Septem – Living Storm

I Septem fanno metal con il cuore e non con il mixer o con le pose, perché la loro musica di metallari inveterati parla direttamente al cuore, muovendo le corde del metallico amore, e se ascolterete questo disco capirete cosa voglio dire.

Per i metallari più attenti e vogliosi di nuove sonorità e di gruppi meritevoli, i Septem avevano già colpito al cuore con il precedente album omonimo che era stata una delle migliori uscite del 2013.

Con questo Living Storm, i Septem si superano e pubblicano un grandissimo disco di heavy metal che viene dal cuore, mantenendo ben salde le radici e innovando anche tra NWOBHM e i migliori In Flames, ma andando oltre le ultime uscite degli svedesi. La voce di Daniele Armanini ci porta lontano verso un’epicità sicuramente estranea a questa nostra società. Il gruppo suona compatto e coordinato come un’orchestra, prodotto in maniera eccellente da Tommy Talamanca ai Nadir Studios. I Septem cambiano più volte registro musicale all’interno della stessa canzone, e la loro bravura tecnica e compositiva li porta ad esplorare diversi luoghi musicali. In Living Storm troviamo l’heavy metal inglese degli anni ottanta così come i fondamentali Helloween, ma si ascolta anche un suono risalente alla moderna scuola svedese, oltre ad una straordinaria melodia che è tutta dei Septem. Il disco è davvero godibile e ha dei momenti in cui si viene trasportati lontano. Una delle cose che colpiva maggiormente del disco precedente era stata scoprire che i Septem fanno metal con il cuore e non con il mixer o con le pose, perché la loro musica di metallari inveterati parla direttamente al cuore, muovendo le corde del metallico amore, e se ascolterete questo disco capirete cosa voglio dire. Rispetto al disco d’esordio questo Living Storm è, come promette il titolo, più brutale e veloce ed è ancora, come accaduto per il precedente disco, una delle migliori uscite dell’anno. Questi ragazzi parleranno al vostro cuore metallico, ascoltateli.

TRACKLIST
1. Lord of the Wasteland
2. Living Storm
3. Midnight Sky
4. Milestones
5. Cielo Drive
6. Waiting for Dawn
7. Montezuma II
8. The Crystal Prison

LINE-UP
Daniele Armanini – vocals
Francesco Scontrini – guitar, vocals
Enrico Montaperto – guitar
Andrea Albericci – bass guitar
Matteo Gigli – drums

SEPTEM – Facebook

Icy Steel – Through The Ashes

Dopo due ascolti non potrete fare ameno di urlare verso il cielo, in un’atmosfera delirante di conquista e vittoria.

Lucidate le spade, calzate le armature e foderate gli scudi, gli Icy Steel sono tornati, ancora una volta tramite la label tedesca Pure Steel (dopo la parentesi My Graveyard Productions con il precedente Krònothor) e Through The Ashes risulta un esempio tangibile dell’enorme potenziale del gruppo sardo, almeno per quanto riguarda l’heavy metal dagli spunti epici e manowariani.

Per chi non conoscesse il gruppo proveniente da Sassari, ricordo che si sta parlando di una realtà attiva dal 2005 e con tre full length sul groppone, il primo omonimo album uscito nell’ormai lontano 2007, seguito da As the Gods Command del 2010 ed il precedente lavoro licenziato quattro anni fa.
Fondati da quell’animale metallico che è  Stefano Galeano (voce e chitarra) e con una storia comune a molte band, con cambiamenti di line up in corso d’opera, il grupposi assesta con il condottiero sardo a capitanare un manipolo di eroi composto da Pietro Bianco alla sei corde, Flavio Fancellu alle pelli e Carlo Serra al basso, fautori di un’opera epica sopra le righe, in formato doppio cd con il primo (Before) a rinverdire la tradizione metallica della band, ed il secondo (After) a coglierne l’anima introspettiva ed acustica.
Si parte nel migliore dei modi con il metallo epico e coinvolgente del primo cd, un ottimo esempio di come l’heavy metal classico ed epico conquisti ancora la palma di genere re della musica a sfondo guerresco.
Before è un’apoteosi di atmosfere battagliere, orgoglio metallico che sfiora la perfezione, prodotto benissimo e valorizzato da un lotto di brani che grondano fierezza.
Sarà anche la provenienza dei nostri (il popolo sardo, senza nulla togliere agli altri, è uno dei più fieri del Mediterraneo), sarà un songwriting in stato di grazia, ma il lotto di brani qui presentato sbaraglia la concorrenza nel genere: Galeano si dimostra singer di altra categoria e la sei corde con i suoi assoli è una spada affilata piantata nel costato dei nemici affrontati in battaglia.
Epicità alla massima potenza, con una serie di tracce (la forma canzone qui è alla massima potenza) che dopo due ascolti vi spingeranno ad urlare al cielo, in un’atmosfera delirante di conquista e vittoria.
The Day Became Night, Last Thing To Destroy, …And The Warrior Return, sono straordinarie interpretazioni del classico metallo epico che collegano la band a realtà importantissime della storia del genere come gli amatissimi Manowar, gli inarrivabili Warlord e i meno conosciuti Slough Feg.
Si cambia cd ed entriamo nel mondo più poetico e folk degli Icy Steel con cinque brani acustici, cinque atmosferiche tracce che ci presentano il lato più riflessivo del combo.
La battaglia è giunta al termine e i guerrieri intorno al fuoco ringraziano gli dei per essere sopravvissuti ancora una volta e per poter tornare al più presto a combattere: le sei corde ricamano armonie acustiche dall’alto della tecnica dei protagonisti, con sfumature progressive che lasciano senza fiato, assolutamente non banali e piacevolmente strumentali come Inside The Glass Place e la conclusiva Shaman’s Death.
Album bellissimo ed emozionante, un affresco di metallo epico e classico che non si può ignorare, pena la morte a fil di spada …

TRACKLIST
CD1 – Before
1 Last Man On The Earth
2 Fire And Flames
3 The Day that Became Night
4 Ritual Of The Wizard
5 Last Thing To Destroy
6 …And The Warriors Return
7 Today The Rain Cries
8 The Earth After Man

CD2 – After (unplugged)
1 Bard’s Dreams In The Silent Woodland
2 Ashes Of Glory
3 Inside The Glass Place
4 Shaman’s Death
5 The Weight of Signs

LINE-UP
Stefano “Icy Warrior” Galeano – Guitars and Vocals
Pietro Bianco – Guitars
Flavio “Athanor F.D.H.” Fancellu – Drums
Carlo Serra – Bass

ICY STEEL – Facebook

Virgin Steele – The House Of Atreus – Act I & Act II

Riedizione che unisce in un solo formato le due parti di The House Of Atreus, l’ultima opera di livello assoluto tra quelle pubblicate dai Virgin Steele.

Steamhammer / SPV ha pubblicato a fine maggio la riedizione di The House Of Atreus, la barbaric-romantic epic metal-opera dei Virgin Steele, uscita originariamente in due parti distinte (nel 1999 la prima e nel 2000 la seconda), racchiudendola in un elegante digipack contenente i tre cd.

Al di là dell’opportunità di possedere l’opera condensata in un unico formato, scelta senz’altro consigliabile a chi non avesse già le versioni originali, viene fornita l’occasione per parlare, a diversi anni di distanza, di questo mastodontico lavoro che, in qualche modo, ha creato una sorta di spartiacque nella carriera della band guidata da David DeFeis.
The House Of Atreus, infatti, considerato nella sua interezza, mostrava dei Virgin Steele ancora ispirati, allo stesso livello del precedente Invictus, soprattutto nell’Act 1 e nel primo cd dell’Act 2, mentre nel secondo cominciava ad venire meno quella brillantezza compositiva che andrà purtroppo smarrita nei successivi album.
Se nelle prime due ore si susseguivano brani magnifici come Through the Ring of Fire, Flames of the Black Star, Great Sword of Flame, Gate of Kings, Wings of Vengeance, Fire of Ecstasy e The Wine of Violence, alternati a frequenti inserti strumentali che, più di una volta, richiamavano il tema portante dei due Marriage Of Heaven And Hell, il cd conclusivo si snodava senza particolari sussulti (salvo proprio l’iniziale Flames of Thy Power), esibendo tracce belle ma non così incisive come sarebbe stato lecito attendersi da un compositore sopraffino come DeFeis, e mostrando così i prodromi di quanto sarebbe emerso dai dischi pubblicati nel nuovo millennio.
Sempre rispetto ai Marriage (due capolavori in senso assoluto, è bene ribadirlo) ed ad Invictus, un altro aspetto a non convincere del tutto erano dei suoni di tastiera meno efficaci, quasi plastificati rispetto al calore e alla solennità emanata nelle opere citate in precedenza: una pecca non da poco, questa, in quanto faceva perdere molto di quell’afflato epico che De Feis intendeva trasmettere.
Da queste mie righe penso si intuisca quanto io abbia amato questa magnifica band e, di conseguenza, come sia stata mal digerita la “normalità” di album come Visions of Eden, The Black Light Bacchanalia e Nocturnes of Hellfire & Damnation.
Vale la pena, quindi, di soffermarsi su questa riedizione (benché i contenuti “bonus” non siano qualcosa di irrinunciabile) che ci mostra dei Virgin Steele in grado di esaltare con il loro peculiare barbaric romantic metal, grazie un DeFeis ancora capace di alternare al microfono il proprio caratteristico ringhio ad acuti formidabili e ad un Pursino sempre in grado di tessere trame chitarristiche di gran pregio.
Anche se ritengo improbabile che la magnificenza delle opere pubblicate negli anni ’90 possa essere riavvicinata, la speranza è che DeFeis possa ritrovare almeno in parte quella magica ispirazione che non può essere andata del tutto smarrita con il passare degli anni.

Tracklist:
Disc 1
1. Kingdom of the Fearless (The Destruction of Troy)
2. Blaze of Victory (The Watchman’s Song)
3. Through the Ring of Fire
4. Prelude in A minor (The Voyage Home)
5. Death Darkly Closed Their Eyes (The Messenger’s Song)
6. In Triumph or Tragedy
7. Return of the King
8. Flames of the Black Star (The Arrows of Herakles)
9. Narcissus
10. And Hecate Smiled
11. A Song of Prophecy
12. Child of Desolation
13. G Minor Invention (Descent into Death’s Twilight Kingdom)
14. Day of Wrath
15. Great Sword of Flame
16. The Gift of Tantalos
17. Iphigenia in Hades
18. The Fire God
19. Garden of Lamentation
20. Agony and Shame
21. Gate of Kings
22. Via Sacra

Disc 2
1. Wings of Vengeance
2. Hymn to the Gods of Night
3. Fire of Ecstasy
4. The Oracle of Apollo
5. The Voice as Weapon
6. Moira
7. Nemesis
8. The Wine of Violence
9. A Token of My Hatred
10. Summoning the Powers

Disc 3
1. Flames of Thy Power (From Blood They Rise)
2. Arms of Mercury
3. By the Gods
4. Areopagos
5. The Judgment of the Son
6. Hammer the Winds
7. Guilt or Innocence
8. The Fields of Asphodel
9. When the Legends Die
10. Anemone (Withered Hopes… Forsaken)
11. The Waters of Acheron
12. Fantasy and Fugue in D minor (The Death of Orestes)
13. Resurrection Day (The Finale)
14. Gate of Kings (Acoustic Version)
15. Agamennon’s Last Hour
16. Great Sword of Flame (Alternate Version)
17. Prometheus The Fallen One (Re-mix)
18. Flames of Thy Power (From Blood They Rise) (Alternate Mix)
19. Wings of Vengeance (Alternate Mix)

Line-up:
David DeFeis – Vocals, Keyboards, Orchestration, Bass and Guitar Keyboard, Swords, Effects
Edward Pursino – Guitars, Bass
Frank Gilchriest – Drums

VIRGIN STEELE – Facebook

Perseus – A Tale Whispered In The Night

La musica di gruppi come i Perseus è uno dei pochi luoghi rimasti dove la mente può correre libera e sognare ancora.

Tornano i Perseus, uno dei migliori gruppi in Italia di heavy e power metal.

I brindisini continuano nella loro opera di costante miglioramento, sempre alla ricerca della massima qualità possibile.
Ad ogni disco questi ragazzi aggiungono qualcosa al loro suono e alla loro capacità compositiva, rendendolo ancora più epico e power. Rispetto al disco d’esordio non ci sono grossi cambiamenti, se non che hanno aggiunto ancora più melodia al loro suono. I Perseus grazie alla loro bravura tecnica riescono nella difficile impresa di fare cose difficili facendole sembrare facili. A Tale Whispered In The Night è una gioiosa macchina da guerra, con una gran cascata di note, assoli, doppie casse e la splendida voce di Antonio Abate che si coagula benissimo con il resto del gruppo. Non è facile mettere in evidenza il lato epic e power del metal senza risultare ridicoli, e i Perseus non solo riescono in questo ma vanno ben oltre, facendo un epic power di ottima fattura. La musica di gruppi come i Perseus è uno dei pochi luoghi rimasti dove la mente può correre libera e sognare ancora. Le note vanno veloci e con loro i nostri pensieri, e la melodia dei Perseus regala una vigorosa dolcezza.
Bel disco davvero.

TRACKLIST
1.Intro
2.The Diary
3.Time Over
4.Hidden Murders
5.Magic Mirror
6.Echoes Of Mind
7.Dying Every Time
8.Ana Annur
9.Deceiver
10.Lux Domini
11.Son Of The Rising Sun
12.My Endless Dream
13.Whispers In The Mist
14.I’m The Chosen One
15.Rain Is Falling
16.Legions Of Ravens
17.Never Surrender
18.The Ride Of Pegasus
19.Epilogue

LINE-UP
Antonio Abate – Voce.
Cristian Guzzo – Chitarra.
Gabriele Pinto – Chitarra.
Alex Anelli – Basso.
Feliciano Lamarina – Batteria.

PERSEUS – Facebook

Lucifer’s Hammer – Beyond The Omens

Stupisce questa maturità al debutto, ma si sente chiaramente che i Lucifer’s Hammer hanno molto di più rispetto ad altri gruppi.

Dal Cile arriva uno dei miglior gruppi di heavy metal delgi ultimi tempi.

Ascoltando Beyond The Omens si può facilmente capirne il motivo. I Lucifer’s Hammer fanno un heavy metal con spirito epico, molto vicino agli insegnamenti degli Iron Maiden, e dei gruppi inglesi degli anni ottanta. I cileni rendono facile ed orecchiabile ciò che riesce difficile ad altri gruppi, e riescono a fare canzoni che sono dei piccoli romanzi epici, molto legate alle arti occulte. L’incedere dei Lucifer’s Hammer appartiene alla ristretta cerchia dei grandi gruppi, ed hanno il potere di riportarci agli anni ottanta. La loro non è però una mera operazione nostalgica, ma è uno stile particolare che certamente è debitore di certi suoni, ma trova una via personale. La velocità non è tutto per i Lucifer’s Hammer, la loro particolarità è un giusto compromesso tra parti veloci e parti melodiche, e tutto è molto bilanciato e ben composto. Il risultato è seriamente notevole, avendo Beyond The Omens una forza ed una chiarezza molto forti. Il loro suono ti avvolge dolcemente, ti culla come solo un certo tipo di heavy metal sa fare, e ti lascia con una sensazione di benessere e di bei ricordi.
Ci sono suoni che fanno parte del nostro dna, e questo disco ce ne mostra alcuni, rielaborando il tutto con estrema intelligenza e gusto. Stupisce questa maturità al debutto, ma si sente chiaramente che i Lucifer’s Hammer hanno molto di più rispetto ad altri gruppi.

TRACKLIST
1. The Hammer of the Gods
2. Lucifer’s Hammer
3. Dying
4. Shinning Blade
5. Black Mysteries
6. Nightmares
7. Warriors
8. Beyond the Omen

LINE-UP
Hades – Vocals, Guitars
Titan – Drums

LUCIFER’S HAMMER – Facebook

Morth – Towards the Endless Path

Lungo ed epico viaggio nel black metal dal taglio melodico, l’album si sviluppa per più di un’ora immerso nel leggendario mondo di una terra di mezzo raccontata attraverso lunghi mid tempo tastieristici

Morth è il monicker di questa one man band attiva dal 2002 proveniente dalla Bulgaria e fondata dal polistrumentista Erilyne, musicista attivo in molte band della scena estrema del suo paese.

Towards The Endless Path è il primo full length e segue il demo uscito un paio di anni fa e che ha dato il via alla discografia di Morth.
Lungo ed epico viaggio nel black metal dal taglio melodico, l’album si sviluppa per più di un’ora immerso nel leggendario mondo di una terra di mezzo raccontata attraverso lunghi mid tempo tastieristici, con la gracchiante voce di questo menestrello del male ed accompagnata da un’aura epica.
Il musicista bulgaro se la cava sia con gli strumenti che con un songwriting che pur essendo prolisso mantiene una buona tensione e non stanca.
Qualche lacuna in fase di produzione non inficia la riuscita globale dell’album che alterna black, heavy e dark metal con buona ispirazione.
Orchi, maghi e stregoni ci attendono tra le montagne incantate di questa terra di fantasia, tra valli verdeggianti e cime innevate, il mood dell’album riporta alla mente opere come Il Signore Degli Anelli o Il Trono Di Spade, mondi di guerre, magia e lotte secolari tra il bene ed il male.
La sei corde richiama l’heavy metal classico, qualche rallentamento atmosferico il dark metal, mentre le sempre presenti armonie tastieristiche danno al sound un taglio epico ed oscuro.
I brani superano per gran parte i dieci minuti di durata, perciò l’ascolto necessita di concentrazione e l’album più giri nel lettore per essere fatto proprio, ma il risultato è soddisfacente, specialmente per gli amanti del genere.
Mortiis, Summonning ed Immortal sono i gruppi che maggiormente escono dai solchi di brani dalla riuscite atmosfere epic fantasy come Dark Dawn Arise, Shadows from Ancient Battles e Towards the Endless Path of War; non fatevi spaventare dalla durata dell’opera e provate ad immergervi nel mondo di Morth.

TRACKLIST
1. Cold Moonlight Mysticism
2. Dark Dawn Arise
3. Echoes of Ancient Winds
4. Shadows from Ancient Battles
5. The Black Fog of Times
6. Towards the Endless Path of War

LINE-UP
Erilyne – All instruments, Vocals

MORTH – Facebook

Kawir – Father Sun Mother Moon

Questo è un altro gran bell’episodio della storia fiera e dura di questo gruppo ellenico

Tornano su Iron Bonehead i Kawir, leggendario gruppo metal greco, devoto ai vecchi dei del pantheon greco.

Dal 1994 i Kawir hanno arricchito e cambiato la scena estrema underground ellenica, spostando l’attenzione sugli dei greci, portandoli nel vortice del black metal mediterraneo. Il loro stile è molto minimale ed epico, usando un black metal con un pathos che in Norvegia difficilmente si può ascoltare. La loro importanza è grande, poiché il gruppo ateniese ha fatto entrare definitivamente l’ellenicità nell’agone estremo. La prolificità dei Kawir li ha portati anche ad avere formazioni con elementi provenienti da altre nazioni, ma ora sono tornati ad avere una line-up esclusivamente ellenica.
Il disco è stato registrato a soli nove chilometri di distanza dalle Termopili, e ciò ha davvero impregnato il disco di qualcosa di molto antico. Registrato con una produzione a metà fra lo fi e hi fi, perfettamente calzante, Father Sun Mother Moon è un ottimo esempio di come si possa fare un black metal diverso e non derivativo, con elementi propri e sentiti profondamente. Il titolo vuole celebrare il sole e la luna, due elementi che già da soli spiegherebbero molte cose e farebbero la nostra felicità, ma invece duemila e passa anni fa qualcuno ha deciso diversamente, ma questa è un’altra storia.
Un altro gran bell’ episodio della storia fiera e dura di questo gruppo ellenico.

TRACKLIST
01. To the Sovereign Sun
02. Dionysus
03. Hercules Enraged
04. To Diouscuri
05. To Mother Moon
06. Hail To The Three Shaped Goddess
07. The Taurian Artemis
08. The Descent of Persephone

LINE-UP
Therthonax – Guitars
Melanaegis – Guitars
Porphyrion – Vocal
Hyperion – Drums
Echetleos – Bass

KAWIR – Facebook

Ancestors Blood – Hyperborea

Un bellissimo album da godersi nel suo insieme, un affresco magniloquente e solenne espressione di una cultura musicale nordica che continua ad affascinare.

Chi è in spasmodica attesa del nuovo album dei Moonsorrow può, intanto, parzialmente saziarsi con questo succulento antipasto di black epico e sinfonico offerto dai finlandesi Ancestors Blood, al loro terzo full-length proposto nel corso di una carriera ultracedennale.

L’accostamento ai più noti connazionali deriva essenzialmente dall’approccio che fa dell’emotività, inserita in un mood solenne, il proprio modus operandi, anche se la band proveniente da Laitila si fa maggiormente attrarre da pulsioni heavy metal che trovano il loro sfogo in frequenti ed azzeccati assoli di chitarra, mentre la componente folk viene tutto sommato accantonata.
Infatti, le tastiere forniscono un alone sinfonico che enfatizza il tutto senza renderlo affatto plastificato: in tal modo l’album scorre via intenso ma fruibile, rivelandosi una delle migliori interpretazioni possibili del genere, tutto sommato non assimilabile al black bombastico di scuola Dimmu Borgir ma, semmai, accostabile in certi passaggi agli Arcturus epoca Aspera Hyems Symfonia (anche per le fondamentali incursioni di chitarra solista, benché nei seminali norvegesi tale aspetto attingesse maggiormente al progressive).
Gli oltre 50 minuti di Hyperborea non presentano cedimenti, anche nella sua seconda parte quando i suoni si fanno via via più oscuri: gli Ancestors Blood sono bravi nel diversificare il sound, passando da brani magnifici nel loro trasudare sentori epici e melodici come The Way Of Spirits, Autumn ed Elegies, ad altri più aspri e per certi versi aderenti agli stilemi del black più tradizionale, come avviene in Rite of Passage e Funeral Rite.
Ma, oggettivamente, questo bellissimo album è da godersi nel suo insieme quale affresco magniloquente e solenne, espressione di una cultura musicale nordica che continua ad affascinare, nonostante sia approdata ormai da oltre un ventennio nei nostri lettori cd.

Tracklist
1. Descension
2. The Way of the Spirits
3. Autumn (Metsäpirtti part II)
4. Elegies
5. Hyperborea
6. Rite of Passage
7. Funeral Rite
8. Ascension

Line-up:
A.T.H. – Vocals, Guitars
E. Heinonen – Keyboards
K.S. – Drums
A.L.H. – Bass

ANCESTORS BLOOD – Facebook

AVORAL – Intervista

Iniziamo la serie delle interviste alle band che sono state incluse nella compilation UMA 2015: oggi è il turno dei milanesi Avoral.

Iniziamo la serie delle interviste alle band che sono state incluse nella compilation UMA 2015: oggi è il turno dei milanesi Avoral.

avoral

iye Intanto congratulazioni per l’avvenuto accesso alla compilation: ci raccontate in breve la storia della band?

Ciao a tutti e grazie mille! Gli Avoral nascono a Milano nel 2012 dall’ incontro di Ged, Legion e Frank con Bolthorn e Nurgan, provenienti rispettivamente da esperienze power – heavy e symphonic black. Passando tra varie vicissitudini e cambi di line up siamo giunti alla formazione ufficiale solo nel 2014, anno in cui abbiamo rilasciato il nostro debut album War Is Not Over, fatto il nostro primo tour in Europa suonando in vari palchi di Slovacchia e Repubblica Ceca e firmato con Club Inferno, divisione della storica My Kingdom Music.

iye Cosa vi ha spinto a partecipare al contest indetto dalla Underground Metal Alliance?

Ci fa davvero molto piacere aver ottenuto la partecipazione con una presenza così calorosa da parte dei nostri seguaci insieme con pareri molto positivi da parte dei selezionatori, la compilation è sicuramente un’ ottima vetrina per farci conoscere da nuove persone e diffondere la nostra musica il più possibile, cosa che per noi su internet o con i live è molto importante. Tra l’ altro conosciamo anche alcune delle band presenti insieme a noi, siamo contenti di far parte dello stesso progetto!

iye Oltre a quelli più immediati, legati alla partecipazione a questa iniziativa, quali sono gli obiettivi che vi siete prefissati nell’immediato futuro?

Attualmente stiamo portando avanti la composizione delle nuove canzoni, accentuando le componenti più cupe e prog, sempre sotto la nostra atmosfera di stampo epic. Sicuramente tra gli obiettivi ci sono un altro album che continui il nostro concept e un nuovo tour all’estero, più altre attività particolari che vi sveleremo a tempo debito!

iye Quali sono per voi le band ed i musicisti di riferimento e per quali nomi, attualmente, varrebbe la pena oggi di fare un sacrificio per assistere ad un concerto?

Non abbiamo un vero e proprio riferimento per la nostra musica, chiaramente siamo tutti amanti del filone Blind Guardian, ma non ci imponiamo limiti o obiettivi di emulazione, lasciamo che le nostre idee scorrano liberamente e senza vincoli dati dall’appartenenza a un genere o un altro. Riguardo ai concerti, sono il punto di incontro più bello tra un musicista e il suo pubblico così come un modo interessantissimo di scoprire nuove band, quindi siamo frequentatori molto assidui, dai mostri sacri ancora in attività così come (soprattutto) alle band di nicchia e quelle emergenti.

iye Suonare metal in Italia è un’impresa che porta con sé il suo bel coefficiente di difficoltà; tracciando un consuntivo di quanto fatto finora, siete soddisfatti dei riscontri ottenuti dalla band?

Abbiamo calcato ormai molti palchi in contesti da festival emergente o come supporto a grandi band: ogni live e pubblico che incontri lascia qualcosa dentro di te che sicuramente ti arricchisce e ti rende più consapevole dei tuoi mezzi e obiettivi, quindi siamo molto soddisfatti di tutto il percorso che abbiamo svolto fin qui. Chiaramente ci sono alcuni meravigliosi show che abbiamo fatto che sono ancora impressi nella memoria di tutti noi, così come altri in cui l’organizzazione era pressoché catastrofica … ma tutte le soddisfazioni e difficoltà ci hanno dato forza ed entusiasmo di proseguire sempre ambiziosi. E poi il palco è il nostro habitat ideale, in cui sfogare tutta l’ adrenalina e creare un bellissimo legame con gli ascoltatori, che hanno sempre accolto molto positivamente la nostra proposta!

iye Per quanto riguarda invece l’attività dal vivo, anche voi avete incontrato le stesse difficoltà nel trovare date e location disponibili che molti evidenziano? Ci sarà, comunque, la possibilità di vedervi all’opera su qualche palco nel corso dell’estate?

Dipende tutto dall’ottica con cui una band o un’ agenzia si approccia al mondo dei live: credo che al giorno d’ oggi, vista la grande numerosità di band attive a fronte di un’offerta innegabilmente minore rispetto a qualche anno fa, la soluzione più giusta sia una consapevole via di mezzo tra il voler suonare sempre e ovunque e l’essere selettivi. Purtroppo anche il mondo della musica sta vivendo una fase di crisi e bisogna comprendere i difficili equilibri necessari a garantire che non vadano in perdita né le band né i locali, ma al tempo stesso penso sia giusto ricordare i propri diritti e indirizzare i propri sforzi verso quegli eventi e contesti che bene sappiano valorizzare la propria proposta. Noi abbiamo sempre lavorato in quest’ottica, e devo ammettere che ci siamo tolti molte soddisfazioni. Al momento ci stiamo concentrando sulla composizione del nuovo materiale, ma sicuramente in questi mesi estivi avrete modo di vederci all’opera sul palco!

iye Per finire, vi lasciamo lo spazio per fornire ai nostri lettori almeno un buon motivo per avvicinarsi alla vostra musica.

Noi per primi amiamo i nomi che hanno reso grande la musica che tutti seguiamo e al contempo apprezziamo nella musica di una band elementi di ricerca in grado di portare originalità e sperimentazione, che sia attraverso l’ utilizzo di tematiche, leggende o strumenti particolari o introducendo caratteristiche tipiche di altri generi. Questo si traspone ovviamente in ciò che suoniamo, se anche voi vi riconoscete in tutto questo, ci potete trovare nei nostri canali ufficiali e soprattutto vi aspettiamo sotto il palco per una birra tutti insieme! Hailz m/

AVORAL – Facebook

Drakkar – When Lightning Strikes

Tornano i Drakkar con un concept album di epico power metal.

Tornano i Drakkar con un concept album di epico power metal.

Nati nel 1995, i Drakkar hanno fatto uscire l’ultimo lp con la Dragonheart Records nell’ormai lontano 2002, per poi farsi risentire dai fan nel 2007 con l’ep “Classified”. I Drakkar tornano oggi alla grande, con un album di power metal melodico e potente, che coglie nel segno. Il songwriting è al servizio della storia che racconta di Hal Gardner, un pilota di caccia mandato a combattere gli alieni sbarcati nel centro di New York (mi vengono in mente i Kree e gli Skrull dell’universo Marvel) che, colpito da un raggio alieno, comincia a ricordare le sue reincarnazioni… Non vi voglio rovinare la sorpresa e il gusto di scoprire una storia epica: in questo disco è mirabilmente raccolto tutto ciò che ci si deve aspettare da un disco di power metal sopra alla media, ovvero potenza, melodia ed epicità. A volte il power metal è il miglior mezzo per far scoprire storie che richiedono un battito del cuore più forte del normale. Usando l’espediente delle reincarnazioni di Hal Gardner, il chitarrista Dario Beretta imbastisce un volo su vari momenti storici, che sono anche stati d’animo. Un ottimo ritorno per una delle band più importanti della scena power metal italiana e non solo: grazie a loro ho riscoperto qualcosa nel genere che non sentivo più da tempo.

Tracklist:
1. Hyperspace – The Arrival
2. Day of the Gods
3. The Armageddon Machine
4. In the Belly of the Beast
5. Revenge Is Done
6. When Lightning Strikes
7. Winter Soldiers
8. Salvation
9. At the Flaming Shores of Heaven
10. We Ride
11. The Awakening
12. My Endless Flight
13. Aftermath – The Departure
14. Engage!
15. New Frontier

Line-up: Dario Beretta – Guitars
Simone Cappato – Bass
Davide Dell’Orto – Vocals
Corrado Solarino – Keyboards

DRAKKAR – Facebook