Dead Witches – The Final Exorcism

Lo scopo è sempre quello di soffocare l’ascoltatore, di chiudere i chiodi della bara quando esso respira ancora e ci riescono in pieno.

Torna alla grande Mark Greening, con il suo gruppo Dead Witches, per un disco di perdizione metallica e psichedelica.

Con The Final Exorcism i nostri arrivano al secondo album, tappa traditrice per più di un gruppo che loro superano brillantemente.
Intendiamoci, come formula non è nuova, ma questo suono che nasce con i Black Sabbath e viene trasformato dagli Electric Wizard, dei quali Greening è stato fondatore e batterista per poi andarsene con tantissime polemiche, qui viene portato al suo zenit, perfezionandolo ulteriormente. Le vibrazioni sono pesantissime, ed il disco è da ascoltare ad un volume furioso, allo scopo di far tornare i morti sulla terra e di farci sanguinare i nervi. La voce di Soozi Chameleone, che ha sostituito l’italiana Virginia Monti aka Psychedelic Withcraft, cantante del disco precedente Ouija, è tagliente, calda, alta e completa, e si sposa benissimo con il resto del loro suono. La chitarra è super distorta e macina riff giganteschi su riff giganteschi, il basso spinge avanti tutto e la batteria è la solita cavalcata infernale firmata Mark Greening. Lo scopo è sempre quello di soffocare l’ascoltatore, di chiudere i chiodi della bara quando esso respira ancora e ci riescono in pieno. Troviamo molta psichedelia in questo disco, infatti il suono è molto debitore degli anni sessanta e settanta, e come gli Electric Wizard i Dead Witches ne fanno una versione molto pesante e distorta, non necessariamente più moderna. Il disco pesca anche molto dall’immaginario horror, specialmente quello della defunta casa di produzioni Hammer, vero e proprio pilastro di film di dubbia qualità ma di grande impatto. Inoltre la differenza, nel caso dei Dead Witches, la fanno i particolari, perché ogni cosa è curata e ci sono riff e giri di batteria che si pongono per impatto al di sopra della media degli atri gruppi simili. Prova molto buona, sperando che non sia l’esorcismo finale.

Tracklist
1. There’s Someone There
2. The Final Exorcism
3. Goddess Of The Night
4. When Do The Dead See The Sun
5. The Church By The Sea
6. Lay, Demon
7. Fear The Priest

Line-up
Mark Greening – Assault and Battery
Oliver Hill – Guitar
Carl Geary – Fuzz Bass
Soozi Chameleone – Vox
Oliver Irongiant – Guitar

DEAD WITCHES – Facebook

Wounds – Light Eater

Gli Wounds seguono la scia di Psycroptic e Decapitated, nel loro sound non si rinviene nulla di progressivo, bensì un massacro di matrice death metal suonato con perizia tecnica ed impatto tremendo.

Debutto interessante per questo quartetto statunitense, impegnato in un technical death metal feroce, massacrante ma dalle discrete intuizioni compositive.

Gli Wounds (ex Wounof Ruin) risultano attivi addirittura dal 2006, ma arrivano solo ora al debutto discografico con questi cinque brani racchiusi in Light Eater, ep licenziato dalla Everlasting Spew Records.
Technical death metal di scuola americana è quello che si trova tra le trame di questo mini cd, venti minuti di virtuosismi ritmici e chitarristici, perennemente estremizzati e tenuti ad una andatura media pericolosamente elevata.
Da Explosion Of Interstellar Terror in poi la band ci travolge senza soluzione di continuità: i virtuosismi strumentali sono il fiore all’occhiello di Light Eater, specialmente per chi ama il death metal più tecnico che nella title track ed in Fractured appare quanto mai diretto e devastante.
Il gruppo di Chicago segue la scia di Psycroptic e Decapitated, nel suo sound non si rinviene nulla di progressivo, bensì un massacro di matrice death metal suonato con perizia tecnica ed impatto tremendo.

Tracklist
1.Explosion Of Interstellar Terror
2.Light Eater
3.Metamorphosis
4.Fractured
5.As Undead Awakening

Line-up
Cornelius Hanus – Vocals
Rick Mora – Guitars
Franco Caballero – Bass
Nate Burgard – Drums

WOUNDS – Facebook

LE INTERVISTE DI OVERTHEWALL: SCALA MERCALLI

Grazie alla reciproca collaborazione con la conduttrice radiofonica Mirella Catena, abbiamo la gradita opportunità di pubblicare la versione scritta delle interviste effettuate nel corso del suo programma Overthewall, in onda ogni domenica alle 21.30 su Witch Web Radio.
Questa volta Mirella ha intervistato gli Scala Mercalli.

MC Nuovo album per una delle heavy metal band tra le più seguite ed amate in Italia, sto parlando degli Scala Mercalli e con noi abbiamo Sergio, il batterista, e Clemente il chitarrista, i due portavoce della band.
Percorriamo le tappe principali degli Scala Mercalli, siete sulla scena metal già dal 1992! Ci parlate della genesi della band?

Sergio – Eravamo tutti ragazzi sui 18-20 anni circa e con qualche piccola esperienza precedente in formazioni non ufficiali, provavamo qualche cover in garage o nelle prime sale prove che si trovavano nei rarissimi spazi a disposizione. Dopo qualche prova insieme ci è venuta la voglia di iniziare a tirare fuori qualcosa di nostro, e cosi pian piano nel ‘92 abbiamo deciso di formare una band ufficiale che cantasse in inglese, lingua madre dell’Heavy Metal, ma mantenendo un nome italiano da cui poi è uscito Scala Mercalli, un nome che doveva scuotere l’animo delle persone che ci ascoltavano e ci ascoltano!

MC Citiamo la line up attuale degli Scala Mercalli?

Sergio Ciccoli-batteria
Christina Bartolacci -voce
Clemente Cattalani- chitarra
Cristiano Cellini-chitarra
Giusy Bettei – basso

MC Il nuovo album “Indipendence” è stato pubblicato a Gennaio di quest’anno per la Alpha Omega Records ed è incentrato sulla prima parte del Risorgimento italiano. Come negli album precedenti la storia d’Italia è al centro delle vostre tematiche. Qual’è il messaggio contenuto in quest’album?

Sergio:  il messaggio base è quello di ricordare con quanto coraggio, sacrificio e amor di patria siamo nati, quanto valore hanno dimostrato i nostri avi per darci la libertà che molti di loro hanno pagato con la vita. In effetti questa volta l’album non parla solo delle eroiche vittorie riportate in quel periodo, come a Calatafimi dai Mille di Garibaldi che si unirono alla rivolta popolare, ma parla anche di dolorose sconfitte sulle quali però sono state gettate le basi delle future vittorie che hanno unificato il nostro paese. Un esempio è la canzone dedicata alla battaglia di Tolentino del 1815 dove il Re di Napoli Murat venne sconfitto dagli Austriaci, un’altra canzone invece racconta della battaglia per la difesa delle Repubbica Romana del 1849, avvenuta sul colle del Gianicolo dove molti non si arresero e vi morirono attaccati dalle truppe Francesi a tradimento nella notte. Ogni canzone, insomma, ha il suo messaggio che vi consigliamo di leggere attentamente!

MC Parliamo anche del videoclip che ha preceduto l’uscita dell’album. Come è stato realizzato?

Clemente- Abbiamo girato il video di Be Strong in una villa ottocentesca vicino a Potenza Picena (MC). Abbiamo giocato molto sulle stanze e sull’ambientazione in generale della villa per poter realizzare qualcosa di originale. Ovviamente con le nostre divise ispirate ai corpi militari di inizio/metà 1800.

MC Una domanda che immagino vi faranno in tanti. Vi ispirate alla nostra Italia storica, raccontando battaglie e vittorie, come mai il cantato è in inglese? avete mai pensato di cantare in italiano?

Sergio: Sì ci abbiamo pensato, e in infatti in questo disco abbiamo fatto due canzoni con ritornelli in italiano, ma sappiamo bene che se vogliamo essere compresi in tutto il mondo bisogna cantare nella lingua madre e ufficiale dell’Heavy Metal, cioè in inglese. In questo modo le storie italiane che narriamo possono essere ben comprese da tutti!

MC Ho avuto la fortuna di assistere ad un vostro live e mi complimento con voi per la bravura e la professionalità, oltre all’energia che esprimete con le vostre esibizioni. Che rapporto avete con il pubblico che vi segue?

Clemente: In zona sono chiaramente per lo più amici o comunque persone del giro che si conoscono; anche quando suoniamo fuori dalle Marche,vuoi non vuoi, dopo anni, le persone sono spesso le stesse, quindi diciamo che siamo una grande famiglia!

MC Come promuoverete Indipendence? Ci sono già delle date previste per i live degli Scala Mercalli?

Clemente: Abbiamo confermato diverse date per quest’estate in diversi festival ed in diverse zone d’Italia, sicuramente ne vedremo delle belle!!
Sergio: Cercheremo poi pian piano di coprire tutta la penisola da qui a fine anno come abbiamo sempre fatto, speriamo di tornare anche all’estero, anche se un nostro desiderio sarebbe suonare anche in Sicilia e Sardegna che ancora purtroppo ci mancano.

MC Quali sono i vostri contatti sul web?

Sergio: oltre al sito ufficiale www.scalamercalli.com potete trovare tutte le informazioni anche sulla nostra pagina Facebook e su Istagram.

MC Grazie di essere stato qui con noi!

Sergio: Grazie a voi per lo spazio che ci date e che date al Metallo Italiano!! Still United \m/,
Clemente: Grazie a tutto lo staff di Overthewall e Metal Eyes e grazie a tutti quelli che ci supportano, a presto live!!

Of Hatred Spawn – Of Hatred Spawn

Mezz’ora basta ed avanza al gruppo canadese per presentarsi al pubblico estremo mondiale con un lavoro convincente, suonato e prodotto con tutti i crismi per non rimanere ignorato dagli amanti del death metal statunitense.

Ottimo debutto per questi guerrieri del death metal old school, tecnico e brutale provenienti dal Canada e chiamati Of Hatred Spawn.

La band nasce per volere dei fratelli Tartaglia, Remy, chitarrista ed ex Unbidden e J.J, batterista e già con Skull Fist, Operus e Final Trigger, a cui si sono aggiunti il bassista Oscar Rangel (ex Annihilator) ed il cantante Matt Collacott.
Questo primo album omonimo, licenziato dalla Boonsdale Records, ci presenta un gruppo notevole per tecnica esecutiva ed approccio, e che gli Of Hatred Spawn non siano dei novellini lo si capisce ad ogni nota di questo bombardamento sonoro senza soluzione di continuità, tra cambi di tempo, fulminanti blast beat, chitarre torturate senza pietà ed un cantante capace di variare toni senza intaccare la sua resa assolutamente devastante.
Un death metal ancorato nella tradizione a stelle e strisce, con la pesantezza immane dei Morbid Angel, la brutale potenza dei Cannibal Corpse e l’armageddon creato dai Deicide, crea un fronte di bassa pressione estrema, vere tempeste elettriche che si sviluppano monumentali tra le trame di Global Dehumanization, della formidabile Plaga (autentico picco di questo lavoro) e della conclusiva, devastante God Of Wrath.
Mezz’ora basta ed avanza al gruppo canadese per presentarsi al pubblico estremo mondiale con un lavoro convincente, suonato e prodotto con tutti i crismi per non rimanere ignorato dagli amanti del death metal statunitense.

Tracklist
1.Overture
2. Global Dehumanization
3.Nest Of Vipers
4.Severed Limb Convulsion
5.Plaga
6.Nocturnal Swarm
7.God Of Wrath
Line-up
Remy Tartaglia – Guitars
JJ Tartaglia – Drums
Oscar Rangel – Bass
Matt Collacott – Vocals

OF HATRED SPAWN – Facebook

RISE OF TYRANTS

Il video di “Freakshow”, dall’album “Abnormality in Structure”.

E’ online il nuovo video dei deathsters bergamaschi RISE OF TYRANTS per il brano “Freakshow”, tratto dal loro ultimo disco “Abnormality in Structure” uscito lo scorso 15 marzo 2019.

I Rise of Tyrants sono:
Davide Cantamessa – Voce
Paolo Morosini – Chitarra
Federico Visini – Chitarra
Riccardo Arrigoni – Basso
Virgilio Breda – Batteria

Info: www.riseoftyrants.net
Streaming e acquisto album: riseoftyrants.bandcamp.com