Immortal Bird – Thrive On Neglect

Il quartetto è protagonista di un sound articolato, il metal estremo suonato su Thrive On Neglect risulta un mix di death, black e dissonanze sludge che formano una roboante ed intricata ragnatela metallica a cui si unisce un’anima progressiva.

Dall’underground estremo statunitense, tramite la 20 Buck Spin, arriva il secondo full lenght degli Immortal Bird, gruppo di Chicago attivo dal 2013 e con alle spalle il debutto Empress/Abscess, stampato cinque anni fa.

Il quartetto è protagonista di un sound articolato, il metal estremo suonato su Thrive On Neglect risulta un mix di death, black e dissonanze sludge che formano una roboante ed intricata ragnatela metallica a cui si unisce un’anima progressiva.
Sicuramente un lavoro non facile da assimilare, Thrive On Neglet, ha la virtù essenziale di non essere un’opera prolissa, in quanto gli Immortal Bird maneggiano la materia con cura e non perdono il filo strutturale dei brani risultando convincenti ad ogni passaggio.
Il sound passa da parti intricate ad altre dirette tra crescendo dissonanti e sludge, qualche accelerazione death/black e sfumature progressive, grazie ad un songwriting maturo e lontano dai soliti cliché estremi.
Aiutata da una buona tecnica la band statunitense da vita ad un lavoro coinvolgente, dove le ispirazioni e le influenze rimangono all’ombra di un sound che non lascia spazio a facili soluzioni, specie in brani di difficile lettura come Avolition e la conclusiva Stumbling Toward Catharsis.

Tracklist
1. Anger Breeds Contempt
2. House Of Anhedonia
3. Vestigial Warnings
4. Avolition
5. Solace In Dead Structures
6. Quisquilian Company
7. Stumbling Toward Catharsis

Line-up
Rae – Vocals
Nate – Guitar
Matt – Drums
John – Bass

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Jack Slamer – Jack Slamer

I Jack Slamer, quintetto svizzero al debutto su Nuclear Blast la lezione l’hanno imparata alla grande ed il loro album omonimo è un perfetto esempio del sound tanto di moda nell’anno di grazia 2019.

L’ondata nostalgica di matrice hard rock che sta attraversando la scena mondiale sembra inarrestabile, almeno a giudicare dai tanti nuovi gruppi che si affacciano sul mercato underground e non solo.

Dai paesi scandinavi, massimi esponenti di questo revival con band di categoria superiore, agli States, passando per il centro Europa, i gruppi marchiati a fuoco dal dirigibile più famoso del rock sono tanti e molti davvero in gamba.
Non solo Led Zeppelin ovviamente, ma anche Deep Purple, Bad Company, Free, Lynyrd Skynyrd, Whitesnake: il rock duro dallo spirito bluesy è vario più di quanto si creda e i nostro eroi odierni lo accompagnano a tonnellate di riff pregni di groove, consolidando la tendenza che vede gli anni settanta amoreggiare con i novanta per portarli insieme nel nuovo millennio.
I Jack Slamer, quintetto svizzero al debutto su Nuclear Blast, la lezione l’hanno imparata perfettamente ed il loro album omonimo è un perfetto esempio di un sound prepotentemente tornato di moda.
Florian Ganz ricorda i vocalist del leggendario decennio, ma ha ascoltato senza sosta i primi album dei Soundgarden e lo spirito di Cornell aleggia non poco sul tutto, mentre Turn Down The Light apre danze che finiranno solo all’ultima nota della conclusiva Burning Clown.
In mezzo tanto hard rock di matrice settantiana, dal buon appeal, a tratti sciamanico, scalfito da ondate rock blues e sorretto da una manciata di ottimi brani.

Tracklist
Turn Down the Light
Entire Force
Wanted Man
The Truth Is Not a Headline
Red Clouds
Biggest Mane
Shaman and the Wolves
There Is No Way Back
I Want a Kiss
Secret Land
Burning Crown – Bonus Track
Honey & Gold – Bonus Track

Line-up
Cyrill Vollenweider–Guitar
Hendrik Ruhwinkel–Bass
Florian Ganz–Vocals
Marco Hostettler–Guitar
Adrian Böckli–Drums

https://www.facebook.com/jackslamerband/