INFECTION CODE

Il video di ‘Santa Mattanza’, tratto dall’album ‘Dissenso’ in uscita a Marzo (Argonauta Records).

Il video di ‘Santa Mattanza’, tratto dall’album ‘Dissenso’ in uscita a Marzo (Argonauta Records).

Eccentric Pendulum – Tellurian Concepts

Immaginate Meshuggah, TesseracT e Lamb Of God che jammano insieme ai Nevermore ed avrete un’idea del sound prodotto dal gruppo indiano, un insieme di buone idee valorizzate da una valida preparazione strumentale, ma ancora da perfezionare sotto l’aspetto della fruibilità.

Nuovo ep per gli Eccentric Pendulum, realtà progressiva proveniente dall’India.

Il quintetto asiatico, attivo da una decina d’anni ha all’attivo un full length licenziato nel 2011 (Winding The Optics), un primo ep di debutto (The Sculptor Of Negative Emotions) datato 2009, ed ora torna sempre in regime di autoproduzione con questi tre brani raccolti sotto il titolo di Tellurian Concepts.
Band tecnicamente preparatissima, gli Eccentric Pendulum estremizzano il concetto di progressive metal con un’attitudine moderna che raccoglie death, thrash ed alternative metal, digressioni, partiture jazzate e piccole sfumature di musica tradizionale.
Il growl ricorda più la rabbia core che il profondo abisso del death metal, così da confermare l’approccio moderno del sound di questi tre brani, dove l’opener Tellurian I-Nil risulta un intro strumentale, e le altre due tracce (Tellurian II-Accelerated Extinction e Tellurian III-Contrivance) ci presentano una band che ha i suoi problemi da affrontare nell’intricato, ipertecnico, ma freddo songwriting.
In poche parole, la mole di tecnica questa volta non è messa al servizio della forma canzone e l’ascolto, pur nella sua poca durata, è alquanto dispendioso.
Immaginate Meshuggah, TesseracT e Lamb Of God che jammano insieme ai Nevermore ed avrete un’idea del sound prodotto dal gruppo indiano, un insieme di buone idee valorizzate da una valida preparazione strumentale, ma ancora da perfezionare sotto l’aspetto della fruibilità.

Tracklist
1.Tellurian I-Nil
2.Tellurian II-Accelerated Extinction
3.Tellurian III-Contrivance

Line-up
Kaushal- Vocals
Ankit- Guitars
Arjun- Guitars
Arun- Bass
Vibhas- Drums

ECCENTRIC PENDULUM – Facebook

ANTHRAX

Il video di ‘Caught In A Mosh’ dal DVD live “Kings Among Scotland” (Nuclear Blast).

Il video di ‘Caught In A Mosh’ dal DVD live “Kings Among Scotland” (Nuclear Blast).

Gli ANTHRAX offrono ai fan un piccolo assaggio del DVD dal vivo “Kings Among Scotland”, in uscita il 27 aprile.

Registrate lo scorso 15 febbraio al concerto tutto esaurito alla Barrowland Ballroom di Glasgow, le due ore di “Kings Among Scotland” contengono lo show intero, interviste, scene girate dietro le quinte e riprese sul tour bus, nel backstage, in hotel vari, eccetera.

“Kings Among Scotland” è stato prodotto, diretto, filmato e editato da Film24Productions di Paul M. Green (OPETH, THE DAMNED, THE LEVELLERS), mentre del mixaggio si è occupato Jay Ruston. I pre-ordini sono attivi qui www.anthrax.com.

Dalla scorsa settimana gli ANTHRAX sono in tour in Nord America con i KILLSWITCH ENGAGE.

L’ultimo album in studio “For All Kings” (Tour Edition) è acquistabile qui: http://nblast.de/ANTHRAXForAllKings

In oltre trentacinque anni di carriera gli ANTHRAX hanno venduto oltre dieci milioni di copie, ricevendo diversi dischi d’Oro e di Platino e sei nomination ai Grammy, oltre ad altri riconoscimenti. Nel 1991 la loro collaborazione con i PUBLIC ENEMY su ‘Bring The Noise’ ha spezzato le barriere tra generi musicali fino ad allora considerati agli ante Big Four.

Pale Horseman – The Fourth Seal

I Pale Horseman sono autori di uno sludge che, rispetto al solito, appare molto più orientato verso un sound classico piuttosto che spinto da propensioni estreme.

Gli statunitensi Pale Horseman sono una band che in poco più di cinque anni di attività ha già pubblicato quattro full length.

Il gruppo di Chicago è autore di uno sludge che, rispetto al solito, appare molto più orientato verso un sound classico piuttosto che spinto da propensioni estreme e, alla fine, a connotare nel genere nei Pale Horseman troviamo le ruvidezze vocali ed il ricorso a riff piuttosto cupi e ribassati, senza che ciò impedisca di tessere un sound più monolitico che ostico.
Infatti, quello che resta dall’ascolto di The Fourth Seal è uno sludge doom intenso, compatto e dal buon groove, il che ci riporta essenzialmente in zona Crowbar e dintorni.
Per quanto riguarda il gradimento, come sempre il tutto viene ricondotto al gusto dei singoli: personalmente quella offerta dai Pale Horseman è la forma di doom che meno mi coinvolge solitamente, ma pur non essendo un grande fan di questa tipo di sonorità non posso fare a meno di apprezzare l’impatto e la convinzione che la band immette nei propri brani, tra i quali non ne spicca uno in particolare all’interno di un album lungo ma tutto sommato privo di particolari cali di tensione.
In definitiva, quella dei Pale Horseman è una prova che dovrebbe soddisfare senz’altro chi apprezza band come i già citati Crowbar o i Bongtripper, il cui chitarrista Dennis Pleckham peraltro si è occupato in studio della resa sonora di The Fourth Seal, così come Noah Landis dei Neurosis e di Justin Broadrick dei Godflesh, tanto per chiudere il cerchio…

Tracklist:
1. Final War
2. Witches Will Gather
3. Aokigahara
4. Bereavement
5. Gnashing Of Teeth
6. Forlorn Extinction
7. Pale Rider
8. Tyrant
9. Phantasmal Voice

Line-up:
Eric Ondo – guitars & vocals
Andre Almaraz – guitars & vocals
Rich Cygan – bass
Jason Schryver – drums

PALE HORSEMAN – Facebook

Deadly Vipers – Fueltronaut

Ad un primo distratto ascolto il disco potrebbe sembrare banale, mentre sale di tono con il passare del tempo, potendo cogliere in modo più attento le notevoli linee melodiche.

I francesi Deadly Vipers sfornano un buon disco di stoner fuzz psych dalle forti radici e capace di coinvolgere; la materia trattata non è inedita o particolarmente originale, ma il gruppo di Perpignan svolge un ottimo lavoro e ci porta nella psichedelia più pesante.

Ogni pezzo è composto per portare l’ascoltatore in un posto lontano e ha un forte sapore desert. Accelerazioni, dilatazioni, momenti di estasi sonora, oppure ritornelli che ti si conficcano in testa, confermando quanto di buono ci sia in Francia al momento per quanto riguarda la musica pesante. Più che l’arrivo qui l’importante è il viaggio, assaporare sensazioni del tuo cervello che muta peso e sostanza. La produzione è molto buona, permette di gustare il gruppo al massimo e risente in maniera assai positiva della masterizzazione in Texas da parte di Kent Stump dei Wo Fat. Infatti siamo in quei luoghi in cui il deserto diventa allucinazione e le percezioni diventano altro da sé. Ad un primo distratto ascolto il disco potrebbe sembrare banale, mentre sale di tono con il passare del tempo e degli ascolti, potendo cogliere in modo più attento le notevoli linee melodiche. I Deadly Vipers sono un gruppo notevole e fanno una psichedelia  fuzz che merita molta attenzione, piacevole e molto ben suonata.

Tracklist
1.Fuel Prophecy
2.Universe
3.Doppelganger Sun
4.The Prey Goes On
5.Stalker
6.Meteor Valley
7.Supernova
8.Dead Summer
9.River of Souls

Line-up
Fred: Vocals
David: High Fuzz
Thomas: Low Fuzz
Vincent: Drums

DEADLY VIPERS – Facebook

Machine Gun Kelly – No Easy Way Out

Con The Boogey Man scorrono i titoli di coda su questo fiammeggiante ritorno del gruppo ligure, che consolida la sua reputazione con l’album più riuscito della sua discografia, consigliato senza indugi agli amanti dell’hard & heavy di scuola classica.

I rockers savonesi Machine Gun Kelly firmano per Sliptrick Records e licenziano dopo tre anni dall’ultimo lavoro (Lady Prowler) il loro terzo lavoro sulla lunga distanza, intitolato No Easy Way Out, accompagnato da un artwork dalle fattezze di una cartolina con i saluti dalla prigione di Alcatraz.

Non è facile uscire da uno dei penitenziari più famosi del mondo, a ameno che non si facciano saltare sbarre e catene a colpi di hard rock/metal, coinvolgente e ricco di refrain che entrano in testa per folgorarci come scosse provenienti da una sedia elettrica.
I primi cinque brani risultano uno più bello dell’altro, i Machine Gun Kelly sanno come muoversi nel genere e ogni brano ha una sua ispirazione che va dai sempre presenti Motorhead ad Alice Cooper, dall’heavy rock ottantiano al rock ‘n’ roll più moderno e dai natali nord europei.
Fino alla ballad Hard Times, MG Miche e compagni galeotti accendono fuochi d’artificio sulla baia di San Francisco, prima con l’hard & heavy della travolgente Broadcast King, con il basso che pulsa prima di lasciare spazio alla chitarra nel classico metallo anni ottanta che compone Aileen.
No Easy Way Out riprende la sua corsa con Stand Or Fall, mentre è già tempo del riff della itle track, un mid tempo sanguigno che cede poi il passo all’ esplosiva Take What You Need, rock’n’roll dinamitardo che apre una breccia nell’altissimo muro di cinta che divide i nostri dalla libertà.
Con l’heavy metal di The Boogey Man scorrono i titoli di coda su questo fiammeggiante ritorno del gruppo ligure, che consolida la sua reputazione con l’album più riuscito della sua discografia, consigliato senza indugi agli amanti dell’hard & heavy di scuola classica che danno anche la giusta importanza a quello che è successo nel rock dalla fine degli anni ottanta in poi.

Tracklist
01. Broadcasted Humanity
02. Broadcast King
03. Aileen
04. Eye Of The Storm
05. Nothing Ever Changes
06. Hard Times
07. Stand Or Fall
08. No Easy Way Out
09. Take What You Need
10. The Boogeyman

Line-up
MG Miche – Vocals
Jan – Guitar
Alabarda – Drums
Umberto – Bass/Guitar

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