DEICIDE

Il lyric video di “Excommunicated”, dall’album “Overtures Of Blasphemy” in uscita a settembre (Century Media Records).

Il lyric video di “Excommunicated”, dall’album “Overtures Of Blasphemy” in uscita a settembre (Century Media Records).

DEICIDE – disponibile il lyric video di “Excommunicated”
“Overtures Of Blasphemy”, il nuovo album della death metal band americana DEICIDE, sarà pubblicato il 14 settembre 2018 su Century Media Records. Oggi la band presenta il lyric video di “Excommunicated”, il primo singolo estratto.

Da oggi è anche disponibile il pre-order del disco a questo link, disponibile nei seguenti formati:
Standard CD Jewelcase
Ltd. box con CD, pendaglio, set di adesivi e toppa
LP
digitale
Ricordiamo artwork e tracklist di “Overtures Of Blasphemy”:

One With Satan
Crawled From The Shadows
Seal The Tomb Below
Compliments Of Christ
All That Is Evil
Excommunicated
Anointed In Blood
Crucified Soul Of Salvation
Defying The Sacred
Consumed By Hatred
Flesh, Power, Dominion
Destined To Blasphemy

DEICIDE is:
Glen Benton (vocals, bass)
Steve Asheim (drums)
Kevin Quirion (guitars)
Mark English (guitars)

Necroexophilia – Intergalactic Armageddon

Intergalactic Armageddon è un album ad uso e consumo dei fans più estremisti, un macigno violento che tra veloci scorrerie ritmiche, cadenzate e malate cavalcate brutal, lascia qualcosa per quanto riguarda la produzione e in una formula ripetuta all’infinito.

L’invasione aliena di cui i Necroexophilia si fanno portavoce non è senza dubbio pacifica: le creature venute dallo spazio profondo hanno conquistato il pianeta e schiavizzato gli esseri umani, annientati da tanta violenza e crudeltà.

Il duo proveniente dagli States racconta le atrocità riservate agli uomini da parte degli alieni, una carneficina raccontata al suono brutale di un slamming death metal senza compromessi, dove il growl è un abominio vocale proveniente da un abisso in chissà quale sperduto pianeta.
Secondo full length, dunque, per questo duo formato da Tommy Rouse al microfono e Justin McNeil che si divide tra batteria e chitarra, attivo da quattro anni e con il debutto (Frantic Visions Of A Xenogod) licenziato nel 2014, anno di inizio dell’invasione aliena.
Brutal death metal e grind si fondono per portare dolore e morte tra un’umanità ormai allo stremo, i rumori gutturali che accompagnano la musica estrema del combo vomitano blasfemie e crudeli racconti di sofferenza, dall’intro Multiverse Demolishment, passando per le nove tracce che compongono Intergalactic Armageddon: un album ad uso e consumo dei fans più estremisti, un macigno violento che tra veloci scorrerie ritmiche, cadenzate e malate cavalcate brutal, lascia qualcosa per quanto riguarda la produzione e in una formula ripetuta all’infinito.
Vero che il genere è questo, ma il duo appare leggermente statico nel seguire le alterne atmosfere con l’album che fatica a decollare, risultando sufficiente solo per i gusti di qualche fan del brutal death.

Tracklist
1.Multiverse Demolishment
2.Amongst The Cosmic Carnage
3.Intergalactic Armageddon
4.Imploding Sphere Of Mass Deformation
5.Hyperspace Homicide
6.Interstellar Universal Overpopulation
7.Abysmal Empyreal Upheaval
8.Ebullism Asphyxiation
9.Erupting Seas Of Noxius Plasma
10.Quantum Catastrophe

Line-up
Tommy Rouse – Vocals
Justin McNeil – Drums, Guitars

NECROEXOPHILIA – Facebook

Veratrum – Visioni

Il mini album “Visioni” dei Bergamaschi Veratrum, ci dimostra per l’ennesima volta – senza per forza fare del puerile campanilismo – quanto il nostro paese non abbia nulla da invidiare nel campo del black metal, in termini di capacità strumentali e di creatività musicale, a nazioni simbolo quali Norvegia, Svezia e Grecia.

Gli italiani Veratrum (death/blacksters con già all’attivo un demo, due album e due ep, compreso l’oggetto di questa recensione) devono il loro nome ad una particolare pianta (il Veratro, dal latino ‘vere’ – veramente e ‘atrum’ – nero) molto tossica, che annovera, tra le sue principali caratteristiche, quella di possedere il rizoma, una sorta di radice che si sviluppa (in genere orizzontalmente e quindi non in profondità) sotto terra.

Il rizoma permette la nascita di nuove gemme, anche se, in superficie, la pianta al termine del suo flusso vitale, muore.
Jung metaforizzò il rizoma:
“La vita mi ha sempre fatto pensare a una pianta che vive del suo rizoma: la sua vera vita è invisibile, nascosta nel rizoma. Ciò che appare alla superficie della terra dura solo un’estate e poi appassisce, apparizione effimera.” (Da sogni, ricordi e riflessioni).
Parafrasando, la vera natura dell’esistenza è inaccessibile (nel sottosuolo, eterna ed insondabile), mentre ciò che vediamo e viviamo giornalmente, risulta effimero e forse troppo spesso illusorio.
È questa, a mio modo di vedere, la chiave di lettura, di questo ep autoprodotto (uscito al momento unicamente in formato digitale): ricondurre il tutto ad un semplice album black death risulterebbe ingiustamente riduttivo per il quartetto di Bergamo.
Qui il sapore visionario (Visioni, appunto) ed onirico della vera essenza della vita universale, viene espresso in maniera ermeticamente sublime. Il messaggio che assimiliamo durante l’ascolto (il cantato in lingua madre, ci permette di assaporarne le mille sfumature) è di un qualcosa di non detto, di non visto, di metaforicamente sotterraneo, ma che ogni essere umano sa che esiste, e semplicemente lo disconosce, volutamente, forse per ignoranza, forse per atavico terrore.
“La verità non è sempre ciò che appare”- ci dice Tim Burton; occorre andare oltre, oltre il vero.
E allora ci immergiamo nel magistrale black death sinfonico del brano Oltre il Vero, dove i nostri ci accompagnano attraverso profezie di mondi sconosciuti, insegnandoci a vedere ad occhi chiusi. Musicalmente, un armonico mix di mid tempo death, intervallato da pesantissimi cadenzati tempi thrash, fa da cornice ad un black sinfonico, imponente, maestoso, mentre lo scream e il growl duettano alla perfezione, dettandone i ritmi sino alla fine, quasi facciano parte della base ritmica, e non delle parti vocali. Un bell’assolo, arricchito da un coro strepitoso e da synth tanto imponenti da sembrare suonati a quattro mani, ci conducono alla fine del brano: “Oltre il vero, Oltre il cosmo”. Dopo la breve Per Antares, più che un brano, un vero e proprio rituale cosmico dedicato alla Gigante Rossa della Costellazione dello Scorpione – Antares, ci godiamo L’Alchimista, brano essente di un Universo, al di là degli Universi conosciuti, che irrompe con un blast beat quasi perfetto, veloce, d’effetto, ed un scream malignamente oscuro; qui si va oltre il semplice tremolo, denotando una buona padronanza delle chitarre da parte di Haiwas e Rimmon. Non tarda a subentrare l’influsso death, che rallenta sì il brano, ma che ne orchestra divinamente la struttura. Ed è proprio l’alternanza di black e death, armoniosamente miscelati dai synth e da antiche salmodie, ad arricchire un brano mai monotono, da assaporare, ad occhi chiusi, godendone le visioni, che esso ci provoca. “Vedrò lo Scorpione, il suo occhio rosso…” cantano i nostri, ed il viaggio verso verità inimmaginabili, al di là del mondo conosciuto, è quasi terminato. Visioni ed onirico, riferimenti ad Antichi Dei ancestrali, di un testo che pare scritto da (o in omaggio di) H.P.Lovecraft, rappresentano il corpo del brano La Stella Imperitura, la cui anima musicale, maestosamente sinfonica, si solidifica, diventando un tutt’uno con il corpo. Clean, growl e scream danzano, al ritmo di un meraviglioso black, a tratti terribilmente veloce, ed oramai pregno di basi death metal che rendono il sound dei Veratrum, uno splendido connubio di due stili musicali, simili tra loro, ma che, solo se sapientemente armonizzati, come in Visioni, sanno dispensare linfa vitale e musicale. “Qui siamo pronti per salire…” prima strofa del brano che ci prepara al lungo viaggio, fermi sulla soglia, di Limen Operis, ultima chicca strumentale, leggiadro e soave accompagnamento, verso verità sconosciute.
Resta la speranza di veder uscire Visioni anche su cd, il digitale non mi appaga… scusate se sono un tradizionalista, vecchio o meglio antico, almeno quanto Cthulhu.

Tracklist
1.Oltre il Vero
2.Per Antares
3.L’Alchimista
4.La Stella Imperitura
5.Limen Operis

Line-up
Haiwas – Vocals, Guitars, Orchestrations
Rimmon – Guitars, Vocals
Marchosias – Bass
Sabnok – Drums

VERATRUM – Facebook

Osada Vida – Variomatic

Variomatic è un lavoro che vuol essere raffinato e a tratti ci riesce, ma risulta discontinuo nel tenere alta l’attenzione dell’ascoltatore.

Le strade del rock progressivo questa volta ci portano verso est e precisamente in Polonia, dove gli Osada Vida, una delle band di genere più popolari da quelle parti, licenziano il loro settimo full length intitolato Variomatic.

Il gruppo dà quindi un seguito al precedente Particles, uscito tre anni fa, senza cambiare nulla della solita formula che li vede approcciarsi ad un progressive rock tra tradizione settantiana ed ispirazioni in linea con i nuovi protagonisti odierni del genere.
Variomatic risulta quindi un quadro musicale vario, nutrito da molti dei colori del rock progressivo e lontano da quelle soluzioni heavy ormai di prassi nel genere.
Tastiere presenti in abbondanza, ritmiche che non alzano mai il tono soft e chitarre che a tratti si sfogano in solos raffinati, smarriscono parzialmente il loro impatto quando la voce, troppo monocorde, prende il sopravvento ed appiattisce l’atmosfera di brani tecnicamente suonati discretamente ma che non trovano mai la chiave emozionale giusta.
Di fatto, Variomatic è un lavoro che vuol essere raffinato e a tratti ci riesce, ma risulta discontinuo nel tenere alta l’attenzione dell’ascoltatore alle prese con brani come l’opener Missing o l’ottima Catastrophic, dalle reminiscenze progressive di estrazione britannica, episodi che consentono di elevare il valore dell’album fino alla sufficienza.
Yes, Steve Wilson e il new prog inglese sono sicuramente i paragoni più calzanti con il sound di Variomatic, un album che difficilmente uscirà dai confini del genere e quindi dai gusti degli amanti del progressive rock.

Tracklist
1.Missing
2.Eager
3.Fire Up
4.The Line
5.The Crossing
6.Melt
7.Catastrophic
8.In Circles
9.Good Night Return
10.Nocturnal

Line-up
Łukasz Lisiak – bass
Janek Mitoraj – guitars
Rafał “r6” Paluszek – keys
Marek Romanowski – drums

OSADA VIDA – Facebook