Depravity – Evil Upheaval

Un album come Evil Upheaval non lascia spazio a indugi o ripensamenti, volto com’è a spezzare catene e certezze all’insegna di un death corrosivo, brutale e nel contempo molto tecnico.

I gusti cambiano e non sempre si ammorbidiscono con il trascorrere del tempo e dell’età. Quando ero più giovane del death metal mi piacevano molto di più le forme più progressive o, comunque, ricche di soluzioni melodiche, ma al contrario oggi riesco ad ascoltarne solo le espressioni più violente ed asfissianti, in stile Immolation per intenderci.

Chi la pensa più o meno alla stessa maniera troverà in questo full length dei Depravity ciò che cerca:
la band australiana, benché sia al primo passo su lunga distanza, è composta da musicisti dal buon curriculum all’interno di una scena sempre foriera di ottima musica: il risultato è un album come Evil Upheaval che non lascia spazio a indugi o ripensamenti, volto com’è a spezzare catene e certezze all’insegna di un death corrosivo, brutale e nel contempo molto tecnico.
Nessuna pulsione innovativa va ad incrinare la compattezza di un monolite sonoro che, ovviamente, necessità d’essere ascoltato da buoni conoscitori del genere, in grado di difendersi dalla gragnuola di colpi inferti dalla band di Perth.
Ma non è solo violenza quella che troviamo all’interno di Evil Upheaval: ognuno dei componenti della band mette in mostra doti tecniche eccellenti, andando a comporre un lavoro d’insieme che eleva i Depravity tra i migliori interpreti attuali del genere già al primo tentativo.
L’album è una cavalcata perigliosa ed inarrestabile, con tracce esemplari per bellezza ed esecuzione come Insanity Reality, ma è una scelta dettata dall’obbligo di pescare dal mazzo un momento che colpisca più di altri, perché ciò che resta da fare è elogiare la grande competenza della band ed una capacità di scrittura che travalica la brutalità fine a sé stessa, per regalare momenti di vera esaltazione del genere (altro esempio è la conclusiva Vile Defloration).
In un mondo in cui sempre più, ogni giorno, la speranza in un’umanità migliore sembra affogare in un liquido maleodorante di colore marrone, i Depravity non ci danno risposte ma sicuramente uno strumento capace di mantenere vive ed in guardia coscienze a forte rischio di assopimento ed assuefazione.

Tracklist:
1. Manic Onslaught
2. Insanity Reality
3. Repugnant
4. Despondency
5. The Great Divide
6. Victimizer
7. Tormented
8. Evil Upheaval
9. Vile Defloration

Line-up:
Louis Rando – Drums
Lynton Cessford – Guitar
Jamie Kay – Vocals
Ainsley Watkins – Bass
Jarrod Curly – Guitar