Totalitarian – Bloodlands

Non c’è un momento di resa, di pausa o di stanca, il sangue scende copioso come un fiume e non possiamo fare a meno di continuare a guardare il massacro, incalzati da un qualcosa che ci fa spingere oltre.

Sei pezzi brutali e sanguinari per descrivere campi di sangue che cola e i gemiti di chi sta morendo dopo la battaglia, o dopo qualche sterminio.

Il secondo disco degli italiani Totalitarian è una sequela di esplosioni del black metal più selvaggio e senza compromessi, rifacendosi alla tradizione con uno stile originale e per certi versi innovativo. Il gruppo romano continua ciò che aveva cominciato con il debutto del 2017 De Arte Tragoediae Divinae, un disco già notevole, ma che viene surclassato da questo sterminio musicale. Il black dei Totalitarian è una massa fisica di notevole dimensioni, che vuole portare dentro il male, sviscerandolo e rendendolo presente e doloroso. Chi ascolta black metal sa che il genere può avere infinite declinazioni, ma ci sono pochi gruppi che lo rendono qualcosa di tangibile, ed i Totalitarian sono fra questi. Il disco ci porta sui campi di battaglia della seconda guerra mondiale, nel ghetto di Varsavia o nei campi dei massacri di Babij Jar in Ucraina, ovunque l’uomo stermina i suoi simili in un immenso sacrificio. Il suono e l’epica dei Totalitarian potrebbe essere definito war metal, ma è qualcosa di più profondo, perché il loro black è di un altro livello rispetto alla media dei dischi di war metal, e anche i testi hanno una profondità notevole. Bloodlands non è un disco fatto per scioccare, ma è un affresco del male, sul male e fatto attraverso il male. Nell’album si sentono vari sottogeneri di black metal, da quello più ortodosso a cose più vicine al death: non c’è un momento di resa, di pausa o di stanca, il sangue scende copioso come un fiume e non possiamo fare a meno di continuare a guardare il massacro, incalzati da un qualcosa che ci fa spingere oltre. Arricchisce notevolmente il disco una sorta di coro tragico greco, ovvero un elemento narrativo che compare a rafforzare alcuni passaggi della narrazione musicale attraverso voci che sono celestiali e letali. Un disco che vuole far male e ci riesce in pieno.

Tracklist
1.1933
2.On The Wings Of The Great Terror
3.Defeated, Destroyed And Divided
4.Liberators
5.Of Bullets And Gas
6.Deathcult Eternal

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STRIKE AVENUE

Il video di “Unholy Prelude”.

Il video di “Unholy Prelude”.

“Unholy Prelude” by Strike Avenue and Blackrain Media. Produced, recorded, mixed and mastered at Blackrain Media (Cosenza, Italy – 2019). Drum, reamping guitars and vocals recording at Francesco Borrelli ‘s studio.
Artwork, video production and postproduction by Blackrain Media.

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De Lirium’s Order – Singularity

La parte progressiva risulta importantissima nell’economia di questo lavoro, i brani si susseguono in tempeste di note mai fini a sè stesse, accumunando death metal melodico, progressive, technical death e power metal.

Attivo dall’alba del nuovo millennio questo combo finlandese licenzia il quarto lavoro su lunga distanza dal titolo Singularity.

La line up attuale vede schierati membri di Abbath e Whispered (il batterista Ukri Suvilehto) ed Omnium Gatherum (il bassista Erkki Silvennoinen), mentre la musica proposta è un technical death metal progressivo e melodico, brutale ma allo stesso tempo pervaso da un’aura tradizionale, specialmente nelle atmosfere neoclassiche di cui è pregno.
La grande tecnica è al servizio di un metal estremo che, oltre agli amanti del genere, non mancherà di soddisfare gli appassionati di shred e di chi ha fatto la storia del virtuosismo chitarristico.
Il growl è profondo, il songwriting vario e l’ascolto ne trae giovamento, mettendo in luce la bravura dei musicisti senza perdere il filo di composizioni a tratti molto ben orchestrate tra fughe chitarristiche, momenti atmosferici e sfumature che vanno da note classiche, a bellissimi refrain che vedono protagonista la voce pulita (Ayatollah).
La parte progressiva risulta importantissima nell’economia di questo lavoro, i brani si susseguono in tempeste di note mai fini a sé stesse, accomunando death metal melodico, progressive, technical death e power metal.
The Billion Year Contract, Orion’s Cry e la conclusiva The End Of Time sembrano uscite da una jam che vede impegnati Barren Earth, Omnium Gatherum e Malmsteen, tra grande tecnica ed emozionanti passaggi in cui la musica scorre come un fiume in piena travolgendo senza freni l’ascoltatore: Singularity si rivela quindi un ottimo lavoro, sopra la media sia per quanto riguarda la tecnica che il songwriting.

Tracklist
1.I Have Awakened (Intro)
2.Ayatollah
3.Singularity
4.Surfaced
5.The Billion Year Contract
6.Acoustic Medley
7.Orion’s Cry
8.Piazzola.
9.The End Of Time

Line-up
Kari Olli – Vocals
Juha Kupiainen – Guitars
Vesa Nupponen – Guitars
Erkki Silvennoinen – Bass
Ukri Suvilehto – Drums (guest member)

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Noemi Terrasi – Black Seagull

Black Seagull è un lavoro molto suggestivo e pervaso da un’attenzione particolare per le melodie: un ottimo biglietto da visita per Noemi Terrasi ed un ascolto consigliato agli amanti del progressive metal e delle opere strumentali.

Progressive rock/metal strumentale dall’ottima tecnica, ideale colonna sonora di un concept ispirato ad una catastrofe ambientale, è quanto si trova in Black Seagull, primo lavoro della chitarrista siciliana Noemi Terrasi.

Il gabbiano fatica a prendere il volo, il suo ambiente ancora una volta è messo a dura prova dall’uomo e da quel petrolio, portatore di ricchezza e sofferenza: una storia della quale nostro malgrado siamo stati fin troppe volte testimoni, che raccontata dalla chitarra della giovane musicista e compositrice, davvero brava nel tenere a bada inutili virtuosismi e a puntare sull’emozionalità della propria musica.
Black Seagull è composto da quattro brani per quasi mezz’ora di musica strumentale che passa agilmente da atmosfere prog metal a più pacate sfumature ambient rock, piacevole nel suo andamento drammatico e di denuncia, ma con un’aura di speranza che avvolge in particolare la seconda parte di Ice Wind e la conclusiva The Way Home.
Il crescendo di tensione della title track apre la mente al quadro drammatico della storia, e la Terrasi fa iniziare una sorta di countdown prima che la sua chitarra esploda in trame progressive e metalliche, sempre alternate a sfumature pacate disegnando melodie vincenti di scuola Dream Theater.
Black Seagull è un lavoro molto suggestivo e pervaso da un’attenzione particolare per le melodie: un ottimo biglietto da visita per Noemi Terrasi ed un ascolto consigliato agli amanti del progressive metal e delle opere strumentali.

Tracklist
1.Black Seagull
2.Steel Eyes
3.Ice Wind
4.The Way Home
Line-up
Noemi Terrasi

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