Alchimia – Musa

Musa è davvero ispirato da un’entità superiore, e come i processi alchemici prende degli elementi, li distrugge e li fa rinascere attraverso un processo materiale ma soprattutto spirituale, che in questo caso è la fusione di metal e folklore partenopeo.

Alchimia è la nuovo ideazione di Emanuele Tito, già fautore del progetto Shape.

Questo disco è un ponte gettato tra varie forme di metal e la musica mediterranea, ed in particolare quella napoletana. Musa è però molto di più di quanto sopra, ed il valore del disco è davvero alto. La ricerca musicale di Emanuele è molto profonda, parte dal metal usandolo come codice per poter decifrare linguaggi diversi, e riesce ad accomunate una composizione goticheggiante con le peculiarità della musica popolare napoletana. Il disco è figlio della terra in cui ha le radici, ovvero Napoli e la sua provincia, che hanno una musica e tradizioni tutte loro, che si stanno ormai perdendo, ma dischi come questo e quello di Scuorn valgono oro, perché le tradizioni partenopee sono esplosive come la terra sotto i Campi Flegrei, ed attraversano il sottosuolo per arrivare in superficie e palesarsi in diverse forme, come in questo disco. La bravura di Emanuele è molteplice e si dirige in diverse direzioni e Musa è sicuramente parte di un disegno più grande che sta nella sua testa, e che speriamo possa palesarsi nella sua interezza, perché già così è fantastico. Come generi e sottogeneri del metal qui ne abbiamo in abbondanza, dal gothic al doom, ad un incedere death metal, però il sentire è sempre decadente, ben rappresentato dalla copertina, che è un dipinto di Ettore Tito intitolato Le Ondine. Musa appare davvero ispirato da un’entità superiore, e come i processi alchemici prende degli elementi, li distrugge e li fa rinascere attraverso un processo materiale ma soprattutto spirituale, che in questo caso è la fusione di metal e folklore partenopeo, ma come detto sopra l’opera di Emanuele fonde in sé diversi elementi per diventare un qualcosa di sublime e davvero sentito. Dischi come questo fanno sì che il metal si avvicini ad essere un’arte nel senso classico, ovvero nel tradurre in immagini i movimenti dell’esistenza. Un disco dannatamente vicino ad uno splendido cielo pagano.

TRACKLIST
1. Orizzonte
2. Lost
3. Exsurge Et Vive (Alchemical Door)
4. My Own Sea (Fading)
5. Whisper of the Land
6. Waltz of the Sea
7. Leaves
8. Oceano: Tempesta
9. The Fallen One
10. Assenza (Memory)

LINE-UP
Emanuele Tito – songwriting, guitars, vocals
Fabio Fraschini – bass
David Folchitto – drums
Gianluca Divirgilio – ghost ethereal guitars

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