Devin Townsend – Empath

I ventitré minuti della conclusiva Singularity potrebbero valere quale sunto di tutto l’album, ma sarebbe come estrapolare da un’opera letteraria di oltre mille pagine un solo capitolo: resta solo da trovare il tempo, prealtro speso benissimo, per dedicarsi all’ascolto di questo capolavoro.

Empath è un album la cui musica potrebbe riempire le discografie di almeno dieci gruppi di generi totalmente diversi uno dall’altro.

Dopo la quantità di materiale ascoltato credo che questo sia il modo più semplice per descrivere l’ultimo capolavoro di quello che probabilmente (gusti a parte) è uno dei geni della musica moderna, un esempio fulgido di come il rock stia all’arte tanto quanto le più “nobili” forme musicali di stampo classico.
Un quadro di colori in costante mutazione, la musica che Devin Townsend ha creato per Empath non trova eguali o facili paragoni, è solo lucida follia tramutata in note che, come sempre, sorprendono ad ogni passaggio ora magniloquente, ora estremo, ora pervaso da una matrice elettronica che, girata la pagina di questo magico spartito, si trasforma in opera a tutti gli effetti.
Lo chiamano progressive, ma sinceramente la musica del canadese è lontana da qualsiasi genere specifico, essendo ormai di livello talmente superiore da rendere difficilissimo termini di paragone, per cui ci si può solo prendere un’ora abbondante della propria vita per perdersi nel mondo musicale di Townsend.
Empath è monumentale in tutto, a partire da un’infinita serie di ospiti infinita, tra i quali Mike Keneally (Frank Zappa) come direttore artistico ed altri come Morgan Ågren (Mats And Morgan, Frank Zappa, Fredrik Thordendal), Anup Sastry (Monuments, Periphery), Samus Paulicelli (Decrepit Birth, Abigail Williams), Nathan Navarro, Elliot Desagnes, Steve Vai, Chad Kroeger, Anneke Van Giersbergen, Ché Aimee Dorval, Ryan Dhale e The Elektra Women’s Choir, arrivando poi ad un cd bonus di materiale extra, per un pieno di musica che passa dal thrash, all’elettronica, dall’opera al grindcore, dal funky/jazz al symphonic metal, in un delirio artistico in realtà perfettamente studiato.
I ventitré minuti della conclusiva Singularity potrebbero valere quale sunto di tutto l’album, ma sarebbe come estrapolare da un’opera letteraria di oltre mille pagine un solo capitolo: resta solo da trovare il tempo, prealtro speso benissimo, per dedicarsi all’ascolto di questo capolavoro.

Tracklist
1. Castaway
2. Genesis
3. Spirits Will Collide
4. Evermore
5. Sprite
6. Hear Me
7. Why?
8. Borderlands
9. Requiem
10. Singularity 1) Adrift 2) I Am I 3) There Be Monsters 4) Curious Gods 5) Silicon Scientists 6) Here Comes The Sun!

Bonus CD “Tests of Manhood”:
1. The Contrarian (Demo) 2. King (Demo) 3. The Waiting Kind (Demo) 4. Empath (Demo) 5. Methuselah (Demo) 6. This Is Your Life (Demo) 7. Gulag (Demo) 8. Middle Aged Man (Demo) 9. Total Collapse (Demo) 10. Summer (Demo)

Line-up
Genesis:
Drums: Anup, Morgan & Samus
Bass: Nathan
Additional Vox: Elektra, Ché & Elliot
Additional Guitar and Keys: Mike Keneally
Spirits Will Collide:
Drums: Anup
Bass: Dev
Additional Vox: Elektra and Elliot
Evermore:
Drums: Anup
Bass: Nathan and Dev
Additional Vox: Elektra and Elliot
Sprite:
Drums: Morgan
Bass: Dev
Additional Vox: Elektra, Elliot, Josefa & Nolly
Hear Me:
Drums: Samus
Bass: Dev
Additional Vox: Anneke Van Giersbergen and Chad Kroeger
Why?:
Drums: Morgan
Bass: Nathan
Additional Vox: Elektra and Elliot
Additional Guitar and Keys: Mike Keneally
Requiem:
Vox: Elektra
Borderlands:
Drums: Anup and Morgan
Bass: Dev and Nathan
Additional Vox: Elektra, Jessica, Eric
Severinsen, Zim, Mike Keneally & Jess
Vaira
Additional Guitar and Keys: Mike
Keneally, Scott Reinson & Ryan Dahle
Singularity:
Drums: Anup, Morgan & Samus
Bass, Dev and Nathan
Additional Vox: Elektra, Anneke and
Elliot,
Whistles: Callum
Additional Guitar and Keys: Steve Vai and
Mike Keneally

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