Power From Hell – Sadismo

La colonna sonora perfetta per ubriacarsi e dedicarsi al maligno.

Ristampa in vinile del disco originariamente pubblicato da questo gruppo brasiliano nel 2007.

Lo stesso titolo è la migliore introduzione e spiegazione del disco. I Power From Hell fanno un black metal classico e lo fi ed oscuro, con moltissimi rimandi a suoni come Bathory e compagnia satanica. Tutto porta al vero metal degli anni ottanta e novanta, dove la sostanza era tanta ed il suono era volutamente marcio e malato. I Power From Hell sono un gruppo che sa dare nere emozioni di qualità, con quel suono che sta tornando con insistenza. Certamente qui black metal è un concetto indicativo, perché qui ci sono molte cose e non solo quello.
La colonna sonora perfetta per ubriacarsi e dedicarsi al maligno.

TRACKLIST
1.Call Sluts (Intro)
2.Raping Angels by the Power From Hell
3.The Black Funeral
4.Day of Lust
5.Suicide Metal
6.Sacrifice
7.Black Metal Gods
8.Pentagram Forces
9.More Whores
10.This is My Bitch
11.Diabolical Blues (demo version)

Black Priest Of Satan – Element Of Destruction

Nerissimo black metal mid tempo con schizzi sludge per questo duo tedesco al debutto sulla lunga distanza.

Nerissimo black metal mid tempo con schizzi sludge per questo duo tedesco, al debutto sulla lunga distanza.

Dopo aver pubblicato demo, ep e uno split il malefico duo ha deciso di ammorbarci su lunga distanza, ed il risultato è un disco black metal cupo ma non velocissimo, con un qualcosa degli ultimi lavori dei Satyricon, con quell’incedere quasi thrash, anche se qui abbiamo una forte dose di sludge che incombe ad appesantire il tutto. Il suono di questo duo è marcio ed è un cantico satanico che parla di brutalità e sangue, cose non così lontane dalla nostra vita di tutti i giorni.
L’oscurità domina in questo disco, che è il risultato di approfondimento musicale per fare un disco mai scontato e soprattutto davvero marcio e malato. La buona produzione aiuta l’ascoltatore ad immergersi in questo nero mare.

TRACKLIST
1. The Element Of Destruction
2. Prophet Of Fire
3. Blazing Fires In The Night
4, Unheard Prayer
5. Ritual Of 3 Candles
6. Guided By Two Moons

LINE-UP
Avenger – all guitars, drums and synths
Molestor Kadotus – drums

DEATHSTRIKE Records – Facebook

Abstracter / Dark Circles – Split

Uno split album che esibisce due maniere diverse ma ugualmente efficaci nel gestire le pulsioni più oscure, veicolandole splendidamente in forma musicale.

Particolare split album edito da un pool di etichette quello che vede a confronto due band che hanno apparentemente poco in comune, come i californiani Abstracter ed i canadesi Dark Circles.

Se i primi sono esponenti della frangia più estrema ed incompromissoria dello sludge doom, i secondi sparano il loro hardcore che, per atmosfere e ritmiche si avvicina spesso e volentieri al black metal: non parrebbe così scontato, in teoria, trovare un tratto comune a due entità simili, se non ci fosse ad unirle una visione negativa della realtà ed una rabbia che negli Abstracter si esprime con un sound claustrofobico e per lo più ripiegato su sé stesso, mentre nei Dark Circles esplode in una furia iconoclasta che non disdegna ugualmente qualche puntata melodica.
Anche se il numero dei brani premia i Dark Circles (quattro contro due) la durata complessiva della musica contenuta in questo split va a favore degli Abstracter che, con la loro coppia di lunghe tracce (Barathrum e Where All Pain Converges) ne occupano circa i due terzi della durata: normale, se pensiamo ad una band che deve costruire la propria proposta su tempi rallentati volti a costruire una spessa coltre di incomunicabilità fatta di dissonanze e riff distorti all’inverosimile; più essenziale, come da attitudine, il contributo dei canadesi, con due brani brevissimi ma dall’intensità spasmodica (Ashen e Void), uno più composito ma certo non meno oscuro e rabbioso (Isolate), al netto della sorprendente digressione ambient di Epilogue (Quietus) Op. 28.
Uno split album che esibisce due maniere diverse ma ugualmente efficaci nel gestire le pulsioni più oscure, veicolandole splendidamente in forma musicale.

Tracklist:
1.ABSTRACTER – Barathrum
2.ABSTRACTER – Where all pain converges
3.DARK CIRCLES – Ashen
4.DARK CIRCLES – Void
5.DARK CIRCLES – Isolate
6.DARK CIRCLES – Epilogue (Quietus) op. 28 no. 4

Line-up:
Abstracter
Robin Kahn
Mattia Alagna
Emad Dajani
Donovan Kelley

Dark Circles
Marc Tremblay
Chris Goldsmith
Jamie Thomas

ABSTRACTER – Facebook

DARK CIRCLES – Facebook

In Cauda Venenum – In Cauda Venenum

Black metal, intimista e drammaticamente tragico, attraversato da attimi di lucida follia dark e reminiscenze post

Proposta che piacerà agli amanti delle atmosfere cangianti, oscure ed intimiste di quel genere ibrido che risulta il black metal atmosferico dai rimandi post.

Due tracce di ventuno minuti ciascuna che si immergono nella solitudine e decadenza di un’anima dannata, votata al male e per questo sofferente, lasciata a vagare tra i meandri della propria mente insana.
Alpha e Omega, tra la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto greco, un viaggio nell’oscurità lungo millenni, una via crucis nella decadenza del genere umano, un’odissea di sofferenza e dolore.
Loro sono i francesi In Cauda Venenum e questa opera oscura è il loro debutto, licenziato lo scorso anno da Les Acteurs De L’ombre.
Il gruppo di Lione si è formato nel 2010, ma solo dopo cinque anni la loro musica trova finalmente il supporto ottico, così che questi due oscuri brani possano trovare una luce nell’oscurità del concept.
Black intimista e drammatico, attraversato da attimi di lucida follia dark e reminiscenze post metal, in un susseguirsi di cambi di ritmo e atmosfere che rimangono nere come la pece ma si alternano tra furiose accelerazioni metalliche e sofferte e drammatiche atmosfere noir.
La produzione non troppo sofisticata è colpevole di non dare allo screaming il giusto risalto, mentre il lavoro della sei corde (Vincent Laplaza) riesce ad uscire ugualmente in tutta la sua qualità.
E’ la chitarra l’assoluta protagonista dell’album, tagliente ed abrasiva nelle parti estreme, toccante e malinconica dove la musica lascia al tenue susseguirsi delle parti dal moderno e tragico mood dark prog, il compito di accompagnare l’anima verso la sua ineluttabile fine.
Omega è forse il brano più riuscito e nel quale gli In Cauda Venenum spingono l’ascolto verso un black metal atmosferico ma lasciato meno in balia degli enormi cambiamenti di umore della prima parte, risultando più compatto ed estremo.
In definitiva una proposta coraggiosa e che sicuramente va elaborata,: il genere proposto, molto emozionale, vive e si esprime solo tramite un songwriting maturo, e la band dimostra di essere sulla buona strada.

TRACKLIST
1.Alpha
2.Omega

LINE-UP
Liès – Bass
Goar – Drums
Vincent Laplaza – Guitars
Adrien – Vocals

IN CAUDA VENENUM – Facebook

Svarttjern – Dødsskirk

Un’opera gradevole e che non annoia, ma che non consentirà agli Svarttjern di emergere con decisione nello sterminato gruppone delle band dedite al black metal.

Quarto full length per i norvegesi Svarttjern, autori manco a dirlo di un black metal sicuramente dal buon impatto quanto del tutto aderente agli stilemi del genere.

La band di Oslo è attiva da oltre un decennio e l’esperienza dei musicisti coinvolti si coglie appieno, con una riproposizione del genere impeccabile che dà la misura di quanto i nostri conoscano e manipolino con disinvoltura la materia: se poi aggiungiamo che il vocalist HansFyrste ha prestato anche la sua voce ai più noti Ragnarok, gli ingredienti per proporre un piatto appetibile ci sarebbero tutti.
La portata risulta in effetti sufficientemente sapida, perché il black degli Svarttjern è molto diretto e relativamente catchy, sicché i brani scorrono via in maniera molto fluida senza però, ecco il problema, riuscire davvero a restare impressi e a rendersi in qualche modo indimenticabili.
Dødsskirk è il classico album che ti fa scapocciare che è un piacere, con le sue ritmiche indiavolate che, alla fine, finiscono inevitabilmente per rendere tutti brani piuttosto simili, e non c’è dubbio che i nostri dal vivo possano anche rivelarsi piuttosto coinvolgenti, resta il fatto che oltre all’invocazione (un po’ scontata a livello di intenti) All Hail Satan, alla più avvolgente Blessed Death e alla trascinante Stars And Death, ciò che resta alla fine dell’ascolto è solo la certezza, quantomeno, di non avere sprecato il proprio tempo dedicandolo ad un’opera tediosa o pretenziosa.
Non è poco, certo, ma neppure abbastanza per consentire agli Svarttjern di emergere con decisione nello sterminato gruppone delle band dedite al black metal.

Tracklist:
1. Intro
2. All Hail Satan
3. Admiring Death
4. Blessed Flesh
5. Det river i meg
6. Whispers and Prayers
7. Stars and Death
8. Dødsskrik
9. Hengivelse til døden
10. Acid Dreams

Line-up:
HansFyrste – Vocals
HaaN – Guitars (lead)
Fjellnord – Guitars (rhythm)
Malphas – Bass
Grimmdun – Drums

SVARTTJERN – Facebook

Glorior Belli – Sundown (The Flock That Welcolmes)

Sundown è un ulteriore passo di un’evoluzione ardita e continua, dove la musica non è mai ovvia, ma sempre fatta per dare piacere e metalliche sensazioni.

Dalla sempre interessante scena francese il ritorno dei Glorior Belli, uno dei gruppi più versatili e validi dell’esagono.

Quinto disco per questo gruppo che partendo e tenendo sempre ben presente il patrimonio del black metal ha esplorato e sperimentato l’unione con vari generi. Negli ultimi due dischi è fortissima la commistione con il southern metal e con lo sludge, non tanto nella resa sonora quanto nella composizione. I Glorior Belli fanno musica gustosa e possente, con un grande groove che il black metal all’interno del suo nucleo, ma che prende svariate direzioni. Sundown è un ulteriore passo di un’evoluzione ardita e continua, dove la musica non è mai ovvia, ma sempre fatta per dare piacere e metalliche sensazioni. Nel loro suono c’è anche un po’ di sludge e persino di blues, grazie alle passioni del fondatore e multi strumentista Infestvvs aka Billy Bayou. Un ottimo disco di musica pesante a trecentosessanta gradi.

TRACKLIST
1.Lies-Strangled Skies
2.World So Spurious
3.Rebels In Disguise
4.Thrall of Illusions
5.Sundown (The Flock That Welcomes)
6.Satanists Out of Cosmic Jail
7.Upheaval In Chaos Waters
8.We Whose Glory Was Despised

GLORIOR BELLI – Facebook

Moonreich – Pillars of Detest

Un gruppo fuori dal comune che merita l’attenzione dei blacksters curiosi di conoscere nuove realtà, anche fuori dalle solite terre scandinave.

Riuscire a parlarvi di tutte le ottime produzioni che può vantare la scena underground estrema è un’impresa titanica, anche per una webzine attenta come la nostra, ed allora ecco che capita di perdere album interessanti al momento dell’uscita sul mercato.

Poco male, recuperiamo il tempo perduto e vi presentiamo i Moonreich, gruppo transalpino che di ottimo black metal dissonante e violento si nutre in quel di Parigi.
Attiva sul finire del primo decennio del nuovo millennio, la band ha dato alle stampe due ep e tre full length, Loi martiale del 2011, Terribilis Est Locus Iste del 2013 e quest’ultimo Pillars Of Detest, uscito lo scorso anno per Les Acteurs de l’Ombre Productions, label francese specializzata in sonorità estreme.
Come tutti i gruppi provenienti dalla Francia anche i Moonreich hanno un approccio al genere originale, distante dagli ormai abusati cliché del genere; la loro musica, oltre ad essere violentissima, è colma di partiture ed armonie che l’allontanano dal solito palla lunga e pedalare di molte realtà votate alla musica oscura, nel loro devastante e destabilizzante sound vive più di un demone che si alterna con i suoi compari nella possessione dell’anima dei musicisti coinvolti.
Guidati dal personalissimo scream di L., singer che regala attimi di gelido e terrificante mood malato e psicotico, i Moonreich ci investono con otto brani di terrore in musica, alternando iperveloci parti di puro chaos, a rallentamenti sofferti e glaciali, le due asce costruiscono un muro di armonie dissonanti e originalissime, mentre la sezione ritmica viaggia a velocità inaudite, per poi frenare e condurci in lunghi passaggi dall’incedere ritmico progressivo.
Brani lunghi e articolati che si muovono a piacimento nel mondo del metal più oscuro e malvagio con perizia ed un’impatto di tremendo dolore fisico e mentale.
Difficile fare dei paragoni, la band usa tutti i mezzi a disposizione per elevare la sua musica a puro male, troverete perciò nel sound di Pillars Of Detest, sonorità che vanno dal black metal, al post, passando per l’hardcore ed il progressive più oscuro, il tutto perfettamente incastonato come nell’enorme atmosfera apocalittica ed infernale di Long Time Awaited Funeral, cuore blasfemo di quest’opera.
Un gruppo fuori dal comune e che merita l’attenzione dei blacksters curiosi di conoscere nuove realtà, anche fuori dalle solite terre scandinave.

TRACKLIST
01. Ad Nauseam
02. Believe & Behead
03. Long Time Awaited Funeral
04. Sheïtan
05. Pillar Of Detest – World Shroud
06. All Born Sick
07. Freikorps
08. Death Winged Majesty

LINE-UP
L. – Vocals
Weddir – Guitars, Vocals
Sinaï – Guitars
Macabre – Bass

MOONREICH – Facebook

Morte Incandescente – O Mundo Morreu

O Mundo Morreu è uno di quei dischi che colpisce forte e rimane un bel godimento ascoltarlo, con quel gusto speciale che ha il black metal genuinamente underground, se poi il black metal è portoghese ancora meglio.

Black metal pesante e senza compromessi, riservato solo a chi è davvero fedele al nero verbo.

Veterani portoghesi di culto, tornano con questo disco di black metal classico e tenebroso. Sembrano in trenta ma sono in due a guidare questo assalto sonoro che piacerà tantissimo a chi è fedele al verbo nero. Il quarto album in tredici anni di carriera dimostra che non saranno certo prolificissimi, ma quando escono picchiano duro.
Il black metal può essere i Morte Incadescente, ma anche gli Arcturus, essendo un genere dove ci possono stare tante cose. O Mundo Morreu è uno di quei dischi che colpisce forte e rimane un bel godimento ascoltarlo, con quel gusto speciale che ha il black metal genuinamente underground, se poi il black metal è portoghese ancora meglio.

TRACKLIST
1.Diz não á vida
2.Num cemitério
3.O final de uma era
4.Nunca mais irá amanhecer
5.Distúrbio absoluto
6.Ser incrédulo
7.Nas esquinas da alma
8.O sol não nasce mais
9.Tiro no escuro
10.Diz adeus
11.O fogo de dentro
12.Um rasto de ódio

LINE-UP
Nocturnus Horrendus
Vulturius

MORTE INCANDESCENTE – Facebook

Mental Illness – Откровение

Ritmiche indiavolate che si alternano a parti cadenzate di potente death metal guerresco, una via di mezzo tra i Behemoth ed i Bolt Thrower, ed il risultato non può che essere un devastante sound supportato da un’attitudine blasfema ed oscura.

Il bello di scrivere per una zine come la nostra è avere la possibilità di scovare ottimi lavori in ogni parte del mondo, prodotti che il sottoscritto, sempre avido di nuove scoperte avrebbe inevitabilmente perso e che invece risuonano nella mia stanza, tanto quanto gli album dei gruppo più famosi.

Sì, perché non solo dei soliti nomi si vive e almeno per chi si professa amante della scena underground, è obbligatorio far proprie le opere di gruppi magari sconosciuti ma di buona qualità, se poi si ha anche la possibilità di scrivere due righe per supportarli tutto diventa una piacevole missione.
Per More Hate Productions e Narcoleptica Prod., label provenienti dalla madre Russia, arrivano al debutto i conterranei Mental Illness trio di cui si conosce pochissimo, se non che è attivo da un paio di anni.
Black/death epico, oscuro e da battaglia è il genere che il trio russo propone con questo ottimo Откровение, primo lavoro che dimostra subito il forte impatto della band.
Ritmiche indiavolate che si alternano a parti cadenzate di potente death metal guerresco, una via di mezzo tra i Behemoth ed i Bolt Thrower, ed il risultato non può che essere un devastante sound supportato da un’attitudine blasfema ed oscura.
I Mental Illness ci portano in ere dove figure mitologiche, dei e orchi combattono per soggiogare una terra oscura, dominata da demoni crudeli e la colonna sonora di cotanta epica ed oscura drammaticità non può che essere il loro indiavolato metal estremo.
Gran lavoro ritmico, sei corde ribassate ed una produzione che esalta il clima soffocante dell’opera, più le urla belluine che alternano growl profondi e scream demoniaci, valorizzano brani dal trascinante e sanguinolento massacro sonoro come И не угаснет огонь, Время искупления e la splendida title track, otto minuti di epica tregenda metallica.
Gran bella mazzata infernale questo lavoro, peccato non avere più informazioni sulla band, ma proprio qui in fondo sta il bello, come detto.

TRACKLIST
1. И не угаснет огонь
2. Ничто не забыто
3. Восход Нахемы
4. Сняв оковы
5. Время искупления
6. Культ
7. Жажда безумия
8. Откровение
9. Выжигая пламенем

LINE-UP
Bill
Norronen
Sammael

MENTAL ILLNESS – Facebook

Ruach Raah / Ordem Satanica – Tradiçao Decadente

Rispetto della tradizione presente ma anche un ottimo qualità delle uscite come questo split tape, da avere per gli amanti del black metal veramente underground.

Split in cassetta della caldissima scena black metal portoghese. Tre canzoni per ogni gruppo, questa cassetta regalerà tante gioie a chi ama il black metal minimalista e vecchia scuola.

Il black dei Ruach Raah lo definirei raw black metal, prodotto lo fi ma non troppo, in giusta misura. Molto essenziali e diretti i Ruach Raah continuano a fare il loro black in mid tempo inneggiando a Satana e alla morte, rifacendosi al black metal più ortodosso, ma non distorto come tanti altri gruppi della stessa corrente, e anche la voce pur essendo in growl è abbastanza pulita. Nel lato b ci sono invece gli Ordem Satanica, con un black metal caotico e coinvolgente, distorto ed in alcune parti quasi atmosferico. La loro produzione mette in risalto la cattiveria e la sporcizia del suono, risultando comunque comprensibile. Questi portoghesi sanno come far tremare le vostre casse, e confermando che nel paese lusitano sanno davvero come fare il black metal nella maniera più genuina, abbastanza differente rispetto alla nuova ondata polacca dove c’è maggiore innovazione. Rispetto della tradizione presente ma anche un ottimo qualità delle uscite come questo split tape, da avere per gli amanti del black metal veramente underground.

TRACKLIST
1.Decadent tradition
2.Coffins Opens Wide
3.Rudimentary Idealism
4.Encapsulando
5.O tempo do fim
6.Reino das noites eternas

WAR ARTS PRODUCTION – Facebok

Cendra – Metal Punk

I catalani divertono moltissimo e fanno ciò che si aspetta da un album metal punk : casino, dita puntate, pogo e addio controllo.

Mai titolo fu più esplicativo : questo disco è totalmente metal punk.

I Cendra sono catalani e fanno un black thash con attitudine punk hardcore, dalle parti dei Venom ma meglio. Ascoltando Metal Punk se ne ama subito la furia, ma è anche interessante per capire la concatenazione dei sottogeneri del metal. Dal black al thrash e da questi al punk ci passa davvero poco e come lo ying è nello yang pure il punk è nel black e i Cendra lo dimostrano sul campo. I catalani divertono moltissimo e fanno ciò che si aspetta da un album metal punk: casino, dita puntate, pogo e addio controllo.
Questo suono metal molto debitore degli ’80 e dei ’90 sta producendo buoni album negli ultimi anni, e forse è l’interpretazione più ortodossa dello spirito metal: ascoltando questo disco lo capirete in maniera molto più immediata di quanto io possa spiegare.

TRACKLIST
1.Maniac Homicida
2.Boig Perdut
3.Sadic
4.Resurrecio
5.TU-PA-TU-PA!!!
6.Antisocial
7.Metal Punk
8.Lliures
9.Rates
10.Anirem a L’infern
11.Sense Objectius

LINE-UP
Joey – Drums, Vocals
Malparit – Guitar
Aggressor – Bass

CENDRA – Facebook

Necromantic Worship – The Calling… Tape

Jam sataniche, psichedelia marcia che incontra un mefitico black metal ad opera di due olandesi che si rifanno al suono greco

Jam sataniche, psichedelia marcia che incontra un mefitico black metal ad opera di due olandesi che si rifanno al suono greco, vi basta ?

Secondo demo per questo gruppo, dopo il debutto del 2015 Spirit Of The Entrance Unto Death. Il loro suono è un black metal ritualistico e pagano, un omaggio a nere divinità seguendo la strada tracciata nelle tenebre dalla prima ondata di black metal greco, con gruppi come i Necromantia, qui omaggiati con la cover di Faceless Gods, eseguita ottimamente e con personalità. Questo misterioso duo per la registrazione del disco si è avvalso dell’opera di Daemonomancer, dal gruppo canadese Goathammer, alla batteria e di Zagan, chitarrista dei Countess. Suonando insieme il rito prende vita e le cinque tracce sono un invito a rivolgere la mente ad antichi dei mai dimenticati dal nostro cervello rettile, grazie ad un suono molto particolare, un black metal ritualistico, persino psichedelico in alcune parti, mai nella maniera moderna però, sempre vecchia scuola. Cassetta vecchio ed eterno amore.

TRACKLIST
01. The Scarlet Whore
02. Charon
03. Of Great Nga’Yreth
04. The Calling
05. Faceless Gods

LINE-UP
Ghûllzaraën
Xarangorth
Daemonomancer
Zagan

NECROMANTIC WORSHIP – Facebook

Deluge – Æther

Prima uscita ufficiale per i francesi Deluge, come altre band trattate di recente appartenenti alla scuderia della Les Acteurs de l’Ombre Productions, anch’essi alle prese con un interessante interpretazione della materia estrema.

Pure in questo caso il sound gravita in territori dove il black metal viene abbondantemente contaminato da pulsioni posthardcore ma, rispetto ai gruppi connazionali recentemente descritti, i Deluge spingono ancor più sul lato drammatico del sound: un senso di tragedia imminente che si esplicita nell’incomunicabilità che non può essere risolta né dall’urlo disperato di Maxime Febvet, né dal parossismo strumentale dei suoi compagni.
Meglio, allora, provare ad evocare una pace effimera e solo apparente, ricorrendo a repentini stacchi in cui il sound pare quasi arrestarsi, facendosi liquido (non solo per il costante scrosciare della pioggia battente in sottofondo) e rarefatto.
Questo artificio, senz’altro funzionale agli standard del genere suonato, talvolta arriva ad interrompere bruscamente passaggi in cui l’intensità spasmodica appare l’ineluttabile atto di ribellione finale alla constatazione di un’umanità allo stremo, sommersa da questo “déluge” (diluvio) musicale.
Dei ragazzi francesi si apprezza comunque il mantenimento di un filo conduttore melodico anche quando lo strazio vocale, il riffing ed i blast beat erigono un muro sonoro di spaventosa compattezza.
Aether è forse anche un pizzico troppo lungo per un sound che, proprio per la sua urgenza, estenua lasciando senza fiato: dopo i dieci minuti magnifici dell’accoppiata Avalanche / Appât si può ragionevolmente pensare che non ci sia più molto da dire o da dare, mentre i nostri invece proseguono ancora a martellare imperterriti per tre quarti d’ora sicuramente notevoli, ma che necessitano di un certo impegno per non soccombere all’evocazione di calamità e stati d’animo ugualmente prostranti …
Nella breve Mélas | Khōlé fa capolino anche Neige ad impartire la propria benedizione al quintetto di Metz, ma l’ospitata è solo la ciliegina su una torta che di dolce ha ben poco, se non la finale attenuazione del diluvio che si trasforma in Bruine (pioggerellina), quando ormai il peggio si è compiuto.
I Deluge sorprendono e convincono in un settore dove magari non c’è più nulla da inventare, ma in cui si può ugualmente fare centro suonando come se non ci fosse davvero un domani: grazie a questo e a un senso melodico che, come detto, ne pervade quasi misteriosamente il suono, Æther si rivela un gran bel disco d’esordio.

Tracklist:
1. Avalanche
2. Appât
3. Mélas | Khōlé
4. Naufrage
5. Houle
6. Klarträumer
7. Vide
8. Hypoxie
9. Bruine

Line-up:
Frédéric Franczak – Bass
Benjamin Marchal – Drums
François-Thibaut Hordé – Guitars
Richard de Mello – Guitars
Maxime Febvet – Vocals

DELUGE – Facebook

Blakk Old Blood – Greed

In questo caso troviamo l’ortodossia fatta molto bene e con grande aderenza al vero spirito del black metal.

Gruppo svizzero formato da componenti di band come Asag, Daeathcult e Antiversum. con lo scopo di fare black metal ortodosso vecchia scuola.

Dopo la pubblicazione di due cassette, ecco il dodici pollice in vinile per l’italiana Clavis Secretorvm. I Blakk Old Blood fanno un black metal scandinavo classico e di grande impatto, andando dritti come un paletto in mezzo al cuore. Le tracce sono solo quattro, ma sono il presagio di qualcosa di ancora più diabolico che arriverà speriamo presto. Greed è la continuazione del loro progetto sui sette vizi capitali.
Il black metal è un genere che ha due sbocchi principali : innovazione o ortodossia, ed una non esclude assolutamente l’altra. In questo caso troviamo l’ortodossia fatta molto bene e con grande aderenza al vero spirito del black metal.

TRACKLIST
01 Misanthrope
02 Intermezzo
03 Thou are the Dragon
04 Seed of Greed

LINE-UP
Korvus Mentor
Goathammer
Deus Mortuus

BLAKK OLD BLOOD – Facebook

Howls of Ebb – Cursus Impasse: The Pendlomic Vows

Questo disco è stato composto da una legione di demoni che si sono impossessati di Zee-Luuuvft-Huund e Roteen’ Blisssss e ci raccontano cose infernali.

Pazzia in ogni nota, disordine e un bel vaffanculo alla forma canzone.

Questo disco è stato composto da una legione di demoni che si sono impossessati di Zee-Luuuvft-Huund e Roteen’ Blisssss e ci raccontano cose infernali. Non si può sapere cosa ci si possa aspettare da questo disco, che esplora i lati più nascosti del metal e va ben oltre. Tutto è nuovo, originale in questa forma. Gli Howls of Ebb fanno il perfetto disco metal underground, c’è talmente tanto qui dentro che forse a volte è addirittura troppo.
Troviamo sfuriate black metal, parti death, intermezzi free grind jazz, pezzi quasi ambient e narrati da una voce sempre infernale. Questi veterani dell’underground di Kansas City spalancano porte dimensionali da dove possono accedere al nostro mondo complicati demoni e larve astrali, ci raccontano di come tutto sia dominio assoluto del dio dell’assurdo, e di come le nostre faccende non abbiano significato. In tutto questo caos ragionato l’ordine prende le sembianze dell’accurata produzione che riesce a farci districare in questo caos.

TRACKLIST
01 The 6th Octopul’th Grin
02 Cabals of Molder
03 Maat Mons’ Fume
04 7 Ascetic Cinders, 8 Dowries of g
05 Gaunt Vertigo
06 Subliminal Lock_ A Precursor to V
07 The Apocryphalic Wick

LINE-UP
:zEEE-LuVft-huuND – Vibrations, Polysyllabic Mysticisms, Synthetic Magikx
RoTnn’BlisssS – Cadence of Limp & Duress, Bronze Aura & Frequency

HOWLS OF EBB – Facebook

Primeval Mass – To Empyrean Thrones

To Empyrean Thrones è un disco interessante ma non convince del tutto per la scelta dei suoni e per il suo apparire talvolta un po’ convulso

Primeval Mass è il nome di una band greca attiva da oltre un decennio e che si ripresenta oggi con il proprio terzo full length intitolato To Empyrean Thrones.

Nonostante ne sia stato il fulcro fin dalla sua nascita, il gruppo è oggi anche formalmente un progetto solista di Orth, che in quest’occasione si occupa di tutti gli strumenti e della voce.
Il black metal offerto non si rifà alla comunque rinomata scuola ellenica, ma volge maggiormente lo guardo verso le lande scandinave che al genere hanno dato i natali: To Empyrean Thrones si snoda quindi all’insegna di un’interpretazione piuttosto ortodossa nella quale non mancano, comunque, né spunti melodici né pulsioni sperimentali.
In effetti, il lavoro non è avaro di momenti interessanti che, per assurdo, corrispondono alle sfuriate più dirette (For Astral Triumphs, With the Emblem of the Blackwinged), anche se un brano anomalo nell’economia dell’album come la doomeggiante Behind the Watching Shadows esercita un suo indubbio fascino, e lo stesso accade per la lunghissima The Mansions of Night, che chiude i giochi unendo di fatto queste due anime apparentemente contrapposte.
To Empyrean Thrones è un disco interessante ma non convince del tutto per la scelta dei suoni e per il suo apparire talvolta un po’ convulso; viene da pensare, alla fine, che il detto “chi fa da sé fa per tre” per Orth non valga del tutto: resta da vedere se la soluzione adottata in quest’occasione verrà riproposta oppure sarà oggetto di una rivisitazione.

Tracklist:
1.In Fiery Ascent
2.For Astral Triumphs
3.Their Eyes of the Abyss
4.Behind the Watching Shadows
5.With the Emblem of the Blackwinged
6.The Grand Ordeal
7.Hour of the Stellarnaut
8.The Mansions of Night

Line-up:
Orth – All Instruments, Vocals

PRIMEVAL MASS – Facebook

Goetic Equivalent – Goetic Equivalent

Ripetizioni di riff veloci e marci, cattiveria musicale che pulisce, o che ci danna ancora di più, soprattutto un gran disco di black metal.

Classico, mentalmente deviato e marcio black metal dalla Grecia. Non si sa chi siano, non hanno praticamente riferimenti in rete ma, cosa più importante, fanno un ottimo black metal classico, molto Mayhem della prima ora, e lo fanno molto bene.

Ci sono anche elementi che esulano dal black, come qualche epitaffio death e prog, ma il cuore è irrimediabilmente nero e grondante sangue. Il black metal è un deterioramento non strettamente negativo, nel senso che può essere una purificazione musicalmente distorta da una pletora di falsi valori, quelli di questa società e dei parassiti che la vivono, sia fisici che mentali. Dischi come questo riescono per qualche tempo a strapparci alle vibrazioni della matrice, e a riportarci nel brodo primordiale.
Ripetizioni di riff veloci e marci, cattiveria musicale che pulisce, o che ci danna ancora di più, soprattutto un gran disco di black metal.

TRACKLIST
1.Converted Spiral Plan
2.Emptiness
3.Psychonaut
4.Illuminatory Index
5.Patient Shore
6.Paradise Anew
7.R Candy
8.Chapel

 

III Omen – Ae. Thy. Rift

One man band di black metal differente e avanti anni luce nella composizione rispetto a tante altre realtà analoghe.

One man band di black metal differente e avanti anni luce nella composizione rispetto a tante altre realtà analoghe.
Terzo disco sulla lunga distanza per l’enigmatico IV, factotum della band, ottimo conoscitore e fautore di black metal, soprattutto quello atmospheric e classico.

La particolarità è anche strumentale poiché ci sono due bassi, uno pulito e l’altro distorto, seguiti da percussioni molto classiche ed una distorsione abbastanza contenuta della chitarra. Non ci sono i titoli delle canzoni, che sono individuabili solo per i numeri di successione. Questo perché ogni singola traccia fa parte di un’opera complessiva più grande. Il tutto non è classico black metal, poiché è ben più lento, di stampo doom, ma lo inequivocabilmente nella struttura e nell’atto.
Questo disco può essere inteso come una grande cerimonia black, un rito fortemente pagano e proteso verso la morte.

TRACKLIST
I. Æ.Thy.Rift
2.II. Æ.Thy.Rift
3.III. Æ.Thy.Rift
4.IV. Æ.Thy.Rift

LINE-UP
IV – Everything.

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