Svartidauði – Revelations of the Red Sword

Era molto attesa, dopo sei anni da Flesh Cathedral, la seconda prova sulla lunga distanza per gli islandesi Svartidauði i quali avevano il compito, ove mai ce ne fosse stato bisogno, di dimostrare la cristallina purezza del black espresso nell’isola medio atlantica.

A quelle latitudini prospera una scena molto viva e ricca di fermento anche nel 2018, con il nuovo e splendido disco dei Carpe Noctem, a cui si aggiunge Revelations of the Red Sword, titolo assai evocativo, con marcati riferimenti alla potenza del Sole, inteso come la maggior forza creativa e distruttiva al di sopra del mondo. Sei brani con i quali la band esplora vividamente reconditi angoli oscuri del suono black, distillando note dissonanti all’interno di episodi perfettamente compiuti, tesi, vibranti, articolati e spesso asfissianti; rispetto al disco d’esordio del 2012 i musicisti hanno allargato le maglie sonore dei loro brani, miscelando un gusto melodico fortemente visionario, mantenendo comunque una carnalità data dalla forza interpretativa e sonora. In Flesh Cathedral i suoni erano più monolitici e ripetitivi, creando un’ atmosfera angosciante e opprimente, mentre nella nuova opera il percorso musicale offre una maggiore varietà, non tralasciando comunque gli ingredienti primari del loro suono, una texture chitarristica densa e impenetrabile ma con una anima melodica matura e visionaria. Lo splendido lavoro di mixaggio ad opera di un altro grande musicista Stephen Lockhart (nel 2017 rilasciò come Rebirth of Nefast il fantasmagorico Tabernaculum) rappresenta un ulteriore valore aggiunto ad un opera che penetra lentamente sottopelle; l’intro strumentale di Wolves of a Red Sun lascia stupefatti per intensità e atmosfera, con il suo dilaniante chitarrismo prima di esplodere in un feroce suono black dissonante e “caotico”. Sono passati sei anni dal debutto e la band ha continuato a maturare il proprio suono, attraverso tre EP che li ha portati a un risultato veramente magnifico, in cui il suono dissonante, tipico di un certo black, è sviscerato ed è capace di creare brani affascinanti e morbosi, come la commovente Reveries of Conflagration (…I’m the the flame that burns in the heart of every man…) o Aureum Lux, undici minuti lenti, meditativi, che inesorabilmente si liquefano a contatto dei raggi solari. Ultimo grande lascito di un 2018 ricco di ottime uscite.

Tracklist
1. Sol Ascending
2. Burning Worlds of Excrement
3. The Howling Cynocephali
4. Wolves of a Red Sun
5. Reveries of Conflagration
6. Aureum Lux

Line-up
Magnús – Drums
Þórir – Guitars
Sturla Viðar – Vocals, Bass

SVARTIDAUDI – Facebook

In Your Eyes ezine webzine dal 1999

  • Hannah Jadagu – Describe
    by Leonardo Pulcini on 29 Ottobre 2025 at 17:53

    Eremita in una foresta incantata, per Hannah Jadagu il tempo smette di scorrere mentre scrive un album catartico, arrivato da un altra dimensione per scavarci dentro.

  • Frontiere sonore – PUNTATA 03
    by Simone Benerecetti on 29 Ottobre 2025 at 9:49

    Due chiacchere e ascoltiamo : Britt Warner, Asma, Karina Ramage, Late Aster, Kostas Hiras & Eleftherios Moumdjis, RosGos, Voicians, Wavepool, Julie's Haircut, The Crimson Shadows.

  • Confessioni di una maschera “Donne che odiano le donne”
    by Marco Valenti on 27 Ottobre 2025 at 17:38

    Un’analisi amara sulle ultime elezioni in Toscana e sul clima d’odio esploso online contro Antonella Bundu. Non conta l’esito politico, ma il degrado culturale e sociale che la rivoluzione digitale ha messo a nudo: razzismo, sessismo, assenza di pensiero critico.

  • The Sences – Emilia / The Fall 7″
    by Il Santo on 27 Ottobre 2025 at 9:57

    The Sences: vengono dalla Grecia  sono poco più che ventenni e già possiamo definirli uno dei gruppi più clamorosi fra quelli in circolazione.

  • Not Moving – That’s all folks!
    by Reverend Shit-Man on 26 Ottobre 2025 at 21:00

    “When you went this way I went that way Where are we going? We’re not moving Not moving, not moving!” Esistono canzoni (e versi di canzoni) che possono rappresentare l’anello di congiunzione tra l’inizio e la fine del ciclo vitale musicale di una band, di un movimento e/o di una stagione artistica. Nel caso del

GRAZIE A TUTTI

Come preannunciato all’inizio dell’estate, l’attività di MetalEyes è cessata ufficialmente dal 31 agosto con la pubblicazione dell’ultima recensione. Il sito rimarrà comunque online ancora per

Leggi Tutto »

Esogenesi – Esogenesi

I quattro lunghi brani, inframmezzati da un breve strumentale, testimoniano in ogni frangente lo spessore già ragguardevole raggiunto dagli Esogenesi al loro primo passo, sicuramente non più lungo della gamba in quanto preparato con tempi debitamente lunghi come si conviene a chi si dedica ad un genere per sua natura antitetico a tutto ciò che appare frettoloso o superficiale.

Leggi Tutto »

Hardline – Life

La cover di Who Wants To Live Forever dei Queen come perla incastonata tra la dozzina di tracce che compongono l’album, valorizza, se ce ne fosse bisogno il gran lavoro degli Hardline a conferma dell’ottimo stato di forma dell’hard rock melodico.

Leggi Tutto »

Walkways – Bleed Out, Heal Out

In un momento di scarsa qualità delle proposte alternative rock vicine al metalcore questo gruppo è una bella scoperta e vi regalerà degli ascolti molto piacevoli e duraturi.

Leggi Tutto »