LILYUM

Il video di “The Watchers’ Departure”, dall’album “Altar Of Fear”.

Il video di “The Watchers’ Departure”, dall’album “Altar Of Fear”.

https://www.youtube.com/watch?v=BL_cWGCKaME

I black metallers Lilyum hanno reso disponibile il loro nuovo videoclip, realizzato per la traccia “The Watchers’ Departure”, tratta dal loro ultimo e settimo album in studio “Altar Of Fear”. Il video è stato realizzato con il prezioso contributo di Visual Agency ed è visionabile al link seguente:

LILYUM – FACEBOOK: www.facebook.com/lilyumofficial1

VISUAL AGENCY WEBSITE: www.visualagency.it

VISUAL AGENCY E-MAIL: visualgroup.webagency@gmail.com

Dephosphorus – Impossible Orbits

La musica dei Dephosphorus accoglie gran parte dei generi di cui si compone il lato più violento del metal e lo scaglia nello spazio perfettamente assemblato in un sound siderale, mistico ed affascinante, rendendo l’ascolto un’esperienza da vivere, specialmente se siete amanti dei suoni estremi dal taglio grind.

Dallo spazio profondo tornano i greci Dephosphorus, entità aliena della scena grind europea.

Una carriera iniziata dieci anni fa ha portato il gruppo fino ad oggi, con tre album pubblicati ed una manciata di split ed ep a continuare un discorso musicale che, partendo da una base grindcore, immette nello spazio cosmico un sound formato da death, black metal e hardcore, ovvero un caos lucido e micidiale, freddo come il buio nel profondo dell’universo, risvegliato dallo scream urlante del vocalist Panos Agoros.
Impossible Orbits risulta così un navigare senza meta nello spazio astrale, mentre il silenzio è rotto dall’opener  Above The Threshold e dal black metal che si insinua come un virus extraterrestre di The Light Of Ancient Mistakes.
Metal estremo che ha la sua forza nell’originalità non solo concettuale, la musica dei Dephosphorus accoglie gran parte dei generi di cui si compone il lato più violento del metal e lo scaglia nello spazio perfettamente assemblato in un sound siderale, mistico ed affascinante, rendendo l’ascolto un’esperienza da vivere, specialmente se siete amanti dei suoni estremi dal taglio grind.

Tracklist
1.Above the Threshold
2.Micro-Aeons of Torment
3.Rational Reappraisal
4.Αστερόσκονη (Asteroskoni)
5.Impossible Orbits
6.Imagination Is Future History
7.The Light of Ancient Mistakes
8.Suspended in a Void Universe
9.Blessed in a Hail

Line-up
Thanos Mantas – Guitars
John Votsis – Drums
Panos Agoros – Vocals
Costas Ragiadakos – Bass

DEPHOSPHORUS – Facebook

CHARUN

Il video di Vanth, dall’album Mundus Cereris di prossima uscita (Third I Rex).

Il video di Vanth, dall’album Mundus Cereris di prossima uscita (Third I Rex).

“Charun are a four-piece instrumental band from Sardinia (Italy), originally formed in 2013, combining deafening post-rock atmospheres with lead-weighted metal intricacies, guitars flare, drums crack, and from the maelstrom of sounds come dark, brooding ambiances and driving, evocative riffs. Purely instrumental with no poetic lyrics or arching vocals to hide behind, Charun’s compositions lie steadfast in the spotlight, bearing the weight of expectations and delivering brilliantly evolving orchestrations.”

Con queste parole il sito Echoes And Dust ha presentato il primo singolo della band Sarda, puntando i riflettori su una realta’ matura e di totale impatto.

Il nuovo album della band intitolato “Mundus Cereris” vi trascinera’ attraverso un emozionante viaggio di oltre 40 minuti. Questo nuovo capitolo dei nostri e’ stato registrato in Sardegna a cavallo tra i DIY Studios (un nome gia’ attivo con Second Youth, Scornthroats ed Ubiquity) ed i Blacktooth Studios (anche questi attivi con altri nomi importanti della scena nazionale quali Drought e December Hung Himself).
Il mastering e’ stato affidato a James Plotkin (Isis, Sunn O))), Earth, Amenra tra i vari nomi con cui ha collaborato il produttore americano). Va inoltre menzionata l’importante partecipazione del compositore italiano Stefano Guzzetti nella traccia “Nethuns”. L’artwork e’ stato realizzato dal talentuoso artista Andres Marcias, aka Waarp!

Entropy Coding – Tales Of The Moon

Tales Of The Moon è un affresco di metal sinfonico raffinato ed elegante, impreziosito dai vari musicisti ospiti della Coltrè e da un songwriting che pur mantenendo un approccio tradizionale al genere, è ricco di talento e di una marcata personalità.

Nella splendida cornice della scena metallica nostrana, oltre alle band che sono da anni gli storici punti di riferimento, nascono e si rigenerano decine e decine di realtà che ormai non hanno nulla da invidiare ai gruppi stranieri che formano l’immenso mondo della nostra musica preferita.

Etichette e artisti si sono rimboccati le maniche cercando di regalarci opere d’arte in un periodo di crisi, non solo economica, durante il quale vivere di emozioni equivale ad essere considerato obsoleto.
Nella scena della capitale si muove con il suo progetto Entropy Coding la compositrice, pianista e tastierista Susanna Coltrè, che per l’attivissima etichetta Agoge Records debutta con Tales Of The Moon, aiutata da una serie di ospiti speciali ed dal produttore Gianmarco Bellumori, patron della label.
L’album è un affresco di metal sinfonico raffinato ed elegante, impreziosito dai vari musicisti ospiti della Coltrè e da un songwriting che pur mantenendo un approccio tradizionale al genere, è ricco di talento e di una marcata personalità.
Ammantato da un’atmosfera di raffinato romanticismo, il lavoro risulta un’opera da godere in totale relax: metallico, progressivo e sferzato a tratti da un vento power, segue le coordinate del sound proveniente dal nord Europa, con il grande impegno di forze che dal progressive prendono ritmiche e cambi di tempo, mentre le sinfonie accrescono il mood operistico senza farci sembrare al cospetto della solita band fotocopia di Nightwish e compagnia.
Neon In The Dark, la splendida Luna ed il capolavoro prog/gothic metal Eclipse, seguite dagli epici movimenti sinfonici di Knight Prisoner, sono i momenti più riusciti di un album che non risparmia emozioni a chi avrà la fortuna di fermarsi ad ascoltare quello che Susanna Coltrè è riuscita a creare in virtù di un talento straordinario.

Tracklist
1.Once Upon a Time
2.Neon in the Dark
3.Feel the Air
4.Luna
5.Eclipse
6.Running Before the Dawn
7.Knight Prisoner
8.The Wolf’s Trap
9.Shining Through Our Light

Line-up
Susanna Coltrè: Keyboardist, Pianist and Composer

Collaborations:
Emiliano Cantiano – Drums
Leonardo Barcaroli – Bass
Melania Petrillo – Vocals
Giovanni Saulini – Vocals
Filippo Rosati – Guitars
Fabrizio Proietti – Guitars
Cristiano Neila – Guitars
Vlad Voicu – Guitars
Davide Catania – Guitars
Danilo Carrabino – Guitars

ENTROPY CODING – Facebook

Aborym – Something for Nobody Vol​.​1

Un’uscita interessante, che conferma il valore e la peculiarità di una delle eccellenze nazionali in ambito metal (e non solo).

Dopo aver piazzato con Shfting.Negative un altro fondamentale tassello nel loro percorso artistico, gli Aborym tornano ad offrire musica inedita con questo lavoro intitolato Something for Nobody Vol​.​1.

Ovviamente non siamo di fronte ad un nuovo full length, perché in realtà l’album in questione è incentrato su una lunga traccia intitolata, appunto, Something for Nobody pt.1, la prima parte di una trilogia che Fabban sta scrivendo per farne una colonna sonora, commissionata dal regista Raffele Picchio per il suo cortometraggio Sakrifice.
Anche (ma non solo) per questo i venti minuti della traccia sono attraversati da molte delle pulsioni che animano la creatività del musicista pugliese; così, se per la maggior parte il contenuto è caratterizzato da una ambient a tratti alternativamente delicata ed inquieta, non mancano spunti jazzistici e altri di pungente elettronica senza che venga mai meno l’impronta del marchio Aborym, ormai riconoscibile indipendentemente dal genere musicale offerto.
Il resto del lavoro è completato da cinque remix che vedono un reciproco scambio di cortesie con Keith Hillebrandt (facente parte della cerchia dei Nine Inch Nails) con il sound producer che rimaneggia a modo suo For A Better Part e gli Aborym che fanno altrettanto con la sua Farwaysai, e i romani Deflore che industrializzano You Can’t handle The Truth ricevendo lo stesso favore per la loro Mastica Me; oltre a questi, Fabban cura anche il remix di Deathwish degli ottimi Angela Martyr.
Per mia indole fatico a ritenere i remix, chiunque ne sia l’autore e in qualsiasi ambito, un’operazione in grado di aggiungere o togliere qualcosa all’operato di un musicista o di una band, ma non per questo devono essere trascurate a prescindere, specialmente in questo caso: come detto, dipende molto anche dalla sensibilità e dalla ricettività dell’ascoltatore, resta il fatto che queste cinque tracce, alla fine, si rivelano un buonissimo contorno al brano principale, aumentando i motivi di potenziale interesse di un’opera che conferma il valore e la peculiarità di una delle eccellenze nazionali in ambito metal (e non solo).

Tracklist:
1.Aborym – Something for Nobody pt.1 (Sakrifice)
2.Keith Hillebrandt – For A Better Past (Deconstruction mix by Keith Hillebrandt)
3.Deflore – You Can’t handle the Truth (Evil dub deconstruction by Deflore)
4.Aborym – Deathwish (Ecstasy under duress remix by Aborym)
5.Keith Hillebrandt – Farwaysai (Inertia remix by Fabban, Aborym)
6.Aborym – Mastica Me (Digitalis Ambigua remix by Aborym)

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