Fear Not – Fear Not (25th Anniversary)

La Roxx Records ristampa il primo ed unico album dei Fear Not, gruppo statunitense che, in piena era grunge, licenziava questo bellissimo lavoro incentrato su un hard rock dai rimandi street che nel 1993 purtroppo risultava obsoleto ma che era invece composto da una serie di brani bellissimi.

Vale la pena soffermarsi un attimo sull’utilità di ristampe e riedizioni di vecchi album, specialmente dopo questa ottima iniziativa della label americana Roxx Records, specializzata in christian metal e hard rock, che scova abitualmente vere chicche da riproporre agli appassionati della nostra musica preferita.

Valgono poco, se non per i collezionisti, gran parte delle ristampe che abitualmente escono nei negozi riguardanti gruppi famosi del metal e del rock, mentre tutt’altro valore hanno queste iniziative che valorizzano album e band dimenticate o quasi sconosciute che spesso si rivelano piccoli gioiellini musicali.
Dunque la Roxx Records ristampa il primo ed unico album dei Fear Not, gruppo statunitense che, in piena era grunge, licenziava questo bellissimo lavoro incentrato su un hard rock dai rimandi street che nel 1993 purtroppo risultava obsoleto ma che era invece composto da una serie di brani bellissimi.
La band era composta da 3/4 dei Love Life, altro gruppo sconosciuto se non ai più attenti consumatori del genere: Rod Romero al basso, Gary Hanson alla batteria e Larry Worley alla chitarra e alla voce, più il chitarrista Chris Howell.
I quattro musicisti diedero alle stampe un album bellissimo, incentrato su tematiche cristiane ma dal forte impatto rock ‘n’ roll, una serie di brani adrenalinici, dai riff taglienti, i chorus dall’appeal melodico spiccato che non mollavano la presa dall’inizio alla fine, lasciando i titoli di coda all’unica ballad presente, Take Hold.
Il resto era un’apoteosi di hard rock americano, ormai spogliato da lustrini e pailettes ma in grado di smuovere una montagna a colpi di riff suonati sui marciapiedi di un Sunset Boulevard dimenticato dai fans.
Nominare un brano rispetto ad un altro è sminuire una track list vincente, comparsa sul mercato con quasi dieci anni di ritardo e per questo spinta in un angolo dalle nuove sonorità che, in quel periodo, portavano la piovosa Seattle agli onori delle cronache rock.
Skid Row, Mr.Big, Motley Crue, sono le band il cui sound si ritrova nella proposta dei Fear Not: l’album esce per la Roxx Records in versione limitata in vinile ed in cd con l’aggiunta di due bonus track.
Se dentro di voi batte un cuore da street rocker, non perdetevi questo bellissimo lavoro, tornato a risplendere grazie all’etichetta americana.

Tracklist
1. Give It Up
2. We Have A God
3. Mr, Compromise
4. Till The End Of My Days
5. Suicide Sunshine
6. Money Money
7. Easy Come Easy Go
8. There Is Love
9. Mad World
10. Take Hold
11. You Got Love (Bonus Track 2017)*
12. Love Is Alright (Bonus Track 2017)**

Line-up
Rod Romero – Bass
Gary Hanson – Drums
Larry Worley – Vocals, Guitars
Chris Howell – Guitars

Aura Hiemis – Silentium Manium

Silentium Manium si rivela decisamente un buon ascolto per chi apprezza tali sonorità, ed offre certezze sul fatto che V. sia un musicista di grande sensibilità compositiva.

V. è un musicista cileno che ha fatto parte anche degli ormai disciolti Mar De Grises, forse la maggiore band di sempre partorita in ambito doom dal paese sudamericano.

Aura Hiemis è il monicker del suo personale progetto che giunge, con Silentium Manium, al quarto full
length: il genere assume sovente, qui, una forma più eterea ma nel contempo guitar oriented e ciò spinge l’album ad avere un’ampia porzione puramente strumentale.
L’approccio alla materia di V. e senz’altro più emotivo che tecnico, per cui il predominio dello strumento a sei corde è foriero di malinconici arpeggi acustici, così come di brani constraddistinti da dolenti linee melodiche di matrice solista.
Detto ciò, sono comunque i brani cantati ad assumere un ruolo chiave nell’economia dell’album in quanto sicuramente più efficaci ed più impattanti a livello emotivo: forse quello che manca un po’ è una certa continuità in tal senso, perché è indubbio che i brani strumentali, pur avendo una loro funzione all’interno dello sviluppo del lavoro, talvolta paiono spezzare la tensione che riescono a creare due gioielli come Sub Luce Maligna e soprattutto Danse Macabre, brano funeral di grande spessore
Silentium Manium si rivela decisamente un buon ascolto per chi apprezza tali sonorità, ed offre certezze sul fatto che V. sia un musicista di grande sensibilità compositiva e, soprattutto, intento a seguire una propria strada che porta a quelle rovine immortalate in copertina, volte a simboleggiare l’impossibilità di ricostruire ciò che il tempo e l’abbandono hanno definitivamente sgretolato.
Da notare anche la presenza di quella che dovrebbe essere una ghost track, visto che nel libretto i brani dichiarati sono dieci, mentre dopo un prolungato silenzio parte un undicesima traccia, altro brano notevole nel quale V., mette in mostra un growl di notevole profondità oltre ad una naturale propensione alla creazione di linee chitarristiche davvero evocative.
Silentium Manium è senz’altro un gran bel disco, anche se un death doom melodico ed ispirato come quello offerto per lunghi tratti dagli Aura Hiemis verrebbe ulteriormente valorizzato se sviluppato su pochi brani di consistente durata piuttosto che distribuito su una decina di tracce, cinque delle quali, quelle intitolate Maeror Demens, sono frammenti strumentali pregevoli ma che, come detto, finiscono per spezzettare eccessivamente l’incedere del lavoro.
L’album resta comunque vivamente consigliato a chi ama il genere, a patto di approcciarlo con la giusta pazienza visto che, proprio per le suddette caratteristiche, l’assimilazione viene completata solo dopo diversi passaggi nel lettore.

Tracklist:
1. Maeror Demens I
2. Cadaver Fessum
3. Maeror Demens II
4. Sub Luce Maligna
5. Maeror Demens III
6. Between Silence Seas
7. Frozen Memories
8. Maeror Demens IV
9. Danse Macabre
10. Maeror Demens V

Line-up:
V. – Vocals, Guitars, Programming
Lord Mashit – Drums, Bass

AURA HIEMIS – Facebook

Halphas – Dawn of a Crimson Empire

Dawn of a Crimson Empire è un ottimo ascolto per chi vuol farsi un pieno di rabbia iconoclasta veicolata da una forma di black metal offerta in maniera impeccabile.

Arriva dalla Germania questo nuovo gruppo dedito albBlack metal, formato da musicisti già attivi con diverse band della rinomata scena tedesca.

Gli Halphas interpretano il genere seguendo maggiormente le linee guida scandinave, inserendovi una efficace componente epico melodica ma conservando, come da trademark nazionale, l’aura solenne delle composizioni.
Il risultato è prevedibilmente positivo, visto che difficilmente ciò che proviene da quelle austere lande delude quando la materia trattata è il black metal.
Una serie di mid tempo avvolgenti, atmosferici e denotati da un’intensità magari non spasmodica ma costante introducono nel migliore dei modi nell’oscuro mondo degli Halphas, i quali anche liricamente non si discostano dalle tematiche standard del genere, anche se lo fanno mantenendosi su un piano più introspettivo e tenendosi alla larga da facili blasfemie assortite.
Pregio e, forse per alcuni, difetto maggiore dell’album è una sua certa uniformità, che per fortuna include l’aspetto qualitativo, per cui tra le sette tracce che seguono l’intro di matrice ambient riesce difficile estrarre un brano guida così come uno più debole, anche se Through the Forest appare tra tutti quello in possesso delle linee melodiche più accattivanti.
Dawn of a Crimson Empire è un ottimo ascolto per chi vuol farsi un pieno di rabbia iconoclasta veicolata da una forma di black metal offerta in maniera impeccabile.

Tracklist:
1. Summoning
2. Call From the Depths
3. Through the Forest
4. Sword of the Necromancer
5. FMD
6. Malice
7. Damnation of the Weak
8. Empire

Line-up:
Forcas – Bass
Tempestas – Drums
Thurstan – Guitars
Legatus – Vocals
Avnas – Guitars

HALPHAS – Facebook

COILGUNS

Il video di Millennials, dall’album omonimo in uscita a marzo (Hummus Records).

Il video di Millennials, dall’album omonimo in uscita a marzo (Hummus Records).

Loudness – Rise To Glory

I Loudness sono senza ombra di dubbio la più grande e longeva heavy metal band del sol levante, ed il nuovo lavoro conferma l’ancora ottima forma del chitarrista Akira Takasaki e compagni.

I Loudness sono senza ombra di dubbio la più grande e longeva heavy metal band del sol levante, ed il nuovo lavoro conferma l’ancora ottima forma del chitarrista Akira Takasaki e compagni.

E’ dal 1981 che i Loudness dispensano lezioni di metallo pesante, eppure anche questo Rise To Glory risulta un ottimo lavoro, nel quale l’anagrafe dei componenti del gruppo è un dettaglio grazie ad un songwriting perfetto e alla voglia di far male che è ancora quella dei tempi migliori.
Di questi tempi la musica dello storico gruppo nipponico la chiamano old school, per una volta invece il termine giusto è heavy metal classico, pregno di ritmiche hard, solos che sono katane implacabili in mano a questi samurai del metal e refrain di livello superiore.
L’opener Soul On Fire scatena l’inferno, Takasaki armeggia con la sei corde come ai bei tempi, Niihara tiene il passo al microfono con una prova gagliarda e la sezione ritmica (Yamashita/Suzuki ) picchia come un martello metallico sulle nostre povere teste.
Le prime tre tracce sono un vulcano in eruzione, mentre il pesantissimo mid tempo di Until The Light non fa prigionieri prima che i toni si smorzino con la semi ballad in crescendo The Voice.
Rise To Glory non delude i fans del gruppo, fuoco e fiamme si sprigionano all’arrivo di Massive Tornado, mentre la title track mostra di che talento si parla quando si nomina lo storico axeman giapponese.
Per chi si è perso quarant’anni di Loudness, la band ci regala anche Samsara Flight, raccolta di classici ri-registrati uscita originariamente in Giappone nel 2016, quindi non avete scuse, prenotate la vostra copia di Rise To Glory e fate vivere ancora una volta il mito Loudness.

Tracklist
Disc One – Rise To Glory
01. Soul On Fire
02. I’m Still Alive
03. Go For Broke
04. Until I See The Light
05. The Voice
06. Massive Tornado
07. Kama Sutra (instrumental)
08. No Limits
09. Bad Loser
10. Rise To Glory
11. Rain
12. Who And For Whom

Disc Two – Samsara Flight
1. Street Woman
2. The Law of Devil’s Land
3. Loudness
4. In The Mirror
5. Black Wall
6. Rock Shock (More and More)
7. Lonely Player
8. Devil Soldier
9. Burning Love
10. Angel Dust
11. Rock The Nation
12. To Be Demon

Line-up
Minoru Niihara – Vocals
Akira Takasaki – Guitars
Masayoshi Yamashita – Bass
Masayuki Suzuki – Drums

LOUDNESS – Facebook