Eriphion – Hossana

Pur se punteggiata da qualche imperfezione, quest’opera prima targata Eriphion appare davvero interessante e per nulla banale, grazie ad una costruzione dei brani sempre attenta al coinvolgimento dell’ascoltatore, sia dal punto di vista lirico che musicale.

Hossana è l’ep d’esordio degli Eriphion, progetto solista del misterioso musicista greco M.

Siamo in presenza di un black metal grezzo, sincero e ricco di magnifici spunti, pur se sepolti da una produzione rivedibile (con la voce, come spesso accade, piuttosto penalizzata) e accompagnata da un lavoro percussivo a dir poco naif.
Ciò che rende questo lavoro apprezzabile alle mie orecchie è la capacità del nostro di rendere piuttosto attraente la sua offerta, imbroccando incisive linee melodiche che si reiterano piacevolmente all’interno dei singoli brani (My Fate in particolare).
La title track si snoda furiosa ma non priva di un appeal epico e melodico, Forever Me si palesa come un più solenne mid tempo, mentre The Forest si attesta su ritmiche analoghe sulle quali si staglia una melodia chitarristica dolente e cullante allo stesso tempo.
Pur se punteggiata da qualche imperfezione, quest’opera prima targata Eriphion appare davvero interessante e per nulla banale, grazie ad una costruzione dei brani sempre attenta al coinvolgimento dell’ascoltatore, sia dal punto di vista lirico che musicale.
Nel frattempo dovrebbe essere uscito il primo full length, sempre autoprodotto, all’interno del quale lodevolmente paiono non esserci brani presenti in questo ep, segno che M. ha parecchio da dire e non vuole perdere ulteriore tempo. Se anche questo lavoro verrà sottoposto alla nostra attenzione sarà l’occasione per verificare il reale spessore compositivo del musicista ellenico.

Tracklist:
1. Hossana
2. My Fate
3. Forever Me
4. The Forest

Line-up:
M. – all instruments, vocals

ERIPHION – Facebook

Unanimated – Annihilation

Annihilation arriva come un devastante fulmine nordico a ribadire la forza espressiva di questa band, e speriamo davvero che un prossimo full length sia tra le priorità di Micke Broberg e compagni.

Tra le grandi band del panorama death black scandinavo non ci si può certo dimenticare degli Unanimated, un quintetto di diabolici misantropi del metal estremo che dal 1988 lascia a noi mortali poche ma notevoli opere di metallo dannato ed oscuro.

Il vivere nell’ombra di un mercato lontano dal loro pensare li ha portati in tutti questi anni a licenziare solo tre full length, un paio di demo nei primi anni novanta e questo nuovo ep che sancisce il patto con la Century Media e un ritorno (si spera) a lungo termine.
Il capolavoro Ancient God Of Evil, uscito un paio di anni dopo il debutto In the Forest of the Dreaming Dead, aveva incendiato la scena svedese nella prima metà degli anni novanta, periodo in cui nella fredda Scandinavia si creavano opere immortali, poi il lungo silenzio durato quattordici anni, l’uscita del bellissimo In the Light of Darkness nel 2009 e la band a ritornare nell’ombra, con i suoi componenti a lasciare marchi diabolici importanti con altre realtà.
Annihilation, accompagnato da una fantastica copertina old school, presenta gli Unanimated versione 2018 con Richard Cabeza al basso, Micke Broberg alla voce, Johan Bohlin e Jonas Deroueche alle chitarre e Anders Schultz alla batteria.
I quattro brani dimostrano che, quando questi cinque musicisti si riuniscono sotto il monicker Unanimated, non c’è ne per nessuno: Adversarial Fire torna come se il tempo si fosse fermato a glorificare il male con il più puro death/black di matrice swedish, genere che il gruppo di Stoccolma sa suonare come pochi.
From A Throne Below è un brano dal flavour epico, la band si avvicina al sound dei Watain con cui divise il palco poco tempo fa, tra di cambi di tempo, parti velocissime e thrashy ed altre più cadenzate.
L’atmosfera funerea di Of Fire And Obliteration ed il suo andamento acustico porta alla title track, un monumento al genere, swedish death metal alimentato dalla nera fiamma così come vuole la tradizione.
Gli Unanimated sono tornati, Annihilation arriva come un devastante fulmine nordico a ribadire la forza espressiva di questa band, e speriamo davvero che un prossimo full length sia tra le priorità di Micke Broberg e compagni.

Tracklist
1.Adversarial Fire
2.From a Throne Below
3.Of Fire and Obliteration
4.Annihilation

Line-up
Richard Cabeza – Bass Guitar
Jojje Bohlin – Guitars
Micke Broberg – Vocals
Jonas Derouche – Guitars
Anders Schultz – Drums

UNANIMATED – Facebook

Bloodshed Walhalla – Ragnarok

Drakhen prende i Bathory e Quorthon come modello ma va ben oltre, costruendo una musica davvero epica e pregna di significato, come quando si riporta alla luce un manoscritto antico che fa parlare di nuovo colui o coloro che lo scrissero.

Torna il polistrumentista Drakhen con la sua incarnazione Bloodshed Walhalla e il suo viking folk metal dalla grande attrattiva.

La vita di Bloodshed Walhalla comincia nel 2006, con l’intento di creare un gruppo per rifare le canzoni dei Bathory nel loro periodo viking metal. Draken è molto prolifico e dopo i primi tre demo arriva il debutto su lunga distanza nel 2010 con The Legends Of A Viking, un disco molto importante per il genere viking metal alle nostre latititudini, che porta avanti il discorso musicale e soprattutto culturale iniziato da Quorthon in Svezia conquistando poi tutto il mondo. Nel 2012 Bloodshed Walhalla compare sul tributo ai Bathory Voices From Valhalla – A Tribute To Bathory dell’inglese Godreah Records, con il bellissimo brano The Sword. Nel 2014 esce l’ep Mather, cantato in lucano, che precede Thor del 2017, uno dei più bei lavori viking folk metal sia italiano che europeo. Ed eccoci arrivati a Ragnarok, che vede l’approdo del progetto di Draken su Hellbones Records, ed è di nuovo magia. Dopo aver introdotto con l’ep Mather il moog nel suo novero di strumenti, Draken porta la sua musica ad un livello ancora superiore rispetto al già ottimo Thor. Bisogna però dire che quella di Bloodshed Walhalla non è solo musica, ma un qualcosa di atavico che vive dentro di noi e che aspetta un detonatore come questo disco per uscire. Nelle quattro lunghe tracce che arrivano a totalizzare 64 minuti il vichingo di Matera ci porta spiritualmente e non solo, in mezzo ai vichinghi, con i loro usi e costumi, immergendosi in quella natura che abbiamo ucciso e che non fa più parte della nostra visione di vita, se non in termini di affari e sfruttamento. Ragnarok è la perfetta dimostrazione di cosa possa essere il viking metal che tanti disprezzano o snobbano, mentre chi lo ama è orgogliosamente consapevole che non è un genere per tutti. C’è qualcosa in questa musica, e Ragnarok ne è pienamente intriso, in questa commistione fra chitarre distorte, con la batteria che avanza impetuosa e spesso con la doppia cassa, un cantato ora aggressivo ora sognante, e le tastiere che si fondono perfettamente con il resto, che rimanda ad un’atavica magia, un archetipo rimasto sopito per troppo tempo e che vuole risvegliarsi. Ragnarok è magnifico, come è più di Thor, e continua una visione musicale pressoché unica in Italia e non solo. Drakhen prende i Bathory e Quorthon come modello ma va ben oltre, costruendo una musica davvero epica e pregna di significato, come quando si riporta alla luce un manoscritto antico che fa parlare di nuovo colui o coloro che lo scrissero. Le canzoni sono tutte di ampio respiro e francamente bellissime. Un disco che lascerà un segno in tempi dominati dal nulla.

Tracklist
1. Ragnarok
2. My Mother Earth
3. Like Your Son
4. For My God

Line-up
Drakhen: vocals, all instruments

BLOODSHED WALHALLA – Facebook

Beyond Deth – The Age Of Darkness

Il gruppo statunitense è perfettamente in grado di far convivere le varie anime che aleggiano all’interno di questa raccolta di brani dallo spirito oscuro e battagliero ma con un lato melodico ben definito.

The Age Of Darkness è il debutto su lunga distanza dei Beyond Deth, band proveniente da Chicago e attiva dal 2013.

Il genere proposto è un ottimo thrash metal dalle atmosfere oscure, ben strutturato e pregno di melodie heavy.
L’album è composto da nove brani più intro, si odono echi di power metal statunitense che affiorano tra le trame dark del lavoro, maligno quanto basta per piacere ad un raggio abbastanza ampio di ascoltatori.
Infatti, i brani alternano sfuriate black/thrash a cavalcate metal che ammiccano alla tradizione: esempio lampante Burn His Eyes, traccia che come un vento di burrasca sfoga la sua furia con ritmiche black, per poi sciorinare riff di scuola thrash ed heavy come una versione black degli Iced Earth di Burnt Offerings.
Bellissimi sono gli interventi acustici che, senza smorzare l’atmosfera infernale che aleggia sull’opera, donano momenti di ampio respiro, mentre è già ora di un furioso headbanging con la devastante title track.
Iced Earth ed Arch Enemy si contendono la paternità di Memories Of War, prima che un assolo di stampo death arrivi come un tornado e che Search The Stars, preceduta dagli arpeggi acustici di Instrumental, riassuma il sound e le tutte influenze che hanno ispirato The Age Of Darkness.
Il gruppo statunitense è perfettamente in grado di far convivere le varie anime che aleggiano all’interno di questa raccolta di brani dallo spirito oscuro e battagliero ma con un lato melodico ben definito.

Tracklist
1.Enter The End
2.The Cold
3.Age Of Darkness
4.Burn His Eyes
5.Beyond Deth
6.Rip Out Your Soul
7.Memories Of War
8.Goddess Isis
9.Instrumental
10.Search The Stars

Line-up
Jon Corston – Guitars, Vocals
Matt Baranski – Drums
URL Facebook

BEYOND DETH – Facebook

ROTTING CHRIST

Il lyric video di “Pir Threontai” dall’album ‘AEALO’ (Season Of Mist).

Il lyric video di “Pir Threontai” dall’album ‘AEALO’ (Season Of Mist).

In celebration of the re-release of the album ‘AEALO’, Greek metallers ROTTING CHRIST have unveiled a brand new lyric video for the track “Pir Threontai”.
The band is currently in the studio recording their new album which will be released on Season of Mist in 2019.

Rotting Christ – Lyric video for ‘Pir Threontai’
On further news, the band has announced new European tour dates in support of the mighty WATAIN this November. The band will kick off “The Trident’s Curse” tour at the Byhaven Pumpehusetn, Copenhagen (DK) on November 2, 2018 and sees the band rampaging through 10 more countries until a final curtain at the Doornroosje, Nijmegen (NL). At all shows, PROFANATICA will open the ceremony. See below for an updated list of all confirmed shows.

ROTTING CHRIST festivals
17 Aug 18 Borre (NO) Midgardsblot Festival

ROTTING CHRIST
+WATAIN +PROFANATICA
02 Nov 18 Copenhagen (DK) Byhaven Pumpehuset
03 Nov 18 Leipzig (DE) Hellraiser
04 Nov 18 Warsaw (PL) Progresja
06 Nov 18 Prague (CZ) MeetFactory
07 Nov 18 Budapest (HU) Barba Negra Music Club
09 Nov 18 Munich (DE) Backstage
10 Nov 18 Zug (CH) Chollerhalle
11 Nov 18 Trezzo sull ‘Adda (IT) Live Club
12 Nov 18 Colmar (DE) Le Grillen
14 Nov 18 Barcelona (ES) Razzmatazz 2
15 Nov 18 Madrid (ES) Chango
16 Nov 18 Limoges (FR) Centre Culturel John Lennon
17 Nov 18 Paris (FR) La Trabendo
18 Nov 18 Bucharest (RO) Metal Gates
20 Nov 18 Saarbrücken (DE) Garage
21 Nov 18 Mannheim (DE) MS Connexion Complex
22 Nov 18 Berlin (DE) Astra Kulturhaus
23 Nov 18 Antwerpen (BE) TRIX
24 Nov 18 Bochum (DE) Matrix
25 Nov 18 Nijmegen (NL) Doornroosje
ROTTING CHRIST will be playing in support of their latest full length ‘Their Greatest Spells’. The artwork, tracklist and album info can be viewed below.

Track-list

CD 1
1. The Sign of Prime Creation (3:21)
2. Athanati Este (5:39)
3. Non Serviam (5:11)
4. King of a Stellar War (6:14)
5. Nemecic (4:15)
6. Grandis Spiritus Diavolos (5:51)
7. Art of Sin (5:17)
8. Dying (4:49)
9. Archon (4:09)
10. Serve In Heaven (3:52)
11. Astral Embodiment (5:29)
12. After Dark I Feel (4:32)
13. Sorrowfull Farewell (4:51)
14. In Yumen-Xibalba (6:24)
15. Elthe Kyrie (4:49)
16. Cold Colours (3:36)
Total: 1:18:19

CD 2
1. The Sign of Evil Existence (1:59)
2. Fgmenth Thy Gift (4:28)
3. Ze Nigmar (4:42)
4. Phobo’s Synagogue (4:30)
5. Demonon Vrosis (4:54)
6. …Pir Threontai (4:47)
7. Kata Ton Daimona Eaytoy (4:53)
8. Among Two Storms (4:09)
9. Semigod (4:39)
10. Welcome to Hel (4:26)
11. A Dynasty from the Ice (4:28)
12. Shadows Follow (4:33)
13. Forest of N’gai (5:49)
14. Feast of the Grand Whore (3:16)
15. Exiled Archangels (5:06)
16. Saturn Unlock Avey’s Son (6:21)
17. I Will Not Serve (3:55)

Total: 1:16:55

ROTTING CHRIST have reached another peak in their long career that now spans over more than three decades. The Greeks have literally stood the test of time. With a steady core line-up and their well-honed live delivery, ROTTING CHRIST are filling concert halls and reap enthusiastic crowd reactions wherever they go. This demonstration of love from their followers is not just driven by nostalgia as the band has managed to evolve and grow, while staying relevant beyond the classics with their highly acclaimed latest albums such as ‘Aealo’ (2010), ‘Κατά τον δαίμονα εαυτού’ (2013), and ‘Rituals’ (2016).

With more than 30 years, 12 studio albums, a dozen EPs, singles and split releases, as well as more than 1.250 shows under their belt, it is about high time to take a retrospective look at this band’s fascinating musical development by picking a select choice of key tracks covering the many facets of ROTTING CHRIST that have sparkled over the years. With such a massive catalogue such an undertaking will always lead to controversy about certain additions as well as omissions from the final list, but the involvement of frontman Sakis Tolis in this extremely difficult task ensures that the result is at least relevant.

ROTTING CHRIST were founded by Sakis Tolis and his brother Themis in the year 1987. Starting out on a basis of death and grind, the Greeks had already embarked on a darker musical journey by the time their debut full-length ‘Thy Mighty Contract’ (1993) was revealed. On the following seven albums covering a ten-year period from ‘Non Serviam’ (1994) to ‘Sanctus Diavolos’ (2004), ROTTING CHRIST steadily defined their own distinct style by experimenting with elements from death, heavy, and gothic metal without betraying their black roots. At the same time, the band went from underground heroes to headliner status. With the highly acclaimed ninth album, ‘Theogonia’ (2007), the Greek stalwarts added an unmistakable native element to their sound, which has remained with them as a signature trademark ever since. Exploring the mythical legacy of cultures around the globe let to ROTTING CHRIST’s massively successful latest release, ‘Rituals’. With ‘Their Greatest Spells’, the Greek metal icons musically revisit their exciting legacy and even contribute a brand new track entitled “I Will Not Serve” to connect their past with the present.

Line-up
Sakis: vocals, guitars
Themis: drums
Van Ace: bass
George: guitars

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