The Convalescence – This Is Hell

Il look ispirato dalla scena black metal accentua l’impressione di essere al cospetto di un gruppo che ha fatto dell’estremo la sua principale forma d’arte, mentre come scritto il sound si muove su coordinate deathcore, un’accoppiata interessante per un risultato sicuramente devastante.

Con un po’ di ritardo sull’uscita vi presentiamo l’ultimo album dei The Convalescence, sestetto statunitense fondato nel 2011 ed arrivato al quarto lavoro sulla lunga distanza.

This Is Hell si compone di dieci esplosioni di deathcore, animato da una potentissima carica estrema e valorizzato da alcuni passaggi in cui sinfonie canti femminei cercano di dare un tocco particolare al sound violentissimo e brutale creato dal gruppo.
Niente di originale, ma diciamo subito che la band si danna l’anima per risultare più estrema possibile e ci riesce grazie ad un approccio violento e senza compromessi.
La parte classica è meno invadente di quello che si può pensare, ricamando alcuni passaggi, timidi di fronte a cotanto impatto estremo, mentre la voce della tastierista Katie McCrimmon è una raffinata visione di morte nell’inferno di brani come Burn e There Will Be Blood.
Il look ispirato dalla scena black metal accentua l’impressione di essere al cospetto di un gruppo che ha fatto dell’estremo la sua principale forma d’arte, mentre come scritto il sound si muove su coordinate deathcore, un’accoppiata interessante per un risultato sicuramente devastante, provare per credere.

Tracklist
1. Scum
2. No Way Out
3. I Won’t Survive
4. Murder Machine
5. Burn
6. There Will Be Blood
7. Alone
8. This Is Hell
9. With No Hope
10. The World Infested

Line-up
Keith Wampler – Vocals
Brandon Davis – Guitar
Zac Lunsford – Guitar
Ron Buckley – Bass
Charles Webber – Drums
Katie McCrimmon – Keyboards, Vocals

THE CONVALESCENCE – Facebook

Elevators To The Grateful Sky – Nude

La band, in questo nuovo lavoro, torna alle sonorità che avevano caratterizzato il debutto, lasciando in parte lo spirito garage che aveva animato lo splendido Cape Yawn per un viaggio che dal deserto porta la band ancora una volta nelle strade della piovosa Seattle.

Sono passati cinque anni dal bellissimo debutto Cloud Eye e tre dal capolavoro Cape Yawn e il viaggio degli Elevators To The Grateful Sky nel rock degli ultimi trent’anni del secolo scorso continua con questo terzo album intitolato Nude.

Con un contratto nuovo di zecca con la label greca Sound-Effects Records, ed accompagnato dallo splendido artwork realizzato come sempre dal frontman Sandro di Girolamo, i rockers parlermitani tornano con un questi nuovi undici brani che confermano il loro status di spicco nella scena underground in ambito stoner/psych rock.
D’altronde i componenti della band hanno sempre dedicato il loro talento a più di un genere, passando con disinvoltura dal metal estremo al rock ed alle sue tante sfaccettature dimostrando di saper convincere sia come Elevators To The Grateful Sky che nelle altre incarnazioni Sergeant Hamster, Haemophagus, Undead Creep e Cavernicular, tanto per nominare quelle di cui nel tempo ci siamo occupati e che puntellano una delle scene più interessanti del nostro paese.
La band, in questo nuovo lavoro, torna alle sonorità che avevano caratterizzato il debutto, lasciando in parte lo spirito garage che aveva animato lo splendido Cape Yawn per un viaggio che dal deserto porta la band ancora una volta nelle strade della piovosa Seattle.
Ovviamente la parte psichedelica e stoner è ben presente nei vari brani che compongono Nude, con l’opener Addaura che come un trip sale, stonata e psichedelica e di matrice settantiana.
Il quartetto prepara il campo per quello che sarà l’album più vario scritto fino ad oggi, con una serie di ispirazioni ed atmosfere che vanno dagli anni sessanta ai novanta, trent’anni di rock e hard rock catapultati in un’opera che affascina e tiene incollati alle cuffie dalla prima all’ultima nota.
Beggars Can’t Be Choosers, Insects In Amber, lo stoner/doom di Flowerian, Song For July, In Your Hands (che ricorda non poco gli Alice In Chains), mostrano un gruppo dall’approccio più diretto rispetto al passato.
Manca in questo lavoro il brano da jam session come poteva essere la title track dell’album precedente, ma il suo fagocitare ispirazioni che vanno dai The Beatles agli Alice In Chains, dai Kyuss ai Nirvana, dai Black Sabbath ai Cathedral per restituirle sotto forma di un sound personale ed ormai riconoscibilissimo, contribuisce a rendere Nude un altro straordinario lavoro targato Elevators To The Grateful Sky.

Tracklist
1.Addaura
2.Beggars Can’t Be Choosers
3.Like A Seashell
4.Nude
5.Insects In Amber
6.Night’s Out
7.Flowerian
8.Drowned Dragness
9.Song For July
10.In Your Hands
11.The Trembling Watermoon

Line-up
Sandro di Girolamo – vocals and percussion
Giorgio Trombino – guitars, bass, alto saxophone, congas, keyboards, alternate lead vocals
Giuseppe Ferrara – rhythm guitars
Giulio Scavuzzo – drums, darbouka, tambourine, percussion and alternate lead vocals

ELEVATORS TO THE GRATEFUL SKY – Facebook

Ruins Of The Past – Alchemy Of Sorrow: Gold

Ruins Of The Past è un progetto solista del musicista berlinese Tobias Jäpel la cui genesi risale agli inizi del decennio, anche se la prima uscita risale a due anni fa con il full length omonimo a cui fa seguito questo nuovo ep.

Alchemy Of Sorrow: Gold è un lavoro che conferma la buona predisposizione del nostro alla costruzione di un melodic death doom di una certa efficacia in virtù di un buon lavoro chitarristico del tutto funzionale alla causa.
Personalmente prediligo l’operato di Tobias quando i ritmi si rallentano ed il sound si fa più malinconico, un po’ per gusto personale ma soprattutto perché consente di uscire dagli schemi più prevedibili per quanto gradevoli del melodic death.
Il musicista tedesco fa tutto da solo e piuttosto bene e anche il growl, pur non essendo il massimo, è comunque apprezzabile.
Quale brano emblematico del lavoro scegliamo Rust, quello che è non solo il più lungo ma anche quello in cui le varie sfumature del sound meglio si amalgamano senza pendere in modo deciso verso l’una o l’altra componente.
Molto bella anche la più breve title track, che chiude l’ep all’insegna di un melodic death doom a tratti struggente, e convincente come del resto un po’ tutte le tracce.
L’operato di Jäpel dimostra come, senza inventarsi nulla di nuovo, ma immettendo competenza, passione e la giusta dose di talento sia possibile offrire nel migliore dei modi queste sonorità, lasciando intravedere un potenziale anche superiore rispetto a quanto già espresso in Alchemy Of Sorrow: Gold.

Tracklist:
1.Prelude
2.Gold (Alchemy of Sorrow – Pt. I)
3.Rust (Alchemy of Sorrow – Pt. II)
4.The Bitter Chalice
5.Alchemy of Sorrow

Line-up:
Tobias Jäpel – All instruments, Vocals, Lyrics

RUINS OF THE PAST – Facebook

THE ETERNAL

Il video di ‘Rise From Agony’, dall’album ‘Waiting For The Endless Dawn’.

Il video di ‘Rise From Agony’, dall’album ‘Waiting For The Endless Dawn’.

The Eternal release new video clip for ‘Rise From Agony’ – First European shows in 10 years coming up!

Australian Progressive Doom Metal band The Eternal have released a new music video for the song ’Rise From Agony’ from their critically acclaimed 2018 album ‘Waiting For The Endless Dawn’.

‘Rise From Agony’ is an epic 10 minute statement with soaring melodies and beautiful melancholy. A performance based video shot in Melbourne, Australia, the video showcases the talents of up and coming Melbourne film maker Jak Calver. It is also the first video for the band to feature new drummer Ando McDougall.

The Eternal have also announced their first European show in 10 years at the eclectic Fekete Zaj Fesztivál in Hungary. A number of other shows will be announced in the coming months.

The Eternal have released their 6th full length studio album ‘Waiting For The Endless Dawn’ through Finnish label Inverse Records in August 2018. Featuring 75 minutes of dark melancholic progressive influenced Doom Metal including the epic 20 minute single ‘The Wound’. The band spent over 3 years writing and recording what can be best described as the bands darkest & heaviest album to date.

The album has been receiving rave reviews internationally and also finished in several ’Top 10 albums of 2018’ lists on major metal sites around the world. ‘Waiting For The Endless Dawn’ is now available on all major online services such as Spotify, iTunes & Apple Music through Inverse Records.

http://www.the-eternal.com
http://www.facebook.com/theeternal
http://theeternal.bandcamp.com
https://www.instagram.com/theeternalofficial/

Digital Links:
Spotify: https://spoti.fi/2nIAmC7
Apple Music: https://apple.co/2OFCVAk
Deezer: https://www.deezer.com/us/album/67539072
Bandcamp: https://theeternal.bandcamp.com/
Compact Disc: http://www.the-eternal.com

“If you’re looking for something to blow you away, look no further than Waiting For The Endless Dawn. This is a truly exceptional piece of work.” 10/10 Soundscape Magazine (UK)

“Doom metal hasn’t sounded so very intriguing and adventurous for a long time, actually I see that rare are the bands in todays doom metal scene who have the guts to create something that transcends the genre and at a certain point reinvents it.” – 9.5/10Terra Relicta (SI)

“ ‘Waiting For The Endless Dawn’ is a genuine album that goes beyond genres and manifests pure beauty.” – 94/100 Lords of Metal (NL)

“This album is quite magnificent. For some it may be a little much to take in in one hit, some may find it a little overwhelming, but be patient and persist with it, for the rewards are glorious.” – Metal Obsession (AU)

“Waiting for the Endless Dawn” is worth it for “The Wound” alone. That track is absolutely incredible.” – 8/10 Progressive Music Planet

“This album is just amazing. For some it may be “too much” to sit down and listen to a record of such duration, but I want you to believe me, it is worth the most! In the end you will just be enchanted…” – 9/10 Greek Rebels (GR)

“In my opinion The Eternal are a very great sounding progressive mixture of dark, doom and goth metal and if you are a fan of those musical genres, you should check out this band.” – 8/10 Doomed to Darkness

“…With their ability to safeguard innocence in a maelstrom of misery is what should truly be applauded in Waiting for the Endless Dawn.” – 8.5/10 RTMB Music

“Waiting for the Endless Dawn” is an album that cuts deep inside the body and remains a long, painful scar. It’s of great splendor.’ – 10/10 Obscure (CZ)

“This is highly recommended if you love well crafted subtle music with a metallic edge.” 20/20 The Rocktologist

‘The Eternal have proved once more with Waiting… that they have the confidence in their own abilities that allows a band to make their music unrestrained by the need to meet industry mores or listener peccadilloes halfway. They stand or fall by the music they create, willingly, and on this record they stand in triumph. This album is hard work, yes, but it’s work worth doing.’ – Sentineld Daily (AU)

Danko Jones – A Love Supreme

Stupisce la capacità dei Danko Jones di essere molto interessanti in ogni loro uscita nonostante facciano un genere abbastanza minimale, ma con il loro amore per il rock tutto è possibile.

Tornano i Danko Jones, e fin dal primo brano I’m In A Band, si sente l’immenso amore per la musica, ed in particolare per il rock and roll che ha il musicista canadese, una vera e propria istituzione per tutti gli amanti dei suoni ruvidi.

Il disco è la sublimazione di ciò che è un disco dei Danko Jones: chitarroni, batteria esplosiva e basso che ruggisce. I Danko Jones sono uno di quei gruppi che non tradisce mai, il trio canadese nella sua lunga carriera non ha in pratica sbagliato un colpo, tutti i dischi sono piacevoli e ben suonati, ma questo ha forse qualcosa in più. La produzione di GGGarth Richardson, che ha lavorato con gruppi come Red Hot Chili Peppers e Rage Against The Machine, è sensazionale, riesce a dare una nuova forma ai suoni di Danko e soci. E poi la melodia… il trio è pressoché perfetto in questo, con dei ritornelli che sono coinvolgenti ed avvolgenti. Tutte le canzoni potrebbero essere potenziali singoli, non ci sono riempitivi, e tutto è concepito con lo scopo di suonarlo dal vivo. Ci sono momenti di autentico entusiasmo, durante i quali proprio non si riesce a stare fermi allorché il gruppo rielabora la tradizione rock and roll e la porta nel futuro, perché i Danko Jones sono in realtà uno delle più grandi band rockabilly in giro, incarnando da tempo il rock come lo si può interpretare al meglio. Questo disco è un’affermazione di superiorità, una dichiarazione per il rock and roll, e cosa più importante, un lavoro molto divertente che regalerà un po’ di tragua dall’affanno del mondo. Stupisce la capacità dei Danko Jones di essere molto interessanti in ogni loro uscita nonostante facciano un genere abbastanza minimale, ma con il loro amore per il rock tutto è possibile. Ballerete, eccome se ballerete.

Tracklist
01. I’m In A Band
02. I Love Love
03. We’re Crazy
04. Dance Dance Dance
05. Lipstick City
06. Fists Up High
07. Party
08. You Got Today
09. That Girl
10. Burn In Hell
11. You Can’t Keep Us Down

Line-up
Danko Jones – guitar, vocals
John “J.C.” Calabrese – bass
Rich Knox – drums

DANKO JONES – Facebook