Dark Mirror Ov Tragedy – The Lord Ov Shadows

I Dark Mirror Ov Tragedy riescono nell’impresa di unire gli stilemi del symphonic black con una maestosità orchestrale degna dei migliori Rhapsody, con il particolare non da poco di non risultare stucchevoli: un motivo in più per avvicinarsi a quest’ottimo album senza particolari remore.

I Dark Mirror Ov Tragedy sono probabilmente la band di punta del movimento metal coreano.

In effetti il loro symphonic black, per quanto fortemente debitore di chi il genere l’ha codificato (Cradle of Filth e Dimmu Borgir), è decisamente di ottima fattura, provvisto di spunti melodici importanti e arrangiamenti orchestrali ineccepibili.
Qui si determina alla fine lo spartiacque tra chi apprezza tali soluzioni in ambito black e chi non le digerisce proprio; di sicuro chi appartiene alla prima delle due categorie troverà più di un motivo di soddisfazione da questo quarto full length della band asiatica. Il sound è decisamente monopolizzato da un lavoro tastieristico di gusto classico sul quale si abbatte lo screaming filthiano del vocalist Material Pneuma, con il tutto reso  più peculiare dal bel contributo della violino dell’ospite Arthenic, ma la differenza tra i copisti senz’anima e i musicisti di spessore, che si ispirano a chi è venuto prima rielaborandone la lezione, sta tutta in una sola parola: talento.
Questa band di Seul ne ha parecchio da vendere, soprattutto per la capacità di creare melodie avvincenti inserite all’interno di un involucro sonoro affascinante, magnificamente orchestrato dal pregevole tocco della tastierista Genie, che spesso tocca inattese vette di lirsmo alternandosi con altrettanto significativi assoli chitarristici.
Altro punto di forza di questo The Lord Ov Shadows è la varietà delle soluzioni offerte, ed è proprio grazie ai cambi di ritmo, alle repentine aperture melodiche od acustiche, talvolta anche di matrice folk, alternate alle sfuriate di natura estrema, che i Dark Mirror Ov Tragedy riescono a ritagliarsi una cifra stilistica personale quanto basta per renderne la proposta fresca e a tratti entusiasmante, nonostante non si possa definire certo innovativa.
Tre lunghi brani più due eleganti intermezzi atmosferici (uno dei quali con tanto di notevole voce lirica) formano un album di valore difficilmente eguagliabile di questi tempi in ambito symphonic black, sottogenere del quale i Dark Mirror Ov Tragedy interpretano al meglio i pregi e riducono al minimo sindacale quello che molti considerano un difetti (l’indubbia magniloquenza esibita dai coreani non può certo essere nelle corde di tutti di ascoltatori); I Am the Lord Ov Shadows, lunghissima traccia conclusiva, è una sorta di apoteosi di queste sonorità grazie alla quale la band asiatica riesce nell’impresa di unire gli stilemi del symphonic black con una maestosità orchestrale degna dei migliori Rhapsody, con il particolare non da poco di non risultare stucchevoli: un motivo in più per avvicinarsi a quest’ottimo album senza particolari remore.

Tracklist:
1. Chapter I. Creation of the Alter Self
2. Chapter II. Possession
3. Chapter III. The Annunciation in Lust
4. Chapter IV. Acquainted with the Nocturnal Devastation
5. Chapter V. I am the Lord Ov Shadows

Line-up:
Material Pneuma – Vocals
Gash – Guitars
Senyt – Guitars
Reverof – Bass
Confyverse – Drums
Genie – Keyboards

Guests:
Yama Darkblaze – Vox
Binna Kim – Soprano
Arthenic – Violin

DARK MIRROR OF TRAGEDY – Facebook

Feed Them Death – No Solution/Dissolution

Un’opera estrema violenta e senza compromessi in cui il songwriting, oltre a risultare costantemente di alto livello, non perde mai la bussola e le varie tracce scorrono via senza intoppi, lasciando sempre una sensazione di orecchiabilità, gradita sicuramente dai fans del genere.

Feed Them Flesh è la creatura di Void, bassista e cantante dei seminali Antropofagus di No Waste Of Flesh ed Alive Is Good… Dead Is Better, qui alle prese con un solo project all’insegna del più feroce death/grind,

Dopo il primo assaggio con l’ep uscito nel 2017 che portava lo stesso titolo, Void torna con una versione più lunga e completa raddoppiando il minutaggio e passando così dalle cinque tracce del precedente lavoro (tutte presenti su questo full length) ad una dozzina di mazzate estreme notevoli.
A parte il contributo di due ospiti come Argento (Spite Extreme Wing, Antropofagus) e Christian Montagna (Preda, Cast Thy Eyes), presenti su due brani, il nostro fa tutto da solo creando un sound vorticoso che prende spunto in egual misura dal death metal e dal grind.
Ne esce un’opera estrema violenta e senza compromessi in cui il songwriting, oltre a risultare costantemente di alto livello, non perde mai la bussola e le varie tracce scorrono via senza intoppi, lasciando sempre una sensazione di orecchiabilità, gradita sicuramente dai fans del genere.
Groove, velocità ed impatto brutale rimangono le armi con cui Void ci attacca al muro, con una forza sovraumana espressa da vere deflagrazioni sonore come Exposed Paradising Dissent o First Time Death.
La sete di violenza in musica degli amanti di queste sonorità viene sicuramente appagata da questo nuovo mostro musicale che, spezzate le catene, vi travolgerà con tutta la sua furia death/grind.

Tracklist
1.Cadavoracity I
2.Exposed Parading Dissent
3.Bloodshed Theatre
4.The Horrific Balance
5.Terrific Gods Caravan
6.First Time Dead
7.Prosperity / Captivity
8.Doctrine of Approximation
9.Penance In the Wrong Direction
10.Inception in Rot
11.Divide + Conquer
12.Cadavoracity II

Line-up
Void – All instruments, Vocals, Songwriting, Lyrics

FEED THEM DEATH – Facebook

Octopus – Supernatural Alliance

Oscuri, epici e fantastici: gli Octopus si candidano a essere la nuova sensazione del dark-doom. Per coloro i quali amano Coven, Lucifer e naturalmente Electric Wizard.

Un disco come questo poteva uscire solo per la Rise Above. Senza dubbio.

Solo il genio e il talento del grande Lee Dorrian potevano cogliere i significati della proposta di questi Octopus (attenzione, da non confondersi con le due band dallo stesso nome degli anni Settanta: quelli anglo-britannici di psichedelia e quelli tedeschi di hard prog sinfonico). Quello degli Octopus è doom e non solo doom: oggi al riguardo si parla non solo più di dark, ma anche – ed una volta tanto la definizione sembra essere del tutto azzeccata e calzante – di occult rock. In effetti, in queste dieci canzoni – mai troppo lunghe, in vero – si respira un alone volutamente magico, esoterico, spirituale e misticheggiante. Le scelte compiute da Supernatural Alliance non guardano peraltro solo agli scenari del metal classico ed oscuro, lento e cadenzato, funereo e tombale, ma altresì (e con notevole frutto) alla tradizione di stampo epic della fantasy eroica (pezzi come The Sword and the Stone e Dragonhead). E’ la stessa grafica dell’album, bellissima e inquietante, a metterci del resto sull’avviso in merito. Veramente un ottimo lavoro, valorizzato nella fattispecie dalla voce femminile e dai tocchi prog delle tastiere e dei sintetizzatori.

Tracklist
1- Beyond the Center
2- Supernatural Alliance
3- Slave and Master
4- Strike
5- Child of Destiny
6- The Unknown
7- The Sword and the Stone
8- Fleetwood Mac
9- Black Dynamite
10- Dragonheart

Line-up
Masha Marjieh – Vocals
J. Frezzato – Guitars
Matt O’ Brien – Bass
Adam Cox – Keyboards / Synthesizers

OCTOPUS – Facebook

ORDINUL NEGRU

Il video di Faustian Nights, dall’album omonimo (Loud Rage Music).

Il video di Faustian Nights, dall’album omonimo (Loud Rage Music).

One of the most representative Romanian Black Metal bands, Timisoara based ORDINUL NEGRU, just released a new video in support of their most recent album, Faustian Nights, released last year via Loud Rage Music.

ORDINUL NEGRU‘s eight studio album Faustian Nights is available via Loud Rage Music in digital and CD formats, and will be available on vinyl and tape in Spring 2019:

Digital: https://loudragemusic.bandcamp.com/album/ordinul-negru-faustian-nights

Jewel-case CD with slipcase: http://shop.loudragemusic.com/ordinul-negru-faustian-nights

From Sorrow To Serenity – Reclaim

Prendete dei Meshuggah più giovani e meno eterodossi, mischiateli ai migliori gruppi metalcore math djent e otterrete qualcosa di vicino a ciò che si può sentire in Reclaim.

La proposta sonora degli scozzesi From Sorrow To Serenity è molto composta e stratificata, poiché include molte cose diverse al suo interno.

Reclaim è il loro nuovo album e suona molto bene, e può diventare un nuovo classico per il metal moderno. Questi scozzesi riescono a partire dal metalcore unito al math per esplorare molti mondi. Come paragone prendete dei Meshuggah più giovani e meno eterodossi, mischiateli ai migliori gruppi metalcore math djent e otterrete qualcosa di vicino a ciò che si può sentire in Reclaim. La narrazione sonora di questo disco è un filo musicale che parte dalla prima nota della prima canzone e si dipana per tutto il disco, senza mai un calo di tensione, in un’opera che ci invita a guardare dentro e fuori di noi. Un disco così rimane di difficile classificazione, ma è un bene perché le opere fuori dagli schemi sono rare di questi tempi. Si capisce che questi musicisti hanno fatto ottimi e ben differenziati ascolti, perché i riferimenti ci sono e sono tanti e molto solidi, portando alla formulazione di una proposta molto originale. Ad esempio in qualche passaggio spuntano riff che possono assomigliare a qualcosa dei Raging Speedhorn (mai gruppo fu più sottovalutato), e poi nel passaggio successivo si passa a cose più metalcore e math. La cosa più importante è che la loro cifra stilistica è assolutamente originale e non c’è nulla di derivativo. L’universo sonoro che dipingono i From Sorrow To Serenity è variegato è spazia da chitarre bombate a batterie che scavano gallerie verso mondi sotterranei dominati da imponenti giri di basso, con la voce del nuovo cantante Gaz King, ex Nexilva, che si adatta molto bene a tutti i registri. Le visioni sono potenti e la produzione è davvero eccellente nel supportarle: il disco è stato registrato nel loro studio sotto il controllo della consolle da parte del loro chitarrista Steven Jones, che milita anche nei Bleed From Within. La masterizzazione è stata eseguita da Ermin Hamidovic, Architects, Periphery, Bury Tomorrow a Melbourne in Australia. Un disco potente, molto moderno, metal fino al midollo e che fa muovere i nostri neuroni in vortici molto veloci.

Tracklist
1.Denounce
2.We Are Liberty
3.Reclaim
4.Alight
5.Perpetrator
6.Solitude
7.Unity Asunder
8.Inside A Soul
9.Supremacy
10.7
11.Resurgence

Line-up
Gaz King – Vocals –
Steven Jones – Guitars –
Andrew Simpson – Bass –
Ian Baird – Drums –

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Equipoise – Demiurgus

Demiurgus valica montagne musicali ed oltrepassa confini, viaggiando su territori in cui metal estremo, tecnica individuale e parti progressive costruiscono ponti di spartiti su fiumi di note in piena.

Dopo un primo ep rilasciato nel 2016, arrivano al debutto sulla lunga distanza gli Equipoise con Demiurgus, mastodontico lavoro che non lascerà certo indifferenti i fans del death metal tecnico e progressivo.

Sette musicisti provenienti da varie band del circuito estremo, uniti sotto lo stesso monicker producono grande musica: questo in sintesi è quello che troverete in Demiurgus, un’ora abbondante di scale musicali, fughe metalliche, ritmiche da capogiro e tanto death metal valorizzato da un ottimo songwriting.
Beyond Creation,Virulent Depravity, Ashen Horde, The Fractured Dimension, Abigail Williams, Hate Eternal, Perihelion, Wormhole sono solo alcuni dei gruppi che fanno parte del curriculum dei musicisti coinvolti nel progetto Equipoise, una bestia progressiva che non conosce limiti, tra furia e tecnica esecutiva sorprendente così come una forma canzone che invoglia l’ascolto di devastanti e tecniche prove di forza come Alchemic Web of Deceit o Dualis Flamel o accenni a generi lontanissimi dal metal estremo, come in molte delle opere del genere, in brani stratosferici come Waking Divinity o Cast Into Exile.
Demiurgus valica montagne musicali ed oltrepassa confini, viaggiando su territori in cui metal estremo, tecnica individuale e parti progressive costruiscono ponti di spartiti su fiumi di note in piena.
Consigliato agli amanti del genere e di band che vanno dai Cynic agli Obscura, dagli Atheist ai Beyond Creation, Demiurgus si candida già da ora come uno degli album di quest’anno appena iniziato, almeno per quanto riguarda il technical progressive metal.

Tracklist
1.Illborn Augury
2.Sovereign Sacrifices
3.Alchemic Web of Deceit
4.A Suit of My Flesh
5.Shrouded
6.Sigil Insidious
7.Reincarnated
8.Dualis Flamel
9.Eve of the Promised Day
10.Waking Divinity
11.Ecliptic
12.Squall of Souls
13.Cast into Exile
14.Ouroboric

Line-up
Stevie Boiser – Vocals/Lyrics
Phil Tougas – Guitars
Nick Padovani – Guitars/Composition
Sanjay Kumar – Guitars
Hugo Doyon-Karout – Fretless/Fretted Bass
Jimmy Pitts – Keyboards/Synths
Chason Westmoreland – Drums

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