Necrofili – Immaculate Preconception

Immaculate Preconception si rivela un ep davvero suggestivo, tra i più riusciti ultimamente nel suo ambito: i Necrofili con sagacia sanno manipolare la materia creando un sound che, anche se a tratti può ricordare i Necrodeath, risulta ugualmente personale e molto coinvolgente.

Tornano con un nuovo ep i laziali Necrofili, attivi dal 2005 e con alle spalle due lavori su lunga distanza, il debutto omonimo uscito proprio nell’anno di inizio attività e The End Of Everything licenziato nel 2017, dodici anni dopo il precedente lavoro.

Il gruppo capitanato da Carlo Pelliccia (voce e chitarra) e Marco Dalmasso (batteria), dopo vari cambi di line up oggi si completa oggi con Alessandro Fusacchia (chitarra) e Gianluca Marchionni (basso).
Immaculate Preconception presenta cinque brani di notevole death/thrash, devastante ma dalle aperture melodiche che ne accentuano atmosfere e sfumature, con un intro suggestiva che riporta le parole di Giordano Bruno, frate francescano, filosofo e scrittore del XVI secolo, condannato dalla chiesa per eresia.
Infaithcted esplode in una serie di accelerazioni death/thrash, con lo scream che ne potenzia l’indole estrema, cambi di tempo e cavalcate metalliche mettono in evidenza l’ottima tecnica di cui si può fregiare il quartetto.
Campo de’ Fiori è un crescendo thrash progressivo, dai rallentamenti possenti che ne accentuano l’atmosfera drammatica e le tematiche che riguardano la morte sul rogo dello stesso Giordano Bruno; The Shapeless Thing è invece un brano thrash/black ad un primo ascolto più lineare ma anch’esso pervaso da una serie di cambi di tempo micidiali, mentre Army Of The Ripper risulta un brano dalle ispirazioni heavy metal, meno abrasivo ed estremo dei brani precedenti e valorizzato da una serie di aperture melodiche accentuate dalla comparsa della voce pulita.
In conclusione Immaculate Preconception si rivela un ep davvero suggestivo, tra i più riusciti ultimamente nel suo ambito: i Necrofili con sagacia sanno manipolare la materia creando un sound che, anche se a tratti può ricordare i Necrodeath, risulta ugualmente personale e molto coinvolgente.

Tracklist
1. A Lullaby for Reason
2. Infaithcted
3. Campo de’Fiori
4. The Shapeless Thing
5. Army of the Reaper

Line-up
Carlo Pelliccia – Vocals & Guitars
Alessandro Fusacchia – Guitars
Gianluca Marchionni – Bass
Marco Dalmasso – Drums

NECROFILI – Facebook

Bad Religion – Age Of Unreason

Ciò che rimane dipende da voi, sicuramente Age Of Unreason è un buon disco e alla fine questa è la cosa più importante.

Tornano i Bad Religion, gruppo capostipite del punk rock americano che non conosce congedo permanente.

Questo loro nuovo lavoro è il numero diciassette e loro non hanno intenzione di fermarsi. Il disco è molto ben prodotto e mostra quell’incontro tra aggressività e melodia che ha sempre contraddistinto il gruppo californiano. I Bad Religion con Age Of Unreason dimostrano di poter dare ancora tantissimo, ma pongono anche un problema non da poco, anzi una serie di problemi. Ci sono tante domande che vengono a galla durante l’ascolto di questo buon disco, una delle quali è: come mai non esiste un gruppo punk rock successivo ai Bad Religion che abbia lo stesso carisma ed un impatto pressoché simile? Fare punk a cinquanta anni ha senso? Dopo di loro il nulla?
In tutte queste domande è sottintesa la più grande, ovvero cosa sia il punk rock o melodic hardcore. Un genere nato per scalciare che è presto diventato una zona di comfort per molta gente che cerca una ribellione molto semplice e sonora. Forse Age Of Unreason è un disco che diventerà un classico per ragazzi di quarant’anni invidiosi di quando andavano in skate fumando bong. L’album è buono e funziona molto bene, ma se lo prendiamo per quello che è non se ne vede il contorno, che è molto importante. Pochi gruppi attuali suonano come i Bad Religion, che hanno talento e naturalezza, ma che forse possiedono ancora ciò che manca a tanta gente che suona il loro stesso genere: l’incazzatura. Ai Bad Religion rode ancora il culo, Trump o non Trump, perché spiace dirlo ma il presidente americano è un toccasana per molti gruppi e solisti bolliti che lo tirano in mezzo per vendere di più, in quanto fa figo e ci si ritrova dalla parte giusta se lo si insulta. Invece il problema è il capitalismo e lo stato stesso, ma questa è un’altra storia. Ciò che rimane dipende da voi, sicuramente Age Of Unreason è un buon disco e alla fine questa è la cosa più importante.

Tracklist
1. Chaos from Within
2. My Sanity
3. Do the Paranoid Style
4. The Approach
5. Lose Your Head
6. End of History
7. Age of Unreason
8. Candidate
9. Faces of Grief
10. Old Regime
11. Big Black Dog
12. Downfall
13. Since Now
14. What Tomorrow Brings

Line-up
Greg Graffin – vocals
Brett Gurewitz – guitar, background vocals
Jay Bentley – bass, background vocals
Brian Baker – guitar
Jamie Miller – drums
Mike Dimkich – guitar

BAD RELIGION – Facebook

Ship of Theseus – The Paradox

Un gioiello di splendore metallico, realizzato da musicisti tanto preparati quanto colti, autori di un lavoro variegato ed intrigante.

Per certi gruppi la definizione di power prog metal è quanto mai banale e riduttiva. Sicuramente, lo è per i nostrani Ship of Theseus, formati da ex componenti di Extrema e Temperance tra gli altri.

La libertà da vincoli espressivi pare realmente essere la prola d’ordine di questo super-gruppo, creativo come pochi, responsabile di un approccio stilistico al metal quanto mai vario e composito, in grado, ogni volta, di abbinare potenza ed eleganza. Gli Ship of Theseus sono cupi e possenti, introspettivi e melodici, romantici e devastanti a seconda dei frangenti sonori dei vari brani. Le composizioni sono elaboratissime e possono, a seconda dei momenti, richiamare alla mente i Threshold più oscuri, certe trame fra progressive e techno-thrash dei primi Sieges Even e Nevermore, quando non addirittura il genio elettronico-sperimentale di Devin Townsend. I passaggi più sinfonici deliziano invece coloro che amano l’intelligente pomposità di Magellan, Vanden Plas e Shadow Gallery. Esplosivi, teatrali, virtuosistici, delicati o deflagranti a seconda del contesto, a volte onirici ed eterei; e tutto questo – si badi bene – senza soluzione di continuità: gli Ship of Theseus si rivelano epici e cerebrali al pari dei migliori Alter Bridge. Quando il metal è durezza evocativa, e senza scomodare i Dream Theater. Tra gli ospiti, inoltre, brilla il grande Gregg Bissonette.

Tracklist
1- The Paradox
2- Reborn
3- Time Has Come
4- Hear Me Out
5- Blue
6- Suspended
7- Like a Butterfly
8- The Promise
9- Reflections in the Mirror
10- The Cage
11- Wounded
12- Ending

Line up
Giorgio Terenziani – Bass
Paolo Crimi – Drums
Michele Guaitoli – Vocals
Marco Cardona – Guitars
Alessandro Galliera – Guitars

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LA BOTTEGA DEL TEMPO A VAPORE

Il video di “Anema Janca”.

Il video di “Anema Janca”.

https://www.youtube.com/watch?v=rxHHjXJvi9w

La Bottega del Tempo a Vapore é lieta di annunciare l’uscita del nuovo singolo Anema Janca, di cui è disponibile l’anteprima a questo link.

Il brano, cantato in napoletano moderno, è arricchito dalla presenza di due fantastici musicisti rispettivamente al violino e al mandolino: Corrado Ciervo e Domenico de Matteis
Registrato e mixato da Alessandro Zeoli presso i Red Sofa Lab e masterizzato presso i Metropolis Studio Milano da Alessandro Marcantoni. In tale studio sono nati e cresciuti numerosi progetti musicali nazionali ed internazionali tra i quali la Premiata Forneria Marconi(P.F.M), Morgan e i Bluvertigo, Fabrizio de André, Depeche Mode ed altri.
La copertina è realizzata da Angelo Santo e lavorata da Adolfo Calandro presso i Melazeta Graphic & Store.

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Doombringer – Walpurgis Fires

I misteriosi Doombringer potenziano con mid tempo sepolcrali il loro death metal dal piglio black, lente litanie estreme dalle atmosfere che a tratti sfiorano il doom, anche se l’approccio rimane quello di un gruppo più estremo.

Le origini dei Doombringer sono in Polonia, la patria del death/black metal che i Behemoth hanno contribuito a plasmare diventando negli anni uno dei generi che più hanno influenzato le nuove generazioni di musicisti estremi.

La svolta gothic che la band di Nergal ha preso con l’ultimo, bellissimo lavoro lascia un vuoto sul trono di questo tipo di sound che la band di Kielce contribuisce a tenere vivo con il nuovo album, intitolato Walpurgis Fires.
Il gruppo polacco mantiene un’attitudine old school anche in questo lavoro, in arrivo tramite la Nuclear War Now! Productions cinque anni dopo il debutto sul lunga distanza The Grand Sabbath, dato alle stampe successivamente ad una manciata di demo ed ep.
I misteriosi Doombringer potenziano con mid tempo sepolcrali il loro death metal dal piglio black, lente litanie estreme dalle atmosfere che a tratti sfiorano il doom, anche se l’approccio rimane quello di un gruppo più estremo.
Walpurgis Fires risulta quindi un lavoro discretamente congeniato, ben caratterizzato da atmosfere e sfumature maligne e morbose, pregno di male e terrore racchiusi in brani come Into The Woodlands, Samhain Melancholia e Walpurgis.
Un prodotto estremo che nulla toglie e nulla aggiunge al tipo di sound che i Doombringer suonano, ma che merita un ascolto specialmente se si è fans accaniti del genere.

Tracklist
1.Into The Woodlands
2.Agenda Del Aquellare
3.Sworn To Malice
4.Samhain Melancholia
5.Stupor Infernal
6.Briceia Chants The Spells
7.Unnatural Acts Of Flying
8.Walpurgis

Line-up
Old Coffin Spirit – Bass, Vocals
Sepelchral Ghoul – Drums
Tribes Of The Moon – Guitars
Medium Mortem – Vocals

DOOMBRINGER – Facebook