Dragonhammer – The X Experiment

I Dragonhammer optano per la via del concept che, sembra, si svilupperà anche nei prossimi dischi, e la scelta si conferma azzeccata in virtù di un ottimo lavoro che farà sicuramente acquisire nuovi fans al combo italico.

I Dragonhammer optano per la via del concept che, sembra, si svilupperà anche nei prossimi dischi, e la scelta si conferma azzeccata in virtù di un ottimo lavoro che farà sicuramente acquisire nuovi fans al combo italico.

La storia e’ ambientata in un mondo post nucleare e il power prog metal del gruppo si integra perfettamente con la storia narrata favorendo la riuscita del disco con diversi ospiti illustri della scena italiana (Roberto Tiranti, Titta Tani, David Folchitto). Dopo l’immancabile intro, The End Of The World è già un pezzo da novanta con il suo power melodico e le voci di Tiranti e Max Aguzzi si intrecciano con la giusta dose di melodia e classe. In Seek In The Ice sono protagoniste le tastiere di Giulio Cattivera e si arriva alla title-track, apice del disco che mi ha ricordato anche per il timbro vocale del singer, i Circle II Circle del sottovalutato ma grandissimo Zachary Stevens; My Destiny, con le vocals di Titta Tani a duettare con Aguzzi, è un brano cadenzato dove le parti cantate sono ovviamente il punto forte del pezzo. Il disco scivola via tra The Others, in linea con i brani dell’album, e la ballad Follow Your Star, per arrivare a Last Solution, ultimo pezzo di questo gioiellino, nel quale non ci sono intoppi né incertezze, autentica prova di maturità per una band ormai sicura dei propri mezzi e che ci regalerà altri grandi album in futuro.

Tracklist:
1.It’s beginning
2.The end of the world
3.Seek in the ice
4.The x experiment
5.Escape
6.My destiny
7.The others
8.Follow your star
9.Last solution

Line-up:
Max Aguzzi – vocals,guitars
Gae Amodio – Bass
Giulio Cattivera – keyboards
Giuseppe De Paolo – guitars

Guests:
Roberto Tiranti – vocals
Titta Tani – vocals
David Folchitto – drums
Francesco Fareri – guitars

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Infinita Symphonia – Infinita Symphonia

Gli Infinita Symphonia vanno ad aggiungersi al cospicuo numero di band tricolori dedite ad un heavy metal dai tratti sinfonici e lo fanno senza sfigurare al cospetto dei nomi più celebrati della scena.

Gli Infinita Symphonia vanno ad aggiungersi al cospicuo numero di band tricolori dedite ad un heavy metal dai tratti sinfonici e lo fanno senza sfigurare al cospetto dei nomi più celebrati della scena.

Il sound della band nettunese unisce in maniera efficace power e prog, mantenendo comunque sempre connotati alquanto melodici senza per questo risultare necessariamente stucchevoli. L’opener If I Could Go Back è un perfetto esempio di ciò che riserverà il resto dell’album, trattandosi di un brano immediatamente memorizzabile e lo stesso dicasi per la successiva (e ancor più efficace) The Last Breath; il quartetto laziale pare trovarsi perfettamente a proprio agio con brani di questo tipo, e lo stesso accade con una ballad come l’emozionante In Your Eyes (a noi una canzone con questo titolo deve piacere per forza …) dal vago sentore Shadow Gallery, nella quale Luca Micioni, coadiuvato da una voce femminile, sfodera una prestazione di assoluto rilievo. Pregevoli anche Fly, non solo per il contributo vocale del “mostro sacro” Michael Kiske, e la coinvolgente Waiting For A Day. La chiusura di quest’album autointitolato è affidata a Limbo, degno epilogo per un lavoro che, pur essendo forse un po’ “leggerino” per chi è abituato a sonorità più robuste, mostra una sorprendente crescita dopo ogni ascolto, denotando una tenuta sulla lunga distanza non sempre rinvenibile in uscite di questo genere. Se cercate novità epocali passate pure oltre, altrimenti, se vi “accontentate” di ascoltare del buon metal melodico, suonato con gusto e padronanza della materia, gli Infinita Symphonia fanno sicuramente al caso vostro.

Tracklist :
1. If I Could Go Back
2. The Last Breath (Slideshow)
3. Welcome to My World
4. Drowsiness
5. In Your Eyes
6. Fly
7. Interlude
8. Waiting for a Day of Hapiness
9. X IV
10. Limbo

Line-up :
Luca Micioni – Vocals
Gianmarco Ricasoli – Lead Guitar & Backing Vocals
Alberto De Felice – Bass & Backing Vocals
Ivan Daniele – Drums

DGM – Momentum

Dopo uno, cinque, dieci ascolti di “Momentum”, alla fine non si può evitare di chiedersi cosa possano avere i DGM in meno di Dream Theater, Symphony X, Vanden Plas e compagnia: oggettivamente nulla, si direbbe, se non un monicker senza dubbio molto meno “pesante”.

Dopo uno, cinque, dieci ascolti di Momentum, alla fine non si può evitare di chiedersi cosa possano avere i DGM in meno di Dream Theater, Symphony X, Vanden Plas e compagnia: oggettivamente nulla, si direbbe, se non un monicker senza dubbio molto meno “pesante”.

Considerate le prove non sempre esaltanti messe in scena negli ultimi anni da alcune delle band citate, non sarebbe male che, almeno gli appassionati italiani, volgessero con maggiore attenzione lo sguardo alla più vicina “città eterna” invece che oltreoceano o verso le fredde lande nordeuropee.
Se è vero che il suono della band laziale è oggettivamente accostabile ai Symphony X , va anche rimarcato il fatto che qui non si sta parlando di epigoni dell’ultima ora dato che entrambi i gruppi si sono formati attorno alla metà degli anni novanta.
La presenza di Russell Allen nella traccia d’apertura Reason è una dimostrazione della comunione d’intenti tra le due band e, nel caso specifico, il contributo dell’illustre ospite è senz’altro pregevole, ma il fatto stesso che non spicchi più di tanto dimostra anche l’enorme qualità della prestazione vocale offerta da Mark Basile in quest’album.
In Momentum viene messo in scena il repertorio ideale di una band che suona prog metal: un caleidoscopio di fughe tastieristiche e delicati passaggi pianistici (Emanuele Casali), riff rocciosi e assoli dal grande impatto melodico (Simone Mularoni, noto ai più anche come rinomato producer), con il valore aggiunto di una base ritmica perfetta (Andrea Arcangeli e Fabio Costantino) e, come detto, un cantante che non mostra un solo attimo di cedimento.
Non resta che godersi senza alcuna remora questo magnifico disco, che si snoda tra accelerazioni irreali (per la tecnica esibita) e passaggi più orecchiabili che, solo in occasione di Repay sfociano in un formato simil-ballad; forzando un pò la mano con i paragoni, si potrebbe affermare che i DGM si collocano in perfetto equilibrio, a metà strada tra le spigolosità metalliche dei Symphony X ed il gusto melodico della prima prova solista di Allen in coppia con l’altro “mostro” Jorn Lande (“The Battle”), insediandosi in un territorio nel quale la band romana mostra d’avere ben pochi rivali.
Considerando che l’uscita di Momentum coincide con un altro eccellente esempio di prog metal, come l’album degli Odd Dimension, la Scarlet esibisce in un colpo solo un’invidiabile coppia d’assi; speriamo solo che la crisi economica che continua a mortificare i nostri portafogli non costringa qualcuno a dover fare una scelta dolorosa, sacrificando in ogni caso dei lavori che, per la qualità esibita, non meritano davvero d’essere accantonati, fosse anche solo momentaneamente.

Track-list :
1. Reason
2. Trust
3. Universe
4. Numb
5. Pages
6. Repay
7. Chaos
8. Remembrance
9. Overload
10. Void
11. Blame

Line-up :
Mark Basile – Vocals
Fabio Constantino – Drums
Andrea Arcangeli – Bass
Simone Mularoni – Guitars
Emanuele Casali – Keyboards

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