Fabrizio Giosuè

Qui di seguito una bella chiacchierata con Fabrizio Giosuè, l’autore di Folk Metal e maggiore esperto di folk metal in Italia, ma soprattutto persona molto intelligente ed interessante.
Folk On !

Qui di seguito una bella chiacchierata con Fabrizio Giosuè, l’autore di Folk Metal (leggi qui la recensione) e maggiore esperto di folk metal in Italia, ma soprattutto persona molto intelligente ed interessante.
Folk On !

iye Puoi raccontare di come sia nata la tua grande passione per il folk metal?

Tutto iniziò nel 1998 quando, attraverso il tape trading, ascoltai Once Sent From The Golden Hall, debutto degli Amon Amarth. Mi innamorai immediatamente di quella musica così potente e pregna di sentimento e onore, dove i testi parlavano di epiche epoche lontane. Iniziai quindi a leggere dei libri sui vichinghi, sul medioevo e sulle varie mitologie, procurandomi al contempo alcuni dischi importanti per la scena come Eld degli Enslaved, Hammerheart dei Bathory e così via. Con gli anni mi sono sempre più appassionato a questo filone musicale fino ad arrivare, nell’ultimo periodo, a scriverci un libro e ad aprire il primo sito internet in Italia a trattare unicamente folk e viking metal.

iye Secondo te, oltre a leggere il tuo libro, una persona interessata cosa può fare per cominciare a muoversi nel mondo folk \ viking?

Sicuramente i concerti sono il modo migliore per capire che cosa vuol dire folk metal. Solitamente è una grande festa dove gente in kilt brinda con corni colmi di birra e si balla e si poga in allegria finché si ha la forza. È un ambiente che spiazza le persone che non lo conoscono in quanto è meno serioso rispetto a quello del metal estremo o degli altri stili. Inoltre ai concerti si possono incontrare i musicisti e scambiarci qualche battuta o vedersi offrire una birra come è accaduto a me con Trollmannen dei Trollfest per il semplice motivo che indossavo una maglia di suo gradimento!

iye Folk e viking si compenetrano o sono due generi ben divisi?

Sicuramente sono generi divisi e diversi, ma che nel corso degli anni si sono avvicinati e a volte uniti. Il folk vede l’utilizzo di alcuni strumenti che nel viking (che spesso deriva dal black metal) difficilmente vengono impiegati se non per brevi momenti, mentre a livello lirico sono mondi molto vicini. Probabilmente il ponte tra questi due stili è stato Till Fjälls di Vintersorg (1998).

iye È possibile che il successo del folk metal sia la necessità di riscoprire l’antico folclore usando un linguaggio moderno come il metal?

Sicuramente potrebbe essere una chiave di lettura. Originariamente i musicisti parlavano nei testi degli argomenti a loro cari anche al di fuori del contesto musicale. Valfar dei Windir era realmente interessato alla storia della sua zona e per questo ne ha parlato nei dischi, così come gli ZZ Top parlavano nei primi album di auto veloci e donne sexy perché quelli erano i loro interessi di tutti i giorni. Sicuramente negli ultimi anni parlare di storia e folclore (a volte in maniera alquanto banale) è diventato un po’ una moda che tutte le band devono seguire. Ma è un bellissimo modo per (ri)scoprire le proprie origini, venire a conoscenza di racconti che solo gli anziani del paese conoscono, imparare tante piccole cose che possono riavvicinare l’uomo alla natura. Ci sono diversi gruppi che stanno facendo questo percorso secondo me molto bello, i primi che mi vengono in mente sono i Kanseil, giovane band che ha pubblicato un bellissimo demo nel 2013.

iye È anche curioso notare come il folk metal e l’immaginario nordico abbiano fatto moltissima strada, arrivando agli antipodi…

È vero, con gli anni l’immaginario nordico ha conquistato tutto il mondo: possiamo trovare gruppi con temi nordici in Sud Africa, Australia e Messico, così come in tutta Italia. Le band sono libere di trattare le tematiche che più gli sono care nei testi, ma personalmente trovo decisamente più interessante un gruppo che si rifà alla storia della propria zona, magari dopo aver speso mesi o anni in ricerche al fine di creare un lavoro “serio” e interessante anche sotto l’aspetto lirico/musicale. I toscani Wolfingar, ad esempio, introdurranno nel prossimo lavoro un particolare strumento creato da Francesco Landucci seguendo l’iconografia e le testimonianze dell’antica Etruria.

iye Quali sono i possibili scenari futuri per una musica che sta raccogliendo sempre più adepti?

Come scrivo nel libro, credo che assisteremo presto a un’implosione del genere: troppi gruppi, troppe etichette, troppi soldi che girano. Un po’ come è successo con il power metal sul finire degli anni ’90 e per il new metal più avanti. Rimarranno solo quelli che hanno realmente qualcosa da dire e chi ha questo genere nel cuore.

iye Come va il sito misterfolk.wordpress.com? Per la cronaca concordo pienamente sul fatto che “Eld” degli Enslaved sia un capolavoro…

Sono molto soddisfatto di come va il sito! Misterfolk (che nel frattempo è diventato misterfolk.com) è online da circa un anno e conta già più di 30000 pagine visitate, un ottimo risultato considerando che viene dato ampio spazio alle realtà underground con recensioni e interviste. Inoltre ho realizzato la Mister Folk Compilation vol. I con 19 gruppi italiani ed europei, cd scaricabile gratuitamente e che vede l’artwork realizzato dalla brava Elisa Urbinati. Ho inoltre reso disponibile in formato .pdf i primi 6 mesi di lavoro della webzine, in modo che chi ha la passione della carta può liberamente stampare Mister Folk magazine n.0. Nel mio piccolo cerco di dare una mano alla scena, in maniera concreta, le centinaia di dwl provenienti da tutto il mondo testimoniano la bontà delle mie idee.
Per quel che riguarda Eld, cosa dire? È uno dei lavori più importanti per l’affermazione e sviluppo del viking metal, la base – insieme a una manciata di altri dischi – per capire cosa vuol dire la parola “viking”.

iye I gruppi italiani come Folkstone e Furor Gallico mi sembrano molto interessanti, e a mio avviso hanno delle caratteristiche che divergono dagli altri gruppi stranieri. Ad esempio i Folkstone hanno testi molto guerrieri, ma non tanto sulla guerra quanto proprio sul vivere barbaro. E i Furor Gallico hanno tirato fuori un disco clamoroso…

Stiamo parlando di due gruppi dalle grandi qualità e dalla spiccata personalità. Adoro il lavoro dei bergamaschi e trovo che l’ultimo Il Confine abbia i testi di una profondità che non tutti sono in grado di cogliere. Anche io, quando lo recensii nel 2012, non mi resi conto della delicatezza e intensità dei versi scritti da Lore e Roberta. I Furor Gallico hanno pubblicato un full length veramente bello, sono quindi molto curioso di ascoltare il prossimo cd, hanno le carte in regola per sfondare anche a livello europeo. In Italia, comunque, ci sono diversi gruppi veramente di alta qualità, e dopo il clamoroso De Ferro Italico dei Draugr lo testimonia anche il recente Gloria Et Morte dei Gotland.

iye A tuo avviso quali sono le ragioni del successo planetario del folk metal, che veicola argomenti perlopiù scandinavi?

Credo che siano due i fattori principali: la mitologia è fantastica, gli dei sono “umani” e le loro storie sono incredibili, tragiche, piene di passione, furbizia e coraggio, sono bellissime da leggere e da raccontare. Inoltre i vichinghi rappresentano la mascolinità e la forza che ogni uomo vorrebbe avere, io per primo vorrei essere alto, muscoloso, biondo e senza paura ahahah!!! La storia dei popoli del nord è assolutamente interessante: tutti questi “argomenti” si prestano benissimo per testi e immagini dei gruppi folk/viking.
Credo che buona parte del successo del folk metal sia dovuto alle sonorità spesso allegre e danzerecce delle canzoni, in contrasto con tutto il resto dell’universo metal. Le case discografiche captando questo interesse ci stanno giocando sopra con una marea di dischi pubblicati ed eventi più o meno grandi: diciamolo chiaramente, il folk metal in questi anni è anche una moda.

iye Non vedi confusione nella ricezione dei temi del folk metal?

Bisogna prima stabilire quali sono i temi del folk metal e le modalità di ricezione. Può essere tutto un gioco, una sorta di carnevalata con musica metal e una sorta di occasione per ubriacarsi e fare casino o un qualcosa che nasce dal cuore e viene messo in note dai musicisti, i quali desiderano raccontare e trasmettere delle emozioni. Il che, comunque, non vuol dire non divertirsi, bere e ballare, anzi! Ma è innegabile che a 18 anni si vede e si vive la musica in un modo, a 34 in un altro, come è normale che sia. Sta all’ascoltatore e alla sua maturità capire determinate situazioni, la profondità o meno dei testi, la ricercatezza di un’antica melodia.

iye Quanto può pesare la matrice politica all’interno di questa musica?

La maggior parte dei gruppi è fuori da questi discorsi, ma molte realtà, soprattutto dell’est Europa, sono molto legate al fattore politico. Ma è un “politico” diverso da come lo intendiamo noi, il loro nazionalismo è quasi sempre positivo, amano le proprie tradizioni, i propri costumi e le storie che hanno ascoltato da bambini. Chiaramente non mancano estremismi, ma i casi si contano sulle dita di una mano.

iye Come è stata la stesura del libro, ovvero la documentazione, le fonti, i dischi…

Per scrivere il libro ci sono voluti undici intensi mesi, lavorando spesso anche fino a notte tarda. La documentazione, invece, va avanti da quando ero un ragazzo e correvo in edicola per acquistare i vari Metal Hammer, Grind Zone, Psycho! e Flash. Riviste che per il libro mi sono servite per ricostruire la storia del folk metal in Italia: come è stato accolto dagli addetti ai lavori, le strane definizioni dell’epoca e altro ancora. Molto hanno fatto le interviste (sia su carta che su web) per aggiungere curiosità alle biografie (esempio: come si sono “conosciuti” gli Enslaved, fatto raccontato solamente in un’intervista del ’98). Un grandissimo e meticoloso lavoro che ha dato i propri frutti.
I dischi sono una mia passione, mi piace sfogliare i booklet e leggere fino all’ultima riga dei ringraziamenti, gli mp3 sono comodissimi ma freddi. Appena posso compro qualcosa, ma le finanze non sono felicissime e devo sempre aspettare le offerte!

iye Ti sei mai cimentato in un gruppo musicale?

Ho fondato un gruppo thrash metal nel 1998 e per dieci anni ci siamo divertiti registrando due demo, due EP e un album e suonando in giro per l’Italia. Anni piacevoli e spensierati, in perenne conflitto con locali che non volevano pagare e gruppi che si fingevano amici solo quando facevi comodo loro. Dopo tanti anni ho voglia di tornare a suonare: al momento non ho nulla di concreto, ma conto di registrare un disco come one man band e pubblicarlo nel 2015. Il palco mi manca, vorrei suonare musica leggera e divertente, qualcosa tipo Sir Reg, Stramash e Flogging Molly… ma ci vuole tempo e in questo momento proprio non ne ho.

iye Qual è stata la risposta al tuo libro?

Per il momento molto buona! Le recensioni sono tutte positive e alcune addirittura entusiastiche, mi arrivano spesso dei messaggi con i complimenti, i ragazzi si portano il libro ai concerti dove vado per farmelo autografare, sono belle soddisfazioni! Fatto molto importante è che in qualunque libreria metta piede trovo almeno una copia di Folk Metal. Dalle Origini Al Ragnarök e devo ammettere che ogni volta mi emoziono! Il mio libro è a pochi passi dai capolavori della letteratura mondiale, incredibile!

iye Invece di chiederti i tuoi gruppi preferiti, dimmi quali proprio non sopporti…

Credimi, se te li dicessi mi rovinerei la carriera ahahah! Diciamo che non apprezzo le band con poca personalità, chi si accoda alla moda o tenta di emulare le gesta e il sound di qualche nome importante senza cercare di dire qualcosa di proprio.

iye I tuoi prossimi progetti?

Sarei felicissimo e orgoglioso di vedere il mio libro tradotto in inglese, tanto più considerando il fatto che è il primo libro al mondo a trattare folk/viking metal e potrebbe avere una grande visibilità in tutto il globo. Mi piacerebbe scrivere ancora qualcosa di musicale (a giugno è uscito un mio articolo sul viking per la rivista Metal Maniac!) e soprattutto avere la possibilità di pubblicare una serie di racconti per ragazzi ai quali lavoro da tempo.

iye Grazie mille per la gentilezza.

Grazie a te Massimo per l’intervista e complimenti per le domande interessanti e per niente banali. Un saluto ai lettori che sono arrivati fino alla fine, folk on!

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