Omega – Eve

Un altro livello di lettura è chiudere gli occhi e sentire cosa fa veramente questa musica, cosa provoca nelle nostre sinapsi: in codesta maniera si potrà scoprire un mondo, una raccolta di emozioni e stati d’animo come in un’ipnosi, perché questo disco è concepito per farci viaggiare alla ricerca del nostro io, della nostra volontà su questo pianeta, ma anche e soprattutto oltre questo pianeta e questi limiti che ci imponiamo.

Eve degli Omega è un disco che va ben oltre le emozioni che da un supporto fonografico, fa vedere orizzonti lontani.

Il disco è composto da vari livelli, quello più immediato può essere descrivibile come un tenebroso disco di black metal misto a doom ed un pizzico di death, con stacchi dark ambient. Un altro livello di lettura è chiudere gli occhi e sentire cosa fa veramente questa musica, cosa provoca nelle nostre sinapsi: in codesta maniera si potrà scoprire un mondo, una raccolta di emozioni e stati d’animo come in un’ipnosi, perché questo disco è concepito per farci viaggiare alla ricerca del nostro io, della nostra volontà su questo pianeta, ma anche e soprattutto oltre questo pianeta e questi limiti che ci imponiamo. Le tracce sono quattro, il disco va sentito come un continuum sonoro, una lunga suite di musica estrema. Eve è ispirato dal manoscritto Voynich, forse il libro più misterioso mai scritto, o forse soltanto un tentativo di oltrepassare la realtà andando oltre i sensi, in un flusso che lega tutto ciò che è stato, tutto ciò che è e tutto ciò che sarà. Lo stile musicale è pienamente narrativo, veniamo trasportati in una storia dall’architettura profonda con l’uomo al centro, ed intorno un universo che vortica. Il black metal qui è un punto di partenza, perché il suono di questo disco ne ha molti elementi, ma è un’opera nuova ed originale. Nel nuovo splendido libro Black Metal Compendium Volume II – Europa e Regno Unito – di Vavalà e Ottolenghi per i tipi della Tsunami Edizioni, gli autori spiegano molto bene cosa sia il black metal per noi mediterranei, ed in particolare per noi italiani, ovvero un codice da far evolvere, un punto di partenza per profonde esplorazioni, e Eve ne è la spiegazione perfetta: un manoscritto Voynich che ognuno deve decifrare, perché parla di noi stessi, della nostra storia, e della cosmogonia che abbiamo dentro. Un’esperienza, molto più di un disco.

Tracklist
1.Arboreis
2.Sidera
3.Mater
4.Laudanum

Line-up
Alexios Ciancio – Vocals
Mike Crinella – Guitars, Synths, Samples
Fabio Arcangeli – Bass
Marco Ceccarelli – Drums

DUSKTONE – Facebook

Inconcessus Lux Lucis – The Crowning Quietus

Trascinante e adrenalinico, The Crowning Quietus è l’ascolto ideale per ripulirsi dalle scorie della quotidianità e combattere efficacemente “il logorio della vita moderna”, parafrasando una famosa pubblicità di altri tempi …

La I, Voidhanger è una label alla quale si associa in maniera automatica l’ascolto dischi tutt’altro che banali, se non talvolta cervellotici o di complessa decrittazione, a seconda dei punti di vista.

Tanto per togliere qualsiasi dubbio all’audience sulla qualità e la varietà del proprio roster, l’attiva etichetta italiana consegna alle stampe questo sismico The Crowning Quietus, secondo full length dei britannici Inconcessus Lux Lucis, che poi a ben vedere sarebbe il terzo, tenendo condo anche di quello inciso nella prima parte della loro storia con il monicker Whorethorn.
Baal e Malphas fanno coppia artisticamente da oltre un decennio e credo che la loro comunione d’intenti si evinca fin dalle prime note dell’album: il duo, infatti, offre un black metal senza orpelli di alcun tipo, stante una pesante propensione per il rock’n’roll che rende questi sei brani una piacevole ed inarrestabile galoppata verso gli inferi, un luogo ameno nel quale, visto che ci si dovrà trascorrere un po’ di tempo, è forse meglio accedere con il giusto piglio, e direi che, all’uopo, farsi precedere dal sound degli Inconcessus Lux Lucis sia il modo più indicato per rendersi simpatici ai padroni di casa.
The Crowning Quietus parte sparato, con le sue pesanti iniezioni di hard ‘n’heavy d’autore, ed arriva altrettanto forte, con l’unica anomalia di chiudersi con tre brani piuttosto lunghi per il genere, comunque ben lontani dal rischio di apparire tediosi, visto che proprio grazie al loro protrarsi sono anche quelli che presentano le maggiori variazioni ritmiche nonché apprezzabili spunti di chitarra solista, con il brano di chiusura Fever Upon The Firmament che, nel finale, diventa una vera e propria cavalcata maideniana.
Trascinante e adrenalinico, The Crowning Quietus è l’ascolto ideale per ripulirsi dalle scorie della quotidianità e combattere efficacemente “il logorio della vita moderna”, parafrasando una famosa pubblicità di altri tempi …

Tracklist:
1. With Leaden Hooks And Chains
2. Amour Rides Upon Midnight
3. At The Behest Of The Sinister Impulse
4. To Satiate Silence
5. The Crowning Quietus
6. Fever Upon The Firmament

Line-up:
W. Malphas – Guitars/Drums/Vocals
A. Baal – Bass Guitar

INCONCESSUS LUX LUCIS – Facebook

Fozzy – Judas

Judas è un album ideato per sfondare sul mercato, non solo americano ovviamente; l’appeal non manca, così come le caratteristiche peculiari per fare dei Fozzy la rock band del momento: se ci riusciranno si vedrà con il tempo, ma c’è da scommetterci.

Tornano i Fozzy, la band del wrestler Chris Jericho e del chitarrista dei metal rappers Stuck Mojo con il nuovo album Judas, licenziato dalla Century Media.

Chi l’avrebbe mai detto, all’alba del nuovo millennio e all’uscita del primo album omonimo che la band capitanata da Jericho sarebbe arrivata a quasi vent’anni di attività e vicino alla doppia cifra in quanto ad uscite discografiche; eppure il successo (dovuto anche all’attività del cantante/lottatore) è arrivato con un rock che ha sempre mostrato i suoi due volti (potenza e melodia) mantenendo un approccio ruffiano che negli States significa primi posti nelle classifiche, video in rotazione continua sui media, copertine dei magazines di settore e dischi venduti a vagonate.
Judas, a ben sentire, non si discosta da quello che il gruppo ha presentato ai propri fans in tutti questi anni: rock ad alto voltaggio, melodico e dal groove che esplode in chorus e riff scritti per accompagnare Jericho sul palco come sul ring, una buona dose di ispirazione che porta alla tradizione rock/metal americana (si parla di Kiss sulla presentazione dell’album, ma il sottoscritto opta per un Ozzy Osbourne vecchia maniera) e tanto moderno alternative metal, dagli Alter Bridge, agli Avenged Sevenfold.
Judas accende la miccia con la title track posta furbescamente in apertura e che risulta il sunto di questo lavoro; scorrendo poi la track list ci si imbatte in brani più potenti (Painless, Three Days In Jail), altri dal flavour moderno e che strizzano l’occhiolino all’elettronica (Burn Me Out) e le solite e più leccate song da sbancare classifiche.
L’album è ideato per sfondare sul mercato, non solo americano ovviamente; l’appeal non manca, così come le caratteristiche peculiari per fare dei Fozzy la rock band del momento: se ci riusciranno si vedrà con il tempo, ma c’è da scommetterci.

Tracklist
1. Judas
2. Drinkin With Jesus
3. Painless
4. Weight Of My World
5. Wordsworth Way
6. Burn Me Out
7. Three Days In Jail
8. Elevator
9. Running With The Bulls
10. Capsized
11. Wolves At Bay

Line-up
Chris Jericho – vocals
Rich Ward – guitars, vocals
Frank Fontsere – drums
Billy Grey – guitars
Paul DiLeo – bass

FOZZY – Facebook

Elmo Karjalainen – Age Of Heroes

Quarto album solista per Elmo Karjalainen, ex chitarrista dei melodic rocker finlandesi Deathlike Silence, che con Age Of Heroes è protagonista di un buon lavoro di metal strumentale, leggermente prolisso ma consigliato agli amanti dei guitar heroes.

Quarto lavoro strumentale per l’ex chitarrista del Deathlike Silence, gruppo hard rock melodico pregno di atmosfere horror e gotiche, che nel 2009 licenziò il bellissimo ed ultimo album Saturday Night Evil.

Del sestetto di Turku abbiamo purtroppo perso le tracce, mentre il suo axeman dal 2012 ha intrapreso la carriera solista con una serie di lavori strumentali di ottima fattura.
Poco conosciuto fuori dal territorio nazionale, Elmo Karjalainen giunge al quarto album, interamente scritto da lui, una lunga jam strumentale di settanta minuti (forse troppi) dove il metal e l’hard rock incontrano varie soluzioni stilistiche, sognanti atmosfere pinkfloydiane tra musica dura e progressiva.
Le influenze del musicista finlandese sono da attribuire ai maghi delle sei corde che tanto hanno fatto parlare in passato gli addetti ai lavori (Paul Gilbert, Joe Satriani e Yngwie J. Malmsteen), quindi l’opera è adatta ai palati metallici, anche se in così tanti minuti troverete riferimenti a più di un’ icona del rock /metal mondiale.
Age Of Heroes ha nella sua eccessiva durata il punto debole, anche se la musica suonata da Karjalainen non si avvolge su se stessa come quella di molti suoi colleghi.
How Can Less Be More, The Grassy Gnoll, la doppietta composta dalla title track e dalla speed metal song A Meeting Of The Gods (And This Guy), sono i momenti più interessanti di un album che rischia di passare inosservato come i suoi predecessori, mentre meriterebbe più di attenzione da parte degli amanti del genere, anche se come detto il minutaggio non gioca a favore della fruibilità, importantissima in lavori come Age Of Heroes.

Tracklist
1. Warm Welcome
2. How Can Less Be More
3. The Colour of Greed
4. Chikken Noodul
5. A Fertile Discussion
6. The Grassy Gnoll
7. Blue Eyes
8. Party Political Speech
9. Age of Heroes
10. A Meeting of the Gods (And This Guy)
11. Sunset
12. Return of the Silly English Person
13. Falling for Falafels
14. Lost In a Foreign Scale
15. Three Days of Peace
16. Limiting Rationality
17. Breathe

Line-up
Derek Sherinian – Keyboards on “The Colour of Greed”
Mattias IA Eklundh – Gutiar solos on “A Fertile Discussion” and “Falling for Falafels”
Janne Nieminen and Emil Pohjalainen – Guitar solos on “A Meeting of the Gods (And This Guy)”
Vesa Kolu – Drums on “A Fertile Discussion”, “Blue Eyes”, “Falling for Falafels”, “Three Days of Peace”, and “Limiting Rationality”
Christer Karjalainen – Drums on “Chikken Noodul” and “Sunset”
Elmo Karjalainen – everything else

ELMO KARJALAINEN – Facebook