Ankubu – [ W S 0 1 1 7 _ A ]

Elettronica dissociata di un altro livello, per un qualcosa che sottolinea quanto il computer sia l’immagine dell’umano, ma questo non ci salverà.

Ankubu è la storpiatura della parola giapponese Akumu, che significa incubo, ed è lo pseudonimo del produttore e sperimentatore elettronico friulano Marco Zanella, membro fondatore dello splendido collettivo musicale Ghost City Collective (trovate le loro splendide produzioni qui, https://ghostcity.bandcamp.com/music, vivamente consigliate perché sono fra le cose migliori dell’underground elettronico italiano).

Questo ultimo lavoro di Ankubu è stato composto e prodotto nel 2018, e ogni canzone è una scansione precisa e puntuale di un’emozione. Un sentimento, un movimento della nostra psiche che viene tagliato autopticamente dalle macchine per poi farlo tornare alla tenebra attraverso un’elettronica sperimentale. Dire che questo disco si possa ascoltare è un termine assai riduttivo, perché queste frequenze musicali nascono e tornano nel nostro subconscio, seguendo un ciclo che è poi quello del nostro pensiero. I nostri cervelli sono come attori mnemonici che vivono in dischi ripartiti: qui si va oltre la fusione cyberpunk fra macchina e uomo, è un’analisi musicale dell’attività cerebrale umana che crea il computer come imitazione inconscia del proprio agire. A volte dimentichiamo che noi stessi creiamo le macchine a nostra immagine e somiglianza, e che le nostre emozioni sono figlie di analisi che poi sfociano in reazioni chimiche. [ W S 0 1 1 7 _ A ] è lo scandagliare il nostro infinito, attraverso un’elettronica fatta di narrazioni e quasi in assenza di ritmo, di scansioni e sequenze, per un’avanguardia musicale che è inedita in Italia. Anche nelle sue opere precedenti Ankubu si era spinto molto in avanti con la ricerca, ma questo lavoro, che è in offerta libera sul bandcamp della label bolognese Nether, è un capolavoro per quanto riguarda la capacità di creare una techno disossata e molto più libera senza il ritmo e il basso scalciante, perché da qui si vede il futuro che è dentro di noi. Non è nemmeno un’esperienza sonora, perché è talmente a livello di subconscio da essere quasi indescrivibile. Elettronica dissociata di un altro livello, per un qualcosa che sottolinea quanto il computer sia l’immagine dell’umano, ma questo non ci salverà.

Tracklist
1. Mnemonic State
2. Scan / Map
3. Auto Operate
4. Womb Combustion
5. Intruder
6. Desideratum
7. Bend

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