Stone Broken – Ain’t Always Easy

Il sound del gruppo inglese è quanto di più radiofonico e melodico si possa trovare in giro nel genere, come se si fosse al cospetto di Nickelback che sappiano ancora graffiare, con il groove ad accompagnare song dall’impatto melodico esagerato e dall’enorme potenziale.

Gli inglesi Stone Broken sono un quartetto in arrivo da Walsall, attivo dal 2013 e con un primo album autoprodotto uscito tre anni dopo ed intitolato All In Time.

Negli ultimi tempi Chris Davis, Rich Moss, Robyn Haycock e Kieron Conroy hanno firmato un contratto con Spinefarm/Universal Music e licenziano il nuovo album, Ain’t Always Easy, composto da undici brani anticipati dal singolo Worth Fighting For, brano che parla del delicato tema degli abusi domestici.
Il sound del gruppo inglese è quanto di più radiofonico e melodico si possa trovare in giro nel genere, come se si fosse al cospetto di Nickelback che sappiano ancora graffiare, con il groove ad accompagnare song dall’impatto melodico esagerato e dall’enorme potenziale.
Il primo singolo e video apre l’album, esplosivo e grintoso risulta perfetto per rompere il ghiaccio ed entrare con una spallata nel mondo di Ain’t Always Easy, seguito da Let Me See It All, dal groove micidiale dall’irresistibile refrain.
Da qui in poi i ritmi perdono leggermente potenza e l’album prende una strada melodica non del tutto inaspettata, con Follow Me e Otherside Of Me che riprendono qualche riff più duro delle prime tracce senza però far male.
Un album che una volta sarebbe stato venduto come post grunge, termine che non va più di moda ma che descrive il sound proposto dagli Stone Broken, risposta inglese alla band che di Chad Kroeger.

Tracklist
1.Worth Fighting For
2.Let Me See It All
3.Heartbeat Away
4.Home
5.Follow Me
6.I Believe
7.Doesn’t Matter
8.Anyone
9.Just a Memory
10.Other Side of Me
11.The Only Thing I Need

Line-up
Rich Moss – Vocals, Guitar
Chris Davis – Guitar, Vocals
Kieron Conroy – Bass
Robyn Haycock – Drums, Vocals

STONE BROKEN – Facebook

STARBYNARY

Il video di “Sootsayer CANTO XX”, dalll’album “Divina Commedia: Inferno”.

Il video di “Sootsayer CANTO XX”, dalll’album “Divina Commedia: Inferno”.

Power prog metal band Starbynary have released a new Videoclip for the song “Sootsayer CANTO XX”:

The song is taken from the imposing album “Divina Commedia: Inferno” available on CD/DIGITAL at:
http://player.believe.fr/v2/3614972818944
https://spoti.fi/2zJcROh
https://apple.co/2sGkpiF

https://www.facebook.com/Starbynary/
https://www.facebook.com/revalverecords/
http://www.revalverecords.com/Starbynary.htm

The Shiva Hypothesis – Ouroboros Stirs

Un debutto davvero interessante, con la band che ci investe con una serie di tempeste estreme perfettamente bilanciate con momenti di epiche melodie oscure, un lavoro ritmico di prim’ordine e passaggi atmosferici che rendono giustizia al concept religioso e filosofico che sta dietro all’opera.

La Wormholedeath non si smentisce con le sue uscite di ottima qualità e licenzia il primo album di questo notevole gruppo estremo, nato nei Paesi Bassi da diversi anni e chiamato The Shiva Hypothesis.

Il quartetto in questione suona un atmosferico mix di black e death metal, con molte sfumature dark ed una teatralità innata: il sound è valorizzato da un’anima progressiva, con strutture caratterizzate da furiosi cambi di tempo ritmici e dissonanze chitarristiche su una base estrema cupa e pregna di misticismo.
Ouroboros Stirs lascia ad un intro quasi impercettibile il compito di portarci all’attacco funesto di Ananda Tandava, primo squillo di questo misterioso lavoro; a tratti il sound dei nostri risulta intriso di quelle atmosfere dark/progressive care ai primi Arcturus, per poi lasciare spazio a violente tempeste death/black alla Behemoth, il cantato tra scream e growl interpreta i testi a sfondo religioso e filosofico in un clima di tregenda sonora, in parte smorzata dalle atmosfere oscure e pacate di cui la band è maestra.
Maze Of Delusion (uno dei brani, insieme a Caduceus e Praedormitium, che componevano il promo di cui vi avevamo parlato in passato) è uno splendido esempio di thrash/black metal che si sviluppa su tempi medi, per poi accelerare improvvisamente e tornare a calcare territori black metal puri, prima che un’intermezzo dark alla Fields Of The Nephilim incoroni il brano come il picco qualitativo di Ouroboros Stirs.
Un debutto davvero interessante, con la band che ci investe con una serie di tempeste estreme perfettamente bilanciate con momenti di epiche melodie oscure, un lavoro ritmico di prim’ordine e passaggi atmosferici che rendono giustizia al concept religioso e filosofico che sta dietro all’opera.
Ouroboros Stirs cresce con gli ascolti così da metabolizzare le varie sfumature di cui è composto: lasciatevi rapire dal suono creato dal gruppo olandese, non ve ne pentirete.

Tracklist
1.Enkindling
2.Ananda Tandava
3.Caduceus
4.Praedormitium
5.Build Your Cities on the Slopes of Mount Vesuvius
6.Maze of Delusion
7.Carrying off the Effigy
8.With Spirits Adrift

Line-up
ML – Bass, Keys, Electric & Accoustic Lead Guitar (track 5 & 8), Additional Vocals (track 3 to 7)
BN – Drums & Percussion, Additional Vocals (track 6)
JB – Electric & Accoustic Guitars, Additional Vocals (track 4)
MvS – Vocals

THE SHIVA HYPOTHESIS – Facebook

Solaris – L’ Orizzonte Degli Eventi

Ristampa del primo lavoro dei romagnoli Solaris che fanno uno stoner rock desertico in italiano, votato all’occulto e alla metafisica.

Ristampa del primo lavoro dei romagnoli Solaris che fanno uno stoner rock desertico in italiano, votato all’occulto e alla metafisica.

Il suono che ci propongono i ragazzi romagnoli è un qualcosa che nasce nello stoner ma soprattutto nell’innovativa tradizione di gruppi italiani come i Timoria ed i Ritmo Tribale, anche se il tutto è profondamente frutto del gruppo. I Solaris sono anche un’ottima sintesi di quanto di meglio ci sia stato negli ultimi venti anni in un certo sottobosco musicale italiano. Questo ep è stato appunto ristampato in un’edizione limitata di 200 copie, grazie al buon successo avuto nella prima edizione. L’ascolto infatti è molto piacevole, il suono è ipnotico ed incalzante, come se fosse un trip lisergico in mezzo ad una terra molto calda, e il cantato in italiano valorizza enormemente il tutto. I testi parlano di storie viste attraverso un velo mitico, ma anche una lontananza molto vicina, e hanno bisogno della loro musica per essere capiti. A livello compositivo il lavoro è notevole, e e lo si sente in ogni frangente, e la musica si sposa benissimo con le parole. I Solaris non sono affatto un gruppo comune, questo ep lo grida ed è un’altra prova che a cercarlo abbiamo un underground unico in Italia, solo che a volte è più facile cercare altri prodotti in giro di minore qualità. Dentro questo ep c’è anche tanto sentimento, tanta voglia di vedere il leviatano per capire fino in fondo, senza fermarsi ad apparenze digitali. C’è un gusto di antico in questo disco, di pagano e di forte come l’odore dei boschi. Ascoltateli e fatevi un’idea, non vi stancherete di questo ep.

Tracklist
1.Luna
2.Nottetempo
3.Erode
4.Leviatano
5.Specchio

Line-up
Alberto Casadei
Paride Placuzzi
Lorenzo Bartoli
Alan Casali

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