Hungryheart – Hungryheart

La Tanzan Music ristampa una delle pietre miliari dell’hard rock melodico tricolore, il primo omonimo album degli Hungryheart, band capitanata dal duo Josh Zighetti (voce) e Mario Percudani (chitarra), uscito nel 2008, un anno fondamentale per lo sviluppo del genere nel nostro paese.

La Tanzan Music ristampa una delle pietre miliari dell’hard rock melodico tricolore, il primo omonimo album degli Hungryheart, band capitanata dal duo Josh Zighetti (voce) e Mario Percudani (chitarra), uscito nel 2008, un anno fondamentale per lo sviluppo del genere nel nostro paese.

Gli Hungryheart , attualmente al lavoro sul quarto album hanno, in questa decina d’anni, dato alle stampe altri due lavori: One Ticket to Paradise uscito nel 2010 e l’ultimo Dirty Italian Job licenziato tre anni fa, ma è indubbio che il valore artistico e temporale di Hungryheart sia rilevante nella scena melodica tricolore.
Per molti quella che diverrà la New Wave of Italian Melodic Rock ha i suoi natali proprio nel 2008 e tra le note di album come Hungryheart, uno straordinario quadro colorato di note melodiche, vivacizzato da una verve hard rock che prende ispirazione dalla scena statunitense degli anni ottanta.
La voce calda ed emozionale di Josh Zighetti e la chitarra che ricama note di raffinato rock a stelle strisce di Mario Percudani trovano la loro massima espressione in questa raccolta di brani che richiamano le atmosfere del rock duro racchiuse nel capolavori firmati Bon Jovi, Whitesnake e Danger Danger.
Inutile scrivere che Hungryheart punta dritto al cuore degli amanti del rock melodico, la band sforna una manciata di brani che vent’anni prima si sarebbero impossessati delle classifiche delle radio rock come Rock City, Stealing The Night e The Only One, con il singer, novello Jon Bon Jovi, a fare la differenza conquistando gli applausi degli appassionati.
L’album alterna brani di caldo rock melodico a frizzanti rock song losangeline (Innocent Tears), fino a toccare vette artistiche notevoli con l’hard rock tinto di blues di Hard Lovin’ Woman, brano tra Whitesnake e Led Zeppelin, sanguigno e letteralmente esplosivo.
Come scritto sopra la band italiana è al lavoro sul nuovo album, ma se vi siete persi questo bellissimo debutto, è ora di rimediare.

Tracklist
01. Rock City
02. Stealing The Night
03. River Of Soul
04. Hang On To Me
05. The Only One
06. Innocent Tears
07. Shadows
08. Hard Lovin’ Woman
09. Breath Away
10. It Takes Two
11. Gina
12. River Of Soul (2018 Revisited)
13.The Only One (2018 Acoustic Version)

Line-up
tracce #01 – #11
Josh Zighetti: voce / cori
Mario Percudani: chitarra / cori / voce su #04
Lele Meola: basso
Emilio Sobacchi: batteria tracce #12 / #13
Josh Zighetti: voce
Mario Percudani: chitarra / cori
Stefano Scola: basso Paolo Botteschi: batteria / percussioni

HUNGRYHEART – Facebook

HAUNTED

Il video di ‘Mourning Sun’, dall’album “Dayburner” (Twin Earth Records).

Il video di ‘Mourning Sun’, dall’album “Dayburner” (Twin Earth Records).

L’attesa è terminata!

Lo scorso venerdì le promesse del doom internazionale HAUNTED hanno pubblicato il loro nuovo album, “Dayburner” su Twin Earth Records.

Per celebrare l’occasione, la band ha lanciato il video del secondo singolo ‘Mourning Sun’.

Cristina Chimirri, cantante della band, dice del brano: “Quando ho scritto il testo di Mourning Sun, pensavo che spesso ci si sente inspiegabilmente pervasi da un ‘sentimento di Morte’, una sorta di richiamo a passare dall’altra parte, che molte persone vivono come allucinazione nel sogno. Ecco allora che si manifesta la volontà di generare l’incubo, il buio e la notte. Mirare dritto al Sole e spegnerlo”.

Il batterista Dario Casabona aggiunge: “L’incipit di un viaggio che dura un solo giorno, verso il nero”.

La creazione del video è stata affidata all’artista canadese, residente a Glasgow, Teresa Elizabeth Lobos.

Acquista “Mourning Sun” in digitale qui: https://hauntedband.bandcamp.com/track/mourning-sun

Recentemente la band ha pubblicato il video del primo singolo ‘Waterdawn’. Guardalo qui: https://www.youtube.com/watch?v=lys–E4K4QI

Acquista ‘Waterdawn’ in digitale qui: https://hauntedband.bandcamp.com/track/waterdawn

“Dayburner” è disponibile in diversi formati (CD via Twin Earth Records, musicassetta via Graven Earth Records, VINYL/2LP in edizione limitata via DHU Records in autunno):

CD – https://haunteditaly.bandcamp.com/album/dayburner
DIGITALE – https://hauntedband.bandcamp.com/album/dayburner-2018
MUSICASSETTA – http://www.gravenearthrecords.com/product/haunted-dayburner-cassette-preorder

Il nuovo capitolo, “Dayburner”, è stato registrato da Carlo Longo al NuevArte Studio di Catania. Il master è stato affidato al celebre Brad Boatright (Sleep, COC, Yob, Obituary e altri) all’Audiosiege Engineering di Portland, Oregon.

La suggestiva immagine della copertina è stata creata dalla famosa artista e fotografa Deborah Sheedy.

Tracklist:
Mourning Sun
Waterdawn
Dayburner
Communion
Orphic
Vespertine
No Connection With Dust
Lunar Grave

Gli HAUNTED portano alta la bandiera del doom con all’attivo l’omonimo album di debutto uscito nel 2016 che ha ricevuto feedback positivi della critica mondiale, consentendo alla band di dividere il palco con artisti quali Goblin di Claudio Simonetti, Candlemass e Hooded Menace oltre che partecipare a importanti festival come l’Into The Void e l’Eindhoven Metal Meeting 2017.

Haunted line-up:
Francesco Bauso – Chitarra
Dario Casabona – Batteria
Cristina Chimirri – Voce
Francesco Orlando – Chitarra
Frank Tudisco – Basso

Maggiori info:
facebook.com/hauntedband666/
hauntedband.bandcamp.com

Natas – Delmar

Delmar fu il primo lavoro degli argentini Natas, e per molti fu un disco epocale perché portava con sé la scoperta di un suono che stava nascendo in quel momento e che aveva le sue radici nel passato ma guardava in maniera diversa al futuro.

Delmar fu il primo lavoro degli argentini Natas, e per molti fu un disco epocale, perché portava con sé la scoperta di un suono che stava nascendo in quel momento e che aveva le sue radici nel passato ma guardava in maniera diversa al futuro.

La Argonauta Records di Genova ci propone la ristampa rimasterizzata dai nastri originali di questo grande disco, ai tempi per la Man’s Ruin Records. I Natas (leggete al contrario e troverete il marchio di fabbrica del più longevo manager della storia del rock), furono per lo stoner desert quello che i Sepultura furono per il death, ovvero mostrarono che anche in paesi diversi da quelli canonici si produceva un ottimo stoner, fatto in maniera innovativa e con una grande impronta personale. Dischi come questo sono stati possibili solo in quegli anni, che sono stati forse l’ultimo periodo veramente creativo della musica e non solo. In Delmar c’è tutto, dalle cose più Kyuss a passaggi fortemente grunge nella loro essenza. Questo disco è prima di tutto un viaggio, un’esperienza psichedelica con i Natas come sciamani che ci guidano in territori sconosciuti. Riascoltando Delmar possiamo ritrovare quel tocco magico, quella freschezza dell’onda marina che ti tocca sul bagnasciuga durante un rosso tramonto. I Natas sono un gruppo che evoca magia attraverso una musica che porta lontano, e forse questo album è stato il loro momento migliore, anche se i dischi successivi sono molto buoni, ma Delmar è un pilastro, un peyote da prendere quando si vuole, perché soddisferà sempre, ora ancora di più con i suoni ancora più nitidi. La capacità compositiva di questi argentini stupisce ancora adesso, e si capiscono ora la forze e l’influenza che hanno avuto su molti gruppi che li hanno seguiti. Dopo venti anni è ancora potentissimo e bellissimo.

Tracklist
1. Samurai
2. 1980
3. Trilogia
4. I Love You
5. Soma
6. Mux Cortoi
7. Delmar
8. Windblows
9. El Negro
10. Alberto Migré

Line-up
SERGIO CH. – GUITARRA Y VOCALS.
WALTER BROIDE – BATERIA.
GONZALO VILLAGRA – BASS.

NATAS – Facebook

Grave Upheaval – Untitled

Un album per pochi, un’opera nera che più che un ascolto diventa esperienza totale, un rituale di morte e profanazione della durata di quasi un’ora in cui tutto quello che avete vissuto e creduto lascia spazio alla paura.

Il duo australiano chiamato Grave Upheaval è da un po’ che circola nella scena estrema di stampo death/doom, anche se un preciso genere per descrivere la musica del misterioso duo proveniente dal Queensland è impresa quasi impossibile.

Attivi da una decina d’anni, i Grave Upheaval hanno dato alle stampe un primo lavoro sulla lunga distanza nel 2013, senza titolo e con una tracklist numerata al posto dei titoli.
Seguendo il primo capitolo, il nuovo album risulta una discesa negli inferi davvero inquietante, i due membri provenienti da Portal, Temple Nightside ed Impetuous Ritual, creano una soffocante atmosfera di morte, descritta dalla marcia lavica di un doom/death al limite, urla e growl provenienti da un abisso di sofferenza e a tratti sferzati da accelerazioni di stampo black.
Occultismo, morte, buio millenario, la paura primordiale si fa spazio in noi, mentre la nostra anima scende sempre più in basso, lascia per sempre la luce e grida la sua disperazione ed il buio perenne inesorabilmente la avvolge.
Untitled è un’opera nera che più che diventa esperienza totale, un rituale di morte e profanazione della durata di quasi un’ora in cui tutto quello che avete vissuto e creduto, lascia spazio alla paura.
E’ molto difficile giudicare un’ opera del genere, potrebbe piacervi e rimanerne affascinati, come rigettarla dopo pochi minuti: un album per pochi, anzi, pochissimi.

Tracklist
1.II-I
2.II-II
3.II-III
4.II-IV
5.II-V
6.II-VI
7.II-VII
8.II-VIII

Line-up
– Guitars, Bass, Vocals
– Drums

GRAVE UPHEAVAL – Facebook