Il 2017 di MetalEyes IYE

Dopo un 2017 intenso, che ci ha visto pubblicare circa 1450 recensioni, pari ad una media molto vicina alle 4 giornaliere, è arrivato il momento di tirare le somme e provare a stilare un’ipotetica classifica dei dischi migliori tra quelli che sono stati trattati su MetalEyes IYE.

Stante la nostra vocazione spiccatamente underground, difficilmente in tali occasioni si vedranno primeggiare grandi nomi, anche se fatico a non considerare tali i Pain Of Salvation, autori del miglior lavoro dell’anno secondo noi, pur non trattandosi certo di una band capace di smuovere folle oceaniche.
Come già fatto nel 2016 abbiamo creato cinque categorie, per ognuna delle quali sono stati indicati i migliori cinque dischi, oltre ad altri quindici che verranno classificati sesti a pari merito: una generale, una dedicata ai dischi italiani, ed altre tre riferite a macro generi denominati, rispettivamente, metal estremo (black/death/trhash), materia oscura (doom, gothic, post metal, dark, ma anche ambient e neo folk) e hard’n’heavy/alternative (quindi rock, metal classico o moderno).
Cliccando su ogni disco che troverete nelle classifica verrete indirizzati alla recensione dove, se proprio non vorrete leggere i nostri sproloqui, avrete comunque la possibilità di ascoltare un estratto dei lavori in questione.
Quindi, buona lettura o buon ascolto, e auguri per un 2018 altrettanto ricco di buona musica.

GENERALE


1.PAIN OF SALVATION – IN THE PASSING LIGHT OF DAY


2.SUBTERRANEAN MASQUERADE – VAGABOND


3.EVADNE – A MOTHER NAMED DEATH


4.ENSLAVED – E


5.VENENUM – TRANCE OF DEATH

6.ex aequo
ABORYM – SHIFTING.NEGATIVE
BELL WITCH – MIRROR REAPER
BLUT AUS NORD – DEUS SALUTIS MEÆ
EVA CAN’T – GRAVATUM
IMBER LUMINIS – NAUSEA
IN TORMENTATA QUIETE – FINESTATICO
JESS AND THE ANCIENT ONES – THE HORSE AND OTHER WEIRD TALES
KARTIKEYA – SAMUDRA
KREATOR – GODS OF VIOLENCE
NIBIRU – QAAL BABALON
PALLBEARER – HEARTLESS
SCUORN – PARTHENOPE
SLOW – V-OCEANS
THRESHOLD – LEGENDS OF THE SHIRES
XANTHOCHROID – OF ERTHE AND AXEN ACT II

ITALIANI


1.IN TORMENTATA QUIETE – FINESTATICO


2.NIBIRU – QAAL BABALON


3.ABORYM – SHIFTING.NEGATIVE


4.SCUORN – PARTHENOPE


5.EVA CAN’T – GRAVATUM

6.ex aequo
ANAMNESI – LA PROIEZIONE DEL FUOCO
CIRCUS NEBULA – CIRCUS NEBULA
DOCTOR CYCLOPS – LOCAL DOGS
EKPYROSIS – ASPHYXIATING DEVOTION
ELECTRIC SWAN – WINDBLOWN
ENZO AND THE GLORY ENSEMBLE – IN THE NAME OF THE SON
FUOCO FATUO – BACKWATER
JMP – JAM MOVIE PROJECT
LAST UNION – MOST BEAUTIFUL DAY
PAOLO BALTARO – THE DAY AFTER THE NIGHT BEFORE
PROGENIE TERRESTRE PURA – OLTRELUNA
SEVENTH GENOCIDE – TOWARD AKINA
SIRGAUS – IL TRENO FANTASMA
STARBYNARY – DIVINA COMMEDIA: INFERNO
TETHRA – LIKE CROWS FOR THE EARTH

METAL ESTREMO


1.VENENUM – TRANCE OF DEATH


2.SCUORN – PARTHENOPE


3.KREATOR – GODS OF VIOLENCE


4.MECHINA – AS EMBERS TURN TO DUST


5.SUN OF THE SLEEPLESS – TO THE ELEMENTS

6.ex aequo
ARCKANUM – DEN FÖRSTFÖDDE
BLAZE OF PERDITION – CONSCIOUS DARKNESS
DEMONIC RESURRECTION – DASHAVATAR
DØDSENGEL – INTEREQUINOX
ESHTADUR – MOTHER GRAY
EXECRATION – RETURN TO THE VOID
FRAGARAK – A SPECTRAL OBLIVION
GENUS ORDINIS DEI – GREAT OLDEN DYNASTY
KARKAOS – CHILDREN OF THE VOID
NOKTURNAL MORTUM – VERITY
ORIGIN – UNPARALLELED UNIVERSE
SLÆGT – DOMUS MYSTERIUM
TAU CROSS – PILLAR OF FIRE
WITCHERY – I AM LEGION
WORSTENEMY – DECEPTION

MATERIA OSCURA


1.EVADNE – A MOTHER NAMED DEATH


2.IN TORMENTATA QUIETE – FINESTATICO


3.IMBER LUMINIS – NAUSEA


4.NIBIRU – QAAL BABALON


5.BELL WITCH – MIRROR REAPER

6.ex aequo
1476 – OUR SEASON DRAWS NEAR
BLUT AUS NORD – DEUS SALUTIS MEÆ
CATAPULT THE DEAD – A UNIVERSAL EMPTINESS
CLOUDS – DESTIN
FROM OCEANS TO AUTUMN – ETHER​/​RETURN TO EARTH
FUOCO FATUO – BACKWATER
IXION – RETURN
MALADIE – SYMPTOMS
MESMUR – S
PALLBEARER – HEARTLESS
SEVENTH GENOCIDE – TOWARD AKINA
SLOW – V-OCEANS
TETHRA – LIKE CROWS FOR THE EARTH
USNEA – PORTALS INTO FUTILITY
VIN DE MIA TRIX – PALIMPSESTS

HARD’N’HEAVY / ALTERNATIVE


1.PAIN OF SALVATION – IN THE PASSING LIGHT OF DAY


2.SUBTERRANEAN MASQUERADE – VAGABOND


3.ENSLAVED – E


4.XANTHOCHROID – OF ERTHE AND AXEN ACT II


5.THRESHOLD – LEGENDS OF THE SHIRES

6.ex aequo
ABORYM – SHIFTING.NEGATIVE
CRAZY LIXX – RUFF JUSTICE
DOCTOR CYCLOPS – LOCAL DOGS
ENZO AND THE GLORY ENSEMBLE – IN THE NAME OF THE SON
EVA CAN’T – GRAVATUM
JESS AND THE ANCIENT ONES – THE HORSE AND OTHER WEIRD TALES
KARTIKEYA – SAMUDRA
LAST UNION – MOST BEAUTIFUL DAY
PRISTINE – NINJA
PYOGENESIS – A KINGDOM TO DISAPPEAR
PAOLO BALTARO – THE DAY AFTER THE NIGHT BEFORE
SIRGAUS – IL TRENO FANTASMA
STARBYNARY – DIVINA COMMEDIA: INFERNO
THE DOOMSDAY KINGDOM – THE DOOMSDAY KINGDOM
XANTHOCHROID – OF ERTHE AND AXEN ACT I

Nucleus / Macabra – Fragmented Self

Fragmented Self è un’uscita di buona fattura che consente di fissare il punto sul progresso di queste due interessanti band estreme.

Menzione d’obbligo con diversi mesi di ritardo sull’uscita per questo split album, che vede alle prese due realtà piuttosto consolidate della scena death statunitense, i Nucleus ed i Macabra.

I Nucleus provengono da Chicago ed in questo quinquennio di attività si sono già messi in buona evidenza con il full length Sentient dello scorso anno; i tre brani presentati confermano quanto detto passando dal brutal di Fragment al putrido death doom di Assimilation (brano davvero notevole) per ritornare di nuovo ad infierire con il triturante incedere di Beacon, traccia comunque meno brillate delle precedenti anche in virtù di qualche scelta ritmica opinabile.
I Macabra sono guidati dal ben noto Mark Riddick (Fetid Zombie) che fin dalla fondazione della band, risalente al 2011, si accompagna al vocalist franco belga Adrian Weber; a differenza dei compagni di split la forma di death che viene proposta è più composita e dissonante e, di conseguenza, più dispersiva.
In tal senso, se Ellipsis of Self non è che convinca moltissimo, si rivela senza’altro più interessante Breath Thief, che possiede spunti più ariosi grazie al prevedibilmente ottimo lavoro di chitarra di Riddick; Handle with Pain vede un notevole rallentamento dei ritmi ed anche qui, come nel precedente brano, appaiono rimembranze, non so quanto volute, dei primissimi Septic Flesh.
In sostanza, Fragmented Self è un’uscita di buona fattura che consente di fissare il punto sul progresso di queste due interessanti band estreme: personalmente preferisco i Nucleus, che magari sono meno imprevedibili ma più compatti nella loro proposta rispetto ai Macabra, ai quali non mancano certo sprazzi di notevole brillantezza, a tratti opacizzati a livello ritmico dall’assenza di una batteria “umana”, cosa che in ambito death più che in altri generi si fatica a digerire.

Tracklist:
1. Nucleus – Fragment
2. Nucleus – Assimilation
3. Nucleus – Beacon
4. Macabra – Ellipsis of Self
5. Macabra – Breath Thief
6. Macabra – Handle with Pain

Line-up:
NUCLEUS
Dave Muntean – Vocals, Guitars
Dan Ozcanli – Vocals, Guitars
Ryan Reynolds – Bass
Pat O’Hara – Drums

MACABRA
Adrien “Liquifier” Weber – Vocals and text
Mark Riddick – Guitar, bass, drum programming, keyboard, and visuals

NUCLEUS – Facebook

MACABRA – Facebook

Twingiant – Blood Feud

La progressione è incessante e senza scadimenti o cedimenti, anzi più ci si addentra dentro il disco più si viene ammaliati da questo suono, che renderà felice chi ama la musica pesante e pensante.

Devastazione completa operata mediante un uso massiccio di sludge e stoner all’ennesima potenza.

I Twingiant vengono dalla calda Phoenix, Arizona, sono attivi dal 2010 e questo è il loro terzo album sulla lunga durata. Il loro suono è molto pesante, un riuscito connubio fra potenza, lentezza ed una maestosità tipica di quei gruppi che hanno un passo differente rispetto alla maggior parte degli altri. Ascoltandoli si può percepire nettamente la grande capacità compositiva, che li porta a scrivere ed a suonare canzoni di ampio respiro, che ampliano la mente dell’ascoltatore mediante un potente rumore. Blood Feud è il racconto di un massacro, che procede ora lento ora veloce, ma che inesorabilmente spezza tendini e mette fine a molte vite. La progressione è incessante e senza scadimenti o cedimenti, anzi più ci si addentra dentro il disco più si viene ammaliati da questo suono, che renderà felice chi ama la musica pesante e pensante. I Twingiant hanno un tocco personale e riconoscibile, essendo uno dei migliori gruppi del genere, e il loro disco sarà una gioia per molte tormentati sonori. Le tracce si susseguono in maniera mirabile, costruendo un filo narrativo che le unisce in modo ben strutturato e complesso, granitico e terribile. Ci sono vari livelli in questo disco, e pur apprezzandolo fin dal primo ascolto, si riesce a cogliere sempre qualcosa di diverso ad ogni passaggio successivo. Alcuni momenti sono epici, come se ci trovassimo davvero nel Giappone medioevale, e la vita fosse solo una questione di affilatura della spada.

Tracklist
1.Throttled
2.Poison Control Party Line
3.Ride The Gun
4.Re-fossilized
5.Shadow of South Mountain
6.Formerly Known As
7.Last Man Standing
8.Kaishakunin

Line-up
Jarrod – Bass/Vocals
Nikos – Lead/Rhythm Guitar/Backup Vocals
Tony- Lead/Rhythm Guitar/Backup Vocals
Jeff – Drums

TWINGIANT – Facebook

The Sleeplings – Elusive Lights of the Long-forgotten

Con una sorpresa dopo l’altra, Elusive Lights of the Long-forgotten ci mostra una band che a spallate butta giù barriere e fortini in cui si barricano i generi musicali per fornirci una panoramica musicale il più ampia possibile.

Non è così semplice descrivere la musica creata da questo trio danese chiamato The Sleeplings, attivo da una decina d’anni e con un primo album targato 2008.

La band di Århus torna tramite la Marrowphone Recordings con Elusive Lights of the Long-forgotten, album di rock alternativo che tra il suo spartito accoglie e coccola molte sfumature ed ispirazioni da generi diversi, creando un sound originale, magari leggermente dispersivo ma oltremodo affascinate.
Con una sorpresa dopo l’altra, Elusive Lights of the Long-forgotten ci mostra una band che a spallate butta giù barriere e fortini in cui si barricano i generi musicali per fornirci una panoramica musicale il più ampia possibile.
Rock, alternative, progressive, indie e pop, con tutte le loro aperture e varianti, fanno da infinita cornice a questa raccolta di brani creata da Steen Lauridsen (batteria), Peter Just Rasmussen (piano, basso e tastiere) e Jesper Kragh (chitarra, basso voce) aiutati da una manciata di ospiti e tanto anticonformismo musicale che li porta a viaggiare tra la musica degli ultimi cinquant’anni.
L’opener Dead Horse, scelta come singolo, è probabilmente la più lineare tra le tracce proposte, essendo una canzone progressivamente alternative che ci da il benvenuto nel mondo del gruppo danese.
Apothecary, Mary The Quiet, la splendida Broken Light Spectre e via tutte le altre saltano tra un genere e l’altro e con abilità ci deliziano, con citazioni che vanno dai Beatles agli Smashing Pumpkins, dai Gentle Giant e Pink Floyd agli Waterboys, in un quadro ad acquarello dove le note sono come i colori usati da un pittore un po’ pazzo ma assolutamente geniale.
E i The Sleeplings di genialità ne hanno da vendere e come per i veri geni la loro opera va assimilata e compresa.

Tracklist
1. Dead Horse
2. Apothecary
3. Faye Valley Skeleton
4. Mary the Quiet
5. Fog Walkers
6. Broken Light Spectre
7. James
8. Long-forgotten

Line-up
Steen Lauridsen – drums
Peter Just Rasmussen – pianos, keys, double bass
Jesper Kragh – guitars, basses, vocals

THE SLEEPLINGS – Facebook

Darrel Treece-Birch – Healing Touch

Tradizione e soluzioni moderne conferiscono al sound una buona alternativa alle note liquide di molti passaggi, rendendo l’ascolto rilassato ma non troppo, con le strade si alternano tra lunghi rettilinei ed impervie salite sullo spartito che Treece-Birch ha riempito di note a tratti sfuggenti.

Dopo le fatiche sull’ultimo splendido album dei Ten (Gothica), il tastierista e polistrumentista Darrel Treece-Birch torna con un nuovo album solista dal titolo Healing Touch.

Il successore dell’ottimo One More Time, uscito lo scorso anno, è un’opera interamente strumentale, con il musicista britannico che questa volta fa tutto da solo.
Improntato chiaramente su suoni tastieristici, Healing Touch è un album dall’impatto atmosferico molto accentuato, con l’anima dei Pink Floyd che aleggia sulle composizioni con ancora più forza rispetto alle passate release.
Treece-Birch passa dunque agevolmente dall’hard rock dei Ten alle sue opere che sono assolutamente da annoverare nel progressive rock, quadri dai tenui colori autunnali come questo nuovo lavoro licenziato proprio nella stagione che prepara l’anima e la natura alle ristrettezze invernali.
L’album parte con la lunga opener God’s Prescription, una sorta di preparazione atmosferica al viaggio che l’ascoltatore intraprende insieme al musicista e che porta inevitabilmente ad una sorta di sound contemplativo dalle sfumature rock.
Tradizione e soluzioni moderne conferiscono al sound una buona alternativa alle note liquide di molti passaggi, rendendo l’ascolto rilassato ma non troppo, con le strade si alternano tra lunghi rettilinei ed impervie salite sullo spartito che Darrel ha riempito di note a tratti sfuggenti.
Cast It Out, le pulsazioni elettroniche di Re-Boot e tutta la seconda parte dell’album che si posiziona sul “lato oscuro della Luna”, fanno ormai parte del sound in cui il musicista britannico si trova più a suo agio con una menzione particolare per le suggestive sfumature dai rimandi sci-fi di The Release.
Healing Touch è un lavoro per chi ama il rock progressivo strumentale, i Pink Floyd e quel rock atmosferico figlio di tempi nei quali un’opera del genere trovava tutto il tempo per essere assimilata.

Tracklist
1.God’s Prescription
2.From The Mouth
3.Cast it Out
4.Re-Boot
5.The Fruits Of The Spirit
6.The Stand
7.The Release
8.The Expanse
9.No Fear Here
10.God’s Medicine

Line-up
Darrel Treece-Birch – All Instruments

DARREL TREECE-BIRCH – Facebook