Omega Machine – The End That Comes With Omega Machine

Un disco che apre nuovi spiragli al modo di fare musica pesante in Italia, una prova granitica che regala momenti esaltanti ma soprattutto che spinge a sentirne il contenuto a volume molto alto.

Notevole disco di esordio per questo potente e fantasioso gruppo di industrial metal torinese.

La loro musica è maestosa come la storia che raccontano in questo disco, ovvero la narrazione di un’improvvisa invasione aliena e del tentativo di difesa da parte dell’umanità, ma nulla si può contro l’Omega Machine. Il suono è poderoso e molto potente, con una produzione che ne rende benissimo la profondità. L’immaginario di questo disco è la sci–fi di serie b degli anni sessanta, come si può ben evincere dalla copertina di SoloMacello. Nel disco viviamo benissimo questa battaglia fra i terrestri e gli invasori, anche mediante suoni provenienti da questa guerra estrema. Industrial metal ma non solo, perché gli Omega Machine spaziano per molti generi e soprattutto lo fanno a modo loro, mettendo sempre qualcosa di personale nel calderone bollente del loro suono. Per cui si passa da cose alla Dillinger Escape Plan a nervose colate laviche simili a quelle di Souls At Zero dei Neurosis. Gli Omega Machine sanno benissimo come fare un disco di musica pesante, molto maturo per essere un esordio. Verrete catturati da questi corridoi sonori, da queste mille curve diverse, da stop and go o da momenti totalmente saturi di potenza con il gruppo torinese che sfiamma. Un disco che apre nuovi spiragli al modo di fare musica pesante in Italia, una prova granitica che regala momenti esaltanti ma soprattutto che spinge a sentirne il contenuto a volume molto alto.

Tracklist
1.Gloomy Gait of the Frightstrider
2.Xenoferox Megalodeimos
3.To Neuter a World
4.Crushmoured Assault Raid
5.It Came to Vomit Liquid Fire
6.Terrorstorm Over the Oceanic Battlefront
7.Rust Infector – Aberration Among Monsters
8.Annihilatory Siege of Planet Earth / The End That Comes

Line-up
Kaizer Blasted Kosmos: guitars, programming, samples, synths
Nebular Sub-Terror: bass

OMEGA MACHINE – Facebook

ALCHIMIA

Il video di “Waltz Of The Sea”, dall’album “Musa”.

Il video di “Waltz Of The Sea”, dall’album “Musa”.

I Mediterranean Atmospheric Post Metallers ALCHIMIA rivelano il videoclip ufficiale del brano “Waltz Of The Sea”, estratto dal loro full-length di debutto “Musa”.

Il video è stato prodotto da Sanda Movies (Novembre, Shores Of Null, Adimiron) ed è stato girato tra Roma e Napoli.

Il mastermind di Alchimia, Emanuele Tito ha commentato : “Lavorare con Sanda Movie ed il suo team di professionisti è stata un bella esperienza, cosi come magnifica è stata la location scelta, il fiordo di Crapolla a Napoli. Devo dire che recitare è stato molto divertente, e penso che il personaggio interpretato in un certo senso mi assomigli : affronta un percorso difficile durante il processo di scrittura della sua composizione. La sua musa ispiratrice lo guida durante un percorso sofferto e molto personale, che lo porta ad un finale inaspettato, guardate il video e capirete di cosa parlo …”

Lost Moon – Through The Gates Of Light

La band sforna un lavoro intenso ed originale, perché le influenze ben presenti vengono rimodellate dal trio creando una gettata hard rock/stoner a tratti pesantissima.

A dispetto dei detrattori e dei metallari duri e puri che hanno visto gli anni novanta come la morte dei suoni classici in favore di approcci più moderni e cool, questo decennio rimane il più importante per lo sviluppo della musica rock insieme agli anni settanta, un periodo di rinascita che ha portato all’attenzione degli ascoltatori una manciata di scene diventate, con il tempo, ispirazioni primarie per i gruppi del nuovo millennio.

Dall’hard rock al metal estremo, passando per il grunge, lo stoner ed il metal moderno, l’ultimo decennio del ‘900 per chi ha avuto la fortuna di viverlo musicalmente rimarrà il fulcro di quello che, in seguito, si è sviluppato.
I Lost Moon sono nati verso il finire di quel periodo e da lì hanno sviluppato il loro sound per mezzo di tre album (Lost Moon del 2001, King Of Dogs del 2007 e Tales Form The Sun licenziato tre anni fa) e ora tornano con questo nuovo lavoro, Through The Gates Of Light ottimo esempio di hard stoner rock che da quel prende lo spirito e qualche ispirazione e, grazie ad un songwriting vario, ci regalano trentacinque minuti di musica di grande livello.
I due fratelli Paolucci (Stefano – chitarra e voce – e Pierluigi – batteria),  con il fido Adolfo Calandro (basso), prendono in ostaggio lo stoner rock e lo lasciano tra le mani dell’hard rock settantiano, la psichedelia ed il southern rock e, con la guida dell’alternative metal, lo torturano fino trasformarlo in un’entità anomala ed impossibile da descrivere in senso assoluto.
La band sforna un lavoro intenso ed originale, perché le influenze ben presenti vengono rimodellate dal trio creando una gettata hard rock/stoner a tratti pesantissima.
Si passa così dalle digressioni tooliane della strumentale Through The Gates Of Light, ai Black Label Society e Kyuss della successiva Dawn, dalle sferzate metalliche di Prayer a Pilgrimage, brano che rispecchia il credo musicale dei Lost Moon esibendo una panoramica esaustiva su tutte le sfumature della loro musica.
Sempre Black Label Society ed Alice In Chains li ritroviamo in I Got A Drink e in Light Inside, mentre un sitar beatlesiano apre la conclusiva Visions, canzone che ricorda le armonie acustiche degli Zeppelin.
Album davvero bello, Through The Gates Of Light è l’imperdibile ultimo sussulto dell’anno per quanto riguarda il genere.

Tracklist
1.Through the Gates of Light
2.Dawn
3.Prayer
4.Pilgrimage
5.I Got Drunk Again
6.Light Inside
7.The Day we Broke the Spell
8.Visions

Line-up
Stefano Paolucci – Guitars .Vocals
Pierluigi Paolucci – Drums
Adolfo Calandro – Bass

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Modern Day Outlaw – Day Of Reckoning

Sorprende che un gruppo del genere non sia ancora stato catturato da una label, ma poco importa, questi sono dei veri adepti del southern metal, quindi assolutamente da supportare.

Il southern metal è quella esplosiva che sta facendo, a discapito dei detrattori, la storia del rock in questo inizio di millennio.

Insomma, chiamatelo come volete, ma il sound di questi fenomenali Modern Day Outlaw è quanto di più perfetto il fan dell’ hard rock moderno possa chiedere alla sua band preferita: Southern State Of Mind è il loro primo full length (assolutamente da recuperare) uscito cinque anni fa, a cui fa seguito questo ep che, spero faccia da apripista ad un eventuale lavoro su lunga distanza, visti i risultati che ne scaturiscono, ovvero quattro bombe southern metal, più la cover di The Ride del grande Mysterious Rhinestone Cowboy alias David Allan Coe, un’icona country southern blues, che gli amanti del genere conoscono bene e che collaborò con i tre quarti dei Pantera all’album Rebel Meets Rebel.
Sparatevi senza ritegno queste cinque adrenaliniche tracce e per quasi venti minuti sarete rivoltati come calzini dalla forza dirompente dei Modern Day Outlaw e delle loro Revved Up! (Alter Bridge meets Black Label Society), Good Day Too Die ( i Lynyrd Skynyrd metallici di God & Guns), Headwake e Movin’ On che portano le atmosfere nella grigia Seattle violentata dai Pantera e spettacolarizzata dal meglio di Soundgarden ed Alice In Chains.
Sorprende che un gruppo del genere non sia ancora stato catturato da una label, ma poco importa, questi sono dei veri adepti del southern metal, quindi assolutamente da supportare.

Tracklist
1.Reved Up!
2.Good Day to Die
3.Headwake
4.Movin’ On
5.The Ride

Line-up
Kirk Sarmento – Drums
Jake Nicholson – Guitars
Sergio Cesario – Guitars
Ron Brown – Vocals
Rob Palladino – Bass

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