Eidulon – Combustioni

Combustioni è un lavoro di enorme pregio, che merita l’attenzione di un gran numero di appassionati nonostante la naturale ritrosia da parte di qualcuno nel lasciarsi piagare le carni dalle sonorità aspre e profonde messe in campo da Gemelli.

La sperimentazione ha un senso solo quando non è fine a sé stessa, su questo non ci sono dubbi: solo se vengono rispettate tali condizioni anche le sonorità più ostiche hanno la possibilità di ottenere la giusta attenzione da parte di una fascia di ascoltatori,dotata comunque di un’attitudine all’ascolto non comune.

Il progetto denominato Eidulon possiede tutti questi crismi, forse perché nonostante una lungo silenzio l’ottimo Francesco Gemelli (che molti conosceranno anche per il suo prezioso operato in qualità di grafico) dimostra una padronanza totale della materia, modellandola e piagandola alle proprie esigenze, sfruttando al meglio in tal senso il contributo degli ospiti chiamati a collaborare alla riuscita di Combustioni.
L’album è un contenitore colmo di materia pericolosa ed instabile, sotto forma ora di dark ambient, ora di un industrial dalle sfumature apocalittiche; il tratto comune del lavoro è, però, un incedere talvolta solenne che viene sfregiato dalle prestazioni vocali di ospiti di primo piano come Nordvagr (MZ.412) e Luca Soi, il cui apporto si rivela senz’altro attrattivo anche per gli appassionati di doom, senza dimenticare il significativo apporto fornito da altri nomi di spessore quali Kammarheit, Caul e Naxal Protocol.
Indubbiamente , se il brano che vede all’opera uno dei protagonisti dell’epopea della Cold Meat Industry (A Shimmer In The Void), si rivela una delle massime espressioni possibili che si possano esibire in quest’ambito, non è certo da meno una traccia a dir poco impressionante come Grande Rosso, nella quale Luca Soi abbandona le tonalità evocative utilizzate nel recente capolavoro dei Void Of Silence per ergersi sinistro nel declamare un testo in lingua madre al di sopra di un tappeto sonoro altamente minaccioso.
L’organo che si insinua tra le pieghe The Hierarchy Of The Inner Planes (ancora con Nordvagr e con il fattivo contributo di Naxal Protocol) è qualcosa di destabilizzante, così come l’instabile quiete evocata dai vocalizzi di Soi in Immanence, dove spicca l’apporto di Brett Smith (Caul).
Kammarheit non può che essere chiamato in causa nella traccia più canonicamente dark ambient del lotto, Averni Flammas Transivi, mentre i due brani del tutto appannaggio di Gemelli aprono e chiudono il lavoro in maniera esemplare, con In Igne Revelabitur, dal riferimento nel titolo al quel fuoco che è una sorta di filo conduttore del disco, dedicato all’artista Alberto Burri capace di utilizzare appunto questo elemento come pennello (la magnifica copertina richiama il tutto in maniera eloquente), e con Stratificazione Settima, superbe prove di dark ambient disturbante e allo stesso tempo avvolgente.
Combustioni è un lavoro di enorme pregio, che merita l’attenzione di un gran numero di appassionati nonostante la naturale ritrosia da parte di qualcuno nel lasciarsi piagare le carni dalle sonorità aspre e profonde messe in campo da Gemelli.

Tracklist:
1.In Igne Revelabitur
2.A Shimmer In The Void (feat. Nordvargr)
3.Grande Rosso (feat. Luca Soi)
4.Averni Flammas Transivi (feat. Kammarheit)
5.The Hierarchy Of The Inner Planes (feat. Naxal Protocol & Nordvargr)
6.Immanence (feat. Caul & Luca Soi)
7.Stratificazione Settima

EIDULON – Facebook

ShakesnaKe – Dynamite

Dynamite è composto da quattro brani diretti e senza fronzoli, quattro scariche adrenaliniche che accomunano per ispirazione varie icone del genere: di Motley Crue agli Skid Row, dai Twisted Sister ai Kiss, per un sentito e riuscito tributo ad uno dei periodi più splendenti per la nostra musica preferita.

L’hard rock stradaiolo proveniente dal Sunset Boulevard in quel di Los Angels tra i colori accesi degli spandex di metà anni ottanta, continua ad ispirare le nuove generazioni in un continuo party, relegato ormai all’underground ma in grado di smuovere montagne a colpi di adrenalinico rock’n’roll.

La Volcano Records, giovane label con un occhio di riguardo per le sonorità hard rock, licenzia Dynamite, nuovo esplosivo ep dei milanesi ShakesnakE, quintetto lombardo capitanati dal chitarrista e fondatore Roxy Snake.
Attivo dal 2013 e con qualche cambio nella line up da archiviare, il gruppo si presenta con un bagaglio di esperienza da cover band dei nomi classici dell’hard/street rock ottantiano e da qui prende spunto per creare il proprio sound.
Dynamite è composto da quattro brani diretti e senza fronzoli, quattro scariche di elettricità che accomunano per ispirazione varie icone del genere: dai Motley Crue agli Skid Row, dai Twisted Sister ai Kiss, per un sentito e riuscito tributo ad uno dei periodi più splendenti per la nostra musica preferita.
Si preme play e I Still Carry On vi catapulta direttamente sulle strade luccicanti davanti ad uno dei tanti locali che resero la città degli angeli la mecca per i rockers dai capelli cotonati; Same Old Shit conferma le prime impressioni destate dall’opener: gli ShakesnakE si presentano come belve affamate, azzannano e strappano carni con riff scolpiti sui muri del Whiskey a Go Go, attitudine e passione che esce prepotentemente da ogni nota di Lady Dynamite e dalla conclusiva Like A Loaded Gun.
Un cantante dotato di un timbro metal (Riky”basto” Snake) imprime una grinta heavy da non sottovalutare e, come il titolo promette, il lavoro risulta una piccola bomba pronta ad esplodere.
In attesa di sviluppi discografici sulla lunga distanza, Dynamite si può certamente considerare un biglietto da visita di tutto rispetto per gli ShakesnakE.

Tracklist
1. I Still Carry On
2. Same Old Shit
3. Lady Dynamite
4. Like A Loaded Gun

Line-up
Roxy Snake- rythm guitar and backing vocals
Riky”basto” Snake-vocals
Red Snake-lead guitar
Lixxy Snake- bass
J.J. “bala”Snake-Drums

SHAKESNAKE – Facebook

ISA – Chimera

Un lavoro che affiora come una piacevole sorpresa dall’underground estremo e che merita di non essere ignorato.

Nell’ultimo anno le uscite estreme di stampo progressivo ed ultra tecnico non mi avevano impressionato un gran che.

A parte i lavori sempre più importanti della frangia progressiva del metal estremo scandinavo, come Barren Earth o Leprous, o quelle che hanno investito il mercato di sublime qualità e provenienti dalla lontana India (Demonic Resurrection e Fragarak), le tante opere che sono arrivate in redazione per quanto riguarda il genere hanno lasciato l’amaro in bocca per un songwriting soffocato dalla ossessiva ricerca del funambolico tecnicismo fine a se stesso.
Questa one man band statunitense chiamata ISA, realtà progressiva appannaggio del polistrumentista e compositore Dan Curhan, invece, riesce nel non facile intento di regalare agli amanti del metal estremo progressivo un’opera che torna a dare importanza alla forma canzone, in un’emozionante saliscendi di note estreme, jazz e deliberatamente psichedeliche.
Nove movimenti più intro ed outro, nove brani costruiti su stratificazioni musicali che vedono il death metal come base solida su cui lavorare, tra sperimentazioni e psychedelic rock d’avanguardia, un sodalizio riuscito tra metal estremo e un unione di stili che si può sicuramente chiamare rock, ma che trova nell’anima sperimentale dei Cynic la sua naturale ispirazione.
Si sale sull’ottovolante ISA per non fermarsi più, almeno per una quarantina di minuti, tra tecnica sopraffina ma elegante, sfuriate ritmiche ed atmosfere che alleggeriscono la pressione, ma non la tensione come se si aspettasse che qualcosa accada, da un momento all’altro (Freedom).
Splendidi i ricami progressivi sulla notevole Heathens e spettacolari le corse sullo spartito della feroce Evil, un paio di brani che risultano il perfetto sunto di quello che ha composto Dan Curhan.
Un lavoro che affiora come una piacevole sorpresa dall’underground estremo e che merita di non essere ignorato.

Tracklist
1.[dusk]
2.STAGE I – Descent
3.STAGE II – Fear
4.STAGE III – Heathens
5.STAGE IV – Evil
6.STAGE V – Reflection
7.STAGE VI – Lust
8.STAGE VII – Freedom
9.STAGE VIII – Ocean
10.STAGE IX – Recursion
11.[dawn]

Line-up
Dan Curhan – Everything

ISA – Facebook

Teksti-TV 666 – Aidattu tulevaisuus

Il disco è frutto di una rara ispirazione, nel senso che questi ragazzi sono un amalgama difficilmente ripetibile: la loro musica genera un terremoto di meraviglia, con tanti generi che si fondono con l’obiettivo comune di portare l’ascoltatore in un altro luogo.

I finlandesi Teksti-TV 666 sono uno dei gruppi più interessanti e validi del panorama mondiale, e dovete sentirli per crederci.

Non fanno un genere ben preciso, a meno che non si trovi un nome per lo shoegaze che si fonde con il punk ed il garage, o per la psichedelia che diventa hardcore. Tutto ciò lo si era già sentito nel loro magnifico debutto del 2016, che li ha poi portati in giro con i Kvertelak, un altro gruppo eccellente e dalla difficile classificazione, e qui nella seconda opera raggiungono un livello ancora maggiore, se possibile. Questo disco non è un lp né un ep, ma un qualcosa che è atterrato sul nostro pianeta e che è un oggetto musicale non identificato. Dentro possiamo trovarci di tutto, dallo shoegaze pesante al surf che si dilata in un trip di dieci minuti, alla new wave che entra in territori nuovi ed inesplorati, il tutto distorto e suonato in una maniera inedita. I Teksti-TV 666 riescono a portare le contraddizioni in musica, ed in maniera assolutamente felice. Il disco è davvero difficile da descrivere, perché genera sensazioni molto forti che ognuno interpreterà in maniera diversa, ed è frutto di una rara ispirazione, nel senso che questi ragazzi sono un amalgama difficilmente ripetibile: la loro musica genera un terremoto di meraviglia, con tanti generi che si fondono con l’obiettivo comune di portare l’ascoltatore in un altro luogo. Non bisogna pensare tanto, ma lasciarsi trasportare da questo disco lasciandolo scorrere e, come un’esperienza sciamanica, lui verrà da voi e vi condurrà dove vorrà.

Tracklist
1 Turbo-Mondeo
2 Aidattu tulevaisuus
3 Rauhankone
4 Serverny
5 Katko

TEKSTI TV 666 – Facebook

THE ETERNAL

Il lyric video di ‘In the Lilac Dust’, dall’album ‘Waiting for the Endless Dawn’.

Il lyric video di ‘In the Lilac Dust’, dall’album ‘Waiting for the Endless Dawn’.

The Eternal have released the first single from their upcoming album ‘Waiting for the Endless Dawn’. ‘In the Lilac Dust’, which features the enigmatic voice of Mikko Kotamäki from Finnish doom legends Swallow The Sun, is available on all major online services such as Spotify, iTunes & Apple Music through Finnish Label Inverse Records. A Lyric video for the track can also be viewed at the Inverse Records youtube channel.

The current incarnation of the band featuring Mark Kelson (Alternative 4, Insomnius Dei, Cryptal Darkness), Martin Powell (My Dying Bride, Cradle of Filth, Anathema), Marty O’Shea (Dreadnaught) & Dave Langlands alongside the addition of renowned Australian guitarist Richie Poate (Dreadnaught). The band have spent over 3 years writing and recording what can be best described as the bands darkest & heaviest album to date.

Waiting For The Endless Dawn proves to be a heavy hearted, dark statement in the bands diverse and long career, which will see the band endeavouring to tour extensively and performing the album in it’s entirety in 2018 and beyond.

www.the-eternal.com
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http://theeternal.bandcamp.com
https://www.instagram.com/theeternalofficial/