’ canali e la presenza nella compilation dell’UMA, oltre ad essere una grossa soddisfazione, può essere un punto di partenza per il futuro.

iye Per quanto riguarda invece l’attività dal vivo, anche voi avete incontrato le stesse difficoltà nel trovare date e location disponibili che molti evidenziano? Ci sarà, comunque, la possibilità di vedervi all’opera su qualche palco nel corso dell’estate?

Dopo l’uscita di Re Evolution siamo stati 6 mesi in giro a suonare: i gestori dei locali o chi organizzava gli eventi non ci davano problemi e noi non davamo problemi. In questi ultimi due anni abbiamo trovato delle difficoltà incredibili, riusciamo a suonare qualche data con molta difficoltà e dopo trattative estenuanti, salvo qualche eccezione. C è da dire che il momento non è dei migliori ma a volte è’ frustrante!!!  Come già detto non abbiamo in programma nulla per l’estate visto che dobbiamo scrivere i pezzi nuovi, ma se capita una data non ci tireremo certo indietro!!!!!

iye Per finire, vi lasciamo lo spazio per fornire ai nostri lettori almeno un buon motivo per avvicinarsi alla vostra musica.

Sound devastante unito ad una voce super incazzata, oltretutto stiamo sperimentando cose nuove, potrebbe essere interessante. Ciao a tutti. m/

SCUM – Facebook

MARY BRAIN – Intervista

Proseguiamo con la serie delle interviste alle band che sono state incluse nella compilation UMA 2015: oggi è il turno dei modenesi Mary Brain.

Proseguiamo con la serie delle interviste alle band che sono state incluse nella compilation UMA 2015: oggi è il turno dei modenesi Mary Brain.

marybrain

iye Intanto congratulazioni per l’avvenuto accesso alla compilation: ci raccontate in breve la storia della band?

Grazie mille e grazie anche per averci offerto questo spazio! I Mary Brain nascono nel 2005 come cover band, ma iniziano presto a comporre pezzi propri. Nel 2009 registrano il primo promo-EP Pay for your sins presso i Morphing Studio di Cristiano Santini a Bologna. Il sound ancora grezzo è caratterizzato dalla fusione di metal classico e hard rock. Nel 2011 registrano il primo full-lenght Regression of human existence sempre presso i Morphing Studio, con Cristiano Santini anche nelle vesti di co-produttore. Il sound diventa più thrash e più prog al tempo stesso, senza rinunciare alla melodia. L’album che doveva originariamente uscire per un’etichetta italiana viene però rilasciato autoprodotto solo nel 2013 a causa di forti dissapori con la label. L’album viene recensito dalle maggiori riviste e web-zine del settore, diventano demo del mese su Metal Maniac di Aprile 2013.

iye Cosa vi ha spinto a partecipare al contest indetto dalla Underground Metal Alliance?

Ci ha spinto la volontà di trovare un canale serio e adeguato per farci conoscere maggiormente con una proposta ben fatta e curata, com’è la UMA compilation che ringraziamo per dedicare le proprie energie alla causa del metal underground italiano.

iye Oltre a quelli più immediati, legati alla partecipazione a questa iniziativa, quali sono gli obiettivi che vi siete prefissati nell’immediato futuro?

Gli obiettivi del prossimo futuro sono di trovare possibilità per suonare live, che negli ultimi anni sono sempre più carenti, e trovare un’etichetta che sia disposta a pubblicare il nostro prossimo album, di cui stiamo completando la stesura dei brani, e che possa darci un supporto ed una promozione adeguati per poter far conoscere la nostra musica al più vasto pubblico possibile.

iye Quali sono per voi le band ed i musicisti di riferimento e per quali nomi, attualmente, varrebbe la pena oggi di fare un sacrificio per assistere ad un concerto?

Purtroppo ti devo dire che non vediamo band nuove per cui valga la pena rispetto ai nomi “storici”. Per noi i live migliori rimangono quelli di KISS, AC/DC, Iron Maiden, Black Sabbath, Metallica, Megadeth, Testament, ecc., almeno finché riusciranno a suonare! Finiti questi il prossimo live act da seguire saranno sicuramente i Mary Brain!!!

iye Suonare metal in Italia è un’impresa che porta con sé il suo bel coefficiente di difficoltà; tracciando un consuntivo di quanto fatto finora, siete soddisfatti dei riscontri ottenuti dalla band?

Noi suoniamo metal da quando abbiamo 16 anni (quindi ormai sono quasi 20 anni!) e l’abbiamo fatto sempre e solo per passione e per poter esprimere i nostri stati d’animo e le nostre emozioni. Abbiamo sempre continuato a registrare musica nostra perché troviamo soddisfazione nel farlo, costruendo un percorso musicale coerente con noi stessi e la nostra vita. Siamo quindi molto soddisfatti e andremo avanti così perché il metal è la nostra vita e senza non riusciremmo a sopravvivere, siamo più carichi adesso di quando abbiamo iniziato 10 anni fa!

iye Per quanto riguarda invece l’attività dal vivo, anche voi avete incontrato le stesse difficoltà nel trovare date e location disponibili che molti evidenziano? Ci sarà, comunque, la possibilità di vedervi all’opera su qualche palco nel corso dell’estate?

Certo, anche noi abbiamo trovato molte difficoltà soprattutto negli ultimi anni da quando abbiamo deciso di ridurre notevolmente il numero di cover e di proporre quasi esclusivamente pezzi nostri. Ormai i locali fanno riferimento solo alle agenzie di booking ed è sempre più difficile trovare gli spazi dove esibirsi. Purtroppo quest’estate non ci vedrete su nessun palco, speriamo di avere qualche possibilità nella stagione invernale.

iye Per finire, vi lasciamo lo spazio per fornire ai nostri lettori almeno un buon motivo per avvicinarsi alla vostra musica.

Il primo buon motivo è che ogni vero metallaro che si rispetti è sempre alla ricerca di nuove band e nuove proposte musicali e noi siamo una di queste.
Il secondo motivo è che pensiamo che la nostra musica sia un ottimo mix di tutto quello che il metal ha espresso negli anni: classic, hard rock, thrash, prog, tutto amalgamato con potenza e melodia. Datevi la possibilità di un ascolto, non ve ne pentirete! Horns up!!!

MARY BRAIN – Facebook

KANSEIL – Intervista

Proseguiamo con la serie delle interviste alle band che sono state incluse nella compilation UMA 2015: oggi è il turno dei veneti Kanseil.

Proseguiamo con la serie delle interviste alle band che sono state incluse nella compilation UMA 2015: oggi è il turno dei veneti Kanseil.

kanseil

iye Intanto congratulazioni per l’avvenuto accesso alla compilation: ci raccontate in breve la storia della band?

Grazie mille, la biografia della band è abbastanza semplice. I Kanseil erano e sono prima di tutto amici che hanno in comune due passioni principali: la prima per la montagna e tutto il fascino che essa porta con sé e la seconda per la musica e in modo particolare il metal.

iye Cosa vi ha spinto a partecipare al contest indetto dalla Underground Metal Alliance?

Le compilations underground sono buone occasioni per diffondere la propria musica e visto che l’Underground Metal Alliance ha promosso questa iniziativa abbiamo partecipato con molto piacere e alla fine siamo stati anche ripagati con i voti della giuria quindi non poteva andare meglio!

iye Oltre a quelli più immediati, legati alla partecipazione a questa iniziativa, quali sono gli obiettivi che vi siete prefissati nell’immediato futuro?

Uno degli obbiettivi che ci siamo posti per quest’anno e che abbiamo raggiunto è stato la realizzazione del nostro primo album Doin Earde uscito per Nemeton Records a Maggio. Il prossimo passo, che in parte stiamo già intraprendendo, è quello di portarlo il più possibile con noi anche in sede live.

iye Quali sono per voi le band ed i musicisti di riferimento e per quali nomi, attualmente, varrebbe la pena oggi di fare un sacrificio per assistere ad un concerto?

Le nostre maggiori influenze nascono dal metal ma spaziano dal folk più tradizionale al rock più classico. Gli artisti a cui ci siamo ispirati inizialmente sono i FolkStone che ci hanno iniziati, se vogliamo, al genere. Con il tempo poi abbiamo sempre più allargato le nostre conoscenze verso band internazionali come Eluveitie e Korpiklaani. Altra scena a cui facciamo riferimento è quella dell’Est-Europa che comprende gruppi come Arkona, Metsatöll e Skyforger.
Assistere ad un concerto non è mai un sacrificio, qualsiasi band che mette passione in quello che fa merita attenzione.

iye Suonare metal in Italia è un’impresa che porta con sé il suo bel coefficiente di difficoltà; tracciando un consuntivo di quanto fatto finora, siete soddisfatti dei riscontri ottenuti dalla band?

Sì, siamo assolutamente soddisfatti del riscontro che stiamo ottenendo dai concerti e le risposte molto positive che stiamo ricevendo per il nostro nuovo album. Ovviamente le difficoltà non mancano mai, infatti, molto spesso può risultare difficile emergere in una scena underground che ultimamente è sempre più affollata. Anche per questo siamo soddisfatti dei risultati ottenuti fino ad ora.

iye Per quanto riguarda invece l’attività dal vivo, anche voi avete incontrato le stesse difficoltà nel trovare date e location disponibili che molti evidenziano? Ci sarà, comunque, la possibilità di vedervi all’opera su qualche palco nel corso dell’estate?

Anche questo è spesso un punto dolente per le band, soprattutto nel metal, e come loro anche noi abbiamo avuto le nostre difficoltà. Nonostante questo siamo riusciti a concludere un programma abbastanza impegnativo per quest’ estate, infatti suoneremo al Summer Solstice Folk Fest (Va), al Rock in Somma (Va) e al Malpaga Folk&Rock fest (Bg), oltre alle altre date che potete trovare sulla nostra pagina Facebook.

iye Per finire, vi lasciamo lo spazio per fornire ai nostri lettori almeno un buon motivo per avvicinarsi alla vostra musica.

Se siete stufi del solito folk metal e avete voglia di cambiare aria, lasciatevi trasportare dal nostro Vento Cimbro e date un ascolto al nostro nuovo album Doin Earde.

KANSEIL – Facebook

Orphans Of Dusk – Revenant

“Revenant”, pur nella sua veste di Ep, è già un lavoro del tutto appagante e di livello superiore alla media, ma è solleticante pensare che la band sia concretamente in grado di riprodurre la stessa qualità in una prova su lunga distanza.

Pochi giorni fa avevo benevolmente tirato le orecchie ai Luna, nella persona dell’unico musicista coinvolto, in quanto l’ultimo full length si mostrava eccessivamente derivativo, benché questo sia un aspetto, almeno in ambito doom, al quale normalmente attribuisco un peso del tutto relativo.

Gli Orphans Of Dusk, in tal senso, rappresentano un certo elemento di discontinuità in quanto, pur attingendo anch’essi in maniera signifcativa all’imprimatur di una band specifica, riescono a farlo fornendo al loro sound quell’impronta personale che nell’esempio appena citato latitava quasi del tutto.
Il duo oceanico, formato dal neozelandese James Quested agli strumenti e dall’australiano Chris G. alla voce, offre un’interpretazione efficace ed elegante del gothic doom omaggiando a più riprese i monumentali Type 0 Negative nella loro veste più oscura, ma senza dimenticare di inasprire il sound di venature più robuste, oltre che tradizionalmente devote al genere come nel drammatico incipit strumentale di August Price, grazie anche ad un buonissimo growl che va ad alternarsi con sapienza ad una timbrica profonda che richiama non poco quella dell’indimenticabile Peter Steele.
Revenant consta di quattro brani per una mezz’ora scarsa di musica in grado di riconciliare gli appassionati con il genere, finalmente, senza dover ricorrere a particolari artifici. È fuor di dubbio che Beneath the Cover of Night, ad esempio, paia a tratti un riuscitissimo outtake di “October Rust”, ma sono le doti compositive degli Orphans Of Dusk a fare la differenza, facendoli balzare agevolmente da un ipotetico status di opachi scopiazzatori a quello di continuatori legittimi ed ispirati del sound di una delle band più influenti degli ultimi vent’anni.
Sarà difficile non restare incantati dalle atmosfere soffuse, melodiche e pervase da un non comune gusto malinconico che gli Orphans Of Dusk riversano nelle proprie composizioni: Revenant, pur nella sua veste di Ep, è già un lavoro del tutto appagante e di livello superiore alla media, ma è solleticante pensare che la band sia concretamente in grado di riprodurre la stessa qualità in una prova su lunga distanza; intanto il duo oceanico è entrato nell’orbita di un’importante label di settore come la Solitude e questo è già un bel segnale.

Tracklist:
1. August Price
2. Starless
3. Nibelheim
4. Beneath the Cover of Night

Line-up:
Chris G. – Vocals
James Quested – Guitars, Synths & Bass
Dan Nahum – Session Drums

ORPHANS OF DUSK – Facebook

THE MAGIK WAY – CURVE STERNUM

A differenza di quanto accade sovente, in occasione di reunion che per motivi di marketing vengono contrabbandate come eventi epocali, per i The Magik Way si può invece tranquillamente affermare che di un ritorno di questa levatura se ne sentiva davvero il bisogno.

Il nome dei The Magik Way era balzato nuovamente alla ribalta dopo diversi anni di oblio, grazie alla riedizione delle due uniche testimonianze discografiche della loro prima parte di carriera.

Curve Sternum è il naturale passo che segue questo tipo di operazioni, propedeutiche a riportare l’attenzione su una band in procinto di tornare sulla scena dopo un lungo silenzio; decisamente meno prevedibile è, invece, il modo in cui Nequam e Azach si ripropongono al pubblico: il dark ambient dalla forte componente esoterica lascia spazio ad una sorta di neo folk dai contenuti orrorifico-rituali, esaltati da testi a volte disturbanti, altre volte grotteschi, recitati con voce da crooner dal primo dei due.
I Corpi Pesanti, in apertura di lavoro, è un brano che fatica a decollare in prima battuta a causa delle forzature metriche che contraddistinguono il comparto lirico, senza dimenticare un timbro vocale comunque poco convenzionale; ci vuole infatti un po’ di tempo e, quindi, diversi ascolti per venire a patti con un approccio musicale volto, più che ad attrarre, a disorientare prima e ad avvolgere poi l’ascoltatore con i suoi testi che rifuggono ogni banalità ed un sound solo apparentemente semplice e minimale.
Forse anche per questo, il disco si rivela come una delle uscite più originali degli ultimi tempi, rendendo credibile un accostamento audace, soprattutto per attitudine, alle opere di personaggi quali Mr.Doctor o Malleus.
Rispetto ai citati geni musicali qui troviamo indubbiamente un minore slancio melodico ed atmosferico e una maggiore voglia di sperimentare un suono che, talvolta, diviene quasi ossessivo nel suo per lo più lento incedere.
Curve Sternum è la perfetta espressione artistica esibita da un gruppo di musicisti che oltre vent’anni fa ritennero troppo angusti i confini espressivi del black metal, avviando senza alcuna fretta un percorso di ricerca musicale e filosofica privo di vincoli temporali ed espressivi: ne è testimonianza il cospicuo periodo di stand by al quale sono stati appunto soggetti i The Magik Way.
Con calma e consapevolezza, come creature sotterranee che si nutrono con pervicace regolarità di tutto ciò che proviene dalla superficie, nulla escluso, il duo alessandrino giunge ad offrire un album difficile e che necessita di molta pazienza ed altrettanta voglia di conoscenza da parte degli ascoltatori: superati questi ostacoli, sul piatto resta un lavoro forse per pochi ma sicuramente di gran pregio.
A differenza di quanto accade sovente, in occasione di reunion che per motivi di marketing vengono contrabbandate come eventi epocali, per i The Magik Way si può invece tranquillamente affermare che di un ritorno di questa levatura se ne sentiva davvero il bisogno.

Tracklist:
1.I corpi pesanti
2.La mano raccoglie
3.A curva di sterno
4.Yod-He-Vau-He
5.Nel tempo restare
6.L’orrore
7.Scuotiti, oh vita!
8.In alto come in basso

Line-up:
Nequam – vocals, acoustic guitars, programming
Azàch – drums and percussions, backing vocals

Maniac of Sacrifice – electric guitars
Old Necromancer – electric guitars
Tlalocàn – doublebass

THE MAGIK WAY – Facebook

EVENDIM – Intervista

Proseguiamo con la serie delle interviste alle band che sono state incluse nella compilation UMA 2015: oggi è il turno dei toscani Evendim.

Proseguiamo con la serie delle interviste alle band che sono state incluse nella compilation UMA 2015: oggi è il turno dei toscani Evendim.

evendim

iye Intanto congratulazioni per l’avvenuto accesso alla compilation: ci raccontate in breve la storia della band?

Gli Evendim nascono nell’aprile 2008 da un’idea di Marco Cappellini che propose al gruppo Invisible Horizons (Lukac Petr, Danilo Firenzani e Alessio Turini) di fondere il metal con tematiche e musiche folk. Da quel momento il gruppo crea le prime canzoni cambiando il nome in Evendim (nome preso dal linguaggio elfico che descrive il momento che c’è tra il tramonto e l’alba), facendo entrare in pianta stabile il fisarmonicista Nicola Corsinovi, la seconda chitarra Niccolò Bartalucci e il tastierista Matteo Adesso . Dopo pochi mesi il cantante Marco per motivi di lavoro lascia la band, entra in formazione James la Rosa con il quale il gruppo genera il primo demo Whiskey On Fire (2010), da questo momento incominciano una serie di date live a giro per la Toscana, con le prime recensioni tra le quali quella più importante di Metal Hammer, per il miglior demo del mese di ottobre 2010, poi su Italia Di Metallo, Spirit Of Metal e altri. Nel 2012 James lascia la band ed subentra Lorenzo del Conte, da questo momento la band alza i toni con canzoni che riprendono anche il power, le date aumentano fino ad arrivare al primo contratto con l’indipendente etichetta Nemeton Records, con la quale verrà pubblicata la seconda demo Old Boozer’s Tales (2015). Nel frattempo Niccolò (membro compositore) decide di lasciare la band per dedicarsi ad altri stili musicali, ed entra al suo posto Simone Lo Biundo. Gli Evendim incominciano una serie di concerti live accompagnando gruppi della scena come al Sinistro Fest 2014 (Diabula Rasa, Vallorch, Folk Metal Jacket, ODR, Wolfingar, Calico Jack), al Circus di Scandicci con i Vexillum, a Genova con Icethrone, Korrigans, Free Namless, oltre ad altre date in Trentino e Lazio. Ora la band si prepara ad altri concerti nonché alla realizzazione del primo full length.

iye Cosa vi ha spinto a partecipare al contest indetto dalla Underground Metal Alliance?

Il contest organizzato dalla UMA si presenta come un’ottima vetrina per proporci a futuri possibili ascoltatori, dandoci la possibilità di farci conoscere da un pubblico più vasto “raccontando” ciò che siamo e che componiamo. Anche l’idea di esser giudicati da una giuria che si rispetti con nomi importati ci ha convinti a partecipare.

iye Oltre a quelli più immediati, legati alla partecipazione a questa iniziativa, quali sono gli obiettivi che vi siete prefissati nell’immediato futuro?

Nel prossimo futuro abbiamo in previsione la produzione di un album completo con pezzi esistenti ed inediti che raccontano la nostra storia ed evoluzione musicale. Ovviamente riuscendo anche a fare più live possibili in Italia, tra i quali festival importanti, per poi arrivare a suonare anche all’estero.

iye Quali sono per voi le band ed i musicisti di riferimento e per quali nomi, attualmente, varrebbe la pena oggi di fare un sacrificio per assistere ad un concerto?

Le band di riferimento per il nostro stile sono ad esempio Elvenking, Korpiklaani, Finntroll, Eluveitie, Turisas, Ensiferum, non escludendo le grandi band classiche come Guns N’ Roses, Metallica, Iron Maiden, Deep Purple, Led Zeppelin, Annihilator, Gamma Ray, Blind Guardian, Stratovarious, DGM che ci hanno comunque influenzato. Per tutte le band sopra elencate varrebbe la pena fare un sacrificio per assistere ad un loro concerto.

iye Suonare metal in Italia è un’impresa che porta con sé il suo bel coefficiente di difficoltà; tracciando un consuntivo di quanto fatto finora, siete soddisfatti dei riscontri ottenuti dalla band?

Suonare in Italia è arduo sotto tutti i punti di vista a partire da quello del genere appunto, sinceramente la scena italiana potrebbe essere migliore ma il metal in generale non è percepito in modo giusto. Tuttavia siamo contenti dei risultati che stiamo ottenendo e non smetteremo di migliorarci per cercare di realizzare i nostri sogni.

iye Per quanto riguarda invece l’attività dal vivo, anche voi avete incontrato le stesse difficoltà nel trovare date e location disponibili che molti evidenziano? Ci sarà, comunque, la possibilità di vedervi all’opera su qualche palco nel corso dell’estate?

Si le difficoltà sono sempre le stesse, il gruppo deve portare gente al seguito in modo da riempire i locali altrimenti niente serata, cachet ridotti al contributo benzina, quando vengono dati, altrimenti cena e basta, oppure viene addirittura chiesta una quota per poter suonare, aprendo magari a qualche band più conosciuta (il famoso PayToPlay). Pochi locali danno la possibilità di farti suonare con un cachet e un rimborso spese. Come in ogni lavoro dobbiamo investire e creare per andare avanti e noi lo facciamo!! Ovviamente non non tutti i gestori di locali e gli organizzatori sono così. Abbiamo trovato persone che comunque investono nei gruppi emergenti. In estate saremo ad Alatri alla Perla Nera, al Casablanca di Montaione, al Pianeta Melos di Pistoia ed al Sinistro Fest 2015 (presso il Lago I Salici) a settembre.

iye Per finire, vi lasciamo lo spazio per fornire ai nostri lettori almeno un buon motivo per avvicinarsi alla vostra musica.

Nella nostra musica potete trovare tanti stili e influenze diverse: siamo molto versatili. Suoniamo qualcosa che non è ben inquadrabile e schematizzabile, adatto a molte tipologie differenti di ascoltatori, inoltre con note di divertimento e carica energetica, ciò che produciamo risulta essere coinvolgente e innovativo per quanto è possibile. Passiamo ad esempio da ballad romantiche, a canzoni potenti con molto tiro, tutto condito in un misto di rock / metal / folk / power / prog e tanto altro: se volete ascoltare cose diverse con noi lo troverete. Grazie a tutti per averci seguito.

EVENDIM – Facebook

https://www.youtube.com/watch?v=KNkqPYvT8Zw

HELL’S GUARDIAN – Intervista

Proseguiamo con la serie delle interviste alle band che sono state incluse nella compilation UMA 2015: oggi è il turno dei lombardi Hell’s Guardian

Proseguiamo con la serie delle interviste alle band che sono state incluse nella compilation UMA 2015: oggi è il turno dei lombardi Hell’s Guardian (risponde il batterista Dylan).

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iye Intanto congratulazioni per l’avvenuto accesso alla compilation: ci raccontate in breve la storia della band?

Ciao a tutti, gli Hell’s Guardian nacquero a Berzo Demo in provincia di Brescia nel 2009 da un idea mia e di Freddie (chitarrista), alla quale poi si sono aggiunti Cesare (cantante growl/chitarrista) e Pietro (cantante clean/bassista). All’inizio ci presentammo come cover band di gruppi come Ensiferum, Amorphis, Amon Amarth, In Flames, per poi proporre brani inediti, con influenze delle band sopracitate. Nel 2010 uscì il nostro primo demo Hell’s Guardian, dopo quattro anni con vari concerti nel lombardo, nel 2014 uscì il nostro primo album in studio Follow Your Fate che ricevette un buon riscontro positivo con il pubblico e con la critica. A metà 2014 il nostro bassista Pietro decise di lasciare il gruppo per concentrarsi sulle proprie passioni e nel frattempo decidemmo di suonare dal vivo con alcuni nostri amici al basso. A fine Luglio uscirà un nuovo EP che si intitolerà Ex Adversis Resurgo.

iye Cosa vi ha spinto a partecipare al contest indetto dalla Underground Metal Alliance?

Ci ha colpito la professionalità da parte degli ideatori del contest, ma soprattutto la possibilità di far conoscere maggiormente la band ad un nuovo pubblico sia sui social network, sia concretamente per chi scaricherà la compilation.

iye Oltre a quelli più immediati, legati alla partecipazione a questa iniziativa, quali sono gli obiettivi che vi siete prefissati nell’immediato futuro?

Il 30 giugno pubblicheremo due nuove canzoni in formato digitale su tutti i music network e social network, invece esattamente il mese dopo uscirà l’EP Ex Adversis Resurgo con i due brani inediti, due brani live registrati al Circolo Colony (BS) per l’occasione del Brixia Metal Fest ed un brano del primo album riarrangiato con il pianoforte. Inoltre stiamo già pensando ad un secondo album.

iye Quali sono per voi le band ed i musicisti di riferimento e per quali nomi, attualmente, varrebbe la pena oggi di fare un sacrificio per assistere ad un concerto?

Ovviamente siamo stati influenzati da numerose band, tra cui Amon Amarth, Ensiferum, Amorphis, In Flames; infine da un gruppo che ho visto di recente e che consiglio a tutti di vedere se si ha la possibilità, gli Insomnium.

iye Suonare metal in Italia è un’impresa che porta con sé il suo bel coefficiente di difficoltà; tracciando un consuntivo di quanto fatto finora, siete soddisfatti dei riscontri ottenuti dalla band?

Noi siamo più che soddisfatti, il nostro primo album è stato recensito e accolto molto positivamente dalle varie webzine e riviste. Allo stesso tempo abbiamo suonato anche con gruppi italiani come Vision Divine, In.Si.Dia, EndlessPain, Spellblast, Furor Gallico, Evenoire etc. Quindi possiamo dire che pian piano i fan aumentano.

iye Per quanto riguarda invece l’attività dal vivo, anche voi avete incontrato le stesse difficoltà nel trovare date e location disponibili che molti evidenziano? Ci sarà, comunque, la possibilità di vedervi all’opera su qualche palco nel corso dell’estate?

Purtroppo è un problema che conosciamo benissimo ma in Italia si sa, sarà sempre così. Quest’estate saremo al Legend Club di Milano il 21 giugno per il Rockshots Festival, il 12 Luglio a Gaggiano (MI) per il Grave Party e il 25 Luglio al Pirates Of Rock a Malesco in provincia di Verbania; quest’ultima data sarà per noi la prima volta in Piemonte.

iye Per finire, vi lasciamo lo spazio per fornire ai nostri lettori almeno un buon motivo per avvicinarsi alla vostra musica.

Ovviamente invito tutti a seguirci sui vari social network e se vi capita di venirci a vedere dal vivo perché è li che diamo il 100 % di noi stessi! Ci teniamo a creare un buon spettacolo e a trasmettervi tutto ciò che proviamo.
Ringraziamo In Your Eyes Zine per questa intervista, l’Underground Metal Alliance per questo servizio che ha offerto e per tutto l’impegno che ci sta mettendo! Ringraziamo tutto il pubblico che ci segue sui nostri canali web e ai concerti … a tutti voi consigliamo di scaricare la compilation dell’ U.M.A. perché sono presenti numerose band che meritano davvero tanto!
Seguiteci sui nostri social network e sul nostro sito per varie news future … a presto!

HELL’S GUARDIAN – Facebook

Heavylution – Children Of Hate

Children Of Hate è un ascolto obbligato per ogni defender che si rispetti e alza l’asticella della qualità delle uscite nel campo del metal classico in questo incendiario 2015

Dall’underground più profondo del metal classico europeo, continuano a proporsi band dalle indubbie qualità: arrivano di soppiatto, dai più svariati paesi dall’estremo ovest all’est, da nord a sud, tutte con la loro musica forgiata nel metallo ottantiano, straordinari eredi di un genere entrato a dispetto di molti nelle storia della musica moderna.

Gli Heavylution sono una band transalpina nata quasi una decina di anni fa ormai, Children Of Hate è il primo full length, arrivato come un lampo nella notte dopo che la band aveva già licenziato un demo e l’ep “The Architect” nel 2011.
Quattro anni non sono passati invano, ed il gruppo di Saint-Etienne si presenta nel nuovo anno con quest’opera di fiero metallo, tra l’heavy metal tradizionale e il power, oscuro, dalle sfumature epiche e melodie a iosa.
Ritmiche power e crescendo metallici fanno da struttura ad una raccolta di brani, ben fatti, suonati bene e dall’ottima resa, non spiccatamente vintage, ma con una modernità di fondo data dall’ottimo lavoro, fatto in studio.
I brani escono così potenti e melodici, con due o tre perle (la title track, Spirit Never Die e The Exodus) in un lotto dalla buona qualità, richiamando più di una band storica tra metal ottantiano e power estrapolato dalla seconda metà del decennio successivo.
Nel genere le qualità del singer fanno mille, ed allora ecco che la band piazza Paul Eyssette dietro al microfono, aggressivo, sanguigno, accostabile all’ultimo Dickinson, anche alla sei corde in compagnia di Thibault Maurin e Olivier Dupont.
Tanto dispiego di asce non è un caso, Children Of Hate ha nel lavoro delle chitarre il suo punto di forza: melodiche, pungenti, graffianti e affiatate, sono il fiore all’occhiello di questo lavoro, senza nulla togliere alla buona sezione ritmica composta da Laurent Descours alle pelli e Nicolas Savoca al basso.
Iron Maiden,Judas Priest, Iced Earth, qualche sprazzo di power teutonico e tanta fierezza metallica, fanno di Children Of Hate un ascolto obbligato per ogni defender che si rispetti, alzando l’asticella della qualità delle uscite nel campo del metal classico in questo incendiario 2015: lunga vita all’underground.

Tracklist:
1.The Call
2.Children of Hate
3.Obsession
4.Spirit Never Dies
5.Burn Out
6.Mind Avulsion
7.The Eye Will Control
8.The Exodus
9.Balls of Steel
10.Future is on Your Side
11.Fight for Changes

Line-up:
Laurent Descours – Drums
Olivier Dupont – Guitars
Paul Eyssette – Vocals, Guitars
Nicolas Savoca – Bass
Thibault Maurin – Guitars

HEAVYLUTION – Facebook

Luna – On the Other Side of Life

Dopo aver sperimentato qualcosa di diverso in occasione del recente Epi, DeMort ripropone le sonorità dedite ad un funeral atmosferico devoto in maniera financo eccessiva agli Ea.

Secondo album per la one man band ucraina Luna, della quale abbiamo già parlato in occasione sia del full length d’esordio sia dell’Ep uscito non troppo tempo fa.

Dopo aver sperimentato qualcosa di diverso in quell’occasione con buoni risultati, DeMort è tornato in toto alle sonorità dedite ad un funeral atmosferico devoto in maniera financo eccessiva agli Ea.
Come in quel frangente, infatti, il nuovo lavoro vive delle stesse contraddizioni: atmosfere evocative guidate per lo più dalle tastiere che ricalcano in maniera fedele, pur se con la dovuta competenza, quel tipo di sound.
Due soli brani, interamente strumentali, per circa un’ora complessiva di durata, che costituiscono pur sempre un’esperienza gradevole per chi ama queste sonorità, lasciano in eredità, purtroppo, la sensazione d’avere ascoltato un buon surrogato di una delle band più particolari dell’intera scena doom, piaccia o meno.
Tutto ciò, quindi, mi costringe a replicare a grandi linee il giudizio fornito in occasione di “Ashes To Ashes” anche se, dal raffronto, emergono sensibili passi avanti sia sotto l’aspetto esecutivo sia per quanto riguarda quello compositivo, che appare decisamente meno essenziale.
Credo che DeMort, se vorrà provare a ritagliarsi uno spazio più importante, dovrà cercare di personalizzare ulteriormente il sound, magari provando ad inserire anche le parti vocali, altro elemento in grado di apportare a sua volta una certa varietà, quand’anche dovesse essere utilizzato con parsimonia.

Tracklist:
1. Grey Heaven Fall
2. On the Other Side of Life

Line-up:
DeMort – All Instruments

FAKE HEROES – Intervista

Proseguiamo con la serie delle interviste alle band che sono state incluse nella compilation UMA 2015: oggi è il turno dei pescaresi Fake Heroes.

Proseguiamo con la serie delle interviste alle band che sono state incluse nella compilation UMA 2015: oggi è il turno dei pescaresi Fake Heroes.

fakeheroes

iye Intanto congratulazioni per l’avvenuto accesso alla compilation: ci raccontate in breve la storia della band?

La band nasce nel 2012 come naturale evoluzione di una “vecchia” band postgrunge: alla stessa formazione strumentale si è aggiunta una nuova voce e da lì, sulla base delle forti influenze hard rock/alternative di stampo americano, abbiamo prodotto il nostro primo EP Beyond This Glass (aprile 2012) e meno di un anno dopo il nostro primo album Divide And Rule (marzo 2013 per la tedesca Antstreet Records).
All’inizio dell’anno scorso c’è stato un cambio di line up alla batteria e i due lavori successivi (l’EP Bridge Of Leaves e l’album di prossima uscita Clouds) si sono spostati su territori piuttosto progressive/alternative con influenze djent, senza mai perdere d’occhio la base melodica che ci portiamo dietro dall’inizio.

iye Cosa vi ha spinto a partecipare al contest indetto dalla Underground Metal Alliance?

La necessità, in qualche modo, di far sentire la propria voce senza necessariamente dover investire ogni volta molti soldi. L’UMA rappresenta per noi una realtà da sostenere in un sistema in cui il normale concetto di investimento si è trasformato in un marasma in cui tutti, dal più professionale al più incapace, chiedono soldi per realizzare qualsiasi cosa/servizio.

iye Oltre a quelli più immediati, legati alla partecipazione a questa iniziativa, quali sono gli obiettivi che vi siete prefissati nell’immediato futuro?

Per quella che è la situazione odierna, soprattutto in Italia, vorremmo semplicemente avere la possibilità di farci ascoltare, davvero. Crediamo molto nel nostro album di prossima uscita e nel nostro piccolo crediamo anche di aver creato qualcosa di “diverso”, almeno per la proposta rock/metal italiana.

iye Quali sono per voi le band ed i musicisti di riferimento e per quali nomi, attualmente, varrebbe la pena oggi di fare un sacrificio per assistere ad un concerto?

All’interno della band abbiamo gusti e background parecchio diversi (come spesso accade). Diciamo che il collante che ci spinge oggi a fare musica affonda le sue giovani radici nella scena progressive metal moderna, nel djent e nel metalcore: Periphery, Tesseract, Skyharbor, Circles, Intervals. Tutti questi spunti sono stati mescolati ad altro: Dead Letter Circus, Twelve Foot Ninija … Difficile dare pochi nomi ed è forse quello che in realtà ci ha permesso di fare un primo vero lavoro personale. Per quanto riguarda i concerti ognuno ha i suoi punti di vista, ma di certo in Italia è difficilissimo poter assistere ad un concerto di molte delle band citate.

iye Suonare metal in Italia è un’impresa che porta con sé il suo bel coefficiente di difficoltà; tracciando un consuntivo di quanto fatto finora, siete soddisfatti dei riscontri ottenuti dalla band?

Possiamo dire di avere una discreta esperienza maturata live e in studio e da diverso tempo abbiamo capito che in realtà in ambito underground c’è una certa meritocrazia. Partendo da questo concetto sicuramente non ci riteniamo soddisfatti dei riscontri ottenuti ma ci rendiamo conto che gran parte della colpa è nostra. Nella vita di tutti i giorni si è presi da molte cose e se perdi di vista l’obiettivo che ti sei prefissato, qualsiasi esso sia, non arriverà mai. In Italia ci sono band che a nostro parere propongono prodotti di profilo a volte anche molto basso ma riescono a farsi sentire, a suonare live e a far girare il proprio nome perché spingono e credono molto nel progetto, facendone una priorità.

iye Per quanto riguarda invece l’attività dal vivo, anche voi avete incontrato le stesse difficoltà nel trovare date e location disponibili che molti evidenziano? Ci sarà, comunque, la possibilità di vedervi all’opera su qualche palco nel corso dell’estate?

Nel corso dell’estate sarà molto complicato. Abbiamo preso contatti con diversi festival in giro per l’Italia, ma molti quest’anno non si organizzeranno per mancanza di fondi. Con l’uscita del disco speriamo di riuscire a trovare locali disposti a condividere con noi la propria location.

iye Per finire, vi lasciamo lo spazio per fornire ai nostri lettori almeno un buon motivo per avvicinarsi alla vostra musica.

Nel nostro prossimo lavoro non c’è nulla di scontato, nulla di buttato lì al caso. Sarà come leggere dentro uno di noi, anche se in realtà siamo in 5.

FAKE HEROES – Facebook

AVORAL – Intervista

Iniziamo la serie delle interviste alle band che sono state incluse nella compilation UMA 2015: oggi è il turno dei milanesi Avoral.

Iniziamo la serie delle interviste alle band che sono state incluse nella compilation UMA 2015: oggi è il turno dei milanesi Avoral.

avoral

iye Intanto congratulazioni per l’avvenuto accesso alla compilation: ci raccontate in breve la storia della band?

Ciao a tutti e grazie mille! Gli Avoral nascono a Milano nel 2012 dall’ incontro di Ged, Legion e Frank con Bolthorn e Nurgan, provenienti rispettivamente da esperienze power – heavy e symphonic black. Passando tra varie vicissitudini e cambi di line up siamo giunti alla formazione ufficiale solo nel 2014, anno in cui abbiamo rilasciato il nostro debut album War Is Not Over, fatto il nostro primo tour in Europa suonando in vari palchi di Slovacchia e Repubblica Ceca e firmato con Club Inferno, divisione della storica My Kingdom Music.

iye Cosa vi ha spinto a partecipare al contest indetto dalla Underground Metal Alliance?

Ci fa davvero molto piacere aver ottenuto la partecipazione con una presenza così calorosa da parte dei nostri seguaci insieme con pareri molto positivi da parte dei selezionatori, la compilation è sicuramente un’ ottima vetrina per farci conoscere da nuove persone e diffondere la nostra musica il più possibile, cosa che per noi su internet o con i live è molto importante. Tra l’ altro conosciamo anche alcune delle band presenti insieme a noi, siamo contenti di far parte dello stesso progetto!

iye Oltre a quelli più immediati, legati alla partecipazione a questa iniziativa, quali sono gli obiettivi che vi siete prefissati nell’immediato futuro?

Attualmente stiamo portando avanti la composizione delle nuove canzoni, accentuando le componenti più cupe e prog, sempre sotto la nostra atmosfera di stampo epic. Sicuramente tra gli obiettivi ci sono un altro album che continui il nostro concept e un nuovo tour all’estero, più altre attività particolari che vi sveleremo a tempo debito!

iye Quali sono per voi le band ed i musicisti di riferimento e per quali nomi, attualmente, varrebbe la pena oggi di fare un sacrificio per assistere ad un concerto?

Non abbiamo un vero e proprio riferimento per la nostra musica, chiaramente siamo tutti amanti del filone Blind Guardian, ma non ci imponiamo limiti o obiettivi di emulazione, lasciamo che le nostre idee scorrano liberamente e senza vincoli dati dall’appartenenza a un genere o un altro. Riguardo ai concerti, sono il punto di incontro più bello tra un musicista e il suo pubblico così come un modo interessantissimo di scoprire nuove band, quindi siamo frequentatori molto assidui, dai mostri sacri ancora in attività così come (soprattutto) alle band di nicchia e quelle emergenti.

iye Suonare metal in Italia è un’impresa che porta con sé il suo bel coefficiente di difficoltà; tracciando un consuntivo di quanto fatto finora, siete soddisfatti dei riscontri ottenuti dalla band?

Abbiamo calcato ormai molti palchi in contesti da festival emergente o come supporto a grandi band: ogni live e pubblico che incontri lascia qualcosa dentro di te che sicuramente ti arricchisce e ti rende più consapevole dei tuoi mezzi e obiettivi, quindi siamo molto soddisfatti di tutto il percorso che abbiamo svolto fin qui. Chiaramente ci sono alcuni meravigliosi show che abbiamo fatto che sono ancora impressi nella memoria di tutti noi, così come altri in cui l’organizzazione era pressoché catastrofica … ma tutte le soddisfazioni e difficoltà ci hanno dato forza ed entusiasmo di proseguire sempre ambiziosi. E poi il palco è il nostro habitat ideale, in cui sfogare tutta l’ adrenalina e creare un bellissimo legame con gli ascoltatori, che hanno sempre accolto molto positivamente la nostra proposta!

iye Per quanto riguarda invece l’attività dal vivo, anche voi avete incontrato le stesse difficoltà nel trovare date e location disponibili che molti evidenziano? Ci sarà, comunque, la possibilità di vedervi all’opera su qualche palco nel corso dell’estate?

Dipende tutto dall’ottica con cui una band o un’ agenzia si approccia al mondo dei live: credo che al giorno d’ oggi, vista la grande numerosità di band attive a fronte di un’offerta innegabilmente minore rispetto a qualche anno fa, la soluzione più giusta sia una consapevole via di mezzo tra il voler suonare sempre e ovunque e l’essere selettivi. Purtroppo anche il mondo della musica sta vivendo una fase di crisi e bisogna comprendere i difficili equilibri necessari a garantire che non vadano in perdita né le band né i locali, ma al tempo stesso penso sia giusto ricordare i propri diritti e indirizzare i propri sforzi verso quegli eventi e contesti che bene sappiano valorizzare la propria proposta. Noi abbiamo sempre lavorato in quest’ottica, e devo ammettere che ci siamo tolti molte soddisfazioni. Al momento ci stiamo concentrando sulla composizione del nuovo materiale, ma sicuramente in questi mesi estivi avrete modo di vederci all’opera sul palco!

iye Per finire, vi lasciamo lo spazio per fornire ai nostri lettori almeno un buon motivo per avvicinarsi alla vostra musica.

Noi per primi amiamo i nomi che hanno reso grande la musica che tutti seguiamo e al contempo apprezziamo nella musica di una band elementi di ricerca in grado di portare originalità e sperimentazione, che sia attraverso l’ utilizzo di tematiche, leggende o strumenti particolari o introducendo caratteristiche tipiche di altri generi. Questo si traspone ovviamente in ciò che suoniamo, se anche voi vi riconoscete in tutto questo, ci potete trovare nei nostri canali ufficiali e soprattutto vi aspettiamo sotto il palco per una birra tutti insieme! Hailz m/

AVORAL – Facebook

Feign – Into The Void

Secondo ep per la one man band statunitense Feign, a conferma del buon potenziale già espresso nel precedente lavoro.

Secondo ep per la one man band statunitense Feign, già trattata su queste pagine in occasione dell’esordio Lost to Eternity.

Il giovane Jacob Lizotte conferma agevolmente le buone impressioni destate in quell’occasione, proseguendo sulla strada di un black metal atmosferico piuttosto debitore di Agalloch e Wolves In The Throne Room.
La prima traccia si snoda attorno ad un tema portante dai toni epici sui quali la chitarra solista compie un buon lavoro elevandone il potenziale evocativo e, tutto sommato, la seconda ne ricalca in positivo l’andamento, mentre la terza è una breve chiusura di stampo ambient.
Come detto in fase di recensione del precedente demo, appare notevole il potenziale di questo musicista del Maine, ma potrà essere solo l’uscita di un più probante full length a definire in maniera compiuta il valore effettivo del progetto Feign.

Tracklist:
1. Deathwisher
2. Soulcrusher
3. Stargazer

Line-up:
Jacob Lizotte All instruments, Vocals

https://www.facebook.com/feignband

Norse – Pest

Un lavoro complesso ed irto di spine ma ugualmente ricco di una certa attrattiva.

Gli australiani Norse sono in circolazione da quasi un decennio nel corso del quale hanno dato alle stampe due full-length nel 2010 e nel 2012.

La band, che di fatto è sempre stata guidata dal drummer Forge, si cimenta in un black death che non lascia spazio alcuno ad ammiccamenti groove o melodici.
I Norse forse non spaventano ma sicuramente disturbano, con i loro brani all’insegna di una claustrofobica misantropia che si esplicita attraverso un sound capace di unire la vena più sperimentale del black con sfuriate talvolta al limite del grind, creando un impasto sonoro difficilmente digeribile ma ugualmente affascinante.
La repulsione iniziale dovuta all’insistenza di sonorità dissonanti lascia lentamente spazio, infatti, a un percezione che non può essere certamente definita empatia ma che è, quantomeno, una perniciosa attrazione verso questi suoni che Forge, coadiuvato dallo screaming di ADR, riversa senza misericordia alcuna sull’ascoltatore.
Solo la conclusiva Aimless concede spiragli di melodia nelle trame chitarristiche, quasi a voler ribadire che anche l’oscurità più assoluta conserva al suo interno infinitesimali barlumi di luce.
Il formato Ep di Pest, con la sua durata inferiore alla mezz’ora, favorisce indubbiamente l’assimilazione di questo lavoro complesso ed irto di spine ma ugualmente ricco di una certa attrattiva.

Tracklist:
1. Encoded Weakness
2. Disarmed. Toothless. Weak
3. Pest
4. Irradiator
5. True Insignifigance
6. Aimless

Line-up:
ADR – vocals, lyrics
Forge – All instruments

NORSE – Facebook

Putrid Offal – Premature Necropsy

Ottima iniziativa della Kaotoxin che raccoglie in una compilation i primi lavori dei grindsters francesi Putrid Offal.

Anno solare importante per i Putrid Offal, una delle band di punta della Kaotoxin: dopo l’ep “Suffering” di fine 2014, che di fatto sanciva il ritorno sulle scene della band estrema transalpina, ed il nuovo full length uscito lo scorso febbraio (“Mature Necropsy”), che confermava il gruppo come una delle migliori realtà nel panorama death/grind europeo, eccoci alla alla terza uscita in meno di un anno con Premature Necropsy, raccolta del materiale prodotto negli anni novanta, autentico ripasso della storia del gruppo, rimasto fermo per vent’anni e tornato a devastare come e più di prima.

Di tempo ne è passato tanto ma i brani raccolti in questa compilation non fanno che confermare la bravura del combo, nato in anni nei quali il genere era al massimo della popolarità, trascinato da band di relativo successo come Napalm Death, Carcass e, perchè no, Brutal Truth.
Oltre allo split con gli Exulceration da cui prende il titolo, Premature Necropsy raccoglie le prime opere della band rimasterizzate : dal primo demo “Unformed”, passando dallo split “At the Sight of the Foul Offal” in compagnia degli storici Agathocles, fino allo split “Obscurum Per Obscurius”, diciotto brani che non sono solo i primi vagiti di una band straordinaria, ma una panoramica su quello che offrì il genere negli anni di massimo splendore.
All’epoca la band, oltre a Franck Peiffer e Frédéric Houriez (oggi saccompagnati da Philippe Reinhalter alla chitarra e da Laye Louhenapessy alla batteria) si avvaleva alle pelli di Ludovic Loez prima ed in seguito di Boris Reisdorff.
Premature Necropsy è un acquisto consigliato per chi ha conosciuto il gruppo francese in questo ultimo periodo; i Putrid Offal non lasciano scampo e dimostrano che il loro death/grind anche all’epoca aveva qualcosa in più: terremotante, massacrante vario e suonato alla grande, seguiva la scia dei primi Carcass e General Surgery e costituiva di fatto la risposta transalpina alle devastazioni scandinave e soprattutto americane.
Completato da un booklet completo di biografia e poster nella sua versione limitata a cinquecento copie, questa compilation non può mancare nello scaffale di ogni grindster che si rispetti.

Tracklist:
1. Purulent Cold
2. Repulsive Corpse
3. Premature Necropsy
4. Rotten Flesh
5. Symptom
6. Garroting Way
7. Suffering
8. Mortuary Garlands
9. (outro)
10. Mortuary Garlands
11. From Plasma to Embalming
12. Gurgling Prey
13. Birth Remains
14. Organic Excavation
15. Gurgling Prey
16. Oscillococcinum
17. Purulent Cold
18. Rotten Flesh

Current line-up:
Franck Peiffer – guitars, vocals
Philippe Reinhalter – guitars
Frédéric Houriez – bass
Laye Louhenapessy – drums

Line-up on this compilation:
Franck Peiffer – guitars, vocals
Frédéric Houriez – bass
Boris Reisdorff – drums
Ludovic Loez – drums (tracks 15-18)

PUTRID OFFAL – Facebook

Doomed – Wrath Monolith

Continua il percorso sulle vie lastricate di dolore del death-doom da parte di Pierre Laube con il suo solo project Doomed.

Continua il percorso sulle vie lastricate di dolore del death-doom da parte di Pierre Laube con il suo solo project Doomed; questo Wrath Monolith è il quarto album in soli tre anni e conferma il costante progresso del musicista tedesco dal punto di vista compositivo.

L’interpretazione del genere da parte di Laube continua ad essere caratterizzata da un impatto aspro e talvolta dissonante, ma gli sprazzi melodici oggi appaiono meglio integrati e più funzionali alla resa complessiva.
Come sempre spicca un lavoro chitarristico dai tratti piuttosto personali che, in un brano come Euphoria’s End, va a lambire territori technical-death.
Wrath Monolith evoca, come gran parte dei dischi del genere, un doloroso disagio ma lo fa in maniera meno immediata ed evocativa rispetto ad altre band e questo finisce per essere un pregio, in quanto denota la volontà di Pierre di non adagiarsi su soluzioni scontate ma, d’altro canto, rende oltremodo complessa la memorizzazione dei singoli brani.
Se, per gusto personale, preferirei ovviamente una maggiore presenza di aperture melodiche, anche perché quando ciò avviene il sound ne beneficia in virtù di capacità compositive comunque ben superiori alla media, non posso fare a meno di constatare quanto ogni uscita targata Doomed sia ormai divenuta garanzia di qualità, accentuata proprio dai tratti piuttosto personali e riconoscibili, nonostante l’ancora relativamente breve vita artistica del progetto.
La stessa consolidata appartenenza al roster della Solitude ci suggerisce, in qualche modo, una certa affinità alla frangia meno accessibile della scena russa, costituita da band quali Abstract Spirit e Who Dies In Siberian Slush, tanto per citare due tra le più note, proprio per il suo ricorrere a sonorità che si concedono con parsimonia a facili soluzioni meloduche.
Ennesimo buonissimo disco, quindi, ma volendo fare per una volta la parte dell’incontentabile mi piacerebbe che Laube ricorresse con maggior frequenza a soluzioni come il malinconico assolo di Our Ruin Silhouette (a proposito, oltre alla copertina a sfondo verde, viene mantenuta anche l’abitudine di dare ad un brano lo stesso titolo dell’album precedente), visto che una simile forza evocativa non può e non deve restare un caso pressoché isolato all’interno di una singola traccia, piuttosto che di un intera tracklist.
Detto questo, chi ha apprezzato i precedenti lavori non resterà affatto deluso da questa ultima fatica dei Doomed, mentre io continuo ad attendere con fiducia il lavoro definitivo, quello capace di farne assurgere il nome ai massimi livelli, dai quali non siamo invero troppo lontani.

Tracklist:
1. Paradoxon
2. Our Ruin Silhouettes
3. Euphoria’s End
4. The Triumph – Spit
5. Looking Back
6. I’m Climbing

Line-up:
Pierre Laube – All instruments, Vocals

DOOMED – Facebook

Night Gaunt – Night Gaunt

I romani Night Gaunt esordiscono con questo disco omonimo andando a rimpinguare la schiera di buone band della capitale dedite ad un doom dai tratti piuttosto classici.

I romani Night Gaunt esordiscono con questo disco omonimo andando a rimpinguare la schiera di buone band della capitale dedite ad un doom dai tratti piuttosto classici.

L’album, originariamente uscito come autoproduzione nel 2014, ha catturato l’attenzione dell’attenta label genovese BloodRock Records che lo ha riproposto sul mercato questa primavera.
In ossequio ad un genere che si sviluppa, come è giusto che sia, nel solco della tradizione, appare quasi superfluo sottolineare come i nostri in queste sette tracce rinuncino in partenza all’inserimento di spunti innovativi: qui si fa, bene e con tutta la dedizione del caso, del sano doom intriso fino al midollo degli umori lisergici che hanno fatto la fortuna di nomi quali Saint Vitus, Pentagram, Candlemass ecc.
Un rito di una quarantina di minuti nel corso dei quali non vengono risparmiate distorsioni spasmodiche, riff avvolgenti, ritmi pachidermici alternati a repentine cavalcate e vocals evocative quanto basta, con una partenza leggermente in sordina ed un deciso cambio di passo a livello qualitativo ad iniziare da The Patient, passando per l’irresistibile traccia strumentale e manifesto delle band, Night Gaunt, fino ad arrivare alla conclusiva Acquiescent Grave, nella quale il quartetto romano pare aver voluto convogliare tutte le proprie influenze e la genuina passione per questo genere.
Un esordio che non è ancora sufficiente per collocare i Night Gaunt nelle prime file dello schieramento di partenza (dove risiedono stabilmente i concittadini e neo-compagni di etichetta Doomraiser), ma che si rivela lo stesso oltremodo soddisfacente, contribuendo a perpetuare quella tradizione doom che ormai nel nostro paese, e nella capitale in particolare, si sta consolidando in maniera convincente.
Il primo importante passo è stato compiuto nel migliore dei modi e il prossimo obiettivo, per la band romana, sarà quello di mostrare una cifra stilistica più personale pur senza dover necessariamente snaturare le proprie caratteristiche.

Tracklist:
1. Persecution
2. Breathless
3. The Church
4. The Patient
5. Night Gaunt
6. Black Velvet
7. Acquiescent Grave

Line-up:
Araas – Bass
Kelèvra – Drums
Zenn – Guitars
Gc – Guitars, Vocals

NIGHT GAUNT – Facebook

Chapter V:F10 – Syndrome

Ottimo lavoro da parte di Astaroth Merc (già conosciuto con i Raventale) che, sotto il monicker ChapterV:F10, ci consegna un album black metal di buon spessore.

Syndrome è il primo lavoro dei Chapter V:F10, creatura di Astaroth Merc, conosciuto per essere il membro unico degli ucraini Raventale, attivi da una decina d’anni e protagonisti della scena con ben sei album all’insegna di un black metal atmosferico.

Anche in questa occasione il nostro si cimenta con tutti gli strumenti ma è accompagnato nell’avventura dalla voce di Howler, già suo compagno nei Den Of Winter.
Syndrome è un buon lavoro di genere, glaciale e composto da ottime canzoni, ora strutturate su ritmiche cadenzate ora spazzate da sfuriate metalliche fredde come il vento del nord.
Il musicista di Kiev se la cava alla grande con gli strumenti, così come il suo partner si rivela dotato di un ottimo scream: le atmosfere, che si mantengono gelide e diaboliche e fanno da contorno al black metal che ha nella vecchia scuola la fonte a cui abbeverarsi, a tratti vengono lacerate da frustate di nero metallo, altre volte sono contornate invece da una vena epica ed evocativa che trasporta l’ascoltatore in paesaggi di deserto ghiacciato, lande ai confini del mondo dove l’inferno è ad un passo.
Sono proprio queste le parti in cui Syndrome offre il suo meglio, con note che si avvinghiano allo stomaco, atmosfericamente da applausi pur mantenendo una violenza di fondo che si libera quando gli elementi scatenano una danza infernale.
Le ritmiche tengono il passo, passando da mid tempo a veloci mitragliate, come nella superba Progression, che apre il lavoro e con la quale Chapter V:F10 sparano già le loro migliori cartucce.
Invero proprio la prima e l’ultima traccia sono quelle che più lasciano all’ascoltatore un ottimo ricordo, con Ending, posta in chiusura, bellissimo strumentale con digressioni che oserei definire, a tratti, progressive.
Nel mezzo il black metal tout court di Reclaim, Nectar e sopratutto Mercury convince donandoci ottimi esempi di metallo nero, assolutamente consigliato agli adepti del genere a cui va l’invito ad ascoltare questo gioiellino di metallo oscuro e maligno.

Tracklist:
1. Progression
2. Reclaim
3. Nectar
4. Hollow
5. Mercury
6. Ending

Line-up:
Astaroth Merc – All instruments
Howler – Vocals

Abysmal Grief / Runes Order – Hymn of the Afterlife / Snuff the Nun

Uno split album di qualità non comune grazie alla presenza di due realtà che non deludono mai, dall’alto delle capacità compositive e della personalità dei musicisti coinvolti.

Split album che vede all’opera due nomi pesanti, questo pubblicato dalla Italian Doom Metal Records.

In realtà solo uno di questi parrebbe compatibile con la ragione sociale della label, e parliamo dei genovesi Abysmal Grief, mentre i Runes Order appartengono, di fatto, al mondo degli sperimentatori elettro-ambient.
La band ligure, che apre il lavoro con Hymn of the Afterlife, conosciuta e venerata come formidabile interprete di un horror doom dai tratti unici, per l’occasione si avvicina alle sonorità degli altri ospiti di questo 12”, proponendosi in una veste dark ambient, già esibita qualche anno fa nell’ep “Foetor Funereus Mortuorum” .
Gli Abysmal Grief non evocano semplicemente il dolore lancinante della perdita ma sono essi stessi gli officianti del rito, i necrofori che si incaricano di portare la bara all’esterno della chiesa, coloro che scavano la fossa e che, infine, gettano le ultime manciate di terra sul feretro, prima che il suo dimorante venga inghiottito per sempre nell’oblio della morte.
Personalmente prediligo la band allorché Labes C. Necrothytus ringhia dall’alto della sua tastiera- pulpito su un tessuto musicale più canonico, anche se, pure in questa veste, l’effetto macabro è ugualmente garantito e di indubbia qualità.
Peraltro, come detto, tale scelta contribuisce a rendere la proposta non troppo dissimile, non solo negli intenti, rispetto a quella dei Runes Order di Claudio Dondo.
Il brano Snuff The Nun è una magistrale summa (suddivisa in cinque parti) del background musicale dell’artista: il dark ambient dell’avvio sfocia progressivamente nell’ipotetica soundtrack di un horror psicologico, prima con il contributo vocale di Alex De Siena, poi con il manifestarsi del retaggio elettronico di Dondo, naturale continuatore dei suoni provenienti dalla seminale scena teutonica degli anni ’70.
Inquietante e perfettamente complementare, nonostante le diverse basi di partenza delle due band, alla traccia degli Abysmal Grief, Snuff The Nun termina come come Hymn of the Afterlife era iniziata, ovvero con la recitazione di un Pater Noster qui del tutto spogliato da ogni suo paramento sacro.
Pubblicato in 500 copie, di cui 300 in vinile nero e 200 in grigio, lo split album si rivela di qualità non comune, grazie alla presenza di due realtà che non deludono mai, dall’alto delle capacità compositive e della personalità dei musicisti coinvolti.

Tracklist:
Side A
Abysmal Grief – Hymn Of The Afterlife
Side B
Runes Order – Snuff The Nun

Line-up:
Abysmal Grief
Lord Alastair – Bass
Fog – Drums
Regen Graves – Guitars, Synths
Labes C. Necrothytus – Keyboards, Vocals

Runes Order
Claudio Dondo – All instruments
Alex De Siena – Vocals

ABYSMAL GRIEF – Official Website

RUNES ORDER – Facebook

Jussipussi – Greatest Tits

Dall’underground italiano stanno venendo fuori molti dischi di musica pesante davvero interessanti, ed è al piccolo cabotaggio che dobbiamo rivolgerci se si vuole ascoltare buona musica.

Questi giovani terroni trapiantati a Milano ci regalano stoner metallico veloce e di ottima fattura.

Il disco è stato una vera sorpresa: seppure loro non siano insieme da tanto, in sette prove vengono fuori questi cinque pezzi.
Il pianeta si chiama Queens of the Stone Age, ma i Jussipussi annettono nuovi territori mischiando la sacra materia con i Red Fang e i Clutch più corrosivi.
Il loro nome deriva da un tipo di pane finlandese, che pare non abbia assolutamente nulla da vedere con la pussy. I Jussipussi si presentano in maniera fortunatamente poco seria, poi li ascolti e ti impressionano veramente poiché possiedono un groove davvero notevole, un passo molto superiore.
I brani scorrono bene, ascoltandoli non si pensa al genere, ma si viene trascinati da questo misto di melodia e cartavetro, ora seguendo un’impennata, ora planando placidi su delle spogliarelliste.
I Jussipussi vi faranno divertire con canzoni come Vultures che sono vere chicche, canzoni che qualcuno oltre oceano vorrebbe scrivere ma non ce la fa.
I ragazzi prendono tutto con molta ironia ma hanno le carte in regola per diventare un gruppo importante, hanno talento e musicalità da vendere, in più non si prendono troppo sul serio e ciò non guasta mai.
Dall’underground italiano stanno venendo fuori molti dischi di musica pesante davvero interessanti, ed è al piccolo cabotaggio che dobbiamo rivolgerci se si vuole ascoltare buona musica.
Un bel disco, una gradita sorpresa da Taxi Driver Records.

Tracklist:
1 The Bliss of a New Black Dawn
2 Warning Sign
3 Vultures
4 Explant ( Feat.Giacomo Boeddu from Isaak )
5 Bury You Deep

Line up:
Francesco Borrelli : Batteria
Michele Cigna : Chitarra
Marco Giarratana : Voce
Antonio Petrotta : Basso

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