Freitot – Freitot

Freitot è un godimento per orecchie magari un po’ usurate, ma non abbastanza da diventare refrattarie a certi suoni, e se death metal dev’essere questo è proprio del tipo che non ci si stanca mai di ascoltare.

Freitot è un trio francese, al suo esordio con un album autointitolato, nel quale troviamo musicisti già abbastanza conosciuti della scena transalpina.

Se Fabien Desgardins ed Etienne Sarthou sono noti soprattutto agli adepti del death metal, Arno Strobl è sicuramente un vocalist che non ha bisogno di troppe presentazioni a chi è attento anche a sonorità più sperimentali, come quelle dei Carnival in Coal o degli We All Die Laughing (dove ha fatto coppia con il geniale Déhà).
L’album in questione, invece, di innovativo non ha proprio un bel niente, ma non è detto che ciò sia un male, anzi: se si decide si suonare un death metal tradizionale, scevro da pulsioni moderniste, ammorbidimenti melodici o ghirigori progressivi, ecco, questo è il modo giusto.
Il growl di Strobl non teme confronti, mentre i suoi due compari erigono montagne di riff senza dimenticare ottimi passaggi solisti: il sound tratteggia umori degni di luoghi poco accoglienti, come testimonia la copertina, e oscilla tra pulsioni più brutali e momenti più accattivanti e ricchi di groove, la ricetta magica che consente di godere appieno e a lungo di un lavoro di tal fatta.
Un brano fantastico come Father lo possono scrivere solo musicisti capaci di padroneggiare la materia con estrema disinvoltura, ma è solo il picco di un lavoro che ha il grande pregio di non annoiare, soprattutto se queste sonorità fanno parte dei propri ascolti fin dal secolo scorso, quando una band come per esempio i Gorefest (con i quali trovo diversi punti di contatto) era in grado di mettere a ferro e fuoco l’audience, non solo annichilendola sotto violente bordate ma aggredendola, semmai, con le proprie evolute trame musicali.
Freitot è un godimento per orecchie magari un po’ usurate, ma non abbastanza da diventare refrattarie a certi suoni, e se death metal dev’essere questo è proprio del tipo che non ci si stanca mai di ascoltare.

Tracklist:
1. The Human Drawer
2. Mission
3. …And Your Enemy Closer
4. Father
5. Love Is All Around
6. Lost In Meaning
7. The Last Room on the Left
8. Yoko

Line-up:
Fabien “Fack” Desgardins – Guitars (lead)
Arnaud Strobl – Vocals
Etienne Sarthou – Guitars (rhythm), Bass, Drums