Isle of Avalon – Of Tulgey Wood and the Table Rounde

Con gli Isle Of Avalon ci tuffiamo nelle atmosfere leggendarie dei cavalieri della tavola rotonda e di re Artù, con la colonna sonora che non può che essere un power metal dai rimandi folk, epico, sognante e battagliero, ma poco incisivo.

Con gli Isle Of Avalon ci tuffiamo nelle atmosfere leggendarie dei cavalieri della tavola rotonda e di re Artù, con la colonna sonora che non può che essere un power metal dai rimandi folk, epico, sognante e battagliero, ma poco incisivo.

La band, attiva da una dozzina d’anni, è al secondo lavoro sulla lunga distanza, che segue il debutto omonimo ed una manciata di lavori minori, e  il sound di questo concept fantasy segue le orme dei nostrani Rhapsody (quelli di inizio carriera) per poi toccare lidi folk metal alla Skyclad.
Of Tulgey Wood and the Table Rounde non è un brutto lavoro, ma ha il difetto di girare intorno ad uno stile ormai collaudato con poca personalità, lasciando che il tutto si trascini verso la conclusione senza grossi picchi.
Le parti prettamente folk e tradizionali sono i momenti migliori dell’album, pregne di quel poco di drammatica epicità che indurisce le atmosfere dell’opera, purtroppo poco valorizzate da un power metal scolastico esibito quando la band parte all’attacco con cavalcate che, solo con molta fantasia, ricordano le valli che danno vita una delle leggende più famose del mondo.
Diciamo che, se siete amanti del genere fantasy, gli Isle Of Avalon provano a proporre un genere che molte band hanno nobilitato in passato, riuscendovi solo in parte e raggiungendo la sufficienza, come detto, grazie alle parti folk metal.
L’album non è aiutato neppure dalle prestazioni vocali, essendo appena sufficiente quella principale di Fædon Diamantopoulos e non all’altezza quella femminile.
In un genere come il power folk metal dalle tematiche fantasy, l’importanza dei mezzi a disposizione, purtroppo non sfruttati dal gruppo britannico, è vitale per la riuscita di un lavoro come Of Tulgey Wood and the Table Rounde.

Tracklist
1.Questing Beast
2.Tulgey Wood
3.Tirra Lirra
4.Lyre of Lyonesse
5.Kingsword
6.Queen of Two Kingdoms
7.A Sword, a Horse, a Shield
8.True Born
9.Avalon
10.The Castle Argent

Line-up
Fædon Diamantopoulos – Vocals
Alexander Wyld – Guitars
Aimée Wyld – Keyboards

ISLE OF AVALON – Facebook

MINDFEELS

Il lyric video di “Skyline”, dall’album “XXenty” (Art Of Melody Music / Burning Minds Music Group).

Il lyric video di “Skyline”, dall’album “XXenty” (Art Of Melody Music / Burning Minds Music Group).

De La Muerte – Venganza

Immaginate la frontiera messicana di film come El Mariachi o Machete raccontata tramite una colonna sonora che amalgama metal classico, hard rock, groove ed atmosfere tradizionali, suonata ed interpretata da un vocalist eccezionale ed avrete un’idea più o meno esatta di quello che i De La Muerte intendono per musica metal.

Sorprendente e micidiale, un massacro sonoro che ricorda i film di Tarantino e Rodriguez, un concept ispirato al culto messicano della Nuestra Señora de la Santa Muerte ed un metal che passa con disinvoltura da potentissime cavalcate power/heavy metal ad un hard rock contaminato dalla musica tradizionale messicana in un delirio di pallottole che saltano dai caricatori e si infilano nei corpi martoriati, esplodono in cascate di sangue e materia cerebrale per lasciare solo morte.

Signore e signori, siamo nel mondo dei De La Muerte, gruppo romano che con Venganza dà un seguito al primo bellissimo lavoro omonimo licenziato tre anni fa: immaginate la frontiera messicana di film come El Mariachi o Machete raccontata tramite una colonna sonora che amalgama metal classico, hard rock, groove ed atmosfere tradizionali, suonata ed interpretata da un vocalist eccezionale come Gianluca Mastrangelo ed avrete un’idea più o meno esatta di quello che i De La Muerte intendono per musica metal.
Come il primo album, Venganza vive alternando tutte queste sfaccettature risultando un album vario ed assolutamente originale, passando con una facilità sorprendente dal sound “messicano” dell’intro Theme Of Revenge, al metal moderno e rabbioso di De La Muerte e all’hard rock’n’roll di Lady Death e siamo solo al terzo brano.
Registrato, mixato e masterizzato da Simone Mularoni ai Domination Studio, l’album esplode in fuochi d’artificio metallici come in una festa patronale in qualche cittadina sperduta del centro America, l’altalena tra tra generi e sfumature continua imperterrita con Mastrangelo che impazza tra mille tonalità, mentre Gambling In Hell ci ricorda che il deserto ci circonda ed il groove ci prende per mano prima di venire giustiziati con una pallottola piantata nel cranio.
La maideniana The Last Duel, la “metallica” (Black Album style) How Do You feel?, la bellissima cover dei Los Lobos Canción del Mariachi ed il crescendo conclusivo della varia e a suo modo progressiva Scream Of Madness arricchiscono un album travolgente dalla prima all’ultima nota.
Secondo straordinario lavoro di una delle realtà più brillanti della scena metal nazionale, fatevi un favore e non perdetevi Venganza, per una volta i soliti ascolti possono rimanere al loro posto sulla vostra mensola.

Tracklist
01 – Theme of Revenge
02 – De La Muerte
03 – Lady Death
04 – The Last Duel
05 – Gambling in Hell
06 – Heart of Stone
07 – Death Engine
08 – How Do You Feel?
09 – Horizon – De
10 – Canción del Mariachi – Los Lobos Cover
11 – Scream Of Madness – De La Muerte

Line-up
Gianluca Mastrangelo – Vocals
Gianluca Quinto – Guitars
Christian D’Alessandro – guitars
Claudio Michelacci – Bass
Luca Ciccotti – Drums

DE LA MUERTE – Facebook

Satanath – Your Personal Copy

L’approccio all’ambient di Aleksey Korolyov non prevede lunghe reiterazioni di uno stesso tema. bensì è caratterizzata da un continuo cambio di scenario, e più che la colonna sonora di missioni spaziali o di documentari naturalistici, Your Personal Copy potrebbe essere l’ideale accompagnamento di qualche strambo cartone animato.

Prima di questo lavoro conoscevo Aleksey Korolyov solo come mente della Satanath Records (e delle sub label Symbol Of Domination e GrimmDistribution), per cui ragionando in maniera fin troppo lineare era lecito aspettarsi che un suo progetto solista potesse fare riferimento ai generi normalmente trattati dalla sua etichetta (black, death, thrash, in particolare).

Nulla di tutto questo: a confermare l’acutezza e l’imprevedibilità di questo progetto che porta lo stesso nome della label, Your Personal Copy è un qualcosa che sta a metà strada tra ambient e elettronica, ma con un approccio a suo modo unico nell’affrontare la materia.
L’album consta di una ventina di brani la cui gran parte è di durata convenzionale (2-3 minuti) ma con alcune eccezioni come Vigtio e la conclusiva Univraris che si spingono oltre gli 8-9 minuti; anche per questo l’ambient di Satanath è nervosa, cangiante e soprattutto fuori dagli schemi, saltabeccando da passaggi atmosferici a bizzarri inserti elettronici da video game del secolo scorso. Pertanto, a differenza dell’ambient più canonica e carezzevole, l’approccio di Aleksey non prevede lunghe reiterazioni di uno stesso tema bensì è caratterizzata da un continuo cambio di scenario, e più che la colonna sonora di missioni spaziali o di documentari naturalistici, Your Personal Copy potrebbe essere l’ideale accompagnamento di qualche strambo cartone animato.
La creatività del musicista russo è indubbia, e in fondo sembra che il tutto nasca in maniera più spontanea che calcolata, lasciando immaginare che il nostro forse abbia fatto per assurdo più fatica ad inventarsi i venti improbabili titoli rinvenibili nella tracklist.
Ma, aldilà della battute, Satanath in questo caso si fa portavoce di un linguaggio musicale differente, all’interno del quale possiamo dedurre una cultura musicale molto ampia che, attingendo dal krautrock e dall’elettronica (un background che è insito molto più spesso di quanto si pensi in chi si dedica poi alle forme di metal estremo), offre un risultato senz’altro anomalo, di ascolto oggettivamente complesso, ma dannatamente intrigante dalla prima all’ultima nota.

Tracklist:
01. Peitefuv
02. Masfois
03. Inratit
04. Nodaser
05. Movsak
06. Kiomlu
07. Gegnuz
08. Invotod
09. Erimop
10. Vigtio
11. Hegtaras
12. Briloam
13. Lartagik
14. Hetatro
15. Kehtatos
16. Opkito
17. Knurat
18. Farzmit
19. Onihmas
20. Univraris

Line-up:
Aleksey Korolyov – music and concept

SATANATH – Facebook