Coroner – R.I.P.

R.I.P. è il primo dei full length ristampati dalla Century Media utili a ricordare chi fossero i Coroner, una band di fondamentale importanza nello sviluppo di un certo tipo di trash metal tanto d’impatto quanto tecnico ed innovativo.

La Century Media ha rimesso meritoriamente in circolazione i primi tre dei cinque full length pubblicati dai Coroner, una band che non dovrebbe avere bisogno di presentazioni, vista la sua importanza nello sviluppo di un certo tipo di trash metal tanto d’impatto quanto tecnico ed innovativo.

Presupponendo che queste righe vengano lette da qualcuno che non abbia mai sentito parlare del gruppo svizzero, si può tranquillamente affermare che con R.I.P., album d’esordio uscito nel 1987, veniva decisamente alzata l’asticella qualitativa in un genere che, poco più a nord, era da qualche anno letteralmente esploso sotto i colpi inferti dalla triade formata da Kreator, Sodom e Destruction.
Ciò che sorprende in un lavoro come R.I.P. è il suo non essere a rischio di obsolescenza: infatti, nonostante una produzione che per forza di cose trent’anni fa non poteva essere paragonabile a quelle odierne, questi tre magnifici musicisti dimostravano una creatività ed una padronanza strumentale non comune, che brani come Suicide Commando e Coma esibivano in maniera eloquente.
Dopo lo scioglimento avvenuto nei primi anni novanta, successivamente al’uscita di Grin, il solo vocalist e bassista Ron Royce non è più stato coinvolto con altre band all’interno della scena, mentre Marquis Marky è stato impegnato con gli Apollyon Sun di Tom G.Warrior e Tommy T.Baron ha svolto un ruolo da protagonista nei due album più sperimentali (non a caso) dei Kreator, Outcast ed Endorama.
Oggi la band risulta in teoria ancora attiva, ma dopo il tour effettuato all’inizio del decennio e l’annuncio di un possibile nuovo disco qualche anno fa, di fatto non si hanno più notizie che confermino questa possibilità: sperare non costa nulla, perché personaggi di questa levatura potrebbero avere ancora moltissimo da dire.

Tracklist:
1. Intro
2. Reborn Through Hate
3. When Angels Die
4. Intro (Nosferatu)
5. Nosferatu
6. Suicide Command
7. Spiral Dream
8. R.I.P.
9. Coma
10. Fried Alive
11. Intro (Totentanz)
12. Totentanz
13. Outro

Line-up:
Tommy T. Baron – Guitars, Vocals (backing)
Marquis Marky – Vocals (backing), Drums
Ron Royce – Vocals, Bass

CORONER – Facebook

Basement Critters – Hurt Me With The Truth

Un gruppo thrash metal che non ha paura di mostrare il lato più moderno del proprio sound e ne fa un’arma per conquistare, un sound che si avvicina alle cose già scritte da Devin Townsend, suonato da una band che ci mette tanto del suo per apparire personale, riuscendoci perfettamente.

Il quartetto belga dei Basement Critters è una delle ultime scoperte in casa Wormholedeath.

La band è attiva dal 2015, anno d’uscita del primo ep, e di questi tempi, dopo la firma sul contratto per la distribuzione con l’importante label nostrana, torna con un nuovo mini cd composto da cinque brani di thrash metal moderno, d’impatto e dall’anima crossover.
Hurt Me With The Truth ci presenta una band ispirata ed a suo modo originale, assolutamente metal nell’impatto ma aperta a soluzioni diverse che creano un sound alternativo al solito thrash veloce e devastante ma che alla lunga fatica a lasciare qualcosa di duraturo nell’ascoltatore, a meno che non sia suonato da una top band.
I Basement Critters invece prendono la materia e la plasmano a loro piacimento unendo, come in Brain Bleach o Storm, il metal di stampo thrash con soluzioni hardcore e moderne reminiscenze nu/crossover, a tratti estremizzando il sound oppure lasciandolo dondolare sopra i generi.
Ottimo ed originale l’uso della voce, assolutamente fuori dal contesto metallico e più orientata verso il rock, prima di urlare rabbia attraverso il growl, arma estrema del gruppo belga.
Un gruppo thrash metal che non ha paura di mostrare il lato più moderno del proprio sound e ne fa un’arma per conquistare, un sound che si avvicina alle cose già scritte da Devin Townsend, suonato da una band che ci mette tanto del suo per apparire personale, riuscendoci perfettamente.
Nel frattempo pare che i Basement Critters che siano al lavoro con Carlo Bellotti e Jonathan Mazzeo sui brani che andranno a comporre il primo lavoro sulla lunga distanza, state in campana.

Tracklist
1.Brain Bleach
2.Storm
3.Nature Strikes Back
4.Book
5.39:16

Line-up
Glenn Labie – Guitars
Sven Caes – Guitars
Frederik Vanwymelbeke – Drums
Thomas Marijsse – Vocals
Frederik Declerq – Bass

BASEMENT CRITTERS – Facebook

Pacino – Fallen America

Album che ha l’unico difetto di durare solo mezz’ora, Fallen America risulta un sorprendente sunto di una buona fetta di rock suonato negli ultimi decenni, moderno e personale, assolutamente letale come un sicario tra i tavoli di un bar.

Atmosfere noir, scene del crimine che si disegnano nella nostra mente risvegliando immagini di pellicole storiche come Il Padrino o C’era una Volta In America, portate però dalla musica in un contesto più moderno alla C.S.I.

Fallen America è un album originale, alternativo ma dallo spirito rock’n’roll, essenziale ma nello stesso tempo pieno come una colonna sonora, riassunto in musica di una storia portata sullo schermo ma nuda di emozioni se non accompagnata dalle giuste note.
I Pacino sono un gruppo nostrano, in arrivo dalla laguna veneziana, e arrivati agli studi di Atomic Stuff dove Oscar Burato ha mixato e masterizzato Fallen America, album composto da otto brani di alternative rock personale ed alquanto originale, una sorpresa fin dalla title track che fa da opener a questo viaggio musicale, tra suoni distanti tra loro solo all’apparenza ma perfettamente assemblati in un unico sound.
Synth-Bass al posto del basso classico, suoni moderni e liquidi, tastiere classiche, chitarre metal e voce interpretativa e a tratti filtrata, compongono questo quadro musicale che ci presenta l’immagine di un massacro, una resa dei conti drammatica e tragica.
Anni novanta, la scena rock mondiale, il grunge da una parte ed i suoni alternativi dall’altra, così che ci si ritrova tra un album hard rock dei Soundgarden, micidiali schegge elettroniche suonate dai Nine Inch Nails e la musica totale dei grandi Faith No More , tutte espressioni musicali plasmate a piacimento dai Pacino per creare un sound difficile da trovare in giro di questi tempi.
E’ splendida Lately, brano noir con la linea di synth che entra prepotente nel petto come la pallottola di una Beretta sparata a bruciapelo, mentre Desert Trip è un blues moderno, Out The Cage risulta un brano 100% NIN e il vocalist Mattia Briggi si trasforma in Mike Patton nel capolavoro Iknusa.
Album che ha l’unico difetto di durare solo mezz’ora, Fallen America risulta un sorprendente sunto di una buona fetta di rock suonato negli ultimi decenni, moderno e personale, assolutamente letale come un sicario tra i tavoli di un bar.

Tracklist
01. Fallen America
02. Lately
03. Lifestyle
04. Desert Trip
05. Out Of The Cage
06. Iknusa
07. The Misanthrope
08. Under My Feet

Line-up
Mattia Briggi – Vocals
Francesco Bozzato – Guitars
Bruno Zocca – Keyboards&synths
Douglas D’Este – Drums

PACINO – FAcebook

Six Circles – New Belief

Lo stile musicale dei Six Circles è unico, riceve ispirazione da molti generi, dalla psichedelia al blues, dal rock anni sessanta più lascivo a musica adatta per riti fra strani tappeti.

Duo d’eccezione, composto da Sara Montenerro dei grandissimi Messa e anche nei Restos Humanos, e Giorgio Trombino, uno che fa ottima musica negli Haemophagus, Assumption, Elevators to the Grateful Sky e Furious Georgie.

Insieme hanno messo su i Six Circles per produrre questo New Belief, che è uno splendido viaggio lisergico per diversi mondi mentali grazie ad un suono vintage ma rielaborato molto bene. Lo stile musicale dei Six Circles è unico, riceve ispirazione da molti generi, dalla psichedelia al blues, dal rock anni sessanta più lascivo a musica adatta per riti fra strani tappeti. Sara possiede un modo di cantare che proietta direttamente la nostra mente in un posto molto lontano, dove si sta certamente meglio che nella nostra attuale sistemazione. New Belief sembra un manifesto di una religione sorta nella California degli anni sessanta, dove si predica una spiritualità legata alla carnalità, una consapevolezza che la vita è sogno e bisogna viverla così. L’incedere del disco svela molte sorprese, ma è soprattutto la coscienza alterata che provoca la peculiarità maggiore del disco. Là dove molti imitano, Sara e Giorgio ti prendono dolcemente per mano, con un talento mai in discussione, riuscendo a fare un disco che piacerà a molti. Non manca una parte importante di acid folk che rende il tutto ancora più bello. L’album è stato registrato fra Padova e Palermo in tre mesi, per un risultato davvero buono.

Tracklist
1.New Belief Begins
2.Blue Is The Colour
3.Come, Reap
4.Time Of Erosion
5.The Prism
6.Sins You Hide
7.Late To Awake
8.Take Me To Your Desert
9.Lavender Wells

Line-up
Sara Montenegro – voce e tamburello
Giorgio Trombino – chitarre acustiche ed elettriche, basso, batteria, piano, harmonium, synth, armonica, percussioni

SIX CIRCLES – Facebook