Vanhävd – Låt köttet dö

I Vanhavd mettono in mostra un sound decisamente personale, all’interno del quale trovano spazio in misura equilibrata melodia e robustezza del riffing, rallentamenti asfissianti e intriganti accelerazioni ritmiche, per un risultato oggettivamente esaltante per chi ama il genere.

Låt köttet dö (lascia morire la carne) è l’ep d’esordio per questo impressionante gruppo svedese denominato Vanhävd (scomparso).

La traduzione del monicker e del titolo dell’album, ovviamente, ci portano su territori in cui il dolore che si fa musica è di casa, ed infatti i nostri ci offrono circa venticinque minuti di magistrale death doom.
Influenzato concettualmente dal pensiero del filosofo antinatalista norvegese Peter Wessel Zapffe, il gruppo mette in mostra un sound decisamente personale, all’interno del quale trovano spazio in misura equiblirata melodia e robustezza del riffing, rallentamenti asfissianti e intriganti accelerazioni ritmiche, per un risultato oggettivamente esaltante per chi ama il genere.
La title track dice molto sulle potenzialità della band scandinava, con il suo incipit drammatico e l’inquietante melodia chitarristica screziata dal canto feroce di Adam Skog, e non è da meno Om den vulgära farsens nonsense, inaugurata da un sempre poco rassicurante suono di carillon che prelude ad una splendida e struggente armonia creata dal tremolo chitarristico, mentre la conclusiva Drömmaren offre una fase centrale all’insegna di un disperato black doom.
Oltre alla qualità sorprendente della musica offerta, propedeutico ad un possibile futuro capolavoro su lunga distanza, è un grande merito quelli dei Vanhävd l’aver di fatto divulgato il pensiero di Zappfe, sbrigativamente liquidato come un manifesto di pessimismo quando, invece, sarebbe molto più onesto definirlo crudo realismo: mai come di questi tempi le sue parole acquistano ancor più peso specifico.
Niente esiste senza di lui (l’uomo) , tutte linee convergono verso di lui, il mondo non è altro che uno spettrale eco della sua voce. Salta in piedi urlando a squarciagola, vorrebbe vomitare se stesso sulla terra insieme al suo impuro pasto; sente incombere la pazzia e vorrebbe darsi la morte prima di perderne la capacità.
Ma mentre soppesa l’imminente morte, ne afferra anche la natura e le cosmiche implicazioni. La sua immaginazione creativa costruisce nuove spaventose prospettive dietro la cortina della morte e vede che anche lì non c’è salvezza.
Adesso può discernere i contorni dei propri termini biologico – cosmici: egli è il prigioniero senza speranza dell’universo, destinato a prospettive ignote
Da quel momento è in uno stato di panico senza fine.”

Tracklist:
1. Låt köttet dö
2. Om den vulgära farsens nonsens
3. Drömmaren

Line-Up:
Emil Hlmgren – Bass
Michael Lofgren – Drums
Emil Ahlström – Guitars (lead)
Kristian Larsson – Guitars (rhythm)
Jonas Karlsson – Synthesizers
Alexander Kassberg – Synthesizers
Adam Skog – Vocals

VANHAVD – Facebook

Barros – More Humanity Please

Paul Barros, pur lasciando intravedere la sua ottima tecnica chitarristica, lascia la scena alle canzoni, ottimi esempi di hard rock melodico raffinato, a tratti graffiante ma pur sempre debordante di melodie.

Due passi nell’hard rock melodico di classe con questo splendido lavoro ad opera di Paul Barros, chitarrista dei portoghesi Tarantula, qui con il progetto solista che porta il suo nome ed una band che vede Pico Moreira alla batteria, Vera Sá al basso e soprattutto il singer Ray Van D, protagonista di una performance che ricorda i migliori interpreti del genere.

I Barros debuttano quindi con un album molto bello: il chitarrista pur lasciando intravedere la sua ottima tecnica strumentale, lascia la scena alle canzoni, ottimi esempi di hard rock melodico raffinato, a tratti graffiante ma pur sempre debordante di melodie.
Preceduto dal singolo My Everything, mixato e masterizzato da Harry Hess (Harem Scarem), More Humanity Please vive del talento dei suoi protagonisti, dal cantato di razza di Ray Van D alla chitarra di Barros, raffinata anche quando l’atmosfera si riempie di elettricità: dieci brani di classe, per una quarantina di minuti immersi nel caldo abbraccio del rock duro di matrice melodica, venato di aor e che richiama in molte tracce i Van Halen era Sammy Hagar.
Il singolo My Everything è la canzone perfetta per aprire l’album, grintosa con classe, pregna di melodie così come la seguente Disconnected, con l’album che decolla subito e prima della ballad Tearing As Apart, ci regala ancora due splendide hard rock songs; Kingdom For A Day e Take Me Us I Am.
More Humanity Please, brano che dà il titolo all’album è una ballad che profuma di west coast, mentre la conclusiva How Does It Feel è un grintoso hard rock che ci dà appuntamento al prossimo giro sulla giostra melodica condotta da Paul Barros e dalla sua band: il consiglio agli amanti del genere è quello di non perdersi questo meritorio lavoro.

Tracklist
1.My Everything
2.Disconnected
3.My Kingdom For A Day
4.Take Me Us I Am
5.Tearing Us Apart
6.When It Rains It Pur
7.Live Before We Die
8.A Love That Shines
9.More Humanity Please
10.How Does It Feel

Line-up
Paulo Barros – Guitar
Vera Sa – Bass
Pico Moreira – Drums
Ray Van D – Vocals

BARROS – Facebook

Tornado – Commitments To Excellence

Thrash, street metal, punk rock e hard core, non manca nulla nel sound di questi quattro ragazzacci finlandesi, una bassa pressione rock’n’roll che vi travolgerà con la forza di cento twister uniti per portare caos e distruzione per quaranta minuti di musica che colpisce direttamente ai bassifondi.

Cercate riparo il più presto possibile perché il tornado thrash/street metal finlandese sta per abbattersi su di voi, come successo un paio di anni fa quando il cantante Superstar Joey Severance e compagni licenziarono il devastante Black President.

Questa volta tocca alla Rockshots la responsabilità d’aver liberato questo fortunale metallico intitolato Commitment To Excellence, l’ennesimo massacro sonoro targato Tornado.
Thrash, street metal, punk rock e hard core, non manca nulla nel sound di questi quattro ragazzacci finlandesi, una bassa pressione rock’n’roll che vi travolgerà con la forza di cento twister uniti per portare caos e distruzione per quaranta minuti di musica che colpisce direttamente ai bassifondi, con la potenza del metal e l’irriverenza sfrontata del punk’n’roll.
Pronti e via, White Horse Of The Apocalypse ci investe con tutta la sua potenza thrash metal, così come Global Pandemic, mentre The Flight Of Yuri Gagarin, tra parti veloci ed altre cadenzate, risulta una delle tracce migliori dell’album.
I musicisti ci sanno fare eccome, quindi non troviamo solo attitudine ed impatto, ma anche una discreta tecnica al servizio dello tsunami che letale si abbatte su di noi in veste thrash metal con la travolgente in Endless Forms Of Torment e con la pesantissima Supremacy, altre due mazzate niente male per quello che a mio avviso è l’album più estremo del combo nord europeo.
At The Chapel Of Rest conclude il lavoro, confermando l’impatto che il gruppo riversa su una raccolta di brani devastanti, in un crescendo di potenza che si alimenta come una tempesta prima di sfogare tutta la sua forza sull’ascoltatore.
Valorizzato da una manciata di ospiti come Karl Sanders, Niko Kalliojärvi, Ross Dolan, Adam Phillips e Glen Drover, Commitment To Excellence è la conferma del valore dei Tornado, i quali si abbatteranno su di voi con tutta la loro potenza.

Tracklist
1. A Minute Of Nothing
2. White Horse Of The Apocalypse (Solo: Karl Sanders/Nile. Additional Vocals: Niko Kalliojärvi/ex-Amoral)
3. Global Pandemic
4. Spirit And Opportunity (Additional Vocals: Ross Dolan/Immolation)
5. The Flight Of Yuri Gagarin
6. Endless Forms Of Torment (Additional Solo: Adam Phillips/Pro-Pain)
7. Through Difficulties To Victory
8. Supremacy
9. Chaos Among The Ruins
10. United Forces (S.O.D. Cover)
11. At The Chapel Of Rest (Additional Solo: Glen Drover/ex. Megadeth)

Line-up
Superstar Joey Severance – Vocals
Tommy Shred – Lead Guitar
Henry Steel – Bass
Jimmy the Grey – Drums

TORNADO – Facebook

SILVER P

Il video di Memories, dall’album omonimo in uscita a settembre (Red Cat).

Il video di Memories, dall’album omonimo in uscita a settembre (Red Cat).

SILVER P, il nuovo progetto di PUGNALE (alias Roberto Colombini), lancia il nuovo singolo “Memories”, che sarà disponibile in tutti gli store digitali e in streaming da venerdì 7 settembre, tramite The Orchard!

Annunciata inoltre la data di presentazione del nuovo album omonimo:
GIOVEDì 25 OTTOBRE
McCulloughs Irish Pub (Lucca)
www.facebook.com/McCulloughs-Irish-1626235747647765

Memories è una Power ballad con sonorità cupe ed influenze grunge, che sfociano nel metal puro nella parte centrale. Un brano dove i ricordi tornano a galla per tormentare la mente del protagonista; mente offuscata da un passato mai dimenticato.

CONTATTI ARTISTA:
www.facebook.com/SilverPugnale

LABEL:
www.redcatpromotion.com

Taina – Seelenfresser

Il gruppo di Brema è con questo disco al debutto, e si può dire che sia positivo, anche perché era da tempo che non si ascoltava un lavoro di industrial metal fatto con questa passione e con l’amore per la dance anni novanta come i Prodigy.

I Taina sono uno dei migliori gruppi di industrial metal tedeschi nati dopo la venuta sulla terra dei Rammstein, che hanno aperto la strada a tante band, ma ben pochi della qualità della band nata nel 2010.

Il loro suono è una commistione fra metal ed elettronica, il tutto molto veloce e con chitarre pesanti, ma con un gusto fortemente retrò, in stile Orgy per intenderci. Una cosa molto particolare sono le loro chiare e persistenti radici punk hardcore, soprattutto in ambito di costruzione e velocità della canzone. Il gruppo di Brema è con questo disco al debutto, e si può dire che sia positivo, anche perché era da tempo che non si ascoltava un lavoro di industrial metal fatto con questa passione e con l’amore per la dance anni novanta come i Prodigy. Il cantato in tedesco calza a pennello per questa musica, e poi dopo i Rammstein ciò non colpisce più, anzi l’industrial metal in tedesco è un vero e proprio genere, e se la qualità media non è per nulla eccelsa i Taina fanno eccezione. Seelenfresser è un disco che potreste giudicare come ovvio, invece non lo è affatto, ha anzi molti spunti originali pur se non si inventa nulla, ma soprattutto è divertente e non ha timore di essere ciò che vuole essere. Nel genere industrial metal è sicuramente una delle migliori uscite degli ultimi tempi e poterebbe essere una porta dalla quale potrebbero entrare nuovi estimatori che ancora non conoscono questa cyber musica. I Taina, anche grazie alla forte vena dance punk, sono diversi dal resto dei gruppi e hanno anche un vero amore per il metal. Uno dei due remix del disco, quello della canzone che dà il titolo al disco, è della figura che ha saputo coniugare maggiormente la dance al metal, ovvero Zardonic, il dj venezuelano che apprezzerete moltissimo perché fa un remix che vale il disco. Un album divertente che, senza pretese, arriva dove la band si è prefissata.

Tracklist
1.Schrei nicht
2.Pseudogott
3.Teil von mir
4.Folge mir
5.Perfekte Dunkelheit
6.Seelenfresser
7.Allein
8.Alles endet hier
9.Seelenfresser (Zardonic Remix)
10.Devil-M – Savior Self (TAINA Remix)

Line-up
WoLand – Vocals & Synths
SerZh – Guitars
Hannes – Drums
Marcel – Bass

TAINA – Facebook