ITHILIEN

Il video di “Edelweiss”, tratto dall’album “Shaping the Soul” (Wormholedeath).

Il video di “Edelweiss”, tratto dall’album “Shaping the Soul” (Wormholedeath).

I belgi Ithilien sono orgogliosi di presentare il nuovo video per il brano “Edelweiss”, tratto dall’album “Shaping the Soul” uscito nel 2017 via Wormholedeath / Aural / The Orchard / Disk Union:

Directed by Bram Mervillie / Produced by Sixshooter
Make-up by Cindy Ghijsel
Special thanks to Eddy Gryson and the organisation of Staf Versluys

iTunes https://tinyurl.com/y9pwsvk6
Spotify https://tinyurl.com/y9juk3br
Amazon US https://tinyurl.com/y956a3h5
Aural https://tinyurl.com/y7xbhxjy

Gli Ithilien sono inoltre lieti di annunciare che in Aprile saranno in tour in Giappone. Per maggiori informazioni seguite la band sui loro links ufficiali.

ITHILIEN
Website : www.ithilien.be
Facebook : facebook.com/Ithilien.Music
Twitter : twitter.com/ithilienmetal

Emphatica – Metamorphosis

Metamorphosis fa parte di quelle opere di musica totale, che lasciano stupefatti, un’esperienza di viaggio che ci fa perdere in una marea di suoni e sensazioni molte volte difficili da interpretare.

Emphatica è la creatura di Gerardo Sciacca, musicista campano dal grande talento che, con il suo progetto solista, nel giro di poco più di due anni ha dato alle stampe ben sette lavori, di cui quattro nel 2014 (“Winterscape”, “Atlas Of The Universe”, “Minimal Clouds” e Metamorphosis), per lo più strumentali ai quali probabilmente l’etichetta di symphonic metal sta stretta, almeno per i canoni del genere.

Metamorphosis fa parte di quelle opere di musica totale, che lasciano stupefatti, un’esperienza di viaggio che ci fa perdere in una marea di suoni e sensazioni molte volte difficili da interpretare; musica senza tempo che esce fuori dai binari dell’usa e getta, ormai abitudine anche nei generi meno popolari, e si eleva ad opera d’arte.
Ho immaginato, all’ascolto dell’album, di attraversare il corridoio di un museo, volgendo lo sguardo alle opere esposte, ora quadri, ora sculture, ed accomunando ad ognuna di esse un momento di questo capolavoro, così che la musica di Gerardo potesse avere un volto, un paesaggio, una storia.
Di solito queste sensazioni si manifestano leggendo, nel raffigurarsi volti e luoghi descritti dallo scrittore che il lettore, senza volerlo, disegna nella sua mente, proprio per dare una fisionomia a personaggi ed eventi: sensazioni che la musica racchiusa in Metamorphosis esalta, portando l’ascoltatore a lavorare di fantasia.
Molto vicino ad un’opera classica, questo lavoro non aggiunge elementi sinfonici al metal, ma li amalgama sapientemente, facendo risultare il tutto un’unica stupenda sinfonia di musica a 360°, e creando un mastodontico caleidoscopio di suoni dove la voce risulterebbe superflua, come se potesse rompere l’incantesimo, fragile opera di cristallo di cui la conclusiva The Time Traveler è un manifesto di celestiale armonia di note.
Un album consigliato a tutti gli amanti della buona musica: tra le sue note (tanto per darvi dei riferimenti) ho rinvenuto echi di progressive settantiano, gothic, metal prog, qualche digressione elettronica e naturalmente musica classica, il tutto amalgamato per creare un lavoro sublime. Non lasciatevelo sfuggire.

Tracklist:
1.The Abstract Manifesto
2.Metamorphosis
3.Once In A Lifetime
4.Northern Stars
5.Anima
6.The Eyes Of Darkness
7.The Time Machine
8.The Time Traveler

Line-up:
Gerardo Sciacca- All Instruments

EMPHATICA – Facebook

Sar Isatum – Shurpu

L’album viaggia piuttosto bene, magari senza guizzi indimenticabili ma corrosivo il giusto per tenersi lontano da svenevolezze assortite, mantenendo ben saldo il carico di gelida ferocia che il genere richiede.

Il symphonic black continua ad essere interpretato con buon proprietà un po’ in tutti i continenti e se appare comunque difficile poter rinverdire i fasti del passato, le band che vi si dedicano lo fanno con grande competenza e risultati apprezzabili .

Vedremo se i capostipiti della specie, ovvero i Dimmu Borgir (almeno per quanto riguarda l’approccio al genere più pomposo e ammiccante), saranno in grado di riprendere in mano lo scettro con l’album di prossima uscita dopo una pausa creativa piuttosto lunga, ma per ora vale la pena di prestare attenzione a band dall’inferiore pedigree ma dalle sicure capacità.
E’ questo il caso dei Sar Isatum, gruppo del Colorado che sembra comunque provenire dall’altra parte dell’oceano per approccio: Shurpu è il primo album per questi buoni epigoni della scena scandinava di fine secolo, prendendo come riferimenti band dall’impatto sinfonico ma ben più ortodosso come i primi Emperor, i Limbonic Art o gli stessi Dimmu Borgir fino ad Enthrone Darkness Triumphant.
L’album viaggia piuttosto bene, magari senza guizzi indimenticabili ma corrosivo il giusto per tenersi lontano da svenevolezze assortite, mantenendo ben saldo il carico di gelida ferocia che il genere richiede: è anche grazie ad un lotto di tracce di buona intensità (tra le quali citerei l’opener autointitolata e le furiose Black Gate e Gormandizer) che i nostri riescono ad imprimere un marchio sufficientemente personale in un ambito nel quale è arduo schiodarsi da certi stilemi.
I Sar Isatum arricchiscono il tutto con un immaginario che riporta alla civiltà sumera, con tanto di sfumature orientaleggianti che si manifestano anche nei momenti più burrascosi: un elemento in più che contribuisce a rendere appetibile questo buonissimo primo passo per il gruppo di Denver.

Tracklist:
1. Sar Isatum
2. Chenoo
3. Black Gate
4. Gormandizer
5. Celestial Diaspora
6. Vanaspati
7. Halls of Pestilence

Line-up:
Gadreel – Guitars
Memitim – Keyboards
Cannibal Chris – Bass
JP Dalkhu – Drums
Demothi – Vocals

SAR ISATUM – Facebook

No-Chrome – Feel The Rust

Questo lavoro rimarrà nei vostri principali ascolti per un bel po’, specialmente se siete affascinati dalla vita on the road e dalle atmosfere che il mondo delle motociclette sa regalare, ovviamente con il rock, quello duro, ignorante e alcolico, a farvi da colonna sonora.

Entrate nel vostro garage, togliete il telo alla vostra preziosa motocicletta, accendete il motore ed alle prime note di Burning Nipples, opener di questo esplosivo lavoro targato No-Chrome, date gas e lasciate che la gomma posteriore lasci tanto del suo battistrada sull’asfalto del vostro cortile.

Hard rock, rock’n’roll, qualche sfumatura southern capace di trasformare le strade del Piemonte nella Route 66 e Feel The Rust è servito: sporco, cattivo, irriverente con le sue regole e i suoi riti di una vita on the road.
I No-Chrome arrivano come missili sulle loro Harley dalla provincia di Cuneo, suonano rock duro, prima come cover band, poi con brani loro, che vanno a comporre nel 2009 l’ep Among The Dust.
Nel 2011 l’uscita dell’album Carburator permette alla band di aprire per Adam Bomb, Strana Officina e le rockers svedesi Crucified Barbara, mentre il tempo non concede tregua come la pioggia di ritorno da un viaggio su due ruote e siamo già a questi ultimi due anni e al completamento di Feel The Rust.
Rock’n’roll ipervitaminizzato da scariche hard rock, pelle in perenne sudorazione da birra e asfalto, bocca che si asciuga dal vento che ci schiaffeggia il viso sporco di polvere, ed ecco che siamo già nel vortice rock creato da brani assolutamente irresistibili come Drink Before To Die, Godzilla, con il basso che pulsa e segue il ritmo dei pistoni che scivolano nel cilindro in Carburator e nel ritmo festaiolo di Summer Boobies.
Non ci sono semafori ne autovelox, l’album tiene alte velocità, con la mano che non ne vuol sapere di mollare l’acceleratore e i brani che a turno ci esaltano fino all’inno conclusivo Masterpiece Of Rock’n’Roll.
Assolutamente da vivere, questo lavoro rimarrà nei vostri principali ascolti per un bel po’, specialmente se siete affascinati dalla vita on the road e dalle atmosfere che il mondo delle motociclette sa regalare, ovviamente con il rock, quello duro, ignorante e alcolico, a farvi da colonna sonora.

Tracklist
1.Burnin Nipples
2.Drink Before To Die
3.Godzilla
4.Carburetor
5.Summer Boobies
6.Rabbit Kill Again
7.Raise Your Hate
8.Motor Pinball
9.Bleeding On The Rockfalls
10.Masterpiece Of Rock’n’roll

Line-up
Luca Peirone (Hellbastard) – Vocals, Guitars
Gianluca Fruttero (Hollywood Mostriciattoli) – Bass
Alessandro Dalmasso (Dalma) – Drums

NO-CHROME – Facebook

Black Wizard – Livin’ Oblivion

Per gli amanti dei suoni old school i Black Wizard, con il loro heavy rock d’alta scuola vario e potente, sono una band da annotare sul biglietto della spesa in questo inizio di 2018.

Una band che non faticherà a trovare nuovi estimatori con il suo nuovo lavoro è quella dei canadesi Black Wizard, il cui sound infatti pesca a piene mani dalla tradizione heavy metal e hard rock a cavallo tra gli anni settanta ed il decennio successivo, alla quale saggiamente i musicisti nord americani aggiungono dosi letali di stoner rock così da renderne l’approccio squisitamente retrò ma molto cool.

Siamo arrivati al quarto album di una carriera iniziata sui banchi di scuola e che ha portato i quattro amici ad unirsi in una band nel 2008, per poi esordire due anni dopo con l’album omonimo; Young Wisdom è il secondo lavoro uscito nel 2013 ,  seguito da un live e dal precedente New Waste licenziato due anni fa.
Livin’ Oblivion non porta con sé grossi cambiamenti, ma non è quello che si cerca da un gruppo come i Black Wizard, quindi chi ama l’heavy rock pregno di umori vintage e potenziato da dosi massicce di doom e stoner non avrà di che lamentarsi all’ascolto di questa apoteosi di riffoni ultra heavy.
Come sul precedente album il sound varia mantenendo una buona alternanza tra brani più orientati verso l’heavy metal, altri splendidamente doom (bellissima James Wolfe) e, come la title track, avventurosi tuffi nello stoner di fine millennio.
L’album non fa prigionieri, anche quando la furia metallica si placa e il gruppo ci regala una perla sabbathiana come Cascadia, brano semi acustico che prelude alla veloce Portraits.
Continua fino alla fine questa altalena tra atmosfere doom e heavy/stoner metal, con la conclusiva Eternal Illusion a donare gli ultimi botti di questo gran bel lavoro.
Per gli amanti dei suoni old school i Black Wizard, con il loro heavy rock d’alta scuola vario e potente, sono una band da annotare sul biglietto della spesa in questo inizio di 2018.

Tracklist
1. Two Of These Nights
2. Feast Or Famine
3. James Wolfe
4. Livin Oblivion
5. Cascadia
6. Portraits
7. Poisoned Again
8. Heavy Love
9. Eternal Illusion

Line-up
Eugene Parkomenko – Drums
Adam Grant – Vocals, Guitars
Evan Joel – Bass
Danny Stokes – Guitars

BLACK WIZARD – Facebook

Dirty Shirt – FolkCore DeTour

Una grande festa dal vivo di metal e di folk romeno, una gioia per le orecchie e per le gambe.

Un progetto musicale davvero interessante, già bello sulla carta, che poi diventa un qualcosa di bellissimo nella pratica, e soprattutto nella musica.

I Dirty Shirt sono un gruppo romeno di metal moderno molto fresco e conosciuto in patria, ma hanno anche girato fuori dalla loro nazione. Questo disco dal vivo è il risultato di una trionfale tournée in patria con l’Ansamblul Transilvania, un’orchestra di folclore della Transilvania, la splendida regione romena che è diventata famosa come patria del Conte Dracula, ma che è molto più di quello. L’unione dei due gruppi riesce benissimo, come si può ascoltare nel disco, che è un perfetto esempio di come due flussi di energia in apparente contraddizione abbiano invece tante cose in comune ed insieme ne escono entrambi potenziati. La forza dei Dirty Shirt sta nella loro capacità di creare groove metallici freschi e potenti, di grande forza dal vivo. L’orchestra transilvana porta nel loro suono una ventata di folclore romeno che è già molto metal di par suo. Il concerto vive di momenti anche molto differenti fra loro, con un pubblico trascinato dai gruppi e trascinante di per sé, che diventa esso stesso un’entità ben precisa che partecipa al concerto. Stupisce la nuova veste dei brani dei Dirty Shirt e gli arrangiamenti dell’Ansamblul Transilvania che sono molto azzeccati e calzano a pennello. Metal e folk verace vanno perfettamente a braccetto, e come in una osmosi si scambiano reciprocamente vita e fluidi, creando una nuova entità totalmente inedita e molto potente, che ha nella dimensione live la sua ragion d’essere. Da tempo non si ascoltava un disco così potente dal vivo, caldo ed interessante in ogni suo frangente. Questo lavoro è stato pianificato e preparato nei minimi dettagli, e ciò si evince nella cura riposta e nell’andare oltre i propri limiti. FolkCore DeTour è un disco che mostra un percorso mai battuto in precedenza dal metal romeno, e che lascia davvero una grande gioia dentro e dietro di sé. L’album è molto divertente e non si riesce a stare fermi mentre lo si ascolta: il progetto è perfettamente riuscito, anzi è andato oltre le più rosee aspettative.

Tracklist
1. Rapsodia Romana
2. Ciocarlia
3. Moneyocracy
4. Dulce-i Vinu’
5. Cobzar
6. Ride
7. Freak Show
8. UB
9. Balada
10. Manifest
11. Rocks Off
12. My Art
13. Dirtylicious
14. Hungarian Dance No.5
15. Mental Csardas
16. Hotii
17. Maramu’
18. Calusarii
19. Saraca Inima Me
20. Bad Apples

Line-up
Dan «Rini» Craciun : vocals
Robert Rusz : vocals
Mihai Tivadar : keys, guitars
Cristian Balanean : guitars
Dan Petean : guitars
Pal Novelli : bass
Vlad «X» Toca : drums
Cosmin Nechita : violin

DIRTY SHIRT – Facebook

Wolfhorde – The Great Old Ones

Gradevole ep offerto dai Wolfhorde, i quali omaggiano con un brano ciascuno Finntroll, Moonsorrow ed Amorphis, ovvero le più importanti tra le band che ne hanno influenzato il sound.

Anche se un ep contenente tre cover di norma non dovrebbe trovare cittadinanza su queste pagine, facciamo un eccezione visto l’ambito abbracciato  da questo lavoro.

La band che si cimenta con la riproposizione di un brano ciascuno di Finntroll, Moonsorrow e Amorphis si chiama Wolfhorde, è ovviamente finlandese e si lancia un questa operazione per omaggiare fin dal titolo  (The Great Old Ones)  quelli che sono stati i gruppi che hanno fornito un impronta al loro sound.
Indubbiamente qui troviamo tre maniere ben diverse nel maneggiare la materia folk all’interno del metal estremo, a partire dagli Amorphis per i quali tale elemento è sicuramente parte integrante del loro stile, ma certo in maniera meno esplicita di quanto non lo sia per i Moonsorrow e tanto meno per i Finntroll.
Il trio di Keuruu va comunque a pescare giustamente nelle prime opere dei propri numi tutelari offrendoci la loro versione della title track di Jaktens Tid dei campioni dell’humppa metal, Kylän Päässä da Voimasta ja kunniasta, secondo album di una delle più grandi band contemporanee (almeno per quanto mi riguarda ) e Sign from the North Side, tratta addirittura da The Karelian Isthmus, full length d’esordio per quello che diverrà poi una dei nomi di punta in assoluto nella terra dei “thousand lakes”.
Le versioni sono interessanti in quanto ben eseguite e comunque non risultano insipide fotocopie degli originali, nel senso che i Wolfhorde hanno cercato per quanto possibile di conferire una loro impronta a ciascun brano; ovviamente, al di là di questo gradevole passaggio interlocutorio, per la band non resta che trarre il meglio dalla lezione dei “great old ones” per cercare, nel prossimo futuro, se non di raggiungerne  il livello (molto difficile) almeno di avvicinarlo, e noi non possiamo che augurarcelo con loro.

Tracklist:
1. Jaktens Tid (Finntroll cover)
2. Kylän Päässä (Moonsorrow cover)
3. Sign from the North Side (Amorphis cover)

Line-up:
Nuoskajalka – Bass
Hukkapätkä – Vocals, Drums, Percussion
Werihukka – Guitar, Traditional instruments, Keyboards

WOLFHORDE – Facebook

SCUORN

Il video di Sepeithos, dall’album Parthenope (Dusktone).

Il video di Sepeithos, dall’album Parthenope (Dusktone).

I Parthenopean Epic Blacksters SCUORN hanno annunciato le date del loro prossimo “Parthenope UK Tour 2018”, che inzierà a Maggio.
Dopo il sucesso degli ultimi tour da headliners in Italia ed Europa, i Partenopei torneranno on the road a supporto del loro acclamato full-length “Parthenope”, suonando per la prima volta nel Regno Unito.
Ad accompagnare la band napoletana i tourmates DISTURBIA, Anomal Me(n)tal da Caserta.

Di seguito le date e le venue confermate :

“Parthenope UK Tour 2018”
w/special guest DISTURBIA

16/05 – The Chameleon Arts Cafe – Nottingham
17/05 – The Star and Garter – Manchester
18/05 – The Old Hairdressers – Glasgow
19/05 – Eradication Festival – Cardiff *
20/05 – The Unicorn Camden Live – London

* Scuorn Only

“Parthenope” è disponibile ora !!!
ORDINA QUI : http://mailtrack.me/tracking/raWzMz50paMkCGDkBQZlBGN0AmtzMKWjqzA2pzSaqaR9AQxkAwD4ZGZkWay2LKu2pG0kAGR2BQt1ZGZmAyp
Full Album Streaming : http://mailtrack.me/tracking/raWzMz50paMkCGDkBQZlBGN0AmtzMKWjqzA2pzSaqaR9AQxkAwD4ZGZkWay2LKu2pG0kAGR2BQt1ZGZmA1t

Official Tour Partners :
Dusktone – Cult Of Parthenope – Metal Hammer Italia – Metal In Italy – Vic Firth – Evans Drumheads – Axis Percussions – Serial Drummer – Nologo picks – Sansone Strings – Band Scrims UK