Bloodshot Dawn – Reanimation

Reanimation è in tutto e per tutto un nuovo inizio per i deathsters britannici, una fiumana di note che si rincorrono su uno spartito estremo che non perde mai il filo conduttore.

Quando la tecnica è messa al servizio del sound si alza la qualità del prodotto, è inevitabile in qualsiasi genere musicale si suoni, figuriamoci nel metal estremo dove ormai la valanga di progressive technical death metal band, che ci piove da tutte le parti, offre album che risultano un mero esercizio tecnico fine a sé stesso.

Gli inglesi Bloodshot Dawn invece abbinano una bravura tecnica elevata ad un sound che pesca tra la sottile linea che passa tra death metal classico, thrash moderno e death metal melodico.
La band è stata ricostruita dal chitarrista ed unico superstite della line up originale Josh McMorran , dopo un paio di full length tra il 2012 ed il 2014 e la firma per Hostile Media.
Ora la formazione dei Bloodshot Dawn vede, oltre a McMorran, Morgan Reid alla chitarra , James Stewart alle pelli e l’italiano Giacomo Gastaldi, aiutati in questo nuovo lavoro dalla partecipazione in veste di ospiti di Jeff Loomis (Arch Enemy, Nevermore), Paul Wardingham, Ken Sorceron (Abigail Williams, The Faceless) e Mendel Bij De Leij (Aborted).
Reanimation è in tutto e per tutto un nuovo inizio per i deathsters britannici, una fiumana di note che si rincorrono su uno spartito estremo che non perde mai il filo conduttore di brani che passano con disinvoltura da parti violentissime ad una spiccata ricerca della melodia, piazzata tra ghirigori solistici dei due axeman e ritmiche che si prendono carico della struttura di brani vari e sempre in bilico tra melodia e violenza.
L’opener Seared Earth, Soul Affliction e la brutalmente progressiva Battle For The Omniverse vi faranno sussultare sulla poltrona, mentre Carcass e Arch Enemy li ritroverete sballottati da questa fantascientifica centrifuga estrema chiamata Reanimation.
Un album suonato ottimamente, perfettamente in grado di battere cassa nel mondo del metal estremo e regalare un po’ di soddisfazioni a questa band.

Tracklist
1. Seared Earth
2. Graviton Nightmare
3. Survival Evolved
4. Upon the Throne of Fear
5. Controlled Conscious
6. Soul Affliction
7. Shackled
8. Battle for the Omniverse
9. DNA Reacquisition
10. Reanimated

Line-up
Josh McMorran – Guitar, Vocals
Morgan Reid – Guitar, Vocals
James Stewart – Drums
Giacomo Gastaldi – Bass

Reanimation Guest Appearances
Jeff Loomis (Arch Enemy, Nevermore)
Paul Wardingham, Ken Sorceron (Abigail Williams, The Faceless)
Mendel Bij De Leij (Aborted)

BLOODSHOT DAWN – Facebook

Parris Hyde – Undercover 1

Thrash, horror metal, hard rock: le ispirazioni per creare musica arrivano da svariati generi e vengono confermate anche in questo ep, nel quale il gruppo si cimenta in canzoni pescate dalle discografie di artisti dei più svariati generi.

Tornano i Parris Hyde, band nostrana capitanata dal compositore e musicista omonimo, ex Bonecrusher poi con gli hard rockers Waywarson, dando alle stampe un ep intitolato Undercover 1, composto da quattro cover, un brano inedito e la “video version” del singolo 2ND2NO1.

Undercover 1 viene licenziato dal gruppo in attesa del nuovo full length, successore del debutto Mors Tua Vita Mea, uscito un paio di anni fa e che vedeva la band inglobare in un unico sound tutte le influenze del musicista italiano, da trent’anni nella scena underground rock/metal.
Thrash, horror metal, hard rock: le ispirazioni per creare musica arrivano da svariati generi e vengono confermate anche in questo ep, nel quale il gruppo si cimenta in canzoni pescate dalle discografie di artisti dei più svariati generi,  da Living Next Door To Alice (Smokie) alla famosissima Bad Romance di Lady Gaga, per tornare al metal con House of 1.000 Corpses di Rob Zombie e la splendida versione del capolavoro Lost Reflection dei Crimson Glory, tributo al grande Midnight, cantante preferito dal singer nostrano.
No Place To Call Me, ripresa dalle session del primo full length è un inedito metal/blues molto suggestivo, una jam tra Lizzy Borden e primi Whitesnake firmata Parris Hyde.
La versione video di 2ND2NO1, secondo brano nella track list di Mors Tua Vita Mea, conclude al meglio questo interessante ep: in attesa, come scritto, del nuovo lavoro del gruppo, nel frattempo godetevi questo ep, a conferma dell’ottima proposta dei Parris Hyde.

Tracklist
01.Living Next Door To Alice
02.Bad Romance
03.House of 1.000 corpses
04.Lost Reflection
05.No Place To Call me
06.2ND2NO1 (Video Version)

Line-up
Parris Hyde – Vocals, Guitars, Keyboards
Paul Crow – Guitars
Max Dean – Bass
Karl Teskio – Drums

PARRIS HYDE – Facebook

THE STEEL

Il video di “Metaphysical Journey”, dall’album “The Evolution of Love” (Perris Records).

Il video di “Metaphysical Journey”, dall’album “The Evolution of Love” (Perris Records).

Il terzo Official Video di The STEEL – ex Wizard – estratto dall’album “The Evolution of Love” distribuito dalla Perris Records. Il brano si chiama “Metaphysical Journey”. La band intanto sta lavorando al materiale che comporrà il prossimo album.

BIOGRAFIA WIZARD
Hard Rock band napoletana composta da Roy Zaniel al basso e voce, Rino Musella alla batteria e Marco Perrone alla chitarra. I Wizard nascono nel 1979 per volontà del bassista Roy Z. e del batterista Rino M. ed un’intensa attività live ha sempre caratterizzato la band negli anni anche in ambito di importanti festival e rassegne nazionali.Tre sono le demos ufficiali registrate nel corso degli anni:
“We can do it” 1988,
“Shiver and shake” 1990,
“Carved the rock” 2010,
ed inoltre i Wizard sono presenti nelle 2 compilation
“Surgery of power” (Metal/Vinile) 1989
“Rocka in Musica” (Rock/Cd) 2012.
L’uscita dell’EP “Straight to the Unknown” nel dicembre 2014 prodotto e distribuito da Radio Entropia Factory segna il debutto discografico della Band.
Nel 2016 i Wizard realizzano l’ album “The Evolution of Love” e cambiano il loro nome in The STEEL firmando un contratto discografico con l’ americana Perris Records che distribuirà per 2 anni questo nuovo disco.

WIZARD’S BIOGRAPHY
Wizard is a Hard Rock Neapolitan band which members are:
Tiziano Favero (bass and voice) Rino Musella(drums) and Marco Perrone(guitar).
The Wizard were born in 1979 thanks to Tiziano F. and Rino M. and an intense live activity has always characterized the band in the years and also in important festivals and in national reviews. Three are the demos that have been recorded over the years:
“We Can Do It” 1988,
“Shiver And Shake” 1990,
“Carved The Rock” 2010,
and also Wizard are shown in the two compilations
“Surgery Of Power” (Metal/Vinile) 1989
“Rocka In Musica” (Rock/Cd) 2012.
The publication of the EP “Straight To The Unknown” in December 2014 produced and distributed by Radio Entropia Factory marks the recording debut of the band.
In 2016 Wizard made their album “The Evolution of Love” and changed their name to “The STEEL”, signing a contract with Perris Records, which will distribute the said album for two years.

Bong – Thought And Existence

Un disco che è un rito, un rito antico che abbiamo seppellito sotto montagne di false credenze, e non si parla di dei, ma dell’unico dio al quale parla Thought And Existence : il nostro cervello che vuol tornare verso le stelle.

Nuovo viaggio astrale offerto da un gruppo che va ben oltre la musica,i geordies Bong, qui alla loro ottava prova su lunga distanza.

Per chi già li conosce sa che una volta ascoltata la loro musica, la prospettiva delle cose cambia, come quando si legge un libro che sposta l’angolazione dalla quale vediamo la realtà e quindi riusciamo a scostare il velo che ricopre tutto. I Bong fanno musica rituale, aprono porte per andare in dimensioni diverse, e la loro musica non può essere fruita in maniera normale o consumistica, con le cuffie per strada. Bisogna prepararsi per un viaggio mentale, quindi ognuno deve fare la preparazione al rito alla propria maniera, consumando droghe od isolandosi, l’unico denominatore comune è alzare il volume, perché la musica dei Bong è cubitale e molto fisica. Nei dischi precedenti i Bong avevano fatto vedere di cosa sono capaci, ovvero di usare la musica come medium per eccellenza per riti di magick, la magia crowleryana e non solo, che fa andare su piani astrali diversi da quello, davvero misero, nel quale viviamo. Questa musica non è escapismo o un qualcosa di new age, ma è una forza antica che arriva da lontano, e non a caso i Bong sono inglesi, perché l’isola e la sua storia è fortemente permeata di magia e di forze che altrove non esistono, o sono presenti in maniera minore. L’Inghilterra ha un storia antichissima ed il cristianesimo o il protestantesimo qual dir si voglia, è presente da duemila anni, una parentesi ben minore se si pensa agli altri cicli storici. La sapienza druidica è continuata per vie laterali, ed in Thought And Existence è molto presente, come magia per riconnettersi a quello che siamo veramente, energia a stento trattenuta da un corpo e dalle membra. Ascoltando questi droni, questa frequenza che i Bong stendono per tutta la loro opera, si ha la sensazione di tornare a casa, di riunirsi con un qualcosa che ci è stato fatto dimenticare, ed infatti tutto il disco è come un marcia di entità che nello spazio si ricongiungono alle loro altre metà. I Bong fanno qualcosa di potentissimo e di davvero originale, e dare un genere alla loro emissione musicale non è facile, anche se si potrebbe dire che sia un qualcosa fra lo sludge e il drone, post metal altro. In questo frangente si coglie tutta la inadeguatezza della nostra civiltà a definire una cosa come Thought And Existence, perché questo disco viene da lontanissimo, ed è passato in qualcosa dello spirito psichedelico inglese degli anni sessanti e settanta, ma prima era nelle processioni druidiche lungo il serpente Tamigi: proviene dallo spazio ed è stato a volte visto dai Neurosis e dagli Ozric Tentacles, è pura energia mentale. Un disco che è un rito, un rito antico che abbiamo seppellito sotto montagne di false credenze, e non si parla di dei, ma dell’unico dio al quale parla Thought And Existence: il nostro cervello che vuol tornare verso le stelle.
Forse la migliore prova di un gruppo che non fa solo musica da consumare.

Tracklist
01. The Golden Fields
02. Tlön, Uqbar, Orbis Tertiu

Line-up
David Terry – Bass
Mike Smith – Drums
Mike Vest – Guitars

BONG – Facebook