EMMURE

Il video di ‘Natural Born Killer’, dall’album “Look At Yourself” (SharpTone).

Il video di ‘Natural Born Killer’, dall’album “Look At Yourself” (SharpTone).

Quasi un anno fa, gli EMMURE hanno pubblicato il loro violento nuovo album “Look At Yourself”, una brutale autovalutazione e osservazione, equilibrando odio, rabbia e perseveranza, con l’esperienza di una vita spesa alla ricerca dell’autonomia e del rispetto.

L’ultimo album “Look At Yourself” come anche il bellissimo merchandise sono disponibili qui: http://geni.us/EMMURELookAtYS

Gli EMMURE sono:
Frankie Palmeri – Voce
Joshua Travis – Chitarra
Phil Lockett – Basso
Josh ‘Baby J’ Miller – Batteria

www.facebook.com/emmure
www.twitter.com/emmuremusic
www.sharptonerecords.co/artist/emmure

Ode In Black – Seeds Of Chaos

L’album si lascia ascoltare con un certo agio, lasciando una sensazione gradevole ma dalla durata nel tempo effimera come l’esistenza di una farfalla.

Non vi siete ancora rassegnati del tutto all’uscita di scena dei Sentenced e del loro personale approccio melodico e malinconico al gothic rock/metal ? Se vi accontentate dei surrogati potrebbe essere allora il caso di dare un ascolto al primo full length degli Ode In Black.

Seeds Of Chaos è il frutto finale di un percorso che ha preso il via all’inizio del decennio da parte di questa band (manco a dirlo) finlandese, la quale prende come riferimento la creatura che fu di Vile Laihiala e soci, ne ammorbidisce talvolta l’impatto guardando agli altri connazionali Him e The 69 Eyes e dal mix non può che venirne fuori un lavoro gradevole, orecchiabile ma ovviamente dalla ridottissima personalità.
Questo avviene non solo quando l’adesione ai modelli citati è pressoché totale (l’opener Fountain Of Grief parla chiaro al riguardo), ma anche nei momenti in cui gli Ode In Black provano a distaccarsene, mettendo in scena sia un brano piuttosto intenso per il suo crescendo come The Mirror, sia una più insipida Burden, con un chorus simil Ten che sembra appiccicato a forza, la sensazione d’avere già sentito qualcosa di molto simile chissà dove e quando è tangibile.
Il risultato di tutto questo è un album che si lascia ascoltare con un certo agio, lasciando una sensazione gradevole ma dalla durata nel tempo effimera come l’esistenza di una farfalla: se nel tirare le somme i brani migliori dell’album sono quelli che sembrano degli outtakes di The Cold White Light e The Funeral Album (Fountain Of Grief e Lullaby For The Innocent) è evidente come gli Ode In Black difficilmente potranno essere ricordati per la loro personalità.
Va detto che la band, comunque, prova ogni tanto ad immettere nel proprio sound iniezioni di più tradizionale hard rock e, quando ciò avviene in maniera più fluida, i risultati non sono affatto disprezzabili (la title track e Burn The Candle From Both Ends) lasciando aperta una strada che, pur essendo già stata calpestata da altre centinaia di band, non costringerebbe l’ascoltatore a fare dei paragoni con uno specifico gruppo storico nei riguardi del quale il confronto non può che risultare impari.

Tracklist:
1. Fountain Of Grief
2. The Sea In Which We Drown
3. Goodbye
4. Seeds Of Chaos
5. The Mirror
6. Burden
7. The Lone Wolf
8. Burn The Candle From Both Ends
9. Devil’s Kin
10. Of A Thousand Lies
11. Lullaby For The Innocent

Line-up:
Pasi Mäenpää – vocals
Iiro Saarinen – guitars & backing vocals
Juhani Saarinen – lead guitar
Ville Puustinen – bass
Taisto Ristivirta – drums

ODE IN BLACK – Facebook

DISTRUZIONE

Il video di “La Torre della Muda”, dall’Ep “Inumana”, in uscita a Marzo (Jolly Roger Records).

Il video di “La Torre della Muda”, dall’Ep “Inumana”, in uscita a Marzo (Jolly Roger Records).

La band ha appena rilasciato il videoclip di “La Torre della Muda”, traccia inedita inclusa nel nuovo Ep “Inumana”, disponibile dal 9 Marzo nei formati Lp+Cd (prime 100 copie in vinile verde), Cardboard Cd, Digitale, su Jolly Roger Records. Le riprese ed il montaggio sono state affidate ad Axel O’ Mill, un caro amico della band, video maker professionista argentino, residente in Spagna e vincitore lo scorso anno del prestigioso premio Goya.

“Inumana”, prima uscita discografica ufficiale con il talentuoso batterista Emanuele Collato, gia in forze nei Bulldozer e Death Mechanism, che accompagna la band live dalla scorsa estate, conterra’ anche una seconda traccia inedita, intitolata “Uomini Contro Uomini” e tre tracce live, registrate al Metal Italia Festival del 2016. La nuova uscita sara’ presentata alla 8° edizione del Bus 666 Fest, sabato 10 Marzo a Parma, in compagnia di Necrodeath, tutti i dettagli qui: https://www.facebook.com/events/173716006549793/
A questo link è possibile effettuare il pre-order dal sito della Jolly Roger Records ed ascoltare 3 brani audio:
http://www.jollyrogerstore.com/release.php?id=72

Inumana Tracklist:
Uomini Contro Uomini
La Torre della Muda
Stultifera Navis (Live)
Ossessioni Funebri (Live)
Senza Futuro (Live)

Contatti:
Distruzione
https://www.facebook.com/Distruzionedeathmetal/

Jolly Roger Records
http://www.jollyrogerstore.com
https://www.facebook.com/JollyRogerRecords/

Distruzione:
Devid Roncai – Voce
Massimiliano Falleri – Chitarra
Michele Chiari – Chitarra
Dimitri Corradini – Basso
Emanuele Collato – Batteria

Bio:
I Distruzione nascono a Parma, nel febbraio del 1990 e scelgono di esprimersi fin da subito attraverso una proposta musicale di metal estremo con testi in italiano. Nel 1992 il loro primo mini Lp intitolato “Olocausto Cerebrale” viene recensito positivamente dalle principali testate specializzate ed in pochi mesi vende più di mille copie. Nell’ Aprile del 1995 firmano un contratto con la Omar Gru Sound Division di Omar Pedrini (chitarrista dei Timoria) ed uno discografico con la Target. Ai primi di giugno del 1996 esce il debut Cd intitolato “Endogena” e distribuito dalla major Polygram Italia. I Distruzione quindi si esibiscono in numerose città italiane insieme agli In.si.dia. A Luglio 2000 esce per Self il Cd “Pianeta Dissolvenza” e parte il “Dissolvenza Tour” che porta la band in numerose città italiane. Il loro video “Pianeta Dissolvenza” viene trasmesso da Rock TV e Match Music. Nel 2004 registrano “Malicidium” per Fuel Records collaborando con Enomis (chitarrista dei Dark Lunacy). Nel luglio 2011, dopo 6 anni di silenzio, i Distruzione tornano a suonare dal livo e lavorano al nuovo album “Distruzione”, che esce nell’ estate del 2015 su Jolly Roger Records, celebrando 25 anni di attivita’. Dopo diversi live e festivals (anche in Europa), la ristampa di “Endogena” nel 2016 (Cd e per la prima volta in Lp) il 2018 comincia con la realizzazione di “Inumana”, Ep con 2 tracce inedite e 3 dal vivo registrate durante il Metal Italia Festival. Questa è la prima uscita ufficiale con il nuovo batterista Emanuele Collato, gia’ in forze nei Bulldozer e Death Mechanism ed è anticipata dal videoclip “La Torre della Muda” prodotto da Axel O’ Mill, vincitore in Spagna del prestigioso premio Goya.

Ende – The Rebirth Of I

La riedizione di The Rebirth Of I può risultare un ideale trampolino di lancio per il prossimo full length degli Ende, intitolato Goétie Funeste, la cui uscita è prevista per il prossimo mese di marzo.

L’etichetta francese Cold Dark Matter ha pubblicato alla fine anno scorso la riedizione in vinile del second full length dei connazionali Ende, The Rebirth Of I.

Gli Ende, duo formato I. Luciferia (voce, chitarra, basso, tastiere) e Thomas Njodr (batteria), sono senz’altro tra le realtà più brillanti di una scena transalpina che continua incessantemente a sfornare band di assoluto spessore in ambito black metal, e l’album in questione al momento della sua uscita ha ricevuto consensi unanimi, rivelandosi una delle miglior opere di quel periodo in tale contesto.
Il black degli Ende è di derivazione molto più nordica e meno inquieto e sperimentale rispetto a quello esibito normalmente sul territorio francese, anche se inevitabilmente, direi, ne mantiene certe caratteristiche dissonanti che si esplicitano in maniera saltuaria, come per esempio in Den glemte skogen, Black Sorcery of the Great Macabre o Aux relents fiels; in altri casi il tutto si sviluppa invece in maniera più lineare e per certi versi accessibile (Seul, vers les ténèbres, Quintessence of Evil e la più ragionata Une forêt de cadavres) senza disdegnare interi episodi (An Ode to Bathsheba e Channeling of the Howling Witch) o frammenti di brani dalle sonorità più rarefatte .
La differenza gli Ende riescono a farla, comunque, grazie ad una notevole qualità complessiva confermata ampiamente anche dal successivo album Emën Etan: a tale riguardo quindi la riedizione di The Rebirth Of I può risultare un ideale trampolino di lancio per il prossimo full length, intitolato Goétie Funeste, la cui uscita è prevista per il prossimo mese di marzo.

Tracklist:
Side A
1.Den glemte skogen
2.Black Sorcery of the Great Macabre
3.An Ode to Bathsheba
4.Seul, vers les ténèbres
Side B
5.Aux relents fiels
6.Channeling of the Howling Witch
7.Une forêt de cadavres
8.Quintessence of Evil

Line-up:
I. Luciferia – Vocals, Guitars, Bass, Keyboards
Thomas Njodr – Drums

ENDE – Facebook

Rec/All – Rec/All

L’heavy metal in Sudamerica parla brasiliano e la conferma viene non solo dalle band storiche che, negli anni, hanno fatto innamorare orde di defenders in cerca di sonorità heavy dalle forti radici latine, o dalle molte realtà estreme che hanno seguito la scia dei fratelli Cavalera, ma da una scena underground attivissima e lungi da qualsiasi forma di crisi qualitativa.

I Rec/All sono un progetto nato solo un anno fa e che ha tutti i crismi del super gruppo, grazie ai suoi protagonisti, musicisti storici della scena metallica e alcuni con presenze importanti nelle migliori band uscite dal grande paese sudamericano-
Angra, Di’Anno, Karma, Almah, Dark Avenger, Nordheim, Kiko Loureiro, Tony Martin, Snakeyes, sono solo i nomi più conosciuti con cui hanno collaborato i cinque musicisti che compongono una line up assolutamente di prim’ordine, dal vocalist Rod Rossi, allo storico bassista Felipe Andreoli, dalle due chitarre in mano a Davis Ramay e Marcelo Barbosa, alle pelli malmenate da Robson Pontes.
E allora sappiate che questo album omonimo, licenziato in regime di autoproduzione, è un ottimo esempio di heavy/power metal, ovviamente suonato a meraviglia, composto da ritmiche power da infarto, digressioni musicali fuori da contesti metallici e viranti verso la tradizione popolare locale e vergate heavy che mettono in luce le due chitarre, protagoniste di riff e solos scolpiti nel cielo oscurato dall’arrivo della tempesta Rec/All.
Diretto come un treno in corsa, Rio Riots apre le danze , che con il samba hanno poco a che fare, ed arriviamo veloci al terzo brano, Blind, una dei picchi di Rec/All, e Indestructible, brano power metal alla maniera brasiliana.
Rod Rossi si dimostra singer bravissimo, specialmente nel variare toni alla sua performance, grintosa e tagliente oppure melodica e dalle reminiscenze melodic hard rock.
Si torna a sbattere la testa con la power metal Running In Her Veins e a crogiolarsi nelle melodie AOR di Oh,Angel, mentre la parola fine è lasciata al crescendo power/hard rock di Set The Night On Fire.
Le ispirazioni sono ovviamente tutte da riscontrare nella scena metal brasiliana, ma i musicisti coinvolti garantiscono personalità e talento in abbondanza.

Tracklist
1.Rio Riots
2.I Hate
3.Blind
4.Broken Wings
5.5 A.M.
6.We Own the Night
7.Walk with You
8.Running in Her Veins
9.Set the Night on Fire
10.Oh, Angel
11.Set The Night On Fire

Line-up
Felipe Andreoli – Bass
Robson Pontes – Drums
Davis Ramay – Guitars
Marcelo Barbosa – Guitars
Rod Rossi – Vocals

REC/ALL – Facebook

https://youtu.be/oxf7bc1EQVE

Anialator – Rise To Supremacy

Deflagrano letteralmente questi cinque brani, formando un esplosione nucleare che annienta ogni cosa per mezzo del suo micidiale vento. Ora tocca al gruppo esordire con un full lenght dopo così tanti anni, anche se la potenza sprigionata non risulta certo quella di attempati thrashers, bensì di una truppa in assetto di guerra.

Tornano con un nuovo ep gli Anialator, una formazione storica del thrash metal d’oltreoceano la cui data di nascita è il 1986.

Infatti, il gruppo proveniente dal Texas si formò proprio a metà degli anni ottanta, ma dopo una coppia di demo ed altrettanti ep si sciolse nel 1990 all’indomani di una compilation che per anni fu l’ultimo urlo estremo del gruppo.
Il ritorno firmato Xtreem avviene lo scorso anno con un’altra compilation, la più aggiornata Mission Of Death, che funge da preludio a questo nuovo lavoro dal titolo Rise To Supremacy.
Per ora ci si deve accontentare di cinque brani ma la devastazione che ne segue non fa altro che confermare la fama del quartetto; una bomba thrash metal che esplode nelle orecchie, estrema, veloce e cattiva, assolutamente old school e potenziata da uno spirito death che ne accentua la violenza.
Alex Dominquez e Roland Torres, unici superstiti degli anni ottanta, ridanno vita, dopo anni a suonare sotto il monicker Sufferance, a questo mostro metallico che esprime tutta la sua forza estrema, slayerana sì ma dalla forza e dalla personalità che permettono agli Anialator di essere considerati un gruppo unico.
Deflagrano letteralmente questi cinque brani, formando un esplosione nucleare che annienta ogni cosa per mezzo del suo micidiale vento. Ora tocca al gruppo esordire con un full lenght dopo così tanti anni, anche se la potenza sprigionata non risulta certo quella di attempati thrashers, bensì di una truppa in assetto di guerra.

Tracklist
1.Rise Again
2.All Systems Down
3.Thick Skinned
4.Chaos
5.Black Trump

Line-up
Armando Valadez – Guitars
Alex Dominguez – Bass
Roland Torres – Guitars
O. J. Landa – Drums
Angel Gonzalez – Vocals

ANIALATOR – Facebook

Funeral Winds – Sinister Creed

I Funeral Winds pubblicano su Avantgarde Music un assalto sonoro di alto livello, dove non si scende mai di intensità ma anzi si arriva a toccare punte davvero notevoli, grazie anche ad un produzione che rende intelligibile la composizione dei pezzi e la loro resa sonora.

I Funeral Winds sono uno dei maggiori gruppi della scena black metal olandese ed europea, essendo attivi dal 1991, e fanno ancora molto male.

Tra i primi gruppi ad introdurre un certo tipo di sonorità in un paese come l’Olanda, i Funeral Winds hanno sempre messo insieme un approccio molto aggressivo, con un suono legato all’ortodossia del genere, ma con un grande approccio punk hardcore, che si può ascoltare molto bene in questo nuovo lavoro arrivato ben 11 anni dopo Nexion XUL – The Cursed Bloodline del 2007. I Funeral Winds pubblicano su Avantgarde Music un assalto sonoro di alto livello, dove non si scende mai di intensità ma anzi si arriva a toccare punte davvero notevoli, grazie anche ad un produzione che rende intellegibile la composizione dei pezzi e la loro resa sonora. Il disco è cattivo e marcio, con un forte retrogusto punk hardcore come si diceva prima. In questo magma sonoro si posso rintracciare anche frammenti riconducibili a gruppi fondamentali come Bathory, che avevano anche loro nel suono qualcosa di differente dal black metal tout court. Sinister Creed è un disco che non fa prigionieri, una dichiarazione di guerra da parte di veterani che dominano ancora la materia del nero metallo. Un black metal incalzante e caldissimo, dove tutto picchia fortissimo, ma le melodie sono comunque riconoscibili. I Funeral Winds fanno un disco che cresce alla distanza, diventando un massacro continuo e metodico, che continua a tagliare carni e ossa senza mai fermarsi. Violenza, velocità ed un tocco punk hardcore, cosa si può volere di più ?

Tracklist
1.The Road to Perdition
2.Cursed is this Pantheon of Flesh
3.The Arrival
4.Sinister Creed
5.Blood
6.Black Moon Over Saturn
7.Sekhmet
8.Nunc et in Hora Mortis Nostrae

Line-up
Studio: Hellchrist Xul – Songwriter, Vocals, Guitars, Bass.
Drums: Session

Live: Hellchrist Xul – Vocals
Ishkur Xul – Guitar
Ninnghizhidda Xul – Bass
Drums: Session

FUNERAL WINDS – Facebook